CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Nota stampa
della seduta n. 26
antimeridiana del 27
ottobre 2004
Il Consiglio regionale si è riunito sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu e Claudia Lombardo.
In apertura di seduta il Presidente ha comunicato la presentazione di :
Dopo le comunicazioni di rito il presidente ha aperto la discussione.
Prosecuzione esame Disegno di legge n. 20 e delle Proposte
di legge n. 24 - n. 28 /A (Norme per la pianificazione paesistica
e la tutela del territorio)Sull'ordine dei lavori è intervenuto l'on. Roberto Capelli (UDC) che ha chiesto le ragioni dell'assenza del presidente della Giunta ed ha chiesto una breve sospensione per consentire l'arrivo in Aula di un numero maggiore di consiglieri.
Il presidente, constatato che l'avvio della seduta sta già segnando un notevole ritardo, non ha concesso la sospensione.
E', quindi, intervenuto come primo oratore della mattinata, l'on. Chicco Porcu (Progetto Sardegna), lamentando il vuoto normativo e il buco legislativo, Porcu ha sottolineato l'ampio dibattito che si è svolto durante la campagna elettorale che ha permesso la elaborazione del programma di governo dell'attuale maggioranza ed ha osservato che la tutela urbanistica e ambientale è stata fin del primo momento al centro del programma. Polemizzando con le forze politiche della minoranza, di cui ha respinto le critiche avanzate nelle ultime settimane, ribadendo che ben altre colpe in materia ambientale hanno le forze del centrodestra e suo capo nazionale.
"Date dignità al ruolo dell'opposizione, date idee, ma non si perda il senso della misura", ha dichiarato Porcu, il quale ha sostenuto che la Sardegna deve essere cambiata con un grande sforzo di tutti quanti, e quindi anche di quelle associazioni di categoria che oggi si limitano " a tirare la giacchetta di mamma Regione".
Proseguendo, Porcu ha denunciato l'insostenibilità del grado elevatissimo ormai raggiunto "dalla pressione antropica sull'ambiente", e tuttavia la proposta della Giunta non è solo una norma di salvaguardia ambientale, ma soprattutto norma di salvaguardia economica.
Dopo avere sottolineato la congiuntura calante del settore turistico, l'oratore ha osservato che tuttavia questo comparto non è ancora stato in grado di dare risposte alle esigenze del sistema economico, produttivo ed occupativo.
"Stiamo gettando le basi di un progetto importante di ospitalità diffusa" ha ricordato ancora Porcu, che può essere l'origine di un nuovo progetto di sviluppo. Questa norma, ovviamente non può bastare, occorreranno altri interventi per modificare i modelli urbanistico - economici esistenti pensando al futuro della Sardegna. E comunque questa norma non è un "diktat" ha concluso, è una norma che la nostra parte politica vuole, perché non ci sarà cambiamento senza la possibilità di guardare lontano.Ha poi preso la parola l'on. Mariano Contu (FI), che ha svolto un intervento estremamente critico nei confronti delle proposte di legge avanzate dalla Giunta e dalla maggioranza. Ricordando come esse seguano una delibera del presidente che sta provocando un pericolosissimo freno alle attività produttive di carattere turistico, l'oratore ha sarcasticamente osservato che di fronte a tale disposizione sembrerebbe quasi che per tanti anni le popolazioni siano state distratte sui problemi reali. Ed ha aggiunto che sulle disposizioni della Giunta vi è stata e vi è una fortissima reazione delle comunità locali, causa le gravi conseguenze economiche sul territorio. Oltretutto la programmazione turistica lascia abbondantemente a desiderare come dimostra l'alta carenza di posti letto in certi periodi dell'anno, a testimonianza della esigenza di un potenziamento delle capacità ricettive. Questi problemi non potranno certo essere risolti, ma anzi saranno aggravati, dall'eventuale applicazione della normativa proposta dalla maggioranza. "Siamo fortemente preoccupati a causa della rigidità manifestata dalla Giunta", ha detto Contu, osservando l'indisponibilità del presidente della Giunta a qualsiasi modifica della sua proposta.
I vincoli che la legge impone si protraggono per un lungo periodo, e viene difficile immaginare che in questa prospettiva non siano indispensabili adeguati aggiustamenti.Per l'on. Gavino Manca (La Margherita) la legislatura si apre con un atto importante, che sta suscitando un dibattito "a volte duro e aspro" ma necessario per dare regole certe a un settore di grande rilevanza e per colmare la carenza legislativa degli ultimi cinque anni: due, infatti, le proposte di legge del centrodestra; ma entrambe non sono state neppure esaminate in commissione "per la mancanza di volontà politica". Ed ora il centrodestra cerca di allungare i tempi a rischio di scempio del territorio. Sottolineando la "tanta demagogia", i giudizi catastrofici ("una sciagura per l'economia"), l'annuncio di sventure, l'on. Manca ha affermato che non ci sono conseguenze gravi rispetto alla necessità di realizzare strumenti adeguati ad uno sviluppo del quale "non pentirsi in futuro". Occorre tuttavia ridurre i tempi, non oltre i 18 mesi previsti ("se meno, è meglio"); nel frattempo - ha concluso - occorre trovare le risorse finanziarie che consentire ai Comuni di realizzare senza problemi i propri strumenti urbanistici.
"Piace, al presidente Soru, l'idea dell'eroe solitario e romantico, alla don Chisciotte", ha esordito l'on. Ignazio Artizzu (AN) riferendosi all'ansia di adottare un provvedimento che è una specie di battaglia contro i mulini a vento. Ma il problema da sciogliere, prima dei vincoli ("solo il principe è abilitato a mettere mattoni"), il presidente (che nel frattempo ha abbandonato l'aula, suscitando qualche risentimento da parte dell'oratore. - N.del Cr.) deve sciogliere una questione più urgente e rilevante, quella del conflitto d'interesse. Non basta dire che il caso Berlusconi mette tutti al riparo, "perché noi vogliamo sapere se Soru ha, come dicono, interessi sulla costa", la cui difesa "ci trova d'accordo", ha precisato, ricordando come "un ministro di An, Matteoli, combatte gli abusi con le ruspe". Ma questa iniziativa, "cavallo di battaglia" della campagna elettorale, "non mi sembra sufficientemente meditata né articolata". Ci sono molte domande che attendono risposta, a cominciare da chi paga di danni "di opere oggetto di gara pubblica e sospese dal provvedimento?". Anche sulla fascia di vincolo - ha concluso Artizzu - c'è da discutere; "possono essere troppi o troppo pochi", perché vanno valutati caso per caso, Comune per Comune, dopo un confronto con l'ente locale, che non c'è stato.
Per Salvatore Mattana (DS), "originalità e specificità del nostro ambiente costituiscono un grande patrimonio" per cui una legge di tutela ha priorità assoluta. Il centrodestra sostiene che le leggi di salvaguardia esistono e sono sufficienti; perciò non esisterebbero "comprovati motivi d'urgenza". Ma una delibera di giunta del centrodestra, esattamente un anno fa, sosteneva il contrario, sollecitando "un intervento urgente per evitare fatti speculativi". Strano che, nonostante l'urgenza, nulla sia stato fatto. Il motivo di fondo, tuttavia, non è solo quello di evitare la speculazione; ma ripensare al modello di sviluppo turistico "che dà preoccupanti segni di flessione". La stagione si restringe, gli alberghi, quando va bene, sono occupati al 50 per cento. Il fenomeno va analizzato con attenzione, a bocce ferme. Una adeguata pianificazione urbanistica facilita la soluzione tenendo presente che, rispetto all'ambiente, il credito non è illimitato e che, senza una gestione sana e oculata, "qualcuno potrebbe presentarci il conto".
Provvedimento condiviso, ma perplessità sul metodo seguito: così si è espresso l'on. Mario Floris (UDS), il quale ha ricordato come la Regione "sia stata sempre vigile" anticipando la sensibilità ambientale: la Sardegna è stata la prima regione ad adottare vincoli già alla fine degli anni 70. Poi, con i "galassini" (1985) vincolo ha riguardato l'intersa fascia costiera grazie anche alla "saldatura", tra zone e zona, adottata con decreti assessoriali. Questo provvedimento "non rappresenta perciò nulla di nuovo" e "entusiasmo e pessimismo sono ingiustificati se si ha una memoria storica". Definendo "parziale e incompleto" il provvedimento del 10 agosto ("omette una serie di decreti dell'assessorato della pubblica istruzione", l'on. Floris ha precisato che esso, come atto amministrativo, non può evidentemente bloccare le leggi, alcune delle quali prevedono azioni penali: ha ricordato, in particolare, la legge quadro (45) che pone vincoli, ma di soli tre mesi, e per comprovati motivi di urgenza. Questa e altre considerazioni (ad esempio, come regolarsi sulle domande di condono nelle aree pubbliche?) fanno ritenere il provvedimento "di dubbia legittimità", considerato che la legge 45 è più restrittiva, interviene anche sul "mare territoriale", che il decreto ignora, e costituisce ancora una norma di tutela affidabile. Semmai - ha concluso - il presidente Soru dovrebbe aprire subito una rivendicazione con lo Stato, perché molte competenze (basa pensare ai Soprintendenti, "liberi di fare ciò che vogliono") ci vengano riconosciute essendo impossibile pensare che le norme regionale siano poi condizionate da controlli esterni.
E' intervenuto l'on. Franco Ignazio Cuccu (UDC) che ha dettagliatamente illustrato quanto avvenuto in commissione urbanistica. "L'entusiasmo iniziale, ha detto, si è spento dopo l'audizione del presidente Soru. Il capo dell'esecutivo , con chiarezza, ci spiegò il suo punto di vista sulla vicenda che era basato su tre concetti: non si può assecondare una visione di sviluppo fondata sulla monocultura turistica, è necessario privilegiare piccoli interventi spalmati sul territorio anziché grossi insediamenti , andavano create le condizioni ottimali perché gli imprenditori sardi siano artefici del loro sviluppo". Per l'on. Cuccu, al di là del giudizio di merito sui concetti espressi dal presidente, con la delibera della giunta del 10 agosto e con il DL n. 20 del governo regionale non si vuole solo superare una situazione di vuoto legislativo, ma si vuole ripensare totalmente alla politica del turismo. "Questo non deve suscitare meraviglia, ha aggiunto Cuccu, a condizione che si apra sull'argomento un ampio dibattito con chi deve rappresentare gli interessi di tutti i sardi".
L'esponente dell'Udc ha ricordato che in commissione furono presentate tre proposte di legge, profondamente diverse tra loro. "La prima, a firma Milia, Onida e più prevedeva il Piano urbanistico di coordinamento regionale, la seconda, il PL n. 24, a firma Balia e Masia era un intervento "ponte" di tutela e di salvaguardia, la terza era il DL n. 20 presentata dalla giunta". Il consigliere dell'Udc ha chiarito che la proposta di legge n. 24 era "pratica ed intelligente", non prevedeva un blocco totale, puntava a superare il vuoto normativo e che, pertanto, non ci sarebbero stati problemi a votarla. "Ma non era possibile raggiungere un accordo su quella proposta, ha aggiunto, perché esisteva il Disegno di legge della giunta che nonostante fosse pasticciato e confuso non poteva essere toccato. Per questo il presidente della quarta commissione ha avuto il compito di far approvare dall'organismo consiliare questo disegno di legge, così come era stato presentato dall'esecutivo. Questo è il motivo per il quale siamo usciti dalla commissioni, lasciando campo libero ai commissari della maggioranza che, così, hanno approvato il testo di legge in due ore". Per l'on. Cuccu la bontà e l'efficacia di una legge non può essere determinato dalla "forza muscolare" del provvedimento. "L'ultimo giudizio, ha concluso, lo daranno i sardi quando sperimenteranno gli effetti della legge sulla loro vita quotidiana".Per l'on. Luciano Uras (PRC) la situazione attuale in materia di urbanistica è determinata dalle vicende che si sono susseguite in Sardegna. "In passato, i tentativi di privare la nostra Isola di una pianificazione urbanistica sono stati molteplici. Oggi siamo al punto di partenza". Il consigliere di Rifondazione ha fatto una breve storia legislativa: "Dal 1998 ad oggi ci sono stati numerosi disegni di legge, proposte di legge, emendamenti e deliberazioni in materia di urbanistica. Ma a conclusione della precedente legislatura si è creata una situazione peggiore rispetto al 1998, non c'era più certezza di diritto, vi era solo certezza di arbitrio" Uras ha rimandato al mittente le accuse provenienti dal centrodestra che sostiene che questa maggioranza sia composta da una moltitudine di "soldatini" pronti a dare il proprio assenso ad un provvedimento emanato dal presidente: "non è così, noi siamo convinti di questo provvedimento, sulla sua utilità e sull'urgenza di approvarlo". Sul presunto "blocco" di ogni attività l'on. Uras è stato chiaro: "l'unica cosa che si blocca è l'assalto edificatorio e abnorme sulle coste. Questo provvedimento è urgente, necessario e a durata limitata. Dobbiamo approvarlo nel più breve tempo possibile per poi lavorare al Piano urbanistico regionale".
Ha poi preso la parola l'on. Sergio Milia (FI) per il quale la questione ambientale provoca sempre dissensi dovuti a una serie disparata di questioni fra cui , fondamentale, quella degli interessi economici. Definendo "una linea dura" quella intrapresa dal presidente Soru nel tracciare una linea rigida tra interessi ambientali e "svendita del territorio", Milia ha affermato che non si deve pensare che a una parte esista il bene e dall'altra il male, ma che vi sono imprenditori seri che perseguono programmi di sviluppo e che devono essere garantiti e limitati da regole eque e certe. Quella del presidente "è una proposta di legge esagerata", ha detto ancora Milia, il quale ha definito "xenofobo" l'atteggiamento del presidente, sottolineando il proprio disaccordo sul sospetto manifestato nei confronti degli imprenditori non sardi.
"Non vorrei che con la continuità territoriale si debbano staccare unicamente biglietti di sola andata" ha affermato ancora l'oratore.
"Noi crediamo che alcuni valori ambientali siano compatibili con certe esigenze, economiche e di sviluppo, in qualità di assessore, firmai a suo tempo gli insediamenti di Santa Gilla, della su intrapresa", ha quindi affermato rivolto a Soru. Non ci deve essere contrapposizione tra insediamenti economici e ambientali, ha concluso, ma compito della politica è trovare giusti equilibri.E', quindi, intervenuto l'on. Renato Cugini (DS), il quale nel replicare ad alcuni precedenti interventi, ha in primo luogo ha in primo luogo sottolineato che la maggioranza vuole essere conservatrice e contemporaneamente rivoluzionaria. Ha ricordato i ritardi accumulati nel campo ambientalistico che non sono attribuibili alla presente Giunta, ma da attribuire in parte al centrosinistra e per gli ultimi cinque anni al centrodestra. Denunciando le tante cose non fatte dalla precedente maggioranza, ha sottolineato come, se le amministrazioni comunali non hanno fatto i Puc non è certo responsabilità della Giunta Soru. Ognuno deve essere responsabile delle proprie inadempienze. "Calma con le guerre alla Giunta" ha affermato Cugini riferendosi ad alcune annunciate iniziative da parte di alcuni sindaci, "perché occorre capire quanti di quei sindaci hanno fatto i Puc". Questo sistema che è stato costruito in nome del turismo è sbagliato, ha continuato. Il turismo non è cemento, ha spiegato al riguardo. Mettendo in guardia dagli eventuali tentativi di far passare emendamento del centrodestra, strumentalizzando eventuali aperture localistiche, Cugini ha evocato le vicende ambientali siciliane, paventando similitudini con le prese di posizione del centrodestra.
Cugini ha poi lanciato la sfida: siamo pronti, ha detto, per ridurre i 15 mesi previsti dalla delibera del presidente, varando in tempi rapidi la normativa attraverso un lavori in commissione a tappe forzate. Occorrono idee e proposte, ha aggiunto rivolto ai banchi dell'opposizione, non ridurre tutto a qualche calcolo di metri cubi.
"Dopo i tanti no, che a volte possono apparire incomprensibili, arrivano anche i si. Siamo contemporaneamente conservatori e rivoluzionari nel giusto equilibrio".
I Lavori del Consiglio
riprenderanno alle 16.30.