CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Nota stampa
della seduta n. 27
pomeridiana del 27
ottobre 2004
Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Claudia Lombardo e dell'on. Giacomo Spissu.
Prosecuzione esame Disegno di legge n. 20 e delle Proposte
di legge n. 24 - n. 28 /A (Norme per la pianificazione paesistica
e la tutela del territorio)La discussione sulla parte generale del disegno di legge "salvacoste" è ripresa con l'intervento dell'on. Attilio Dedoni (I Riformatori), che ha ripercorso le tappe di una vicenda nella quale è sin troppo chiara la volontà del presidente Soru di interventi a favore della salvaguardia ambientale. Il 10 luglio annuncia l'utilità di estendere oltre i 300 metri la fascia di salvaguardia delle coste; il 10 agosto decreta bloccando qualunque intervento edilizio entro i due km. Il disegno di legge relativo arriva in Commissione, dove viene approvato "a colpi di maggioranza" e solo dopo, a cose fatte, viene sentita la società civile. Un percorso condito dall'autorità del "governatore" e dall'acquiescenza del centrosinistra, che pure manifesta qualche tensione al proprio interno.
Ma è una scelta - ha argomentato Dedoni - che non convince; il blocco non giova ad alcuno ma rigetta le legittime aspettative di molti cittadini, che non sono sicuramente speculatori ne vogliono compiere attentati al paesaggio; a proposito del quale l'on Dedoni ha sostenuto "che non si mette in cornice, ma va vissuto e modificato dalla presenza dell'uomo". Si tratta perciò di trovare, tutti insieme (noi siamo disponibili a ricercare la soluzione migliore) una soluzione non esasperata, ma attraverso il dibattito e il confronto.Per l'on. Elio Corda (Progetto Sardegna) il provvedimento di tutela delle coste è stato accolto in vari modi: con ottimismo da molti (ha citato il giudizio lusinghiero degli albergatori); col silenzio e l'attesa da parte di tanti; con "attonito sconcerto" da parte di chi, "avendo avuto modo e tempo di fare e non avendo fatto", accusa ora il presidente di autoritarismo.
Non c'è spazio, invece, per l'allarmismo, come ha spiegato nel suo intervento l'on. Floris ricordando che, dopo l'annullamento dei Ptp, alcuni Comuni hanno adottato norme di salvaguardia, preesistendo, del resto, leggi di tutela paesaggistica contro le ipotesi di assalto selvaggio. C'è, allora, la preoccupazione che "il grido di dolore" delle opposizioni non nasconda, nelle pieghe dell'interesse generale, qualche interesse particolare.
Ma - ha proseguito l'on. Corda - c'è da valutare anche un modello di turismo che scricchiola e le cui sorti non possono essere affidate a imprenditori edili disinvolti. Un discorso di prospettiva - ha commentato - che richiedeva un provvedimento urgente, anche per dare un segnale e una sterzata "alla vendita all'ingrosso dell'isola" e alla poca responsabilità di alcuni che, invece, in mancanza di regole chiare e facilmente applicabili hanno speculato, creando benefici economici soprattutto a se stessi.Ma chi si interessa di turismo non è un losco figuro; chi, nel turismo vuol fare impresa, non va additato come speculatore: lo ha sostenuto l'on. Antonangelo Liori (AN) ricordando che fra gli imprenditori c'era e c'è anche il presidente Soru, a suo tempo interessato alla Costa Smeralda, persona rispettabile. Si annida, invece, nelle coste "la legittima aspirazione di cittadini che puntano al bene primario della casa, che vogliono investire nella casa secondo una antica saggezza popolare che fa preferire il mattone ai Bot". Il vero problema conseguente al provvedimento "salvacoste" è la durata del blocco. Per rifare i Ptp occorreranno dai cinque ai sette anni, troppi per consentire all'economia di marciare, un'economia - ha precisato - che si basa sull'edilizia "e quando si blocca l'edilizia si blocca tutto".
Il provvedimento non riguarda i Comuni che hanno adottato i Puc; ma chi non l'ha fatto non ha grosse colpe; burocrazia, mancanza di personale e di risorse hanno spesso remato contro ed ora alcuni di questi Comuni, che non avranno mai fini speculativi, devono bloccare qualunque attività, con conseguenze gravi per l'occupazione. Meglio una legge meno rigorosa e rispondente a corrette esigenze di sviluppo locale.Il dibattito che si è aperto sui provvedimenti presentati in materia di salvaguardia e tutela delle coste, è viziato da "eccessive strumentalizzazioni" perché gli esponenti del centrodestra, intervenuti su questo importante argomento, non "hanno tenuto conto dell'importanza del tema in esame". L'onorevole Franco Sabatini (La Margherita) ha voluto ricordare come sia stato necessario intervenire, tempestivamente, in difesa delle coste, perché da troppo tempo non si "era legiferato" in materia urbanistica. Non si poteva, quindi, correre il rischio che anche in Sardegna venissero realizzati quegli sconci, quegli orrori che hanno caratterizzato le iniziative turistico-edilizie che hanno deturpato molte zone del meridione italiano.
D'altro canto, ha ricordato Sabatini, questa coalizione "ha messo al centro del proprio programma di governo proprio l'ambiente, lo sviluppo eco-compatibile", era assolutamente prioritario, quindi, un intervento legislativo in questo delicato comparto.
Male ha fatto, ha detto anche l'oratore, la minoranza a trascurare il lavoro in Commissione e male farà se non vorrà partecipare al necessario lavoro preparatorio che deve portare ad una nuova e reale pianificazione urbanistica..
Intanto, questo provvedimento copre un preoccupante vuoto legislativo e permetterà di riesaminare tutti i "problemi che condizionano la valorizzazione e l'utilizzo delle coste isolane".
Il turismo non è in buona salute, ha aggiunto Sabatini, è necessario, quindi, riesaminare il modello turistico sardo e pianificare, con serietà, l'utilizzo delle risorse ambientali e costiere, tenendo conto delle mutate richieste di un mercato che è si importante, ma che sta facendo registrare preoccupanti segni di recessione.
"Non possiamo puntare su un modello omologato a quello di tanti altri villaggi-vacanze sorti in ogni parte del mondo, ha concluso Sabatini. Dobbiamo studiare nuove soluzioni, nuove ipotesi di sviluppo e tutela delle nostre coste, che dobbiamo necessariamente valorizzare con proposte nuove e diversificate".Le nostre coste, le bellezze naturali sono le immagini sulle quali punta la Sardegna per realizzare il suo progetto di sviluppo. Investimenti massicci, di non elevata qualità, avrebbero, quindi, profondamente modificato i connotati più qualificanti della nostra Isola, ne avrebbe, in sostanza sostanzialmente modificato la stessa identità. Un pericolo che non si deve assolutamente correre, ha detto l'onorevole Mondino Ibba (Misto-Sdi-Su), perché l'identità è proprio la caratteristica peculiare sulla quale l'Isola può e deve puntare.
Sono necessarie, però, nuove idee, nuove iniziative in grado di attirare nuove presenze, nuove risorse. Certamente, ha aggiunto Mondino Ibba, dobbiamo cambiare modo di utilizzare le nostre risorse naturali ed è anche giusto farlo, "ma dobbiamo farlo a bocce ferme". Questo provvedimento, quindi, ha lo scopo di bloccare la situazione per poco tempo, in modo da permettere al Consiglio, ai tecnici di studiare nuove ipotesi di sviluppo, di avviare e concludere le riflessioni e gli studi necessari per mettere a punto le norme del nuovo piano paesistico regionale.
"Una necessità, ha concluso Mondino Ibba, che tutti sentono; sulla quale tutti concordano". Un piano urbanistico che dovrà tener conto delle peculiarità delle diverse zone, che dovrà valorizzare e tutelare le bellezze della Sardegna, l'unica reale ricchezza della quale disponiamo e che non dobbiamo, assolutamente, distruggere.I provvedimenti all'esame dell'Aula sono stati "criticati" anche dall'onorevole Andrea Biancareddu (FI), il quale ha però voluto ricordare come in PTP, i Piani Territoriali Paesistici, la cui soppressione (nel 1998 e nel 2003) sarebbe all'origine della "necessità di questi provvedimenti straordinari ed urgenti". Una "cancellazione" che non ha, certamente, provocato gravi danni all'ambiente, perché c'erano e ci sono gli strumenti legislativi necessari, ed opportuni, per evitare preoccupanti speculazioni sulle coste, ma anche lontano dalle coste, della Sardegna.
Il provvedimento del presidente della Giunta di "blocco immediato e temporaneo", ha aggiunto Biancareddu, è viziato da "chiara incostituzionalità, perché privo di ogni carattere di necessità e di urgenza". Non si può, in ogni caso, accusare il centro-destra di ogni nefandezza perché i PTP non erano strumenti di pianificazione urbanistica, ma frutto di quella famosa "notte dei pennarelli", nel corso della quale la Giunta allora in carica aveva deciso destinazioni e volumetrie tenendo conto delle "proprietà" dei diversi terreni e non della necessità di valorizzare e tutelare le coste o i terreni litoranei dell'Isola.
Le nuove norme, ha detto anche Biancareddu, hanno creato grandi disagi, specialmente agli enti locali; gli unici a trarne guadagno saranno alcuni grandi o anche piccioli proprietari, perché "questo blocco ha fatto lievitare in alto, di un buon trenta per cento, il valore delle case esistenti, delle lottizzazioni e delle altre iniziative che sfuggono al blocco assoluto deciso dal presidente della Giunta". Queste norme, infine, provocheranno un elevatissimo numero di contrasti, daranno vita ad una enorme contenzioso, che costerà molto anche alle casse della Regione.
Comunque, ha concluso Biancareddu, i consiglieri dell'opposizione presenteranno gli opportuni emendamenti per migliorare profondamente questi provvedimenti e "riportare il Consiglio sulla retta via".L'on. Franco Sanna (DS), nel suo intervento, ha sottolineato, che chi parla di "blocco" delle coste sarde cerca, attraverso la complicità di qualche giornale compiacente, di "urlare al catastrofismo".
"I cittadini sardi sono ancora in attesa che vi sia una chiarificazione delle regole. Partendo dall'annullamento dei piani territoriali paesistici si è creata la necessità di ripristinare la legalità". Non è un caso, ha continuato il consigliere diessino, che chi grida di più per la presunta dignità calpestata dei comuni siano quei sindaci che hanno esercitato di più il potere della deroga in materia urbanistica. Per l'on. Sanna ormai è arrivato il tempo di riflettere sulla situazione del turismo: la domanda si è , infatti, profondamente modificata e si va sviluppando un turismo che va oltre il sole e il mare.
"Noi abbiamo il dovere di mantenere integro il territorio e di fermare la speculazione e l'abusivismo". La certezza delle regole, pertanto, rimane uno degli obiettivi prioritari del centrosinistra in materia urbanistica.
"Questo provvedimento non è persecutorio né punitivo. Abbiamo bisogno di una nuova legge urbanistica che valuti le reali situazioni in cui versano i territori dell'Isola". E', inoltre, necessario che le regioni si dotino di un testo unico in materia urbanistica."Mi dispiace che il presidente Soru non sia in aula". Ha esordito così l'on. Matteo Sanna (AN) che ha dichiarato di essere preoccupato e sconcertato perché, dagli interventi di oggi, emerge che dal vocabolario del centrosinistra è sparita la parola "concertazione".
"Questa legge, infatti, non tiene conto delle istanze dei territori e dei Puc già approvati. Noi abbiamo una concezione diversa dell'urbanistica, del turismo e dello sviluppo economico in genere. Se è vero che gli "alberi si riconoscono dai frutti" come si legge in alcuni vostri cartelloni, i primi frutti della vostra politica sono nocivi per i sardi e per le future generazioni".
Per l'on. Sanna il territorio merita più attenzione, perché senza il territorio non c'è politica. "Noi vogliamo una legge urbanistica, che parta dalle popolazioni dei territori interessati. Questa legge è nata senza la concertazione, nasce da un'imposizione calata d'imperio da poche persone". Questa legge, per il consigliere di Alleanza Nazionale, può compromettere l'autonomia del territorio e, certo, non aiuta lo sviluppo turistico.Per l'on. Vincenzo Floris (DS) non è corretto usare toni apocalittici per descrivere gli effetti che produrrà questa legge. "Noi vogliamo che la discussione si avvii su un confronto vero, che eviti toni fegatosi". Questo testo di legge non vuole tagliare le gambe allo sviluppo turistico, chi dice questo non rispetta ne' il lavoro della commissione Urbanistica né il testo licenziato dall'organismo consiliare.
"La verità è che questo testo ci permette di colmare un vuoto legislativo e di dotare la Regione di uno strumento di salvaguardia". Per Vincenzo Floris si tratta, naturalmente, soltanto di un primo passo verso l'approvazione del Piano di assetto e di coordinamento territoriale. La legge, all'esame del Consiglio, serve a dare alla nostra isola certezza di diritto, perché se non si governa il territorio si rischia di creare gravi danni economici e sociali. Vincenzo Floris è convinto che ci vogliano dei nuovi strumenti che servano a dare risposte alle esigenze del turismo isolano, perché i dati dell'ultima stagione mostrano le prime avvisaglie di sofferenza del settore."Privo di fondamento giuridico e di motivi di legittimità", così l'on. Nanni Moro (AN) ha definito il decreto "salvacoste" nato, "come pensiero in libertà" dell'on. Soru al convegno dell'istituto nazionale di urbanistica, lo scorso luglio. "Penso a un vincolo di due km dalle coste e mi devo confrontare", ha detto (mai smentendo) il presidente. Invece - ha aggiunto Moro - nessun confronto, neppure all'interno della maggioranza (lo confermano le due proposte di legge presentate) e, forse, della giunta.
Sostenendo che il provvedimento "viola il principio costituzionale della legge uguale per tutti", l'esponente di An ha chiesto dove siano i motivi "di estrema urgenza" che possono giustificare iniziative del genere, dove "le immonde speculazioni degli ultimi cinque anni, che neppure gli ambientalisti più rigorosi sanno indicare".
Resta invece, questa sì, la prospettiva di bloccare tutto per cinque anni, sino al varo dei nuovi Ptp; cinque anni che, sommati ai sette necessari per la prima approvazione, fanno 12 e rappresentano "un orizzonte temporale che non consente a nessuna impresa di programmare gli investimenti".
Il decreto Soru ha travolto tutto, compresi gli interventi di valorizzazione ambientale e di programmazione negoziata, creando - ha sostenuto l'on. Moro - danni incalcolabili per molti comuni. Si creano così le premesse per una Sardegna a due velocità, quella dei comuni con Puc approvato, che possono liberamente agire, e quella dei comuni senza Puc e con Puc in corso che, invece, restano al palo. Via d'uscita e "di buon senso" quella di concedere ai comuni, che hanno avviato le procedure dei piani urbanistici comunali, le stesse opportunità dei comuni che si sono già dotati, fermo restando l'impegno di adeguare il Puc ai nuovi piani territoriali paesistici.Per l'on. Alberto Randazzo (UDC) se in alcune zone (vedi Ogliastra) il turismo non va bene è sbagliato affermare che è il modello economico che fa acqua, ma occorre avere sensibilità imprenditoriale. L'esempio viene da Aritzo, fiore all'occhiello con una crescita del 30 per cento, dove gli albergatori prendono iniziative e vendono i loro pacchetti. Ma è di urbanistica che si deve parlare - ha aggiunto - per dire quale scempio ha segnato le coste dopo l'annullamento dei Ptp: un solo esempio è stato citato, di una frazione di Maracalagonis; ma in generale i comuni hanno fornito esempio di sensibilità ambientale. Il blocco, perciò, non frena abusi che non ci sono, ma penalizza quei cittadini che intendono investire i risparmi nella casa al mare o quei comuni, come Pula, dove si afferma l'esigenza di realizzare nuovi alberghi.
Provocazione finale: se si teme tanto la speculazione costiera - ha concluso l'on. Randazzo - nella fascia dei due km costruiamo solo case popolari, considerato che verso questa tipologia edilizia non ci sono pregiudizi.Ultimo intervento quello dell'on. Carlo Sanjust (FI) per il quale il finale "è già scritto; meglio, imposto dal presidente Soru ad alleati che fanno i salti mortali per dissimulare i malumori". Tutto con la prospettiva di scioglimento del Consiglio. "Meglio un voto favorevole che rifare la campagna elettorale". In particolare, poi, l'on. Sanjust ha citato l'articolo 3 del disegno di legge (misure di salvaguardia) che blocca qualunque opera richieda concessioni o autorizzazioni edilizie.
"C'è una grossolana incongruenza per il Poetto di Cagliari - ha aggiunto -; mentre da un lato la Regione chiede al Comune il piano di utilizzo del litorale (Pul) per i servizi alla balneazione, dall'altro vieta opere essenziali (persino le passatoie e le pensiline per i disabili) per le quali è necessaria l'autorizzazione.
Il provvedimento, in realtà, non serve a riflettere sul futuro della programmazione paesaggistica; ma a bloccare il turismo costiero, unica formula che ha garantito sviluppo senza assistenzialismo (cosa che in passato ha riguardato chimica e miniere). Il danno non tocca i grandi imprenditori, ma - a suo giudizio - le piccole cooperative, ostelli, bed & breakfast considerato che, nella più ottimistica previsione, il divieto resterà in piedi per tre, quattro anni.
Inaccettabile anche la logica "dell'uomo solo al comando", che va avanti a forza di editti ed esautora il Consiglio regionale, convinto di segnare la new age dell'isola liberandola "da vecchi e nuovi barbari".
I lavori del Consiglio
riprenderanno domani alle ore 10.00.