CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA


Nota stampa
della seduta n. 28 antimeridiana del 28 ottobre 2004


Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu  e dell'on. Claudia Lombardo.

Prosecuzione esame  Disegno di legge n. 20 e delle Proposte
di legge n.
24 -
n. 28 /A (Norme per la pianificazione paesistica
 e la tutela del territorio)

E' proseguita la discussione generale. Il primo intervento della mattinata è stato quello dell'on. Roberto Capelli (UDC). L'oratore ha esordito evocando le esigenze di cambiamento espresse negli ultimi lustri da tutta la società; esigenza fortemente sentita dalla maggioranza della cittadinanza. Ed ha elencato le numerose delusioni che, però periodicamente si sono succedute con i diversi governi regionali. Ed oggi si sta palesando una nuova grande delusione: col nuovo sistema del "governatorato" che dovrebbe assicurare stabilità, le aspettative sono tante, ma la stabilità e la governabilità non devono essere perseguite con atti di forza.
Entrando, poi, più strettamente nel merito del problema urbanistico, Capelli ha, quindi, sottolineato che è prioritario ed importante oggi più che mai il metodo del confronto che non può essere basato sui rapporti di forza fra istituzioni e fra soggetti politici. Negando che oggi ci si trovi di fronte a quelle devastazioni ambientali denunciate dalla maggioranza, a scempi urbanistici, a veri e propri disastri, ha, di conseguenza, negato che il provvedimento in discussione sia realmente urgente. Sarebbe stato più opportuno giungere alla discussione in aula di un documento, se non proprio condiviso, almeno condividibile.
Ricordando le prese di posizione sempre costruttive da parte del proprio gruppo politico, l'oratore ha proseguito osservando come l'accordo sui temi urbanistici ed ambientali potrebbe essere possibile se nessuno si sentisse depositario della verità, o peggio, sordo alle proposte. "Siamo ancora in tempo per non scivolare in un regime" ha sottolineato il rappresentante dell'UDC, il quale ha auspicato che prevalga il rispetto per le idee degli altri, ed il desiderio di difendere il ruolo dell'istituzione consiliare. Stigmatizzando l'assenza del presidente della Giunta, Capelli ha auspicato che prevalgano le ragioni del confronto.

Dopo Capelli è intervenuto Giuseppe Balia (Misto-SDI-SU), il quale ha esordito ricordando che tutti convengono che le ricchezze ambientali e urbanistiche vanno difese per darle in eredità ai posteri. Sul modo di fare questo, però, cominciano le contrapposizioni. Il centrosinistra ritiene che il modo in cui ciò è avvenuto, nel passato recente, contraddice quel desiderio di salvaguardia. Già nella Giunta Palomba, ha ricordato, era stata avviata una iniziativa di legge analoga alla attuale; ma essendo allora la legislatura agli sgoccioli, essa non pervenne mai alla discussione in aula. Allora, il riassumere un decreto analogo oggi è in piena sintonia con il desiderio della sinistra di tutela delle risorse paesistiche, e cioè in piena sintonia con la storia della sinistra e del riformismo. Certo che le proposte di legge in discussione fanno discutere, perché si tratta di una materia molto importante. Ed il dibattito ci sarebbe anche se questo Consiglio fosse composto di aderenti ad un unico partito. L'importante è che vi sia un impegno reale e un dibattito approfondito, così come c'è stato fra presidente e Giunta, e fra Giunta e coalizione di maggioranza. "Quindi non decisioni prese in solitudine" ha affermato. Ricordando, quindi, che sarà il voto popolare a giudicare sulla qualità delle decisioni prese, Balia ha sottolineato il giudizio estremamente severo, ad esempio, espresso in questi giorni dagli italiani nelle elezioni suppletive che hanno drasticamente punito le scelte del Governo nazionale ed il centrodestra.
"Sappiamo che un provvedimento di regole, può provocare malumori. Abbiamo consapevolezza però che eventuali sacrifici richiesti hanno uno sviluppo temporaneo che sarà il più limitato possibile".

È poi intervenuto l'on. Pasquale Onida (Fortza Paris) che ha affermato come con questo provvedimento si stia tornando drasticamente indietro in quanto si pongono vincoli e non un piano. La disciplina paesistica del 1993 è oggi resa vana dalla mancata attuazione dei piani paesistici. L'errore è stato il non avere saputo contemperare l'assetto del territorio con le esigenze di sviluppo. Il piano paesistico ipotizzato non poteva attuare la tutela del territorio ed insieme lo sviluppo economico. Ricordando le motivazioni dell'annullamento dei PTP, Onida ha, quindi, affermato il proprio disappunto e delusione perché i 15 lunghissimi anni di mancata pianificazione a questa maggioranza sembra non importino niente visto che ripete il metodo dei vincoli. Si rischia una gravissima perdita di tempo; invece di elaborare un piano urbanistico vero e proprio si dilatano ulteriormente i tempi.
Province e comuni sono preparati ad agire, perché hanno approfondito a lungo i problemi, ha osservato Onida, che ha ricordato le elaborazioni di una pianificazione urbanistica ad opera del Governo di centrodestra. Si sta perdendo tempo nelle maglie di una negativa incertezza legislativa, con l'esito di far scappare gli investimenti.
Giudicando estremamente negative le proposte della Giunta, Onida ha portato alcuni esempi che a suo giudizio mettono fortemente a repentaglio lo sviluppo turistico, anche per le loro caratteristiche fortemente dirigistiche.
"Anche il presidente della Giunta ha un proprio tallone d'Achille, ha concluso Onida, ed è proprio l'urbanistica".

"Ringrazio la Giunta per la presenza e per l'attenzione che presta al dibattito sull'urbanistica" con queste ironiche parole, l'on. Nello Cappai (UDC) ha voluto sottolineare la quasi totale assenza in Aula dell'esecutivo regionale e del presidente Soru.
Il consigliere regionale dell'UDC ha detto di essere "sconcertato e incredulo" per questo vincolo di 2 Km voluto dal decreto del presidente della Regione. "Questo atto mina gravemente lo sviluppo della Sardegna e mette in pericolo miglia di posti di lavoro". Per l'on. Cappai si tratta di un atto "prepotente e non partecipato" del presidente della Giunta. "Non si può cancellare tutto, si deve mediare e soprattutto riflettere perché le località della Sardegna sono diverse una dall'altra".
Il questore dell'UDC è convinto che il presidente Soru non abbia le idee chiare. La situazione, comunque, se la legge dovesse essere varata dall'Aula, rischia di precipitare.
"Lo sviluppo sarà bloccato per almeno 5 anni. L'UDC non può consentire che ampi territori della Sardegna, che hanno fondato il loro sviluppo sul turismo, vedano bloccate le loro attività".
La proposta fatta dall'on. Cappai è stata quella di aprire un tavolo di trattative e di confronto.
Rivolgendosi al presidente della Quarta commissione, l'on. Cappai ha chiesto perché i commissari del centrosinistra non dicono la verità sulla non condivisione di questo decreto. "Perché non dite, ha aggiunto, che avevate preparato un'altra proposta e degli emendamenti che poi avete ritirato?"
Il consigliere dell'UDC ha suggerito all'on. Pirisi di chiedere al presidente Soru di ritirare questa proposta di legge e di ridiscutere. "Una legge non può essere imposta".

E' poi intervenuto l'on. Pierangelo Masia (Misto-SDI-SU) che ha sottolineato che dal 10 agosto non si  parla d'altro che di questo provvedimento, spesso, ha aggiunto, con l'intento di strumentalizzarlo. Per l'on. Masia è necessario cambiare la visione attuale che si ha del turismo. "Questa legge serve proprio a pianificare lo sviluppo e a cercare di recuperare i ritardi che abbiamo nel governo del territorio". Per Masia è una scommessa, un concreto cambio di rotta, per evitare che si prosegua con una pianificazione differenziata che premia i più furbi.
Per il consigliere socialista è un primo passo,  necessario per  pianificare il lavoro del Piano paesistico regionale. "Bisogna fare esperienza in base a quello che è successo in passato, quando sono stati approvati 14 piani paesistici completamente disomogenei  che prevedevano diversità di trattamento tra territori. L'annullamento di 13 PTP permette la svolta, consente  di impostare la materia con metodi diversi e di dare credibilità al governo regionale". Certo, ha aggiunto, creare una pianificazione unica in tempi brevi comporta dei sacrifici, ma tutti dobbiamo collaborare per il futuro della nostra isola. "Noi socialisti condividiamo questo provvedimento e gli obiettivi che questa maggioranza  si è proposta".

L'on  Carlo Sanjust (F.I.) ha chiesto alla presidenza di sospendere i lavori in quanto l'aula era semideserta a causa di un incontro dei capigruppo con alcuni rappresentanti del mondo della formazione professionale. Il presidente Claudia Lombardo ha sospeso i lavori. 

Alla ripresa dei lavori ha preso la parola l'on. Silvestro Ladu (Fortza Paris). Evocando l'atavica simbiosi dei sardi con il territorio, l'oratore h a sottolineato come i legislatori isolani abbiano sempre posto al centro dei progetti di sviluppo l'ambiente. Per questo in materia urbanistica, fin dal 1977, la Regione ha avviato piani paesistici estremamente moderni e attenti alla difesa dell'ambiente.
Allo stesso modo è necessario il massimo coordinamento tra politiche turistiche costiere e dell'interno della Sardegna. Ma questo significa che occorre il massimo equilibrio nelle decisioni di governo del territorio, attraverso provvedimenti intelligenti che non soffochino lo sviluppo, in una Regione che "già è grandemente in una condizione di tutela". Il timore è che si scoraggino vieppiù gli investitori, favorendo regioni e territori altamente concorrenziali. La cosa più grave è che questi provvedimenti vengano calati dall'alto e non attraverso un adeguato confronto sui territori con il rischio che si ripeta quanto avvenuto per il parco del Gennargentu. "Il decreto Soru è quello che meno serve oggi in Sardegna" ha detto Ladu. C'è il rischio di gravi conseguenze economiche e nei confronti del mercato immobiliare, ma con la possibilità di incremento del contenzioso giudiziario.
Approfondendo alcune questioni relative ai PTP del passato Ladu ha criticato la visone catastrofica delle cosa da parte del presidente che si scaglia contro i sindaci dei comuni costieri; rei , a suo dire, di distruggere il territorio.
Il presidente Soru non potrà sostituirsi ai sindaci limitando i loro ambiti di competenza,  ha aggiunto l'oratore, il quale ha avanzato il sospetto che quelle che si discutano sono decisioni prese altrove.

"Adesione convinta e sostegno alla discussione; adesione e convinto sostegno alle indicazioni che la Coalizione ha espresso in  materia di tutela ambientale e paesistica" sono state espresse, in apertura del suo intervento, dall'onorevole Adriano Salis (Insieme per la Sardegna), il quale ha anche rimarcato come le posizioni espresse in Aula rispecchino quando contenuto nel programma di governo proposto, agli elettori, dalla Coalizione premiata dal responso elettorale.
Questa maggioranza  è convinta della necessità di buone scelte politiche in materia di difesa e tutela del territorio, di valorizzazione ed utilizzo delle attrezzature, anche turistiche, esistenti. Un programma sul quale è necessario confrontarsi anche con le opposizioni; d'altro canto, in questi ultimi anni, ha ricordato Adriano Salis, le maggioranze e le minoranze in Consiglio regionale si sono spesso impegnate  per cercare di colmare il vuoto legislativo creato, in materia urbanistica, dall'annullamento dei PTP.
Partendo da diversi punti di vista, chiaramente, le diverse forze politiche hanno fatto le loro proposte, ma non si è mai arrivati ad un provvedimento di carattere generale. Ora, invece, questo testo all'esame del Consiglio è una ottima base sulla quale costruire anche una legge organica in materia urbanistica. Una legge che deve essere moderna e "forte", come lo devono essere tutte le leggi "che devono essere approvate e promulgate per tutelare gli interessi generali".
Nel corso dell'iter preparatorio del provvedimento all'esame dell'Aula, ha detto ancora l'esponente dell'Italia dei Valori, sono stati sentiti i rappresentanti delle categorie produttive, delle associazioni di difesa e di tutela, che hanno fornito interessanti indicazioni. Di questi indicazioni occorre tener conto, come è necessario riesaminare tutto il progetto di sviluppo economico, che si vuol far poggiare sul settore turistico.
In troppe occasioni, ha detto ancora Salis, si è sentita l'equazione sviluppo turistico uguale aumento delle volumetrie da costruire. I dati recenti dimostrano che questa è una affermazione non valida, che l'aumento dei metri cubi costruiti non coincide con l'aumento delle presenze e con la crescita della ricchezza prodotta.
"E' necessario rivedere il modello turistico sardo", che non può essere una monocultura ma un "sistema integrato", in grado di favorire lo sviluppo anche degli altri comparti, quali l'agricoltura, l'artigianato ed i servizi, che devono essere considerati complementari a quello prettamente "turistico" inteso come alberghi, villaggi, camping e seconde case.
I dati del 2004, ha detto ancora Adriano Salis, dimostrano che queste preoccupazioni sono ben fondate. Il tasso di utilizzo delle strutture esistenti, infatti, è "bassissimo, inferiore a quello degli altri anni". In questa preoccupante situazione perché autorizzare e costruire nuovi alberghi, nuovo complessi, nuove case?
Si deve puntare, invece, sul recupero e sulla reale valorizzazione dell'esistente. "Una nuova legge quadro urbanistica, che superi le norme del decreto Floris e della 45, ha detto ancora Adriano Salis frutto di un confronto che deve essere attento ed appassionato, può effettivamente favorire il recupero dei centro storici. Ed è questo un provvedimento che gli enti locali, effettivamente, attendono da tempo". Un provvedimento generale che si può predisporre in tempi ragionevolmente brevi.
Ricordando la sua esperienza di sindaco, l'oratore ha detto di "aver bloccato il centro storico", per un certo periodo, e di aver predisposto in pianto particolareggiato che ha "effettivamente favorito il recupero del centro storico del mio paese". Le critiche che erano state fatte al momento del "divieto" sono diventati "convinti ringraziamenti" quando si è potuti intervenire e rivitalizzare il nucleo originario. Una operazione che deve essere ripetuta in tutti centri dell'Isola, ha concluso Adriano Salis, anche per recuperare "patrimonio abitativo, memoria e tradizioni", un significativo ed importante passo per il rilancio del sistema economico isolano.

"Finalmente, in quest'Aula, dopo le discussioni generali sono cominciate le discussione di sostanza, quelle che porteranno a capire quali reali rapporti ci saranno tra la maggioranza e la minoranza". L'onorevole Pierpaolo Vargiu (I Riformatori), intervenendo nella discussione generale sulle proposte in materia urbanistica, ha voluto trattare, però, anche il tema dei rapporti tra le diverse forze politiche, le regole alla base della vita istituzionale, della corretta convivenza nelle istituzioni.
Forse un tema che, all'apparenza, ha poca attinenza con l'argomento in discussione, ha aggiunto Pierpaolo Vargiu. Ma l'esame di ogni legge comporta problemi di sostanza e problemi di metodo. Per quanto riguarda la sostanza, sui dieci articoli del testo in esame faremo le nostre valutazioni e forniremo i nostri contributi costruttivi, per quanto riguarda i problemi di metodo, invece, occorre fare chiarezza perché nella predisposizione di questa legge "fondamentale, che ha appassionato ed appassiona" molta parte della società sarda, si sono colti alcuni "segnali inquietanti", indicazioni preoccupanti della filosofia politica, dell'etica della politica che sembra caratterizzare la maggioranza.
"Su questa legge non è stato possibile, nelle sedi opportune, un reale confronto tra maggioranza e minoranza, ha aggiunto Pierpaolo Vargiu. Ed in Commissione le parti sociali sono state chiamate e sentite, quando il provvedimento era stato, di fatto, licenziato. Una situazione che, a mia memoria, non era mai avvenuta".
Certamente, delle indicazioni fornite dalle organizzazioni professionali, di categoria, da quelle ambientaliste si terrà conto nel corso della discussione in Aula, ha aggiunto il capogruppo de I Riformatori, ma questo modo di procedere non appare "un metodo propriamente liberale". Il presidenzialismo ed il maggioritario, sistemi che, ha ricordato Vargiu, I Riformatori certamente non rinnegano, anche per la loro "vicinanza" politica a Mariotto Segni, comportano, determinano, impongono una serie di contrappesi, un reale ed efficiente "riequilibrio dei poteri", come avviene in tutte le democrazie liberali, nelle democrazie parlamentari, perché altrimenti si cade nella "dittatura delle maggioranze" e, ha aggiunto Vargiu, citando Tocqueville "poco mi importa di sapere chi mi impone il giogo", perché quello che i liberali non accettano è "proprio il giogo".
Se non esistono pesi e contrappesi, se non esiste una reale divisione dei ruoli tra esecutivo e legislativo, se le regole non vengono decise a maggioranza qualificata, se le norme non sono oggettive e generali, come indicato da molti studiosi e politologi brevemente citati da Pierpaolo Vargiu, si rischia che "il ruolo del Parlamento, in questo caso del Consiglio, sia ridotto ad un ruolo di semplice ratifica, realizzando di fatto una reale dittatura della maggioranza o, meglio, una dittatura del presidente".
"Se la minoranza non ha spazio, si va verso la dittatura" ha aggiunto Vargiu. Il metodo seguito nella discussione ed approvazione di questa proposta di legge, quindi, sarà un utile messaggio, una essenziale indicazione per l'intero Consiglio, perché se i comportamenti confermeranno che non sono possibili rapporti corretti e democraticamente validi, "saremmo costretti a passare cinque anni veramente difficili per l'intera Assemblea". D'altro canto, ha aggiunto Vargiu facendo riferimento al testo della legge, "gli articoli 2 e 5" sono estremamente preoccupanti, perché certamente non prevedono i necessari poteri di riequilibrio e di tutela, e su questi articoli faremo le nostre opportune e necessarie proposte migliorative.
"In quest'Aula, in varie occasioni, siamo stati sfidati a fare la minoranza, ha aggiunto Vargiu. Ed è quello che facciamo. Perché, anche in questa occasione presenteremo le nostre proposte, cercheremo di contribuire a migliorare la legge. "nel gioco democratico, infatti, la maggioranza governa e la minoranza controlla, stimola, propone. Ma se le opposizioni hanno questo ruolo di controllo e stimolo, la maggioranza ha anche il dovere di ascoltare, di confrontarsi e di accettare, se realmente lo sono, i contributi migliorativi delle opposizioni".
Questa, in sostanza, può essere una "legislatura utile" per la Sardegna, se la maggioranza "ascolterà", perché la minoranza, certamente, non farà un'opposizione preconcetta, aprioristica, non criticherà tutto per il gusto di criticare, ma "cercherà di migliorare ciò che voi farete e questo è, certamente, un testo perfettibile. E toccherà anche alla maggioranza perfezionarlo". Ci saranno altre occasioni di confronto, ha concluso Vargiu, perché dovremo darci insieme le regole, trovare un reale equilibrio tra i poteri, mettere a punto le regole che garantiranno divisione dei compiti e dei ruoli. Se questo confronto sarà costruttivo, sarà un buon viatico per il proseguo della legislatura".


I lavori del Consiglio
riprenderanno alle 16.30.