CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Nota stampa
della seduta n. 8 antimeridiana del 30 luglio 2004
Il Consiglio regionale ha proseguito i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu e dell'on. Paolo Fadda.
In apertura di seduta, il presidente Spissu ha ricordato che non si può aprire un dibattito sulle dichiarazioni per fatto personale. Se esistono le condizioni, che sono accertate dallo stesso Presidente o, eventualmente, dall'Aula, un intervento del consigliere che si sente leso nella sua onorabilità può avvenire, come previsto dal regolamento, alla fine della seduta, senza alcuna replica.
Prosecuzione discussione sulle
dichiarazioni del Presidente
Renato Soru.Il Presidente, quindi, ha dato la parola ai rappresentati dei gruppi, per gli ultimi interventi sulle dichiarazioni del presidente della Regione.
Il primo intervento è stato quello dell'onorevole Peppino Balia (SDI-SU), il quale ha voluto fare una "considerazione, riferita a quanto osservato nei giorni scorsi, quando i banchi del centro-destra, come avvenuto spesso nella passata legislatura, erano vuoti".
Evidentemente, ha aggiunto Peppino Balia, le dichiarazioni in Aula del presidente Soru, come quelle ampiamente riportate dalla stampa, hanno creato forti disagi tra le fila delle opposizioni.
"Le sue dichiarazioni hanno pesato come macigni, ha detto ancora il capogruppo dello SDI-SU, perché segnano una reale discontinuità nei confronti della precedente legislatura". Una discontinuità accresciuta dalla "pesantezza metaforica" di certe affermazioni, che sono anche prova di coerenza, non appieno comprese dagli esponenti della minoranza.
"La sua affermazione, di essere stato eletto per dare fastidio, ha aggiunto Peppino Balia, non è stata compresa nel suo reale significato". Invece, è chiaro che le sue parole indicano la volontà di rompere con il passato politico, di abolire i privilegi, di osservare le regole in materia di assunzioni, di incarichi, di collaborazioni, di ripristinare il rispetto della legalità, che è alla base di ogni forma di buon governo.
Regole di correttezza e di trasparenza che, nel passato recente, non sono state assolutamente rispettate, se sono vere le denunce fatte anche in quest'Aula su quanto accaduto alla Stazione sperimentale del sughero o al Centro di programmazione.
"Nel suo intervento, ha detto anche Peppino Balia, Lei ha richiamato l'esigenza di coniugare l'etica con la politica. Una esigenza particolarmente sentita. Lei, quindi, non deve fare il 60, il 70, l'80 per cento di quello che hanno fatto le giunte di centro-destra nella passata legislatura; Presidente, faccia l'esatto contrario e non sbaglierà".
Analizzando alcuni delle affermazioni degli esponenti della minoranza intervenuti nel dibattito, il consigliere socialista ha anche rimarcato come "i consiglieri più buoni" hanno cercato di trasformare il presidente della Giunta in imputato, addebitandogli interessi privati nella sua azione pubblica. Ed hanno indicato in alcune delibere la prova di questo "interesse". Delibere che sono state richieste e che dovrebbero essere disponibili tra pochi giorni, secondo quanto assicurato dal presidente Soru di voler ridurre alla metà i tempi burocratici necessari per la loro trasmissione. "Non tagli quei tempi della metà, ha detto Balia, perché noi stiamo ancora aspettando le delibere che abbiamo sollecitato nella passata legislatura. Vada ben oltre ".
Esaminando gli aspetti più "interessanti" contenuti nel programma di governo, l'onorevole Balia si è particolarmente soffermato sulla "centralità" del tema del lavoro, considerato da molti esponenti dell'opposizione "un'ovvietà". Invece, proprio il riferimento del lavoro come tema centrale, sul quale misurare le proprie capacità di governo, è scelta "largamente condivisibile". Cosi come deve essere assolutamente condivisibile la "necessità di un nuovo rapporto, che deve esistere tra Giunta e Consiglio regionale".
Affrontando il tema delle riforme, "che certamente caratterizzerà questa legislatura", Peppino Balia ha ricordato che i socialisti (anche se il regolamento "porterà" gli esponenti dello SDI-SU nel gruppo Misto), sono convinti, strenui difensori della necessità di difendere la specialità, l'autonomia della Sardegna, che corrono il pericolo di essere spazzate via da un emendamento presentato, in commissione Affari Costituzionali della Camera, firmato tra gli altri anche dal deputato sardo Gianfranco Anedda.
"Una autonomia, una specialità che deve essere difesa, accresciuta, tutelata e deve essere proprio l'Assemblea regionale a riscrivere le norme della sua specialità". Incontrando esperti, chiedendo il contributo di valenti giuristi, chiamando a confronto tutte le forze politiche e sociali che hanno a cuore la difesa della specialità, ha aggiunto Balia, "ma deve essere proprio l'Assemblea legislativa dei sardi a farlo, per riacquistare autonomia e potestà statuali, per riconquistare il diritto di avere rapporti, collaborazioni, confronti con tutti".
Concludendo il suoi intervento, Peppino Balia ha, quindi, fatto gli auguri di buon lavoro al presidente Soru ed alla sua Giunta."Abbiamo apprezzato la sua decisione di avviare un dibattito subito; per conoscerci meglio, per avviare un confronto sereno e corretto, anche perché siamo stufi del gioco delle parti". Il presidente del gruppo di Forza Italia, Giorgio La Spisa, ha voluto ringraziare il presidente della Giunta per aver fatto delle dichiarazioni, seppur definite "irrituali" sulle quali aprire un confronto. Quelle dichiarazioni, (non dovute secondo le nuove norme elettorali) meritano, comunque, delle risposte che saranno "anche in questo caso, irrituali".
Si è aperto, ha detto ancora La Spisa, un confronto tra le diverse forze politiche ed in quest'Aula, il "confronto sarà duro, ma sempre rispettoso della dignità, della persona"; anche perché le novità, gli obiettivi, le parole, le immagini, che hanno caratterizzato l'intervento del Presidente, come le dichiarazioni e le affermazioni fatte nel corso di questa lunga campagna elettorale, "riaprono alla speranza".
Obiettivi e programmi, in larga parte condivisibili, sui quali è facile trovare accordi e consensi, perché tutti sono d'accordo sull'esigenza di affrontare i grandi temi del lavoro, della pace, dell'identità, dell'essere sardi senza chiuderci nella "sardità", nella ricerca e nella innovazione, nel progresso e nella crescita. Ma se si è d'accordo sugli obiettivi, ha aggiunto Giorgio La Spisa, quello su cui non si può concordare è sui metodi per centrare questi traguardi. "Perché, presidente Soru, ha aggiunto il capogruppo di FI, ho letto con attenzione il suo programma, ma non ci sono le indicazioni necessarie per realizzare quanto enunciato".
"Lei ha vinto le elezioni perché ha proposto un grande cambiamento, ha aggiunto La Spisa; ha scelto la coalizione sulla quale ha scaricato il suo prestigio personale e non è andato neanche troppo per il sottile quando ha fatto le sue scelte, perché ha volutamente ignorato i contrasti e le divisioni. Ha trascurato le differenze ed ha trainato la coalizione". La sinistra ha accettato questa sua scelta, ha detto anche l'esponente di Forza Italia, ha accettato la sua candidatura, seppur con riserve e remore. Forse pensavano di poterla scaricare con facilità o di riuscire, secondo vecchia prassi, a condizionarla.
"Si è trattato, in buona sostanza, di una scelta tattica, che si è dimostrata vincente". La novità, infatti, fa nascere grandi speranze, se supera le prove, gli ostacoli, del cinismo e del pregiudizio, allora si consolida e diventa una "speranza reale". In caso contrario la novità si cerca di inglobarla, di incistirla per poi espellerla.
"Non agiremo con cinismo e con pregiudizio, ha detto ancora Giorgio La Spisa, ma ci confronteremo, punto per punto, perché anche noi abbiamo la speranza del cambiamento".
Per sgombrare il campo da sempre possibili equivoci, le minoranza hanno, quindi, presentato la mozione sull'e-governmet, così come saranno predisposte le opportune iniziative per "disegnare" un ruolo diverso del Consiglio, che non è quello di sentinella della Giunta, ma quello "propositivo, di stimolo, di controllo democratico proprio di tutte le assemblee legislative. Perché l'Assemblea deve essere protagonista attiva della vita politica".
Nella passata legislatura, ha detto ancora La Spisa, non tutto è stato negativo, ma si sono anche prese iniziative coraggiose, che hanno dato dei buoni frutti. Sui risultati ottenuti da quelle Giunte, da quella maggioranza, è opportuno riprendere il confronto, perché sul metanodotto non si può tornare indietro, il carbone del Sulcis è una risorsa da utilizzare e valorizzare, perché altri programmi innovativi e coraggiosi sono stati avviati per dare riposte concrete alle esigenze delle popolazioni sarde. "Su questi e su altri temi dovremo confrontarci, presidente Soru. Le scelte di governo le imporranno, anche, di camminare nel fango, di affrontare ostacoli e disagi. Noi non le faremo sconti, ma saremo sempre leali e corretti nei suoi confronti. Auguri di buon lavoro"."Non è stato matrimonio facile" quello che ha portato alla nascita della coalizione che, sotto la guida del presidente Soru, ha vinto le elezioni. L'onorevole Silvestro Ladu (Fortza Paris) ha anche ricordato come il programma proposto agli elettori "su alcuni temi come il lavoro, l'ambiente, la difesa del territorio, la valorizzazione dell'identità siamo tutti d'accordo" è largamente condivisibile, "così come era particolarmente interessante la sua affermazione di voler essere lontano dai partiti, staccato dalle segreterie romane".
In realtà, però, niente di tutto questo ed in Aula ora giunge un reale "conflitto d'interessi, perché qualcuno ha detto che lei vuole imporre assolutamente la sua volontà, il suo potere". Anche il programma di governo, tra l'altro, ha mostrato più di una pecca, perché appare più "una mera elencazione dei problemi che attanagliano la Sardegna, dei mali atavici con i quali siamo costretti a convivere, mentre è assolutamente carente per ciò che riguarda le proposte, le indicazioni necessarie per risolvere questi problemi".
Il lavoro, ha aggiunto Silvestro Ladu, è realmente la principale delle emergenze. Negli ultimi anni, tuttavia, il tasso di disoccupazione è sceso dal 23 al 17 per cento, un dato elevato che è giusto cercare di ridurre. Ma con quali iniziative, quali scelte profondamente diverse rispetto a quelle del passato?
Altri temi di grande, drammatica attualità sono quelli legati allo spopolamento, all'abbandono delle zone interne, alla crisi che attanaglia l'agricoltura sarda, alle prese con epidemie, diseconomie, con un sistema del credito che rende sempre più difficile operare nel mondo dei campi. Anche per questi problemi reali, cosa si intende fare? Non sembra vi siano risposte concrete, ha aggiunto Ladu, aldilà delle semplici, e sterili enunciazioni di principio.
"Esistono delle lacune evidenti, nei vostri programmi, che sono solo un elenco di buone intenzioni". Tra le priorità, certamente, sono anche indicati i temi delle risorse idriche, dell'energia, dei trasporti, ha aggiunto il capogruppo di Fortza Paris, ma proprio in questi delicatissimi settori le giunte di centro-destra hanno avviato programmi coraggiosi e di grande interesse. E quelle strade dovranno essere seguite anche dal nuovo esecutivo, perché proprio per fare fronte all'emergenza siccità si è avviato un importante programma di intervento, che ha portato al completamento di molti invasi, all'ammodernamento ed al rifacimento (certamente non ancora completato, ma avviato) delle reti idriche, di quelle di collegamento tra i bacini, del recupero delle acque reflue, alla costituzione dell'unità d'ambito. A questo proposito, anzi, solleva qualche perplessità la decisione dell'assessore dei Lavori Pubblici di "congelare" gli studi e la progettazione dei bacini sul Rio Posada e del Santa Vittoria, previsti e finanziati perché "fortemente volute dalle popolazioni interessate".
La situazione è decisamente migliorata, ha detto ancora Silvestro Ladu, ed ora, col granaio pieno, è facile dire e disfare. Ma se le dighe sono al massimo storico è certamente grazie al buon Dio che ha fatto piovere, ma anche grazie agli intelligenti interventi decisi e finanziati dalle giunge della scorsa legislatura.
Altri temi, sempre ambientali, sui quali si è soffermato l'esponente di Fortza Paris, sono stati quello dell'energia eolica (si deve esaminare con attenzione il problema, perché quella elettrica costa troppo e gli allevatori non possono pagare prezzi così elevati); del turismo, il vincolo sulle coste non serve, bisogna puntare sull'allungamento delle stagioni. "In ogni caso diffidiamo del fondamentalismo ambientalista, anche perché le scelte proposte, in questo delicato settore, non sono in lena con le esigenze dei comuni, con le speranze delle popolazioni". Si deve puntare, in vece, sulla reale integrazione tra il mare e la montagna, di deve pensare un sistema di sviluppo integrato che valorizzi tutte le produzioni tipiche della nostra isola.
Anche in materia di sanità, l'onorevole Ladu, medico di professione, ha mosso alcune critiche: esiste nuovamente la tendenza ad un bipolarismo Cagliari-Sassari e si è bloccato, in tutti i modi, la nascita del terzo polo, quello di Nuoro e della Sardegna centrale, così le esigenze sanitarie di quella parte dell'isola sono ancora completamente ignorate, dimenticate.
Un passo indietro, rispetto al tentativo degli anni scorsi, che deve essere imputato a questa coalizione che ha vinto per merito del candidato a presidente, ma che si è anche affermata grazie ad una legge elettorale che tenta di imporre un "bipolarismo imperfetto" e che deve immediatamente essere cambiata.
Le coalizioni devono tendere più al governo che al successo elettorale, ha aggiunto Ladu, questa esperienza, invece, mi ricorda il tentativo di Leoluca Orlando che poi è finito come tutti ben sanno.
Avviandosi alla conclusione, Silvestro Ladu ha voluto ricordare l'esigenza di scrivere immediatamente un nuovo Statuto, per difendere e tutelare l'autonomia speciale della Sardegna, per contrastare il "federalismo generalizzato, che toglie spazio all'autonomia". Ed anche il tema delle riforme deve essere approfondito proprio nella sede deputata a farlo, il Consiglio regionale della Sardegna, nel quale siedono 85 rappresentanti del popolo sardo, eletti dai sardi proprio per decidere il loro futuro. Dopo aver ricordato che, per la prima volta nella storia dell'Autonomia si sono discusse le dichiarazioni di una giunta sardo-piemontese, l'onorevole Ladu ha augurato "buon lavoro" al presidente Soru ed al suo esecutivo.Per l'on. Antonello Licheri (RC) questa esperienza politica inedita rappresenta una soluzione avanzata ed un modello di buon governo. Purché si riaffermi il principio del confronto duro e aspro se occorre; ma si mettano da parte gli "argomenti rosa", che hanno abbassato i toni del dibattito. "Non è questa la sede per discutere di strette di mano date o negate, di ubicazioni di ville al mare o del taglio degli alberi nel proprio giardino". L'obiettivo prioritario è quello ritrasformare la Regione: non più ente burocratico erogatore di servizi; ma organo capace di darsi leggi utili al cittadino.
Sul federalismo, Licheri ha chiesto di dare forza al ruolo delle Regioni, finora sconfitte dal centralismo statale. Il federalismo deve essere un'opportunità di riscatto e non fittizio, per creare una società di poteri sovrani in uno stato solidale e cooperativistico anziché effettuare una mera operazione di "ingegneria costituzionale", che nessun beneficio saprà dare. Se lo Stato è disposto a concedere poco, va detto che, anche le Regioni poco fanno per utilizzare i benefici riconosciuti dal trasferimento di competenze: attività produttive, sviluppo economico, agricoltura, turismo, artigianato non sono più materie statali; ma una legislazione insufficiente e un eccesso di burocrazia non consentono di modellare alle proprie esigenze questi settori, al punto "che finiamo per essere dipendenti e subordinati" pur nell'accresciuto tasso di autonomia. Serve perciò, alla Sardegna, uno statuto che sancisca i diritti dei cittadini e governi ogni aspetto della vita pubblica".
Dopo aver polemizzato sui cinque anni di silenzio del centrodestra sulle servitù militari (lacuna che l'on.Capelli ha rilevato nel programma di Soru), Licheri ha sottolineato il problema "primario" del lavoro, l'alta disoccupazione giovanile, l'inefficacia di titoli di studio medio alti, la necessità di un piano straordinario che consenta di superare una crisi strutturale. Data la situazione drammatica della Sardegna, non si può puntare sul lavoro flessibile né su forme particolari, come gli stessi contratti d'area, che rischiano di generare disuguaglianze sociale e di non aggredire il dramma della disoccupazione di massa.
Licheri ha fatto anche riferimento alle zone interne, chiedendo strumenti per ridurre il divario ed ha chiesto un collegamento stretto fra lavoro e ambiente, "per evitare il ricatto delle multinazionali che hanno saccheggiato e distrutto molte zone della Sardegna". Un riferimento anche alla sanità: non è possibile incentrare la riforma sull'abbattimento dei costi, a rischio di penalizzare il diritto alla salute.Risposta "irrituale" all'intervento irrituale del presidente Soru quella dell'on. Pier Paolo Vargiu (I Riformatori), il quale ha manifestato apprezzamento per lo spirito e le citazioni ("che sono sostanza") sul pensiero cattolico del presidente. Un'etica quasi calvinista, che traspare dall'ansia del cambiamento, nonostante prevedibili difficoltà. Su questo i Riformatori sono d'accordo anche se si domandano per quale arcano motivo un imprenditore di successo abbia deciso di interrompere, per cinque anni, la sua fortunata attività dedicandosi ad un compito tutt'altro che facile.
Qualcosa da ridire, invece, sul programma, "elettorale e non di governo", perché non indica obiettivi, scadenze, metodi per realizzarlo; mancano gli ingredienti principali per valutarlo e dare un giudizio concreto. Una prima domanda, tuttavia, è lecita: i conti del bilancio quadreranno lo stesso nonostante dai banchi della maggioranza si sollevino richieste di finanziamenti per questo o quel settore?
Quanto alle riforme, i Riformatori dicono di giocare in casa ed elencano una serie di proposte di legge (dall'abolizione delle aziende di soggiorno e degli Ept, alla riforma degli enti regionali, dall'agenzia regionale della sanità, al patto per la salute) presentate e rimaste melanconicamente in Commissione. Insistono perché la Regione riscriva il proprio Statuto e si facciano pressioni su Roma perché risponda alla legge istitutiva dell'Assemblea costituente ("quel silenzio è uno schiaffo istituzionale"). Accusano l'on. Cugini di aver lavorato alla tela di Penelope (l'ennesima citazione classica non guasta) per contrastare "un liberalismo sfrenato" che non esiste, perché, a causa della scarsa propensione a far leggi del centrodestra, quelle che governano la Regione sono leggi del centrosinistra.
Ma se riforme ci saranno, i Riformatori sono pronti a dare il loro contributo; anche dall'opposizione, dove sono stati collocati da un voto insufficiente a fare maggioranza, che suggerisce, a loro ed a tutto il centrodestra, una lunga e accurata riflessione.Per Stefano Pinna (Progetto Sardegna) i tempi della globalizzazione suggeriscono di ripensare con intelligenza il locale per costruire una nuova identità. Si è consumata la prima stagione dell'autonomia, scandita dai tempi dei piani di rinascita, del lavoro nelle miniere, nei campi, nelle fabbriche, tempi storici ai quali si deve sostituire un moderno sistema di sviluppo basato sulla programmazione. Navigare a vista non giova, come dimostra il fallimento dell'economia sarda, afflitta da una crisi strutturale che non risparmia alcun settore.
L'idea decisiva sarà quella di puntare su scuola, formazione e ricerca premiando l'etica sull'economia, evitando che sia il mercato a dettare le sue leggi nell'inutile speranza che le leggi di mercato realizzino una società giusta.
Cultura e assunzione di responsabilità a livello locale per realizzare quella "democrazia di prossimità" che segna una svolta epocale. Per un progetto di sviluppo occorrono nuove tecnologie, infrastrutture materiali e immateriali, diffusione del sapere; ma alla base deve esserci il riconoscimento di autogoverno concesso alle comunità locali per dar corso ad uno sviluppo solidale, che ignora le differenze fra piccolo e grande, non ha bisogno di ricorrere ai conflitti competitivi e riafferma un'economia di pace."L'emendamento firmato dal deputato Anedda e presentato in Commissione Affari Costituzionali della Camera, non riguarda la Sardegna e le altre regioni speciali", la ha detto, aprendo il suo intervento il capogruppo di AN, Mario Diana, il quale ha voluto sgombrare il campo da ogni equivoco. La specialità della Sardegna non è in discussione, anche se dovrà essere il Consiglio regionale, dove siedono politici di grande preparazione e di spiccata intelligenza, a decidere il futuro, anche istituzionale, della nostra Isola.
Diana ha, poi, rivolto un invito al presidente Soru: "in campagna elettorale lei si rivolgeva ai sardi dicendo, sorridi, sei tra amici. Presidente Soru, la invito a sorridere di più, ma a non considerare tutti i suoi colleghi degli amici". In politica, infatti, l'amicizia è un fatto raro ed è meglio, in certi casi, non fidarsi troppo.
Esaminando le dichiarazioni fatte in Aula del presidente della Regione, Mario Diana ha sottolineato come le "comunicazioni a braccio fossero differenti, rispetto al programma proposto agli elettori. Certamente molte delle cose proposte sono condivisibili, ma altre non sono convincenti. Lei ha un modo nuovo di proporsi ed è difficile non essere d'accordo con le sue idee, le sue proposte; il confronto in quest'aula, quindi, avverrà su come lei realizzerà i suoi programmi".
Non ci saranno, comunque, opposizioni preconcette, ma i temi e gli argomenti verranno affrontati con il necessario realismo. Il confronto, certamente, ci sarà sui temi delle energie alternative, sul processo di sviluppo alternativo, sulla collocazione che vogliamo dare all'uomo in questo processo di sviluppo. "Noi siamo molto sensibili ai temi dell'ambiente, ha aggiunto Mario Diana. La provincia di Oristano, ad esempio, ha fatto notevoli progressi nella realizzazione dell'ambiente sostenibile, tanto è vero che il Sole 24 ore la colloca nei primi posti della speciale graduatoria nazionale delle "province sostenibili, anche per la qualità della vita". Nell'oristanese, inoltre, ci sono produzioni di grande pregio, tutelate e considerate tipiche, come la bottarga, il bue rosso del Montiferru, l'artigianato artistico e prodotti di eccellenza, eppure "lo spopolamento delle zone interne, la fuga dai piccoli centri è un fenomeno inarrestabile".
"Sono cambiati gli interessi, sono cresciuti i giovani, modificate le esigenze e lo spopolamento è un fenomeno non arginabile, ha aggiunto il presidente della provincia di Oristano". Quali possibilità abbiamo per convincerli a restare? Le azioni immateriali, come ha indicato il presidente Soru, possono essere una risposta; ma Sa Illetta è stata costruita a Cagliari, non a Sorgono o ad Ortueri. E se anche modernizziamo l'agricoltura e la zootecnia non convinceremo i giovani ed i meno giovani a lavorare in campagna". L'Isola è vasta e vi abitano 1 milione e 600 mila sardi, localizzare servizi (scuole, uffici postali, banche e caserme), è impresa difficile e molte volte le scelte non sono economicamente giustificabili.
"Come si può incidere in questa realtà? Sono domande difficili, alle quali lei dovrà dare una risposta e sarà lei a doverla dare, perché è stato lei a vincere le elezioni e le avrebbe vinte anche senza l'apporto della sua coalizione". E' cambiato il sistema elettorale, ha detto anche Mario Diana, ma è cambiato il rapporto elettore-candidato. "E' stato scelto lei, come modello positivo", è stato scelto il suo programma, il progetto di crescita proposto agli elettori. E su questo programma saranno ora chiamati a confrontarsi sia la maggioranza che la minoranza, e sulle cose concrete "saremo molto attenti e precisi. Se le cose proposte saranno buone avranno il voto favorevole di Alleanza nazionale".
Alleanza Nazionale, ha detto Mario Diana, è un partito che ha la sua storia, la sua cultura, ma è anche espressione concreta della società, sarda e nazionale, fatto di uomini, di sindaci, di consiglieri, di esponenti politici e della società civile, di ministri e di vice premier che lavorano per favorire la crescita civile e sociale della Sardegna, del Paese.
"La sua vittoria, il modo con il quale è stato scelto, ci costringeranno a studiare, a lavorare con maggiore impegno, e lo faremo, daremo il nostro contributo alla elaborazione del nuovo Statuto, ai disegni ed alle proposte di legge sui quali saremo chiamati ad esprimerci, compresa quella elettorale e sulle forme di governo".
"Lavoreremo molto e proporremo soluzioni innovative, se un assessore è bravo e lavora bene, certamente non mi spaventa il fatto che sia residente nel nord Italia", ha detto ancora il capogruppo di AN. Ci confronteremo anche all'interno di quest'Aula, nella quale siedono persone di elevate capacità "a destra, al centro, a sinistra", in grado di dare un ottimo contributo allo sviluppo della Sardegna.
Collaboreremo con tutti, confronteremo le nostre idee con quelle degli altri, ha detto Mario Diana avviandosi alla conclusione, specialmente sui temi scottanti sui quali è necessario concentrare la nostra attenzione da subito.
Per crescere la Sardegna ha bisogno di forze fresche, di capitali, per dare lavoro ai giovani ma anche ai quarantenni, che non hanno un'occupazione. Le città ed i paesi crescono perché si costruisce molto, ma non sarebbe meglio recuperare il patrimonio abitativo esistente? Il problema dei rifiuti è diventato delicatissimo. In Sardegna si producono attualmente 700/800 mila tonnellate di solidi urbani, non esiste la raccolta differenziata, la termovalorizzazione non la vuole nessuno. Questi sono temi concreti, sui quali dovremo immediatamente confrontarsi, prima che diventino emergenze. "Signor presidente, sui temi che riguardano la Sardegna non faremo opposizioni preconcette, ma la osserveremo con attenzione e lealtà. In bocca al lupo".Una valutazione positiva del dibattito, un giudizio largamente favorevole sul programma proposto dal presidente Soru sono state le considerazioni con le quali ha aperto il suo intervento l'onorevole Antonio Biancu (La Margherita). Il livello del dibattito è decisamente migliorato e gli interventi sono stati molto più pacati, ha aggiunto Biancu. Gli intervenuti nel dibattito, inoltre hanno messo in evidenza gli aspetti positivi di un programma che tiene conto del veloce processo di internazionalizzazione che ha investito tutto il mondo, industrializzato e non.
Analizzando le ragioni del successo della coalizione presieduta da Renato Soru, il capogruppo de La Margherita ha voluto ricordare i danni e gli errori "della disastrosa politica" del centrodestra, che è stato punito perché privo di un reale progetto politico.
Questa volta, invece, ha detto anche Antonio Biancu, gli elettori hanno premiato una proposta complessiva, compiuta, un metodo proposto decisamente nuovo ed innovativo. "Abbiamo stipulato un nuovo patto con i cittadini, abbiamo stretto un'alleanza che si basa su un programma e su valori condivisi, ha aggiunto Biancu, ed abbiamo ricevuto un mandato nuovo, che ci permetterà di lavorare per l'intera legislatura".
La nuova situazione politica, infatti, ferme le competenze ed i compiti delle due massime istituzioni della Sardegna, permetterà a Giunta ed a Consiglio di lavorare con efficacia, di collaborare per la realizzazione del programma approvato dai cittadini.
Il nuovo rapporto con il corpo elettorale, inoltre, permetterà una continua e costante verifica, che avverrà in modo trasparente, nelle sedi opportune, coinvolgendo le associazioni, i movimenti, ma anche i partiti.
Nei mesi scorsi, infatti, è emersa prepotente una domanda di governo, l'esigenza di partecipare, di dare il proprio contributo al processo di sviluppo.
Una partecipazione che può essere anche legata al territorio, un modo per concorrere alla valorizzazione delle idee e delle specialità.
Emerge, in questa nuova realtà socio-politica, un nuovo ruolo delle forze sociali, che impongono un differente modo di avvicinarsi ai problemi. Il recupero del territorio, la valorizzazione dell'industria turistica, i trasporti, il trasporto aereo, la modifica della continuità territoriale sono temi di grande importanza, sui quali la Regione dovrà far valere i propri diritti, le proprie competenze.
Le soluzioni politiche dovranno anche essere portate all'attenzione delle forze sociali, degli enti locali, le istituzioni più vicine e sensibili ai problemi dei cittadini. Con particolare attenzione, Antonio Biancu si è anche soffermato sulla necessità di riformare, profondamente, le istituzioni regionali, garantendo la stabilità del governo, modificando la legge elettorale, specificando meglio ruoli e compiti del Consiglio regionale.
Altro tema di particolare interesse, per Antonio Biancu, è quello della valorizzazione delle proprie radici, "l'orgoglio di essere sardi", la necessità di coinvolgere in un grande processo di crescita culturale tutte le forze della società sarda. "Perché allora sarà possibile riaffermare la nostra identità, la nostra specialità, non solamente nei confronti dello Stato ma anche nei confronti della Unione Europea. Questa valorizzazione della nostra identità, ha aggiunto Antonio Biancu, ci permetterà di scrivere un nuovo Statuto, moderno ed in grado di garantire sviluppo solidale all'intera Sardegna".Intervenendo nel dibattito sulle comunicazioni informali del presidente Soru, l'onorevole Giorgio Oppi, capogruppo dell'UDC, ha voluto fare un preambolo: "Siccome tutti dicono che sono cattivo, questa volta voglio fare il buono" ed ha detto di aver molto apprezzato il gesto del presidente Soru il quale, ieri sera, dopo una seduta decisamente tesa, è andato a stringere la mano al collega Sanjust, "tanto è vero che ho invitato il giovane collega a considerare chiusa la diatriba col presidente".
Oppi ha, quindi, esaminato il risultato delle elezioni, ribadendo che, anche questa volta, come nella passata legislatura, non ha vinto nessuno "L'unico che ha realmente vinto è stato Renato Soru, che ha vinto grazie al voto disgiunto", un sistema che l'Udc aveva avversato e che era stato favorevolmente accolto da Forza Italia, Alleanza Nazionale e da una parte della Sinistra. Il "solito trasversalismo", che si ripete ogni tanto.
Esaminando con cura le affermazioni "più propriamente politiche" del Presidente Soru, Giorgio Oppi ha detto di riconoscersi in pieno nei valori della pace, del diritto al lavoro, nel solidarismo cattolico, nelle parole di Giovanni Paolo II e di Papa Montini, che hanno caratterizzato la parte "carica di valori" delle comunicazioni di Renato Soru.
"Sono gli stessi valori ai quali ci rifacciamo anche noi, sono il cuore del credo politico dell'UDC, così come lo erano della vecchia DC. Lei merita la tessera ad honorem del mio partito, Presidente" e Giorgio Oppi ha confermato che su quei valori "condivisi, vissuti e testimoniati da una vita" sarà facile trovare un accordo. Così come comunanza d'intenti vi è quando si afferma che Giunta, Consiglio, Amministrazione regionale sono diversi aspetti di una unica realtà, che devono lavorare e collaborare intensamente.
Qualche "differenza" invece è emersa quando Giorgio Oppi ha approfondito alcuni aspetti delle note programmatiche presentate dal presidente Soru, anche perché "contengono alcuni errori, che non possiamo accettare".
La Regione, ad esempio, in campo sanitario non spende, programma gli interventi e trasferisce le risorse, "Come assessore, per elaborare il programma sanitario regionale, mi sono avvalso della grande competenza della professoressa Maria Del Zompo (non è certo della mia parte politica)", mentre la gestione pratica, materiale è delle Asl.
I programmi di razionalizzazione, di riduzione della spesa, sanitaria e farmaceutica, sono stati studiati e predisposti da tempo: "Ma se poi qualche dirigente, qualche primario vuole mettere il naso in qualche appalto, in qualche fornitura, l'assessore mica può saperlo ed, in ogni caso, non può neanche intervenire". Cosi come il Presidente non può fare, personalmente e da solo, indagini e sopralluoghi in una struttura sanitaria: "se io fossi andato in un ospedale, mi avrebbero chiesto se stavo male".
Le critiche, le accuse mosse agli assessori della scorsa legislatura, quindi, ha detto ancora Giorgio Oppi, sono infondate, ingenerose, gratuite. Anche perché, certamente, "non ho alcun interesse nel mondo della sanità, come non lo hanno i miei parenti o affini, come risulta dalla dichiarazione giurata che ho inviato al presidente del Consiglio, al quale ho anche chiesto l'istituzione di una commissione d'inchiesta sulla sanità sarda, cos'ì finalmente capiremo intrecci ed interessi, dei quali si mormora e che devono emergere con chiarezza". Sempre in campo sanitario, l'onorevole Oppi ha ricordato che deve essere garantita la massima trasparenza, una esigenza che mal si concilia con la recente direttiva che l'assessore ha impartito ai funzionari ed agli impiegati "intimando il silenzio sulle questioni d'ufficio".
A parte il fatto che l'assessore non deve prendere iniziative di questo genere, nelle strutture pubbliche esiste una scala gerarchica che deve essere rispettata. La riservatezza, quindi, è compito di "chi di dovere". Ma, ha consigliato Oppi, è opportuno anche non entrare in contrasto con le struttura, perché altrimenti una serie di interpretazioni, di disguidi, portano gli uffici alla completa paralisi. La legge 31/98, ad esempio, che riorganizzava l'amministrazione burocratica, è "un vero pasticcio, una legge figlia del compromesso, sbagliata, sbagliatissima. Se si vuole ridare efficienza alla macchina regionale, bisogna profondamente modificarla".
Comunque, nella sanità non tutto è stato sbagliato. Se, ad esempio, la Regione sarda avesse ottenuto le integrazioni da parte dello Stato che sono stato decise per altre situazioni, i bilanci si sarebbero chiusi in pareggio, se non in attivo. Il fatto è che lo Stato lesina sui trasferimenti, li fa gradualmente, costringe le Regioni a fare i salti mortali. La Sardegna, tra l'altro, destina alla spesa sanitaria una quota del proprio bilancio ben inferiore a quella stanziata dalle altre Regioni "da tutte le altre Regioni". Il nuovo assessore, quindi, sarà costretto reintrodurre i ticket, "cosa che non abbiamo voluto fare", e dovrà decidere iniziative e programmi per garantire una adeguata assistenza ai sardi, senza ridurre il livello delle prestazioni.
Contestando una affermazione di un consigliere gallurese, l'onorevole Oppi ha anche ricordato di essere stato l'artefice "dello sblocco" del nuovo ospedale di Olbia e di aver partecipato, come assessore, nel 2000, alla cerimonia della posa della prima pietra. Anche quella realizzazione, quindi, può essere ascritta a suo merito.
Un altro aspetto delle note programmatiche, o meglio delle dichiarazioni del presidente Soru, contestato è stato "quello degli annunci. L'esecutivo parla con le delibere, con gli atti di governo, non con le chiacchiere. Ci sono gli atti e quelli si osservano, tenendo però conto delle realtà sociali". Applicando i criteri economicistici, in buona sostanza, i casi della Carbosulcis, della Mineraria Silius, della stessa sanità non si sarebbero potuti affrontare "e risolvere. Ve ne accorgerete voi, ora, con i problemi di alcune industrie del Sulcis-Iglesiente".
Avviandosi alla conclusione, l'onorevole Oppi si è detto convinto che sia opportuno chiarire tutti gli aspetti della contestata delibera dell'e-governmet, perché la collaborazione è sempre possibili "quando i rapporti sono chiari e corretti". Tra la maggioranza e l'opposizione, comunque, si deve instaurare un efficace metodo di confronto, seppur nella distinzione dei ruoli, e proprio per esigenze di chiarezza Giorgio Oppi ha chiesto a Renato Soru di sapere perché, visto che "noi puntiamo sull'esportazione delle intelligenze, invece ne importiamo"; se è possibile che un assessore sia, contemporaneamente, controllore e controllato; se le esigenze di celerità "in ogni occasione sbandierate (le borse di studi per gli specializzandi di medicina non sono state ancora approvate e rinnovate, perché le commissioni consiliari non sono state ancora costituite), possono essere vanificate dai contrasti e dalle diatribe esistenti proprio per la composizione (e l'attribuzione delle presidenze) delle commissioni consiliari".
"Per avviare una buona collaborazione, ha concluso Giorgio Oppi, non si dicono bugie, occorre chiarezza. Noi siamo pronti a farlo, spetta a voi dirci come volete collaborare, come volete lavorare. Auguri".L'eredità di una legislatura difficile, "rissosa, inconcludente, improduttiva", di un governo senza maggioranza sono fra le ragioni della sconfitta del centrodestra; ragioni forse difficili da capire subito ma scritte negli atti e nei fatti degli ultimi cinque anni. Una legislatura che ha ridotto il feeling fra la politica e la gente, che nell'interesse dei sardi, si sarebbe dovuta concludere prima: questo il giudizio spesso dall'on. Siro Marrocu, capogruppo dei Ds. Per questo motivo, per l'incapacità a valutare la sconfitta elettorale, una parte del centrodestra continua a usare toni fortemente polemici, a invadere il campo del privato, a tirare in ballo i conflitti aziendali di Tiscali ("fatti naturali. In ogni azienda ci sono conflitti; non ce ne sono ad Albagiara dove c'è la disperazione"), i conflitti di interessi di Soru ("il fatturato di Tiscali con la Regione è inferiore a quello che qualche collega il quale siede in questo Consiglio ha con la Sanità"), la legittimità degli atti ("illegittimi sono atti compiuti dall'ex presidente Masala, che ha arbitrariamente trasferito competenze decise dal Consiglio").
Ma, ha aggiunto Marrocu, è tutta la politica che si interroga; lo fanno i partiti del centrosinistra per "non essere riusciti a trasformare in consenso l'azione svolta". Tuttavia chi continua a non capire i propri errori perpetua le condizioni della sconfitta.
Sarà, comunque, una legislatura difficile per Soru (che Marrocu ha ringraziato per aver suscitato sentimenti di orgoglio, anziché d'invidia da parte dei sardi, ai quali ha saputo dare la speranza) nonostante quel suo programma "per cambiare la Sardegna". Le risorse finanziarie sono poche, "difficile - ha detto - modificare su connottu", modificare un trend che non dipende solo dalla politica. Resta l'impegno per una battaglia, da fare insieme. Ed è proprio su questa parola, "insieme", che il capogruppo DS ha posto l'accento chiedendo un elevato grado di collegialità, fra Giunta e Consiglio, come garanzia si successo. Infine, un riferimento al Partito sardo d'Azione, compagno di viaggio nella passata legislatura. L'augurio è che possa diventarlo anche in questa.Ultimo intervento, quello del candidato del centro destra alla presidenza, l'on. Mauro Pili. Risultato elettorale inequivocabile - ha detto - e doveroso riconoscimento a Soru di una vittoria netta. Una nuova legge elettorale consente al presidente di non dover sottostare alla mediazione politica creando una innegabile situazione di privilegio rispetto al passato, fatto di compromessi e di fucili puntati. Gli auguri di buon lavoro sono d'obbligo, "ed io - ha aggiunto l'on. Pili - li formulo cancellando qualsiasi risentimento, livore o rabbia. Abbiamo perso perché non siamo stati sempre all'altezza ed abbiamo pagato l'eredità di un'autonomia spesso e volentieri trascorsa all'insegna dell'instabilità politica; abbiamo il dovere di contribuire al governo dell'isola, come sentinelle dell'autonomia, ma senza preconcetti", lanciando o raccogliendo la sfida.
Quanto alle dichiarazioni di Soru, "mi sarei aspettato qualcosa di più". Troppo vago il progetto, nessun percorso preciso, silenzio sui tempi e le risorse per l'annunciata rivoluzione. Ha vinto l'utopia, il miraggio di un posto di lavoro per tutti, miraggio che l'on. Pili ha rifiutato.
Non è piaciuta neppure la premessa, i toni duri verso cinque anni fallimentari di centrodestra con proposta di alternativa che, nel programma, non c'è. Pili ha, infatti, sottolineato come Soru dichiari di voler mantenere le regole urbanistiche, di voler rafforzare e perfezionare le politiche del lavoro. Evidentemente non tutto, della passata legislatura, è da buttare. E quelle affermazioni sulle "lobbie conservatrici" che hanno frenato le prospettive di sviluppo. Di chi parla l'on. Soru ? Sono pronto ad un confronto pubblico - ha annunciato Pili - nel quale il presidente dovrà fare i nomi, anziché generiche e infondate accuse.
Il leader del centrodestra ha sfidato il nuovo governo regionale ad avere risposta da Prodi ("prima che torni a casa disoccupato") su alcuni problemi, dalla continuità territoriale delle merci, al riconoscimento comunitario dei vantaggi per l'insularità, all'aumento delle superfici irrigabili in agricoltura. Questa Giunta - ha aggiunto - dimostri quel che vale e se ritiene che l'indebitamento maturato con la precedente penalizzi la Sardegna, cancelli i mutui con una semplice legge, ma rinunci ai 400 miliardi (si parla di vecchie lire) per l'edilizia scolastica; al cofinanziamento del Por (rinunciando ai finanziamenti UE), ai 500 miliardi per l'agricoltura, per risanare i debiti delle Asl, per la lingua blu: "ma, se non lo fa - ha concluso Pili - dichiari di avallare quei mutui e di condividere l'impostazione finanziaria" .
Conclusi gli interventi dei presidenti dei gruppi, il presidente Spissu ha brevemente sospeso la seduta. Alla ripresa dei lavori, il presidente Soru ha svolto il suo intervento di replica agli oratori intervenuti nel dibattito.Un dibattito che si è elevato di tono; nel corso del quale sono stati forniti spunti di grande interesse; che ha permesso un franco e sereno confronto tra tutte le forze politiche presenti in Consiglio. Un dibattito costruttivo, al termine del quale le opposizioni hanno fatto "una interessante, importante, apertura di credito nei confronti del Presidente Soru e della sua Giunta". Una apertura di credito ed anche una "garanzia di cooperazione", ha detto il presidente Renato Soru, che permetterà di trovarci, di confrontarci, specialmente quando Giunta, Consiglio ed Amministrazione, le facce di una stessa realtà, saranno chiamate a decisioni di grande importanza, ad attuare iniziative essenziali per lo sviluppo della Sardegna.
Una collaborazione possibile perché sono cambiate le regole, è mutato lo scenario politico regionale. La nuova legge elettorale, che ha portato alla vittoria una coalizione con il suo candidato a presidente, una coalizione con un programma ben definito, capeggiata da un candidato che l'avrebbe guidata anche nell'azione di governo, ha ottenuto i consensi necessari per governare. "Non sono io ad aver vinto, ha ribadito Renato Soru. I cittadini hanno scelto un programma, la coalizione, il presidente che quel programma realizzeranno".
Sono cambiate, ha aggiunto il presidente della Regione, le norme e le regole della democrazia. La maggioranza esiste, ma non vuole governare con la forza dei propri numeri. Ci saranno, quindi, confronti seri, serrati, forse anche lunghi e defatiganti "perché queste sono le regole democratiche" ed al termine di questo confronto, "la fatica della democrazia", decideremo insieme, stabiliremo il percorso che seguiremo.
Tracceremo insieme il cammino che dovremmo fare per affermare i "valori condivisi", quelli che ci uniscono, per affrontare quelle che si stanno rivelando le vere emergenze, sulle quali sarà chiamato a decidere questo Consiglio regionale, un'Assemblea composta da consiglieri qualificati, da grandi intelligenze, da uomini di notevole cultura, "un ottimo Consiglio regionale" che saprà decidere nel modo migliore.
Le emergenze, ha ricordato Renato Soru, sono quelle della difesa dell'Autonomia. Con un semplice emendamento la Camera dei Deputati vuole "normalizzare" le regioni, cancellando specificità e patrimoni ideali. "Dobbiamo reagire, scongiurare questo pericolo".
Dobbiamo riavviare un serrato confronto Stato-Regione, per trovare quelle risorse che molte altre Regioni hanno travato, per imporre quel federalismo chiaro e trasparente che deve garantire, anche alla Sardegna, possibilità di crescita.
Ma dobbiamo anche fare in modo che la Sardegna sia rappresentata in seno al Parlamento europeo, dove deve essere garantita la presenza della nostra Regione.
La Regione, quindi, sarà chiamata a scelte non banali, a decisioni alle quali dovranno contribuire tutti, scelte legate alle possibilità di sviluppo, alla difesa e valorizzazione dell'Ambiente. Questioni, ha ripetuto Renato Soru, che non possono essere decise a "colpi di maggioranza" o per volontà del Presidente.
Nella sua replica, Renato Soru si è, quindi, soffermato su quelli che ha definito "timori emersi nell'Aula". "Governerò senza alcuno spirito di vendetta, ha detto il presidente della Regione. Non faremo liste di proscrizione e non rimuoveremo direttori o funzionari, senza un attento, approfondito, serio e ponderato esame".
Sono stato eletto per fare gli interessi generali della società sarda. Particolarismi e senso di rivalsa non fanno parte del mio patrimonio personale e non possono fare parte del patrimonio del Presidente della Sardegna, "Ed in molti casi, ha detto ancora Renato Soru, il prestigio del ruolo modifica anche i caratteri e le personalità. Non ho mai avuto alcuno spirito di ostilità, dopo l'elezione alla presidenza potrei, quindi, scoprire di avere qualche qualità in più, pro tempore".
Un altro argomento, sul quale il presidente Soru ha confermato i suoi propositi, è stato quello della "massima trasparenza" Tutti gli atti saranno immediatamente trasmessi al Consiglio e diffusi tra la gente, rendendoli pubblici grazie alle più moderne tecnologie.
Anche il tema del conflitto di interessi è stato affrontato, nel corso della replica; ma si tratta di un tema, ha aggiunto Soru, sul quale potremo tornare, con maggiore attenzione, la settimana prossima (mercoledì mattina, infatti, il Consiglio si riunirà per discutere la mozione sull'e-government presentata dalle opposizioni. Tuttavia ha confermato di "volersi occupare di un argomento ben conosciuto, coinvolgendo, però, nell'esame dei problemi legati alla società dell'informazione tutta la Giunta, tutto il Consiglio regionale".
Concludendo la sua replica, il presidente della Regione ha voluto sgombrare il campo anche da un'altra preoccupazione: quella di decidere da solo, vanificando il principio della collegialità dell'esecutivo. Niente di più sbagliato, ha assicurato Renato Soru, perché "nessuno può fare niente da solo, tanto meno il presidente della Regione" .
"Ogni grande opera nasce da un sogno condiviso, ha aggiunto, un sogno che porta ad un grande progetto, al quale partecipano sempre numerose persone. Deve essere, quindi, fortissimo il senso della collegialità, perché altrimenti non si potranno realizzare i grandi progetti".
In questa situazione, il ruolo del Consiglio sarà esaltato, perché tutti saranno chiamati a dare il proprio contributo alla realizzazione del grande progetto di rendere la Sardegna più moderna ed evoluta. La collegialità sarà, dunque, una caratteristica della Giunta, del Consiglio, della Amministrazione pubblica, "perché tutti, ha concluso il presidente Soru, siamo una stessa cosa: la Regione Sardegna. Dopo aver partecipato a questo dibattito, lungo ed interessante, sono molto ottimista. Questa XIII legislatura sarà una buona legislatura, questo sarà un buon Consiglio, faremo tutti un buon lavoro. Grazie a tutti".
I lavori del Consiglio riprenderanno
mercoledì 4 agosto alle ore 10