CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA


Nota stampa
della seduta n. 7 pomeridiana del 29 luglio 2004


Il Consiglio regionale ha proseguito i suoi lavori sotto la presidenza dell'on.. Claudia Lombardo e dell'on. Giacomo Spissu.

Prosecuzione discussione sulle
dichiarazioni del presidente
Renato Soru.

Il primo intervento della sessione pomeridiana dei lavori è stato quello dell'on. Oscar Cerchi (UDS), il quale ha sottolineato come su molti dei temi toccati non è difficile essere d'accordo, ma sulla loro attuazione restano molte perplessità, a cominciare dall'assenza di indicazioni sulle risorse finanziarie, indispensabili per dare gambe alle idee. Ha chiesto perciò l'impegno della Giunta a discutere subito in aula il problema delle risorse e dei trasferimenti dallo Stato (la Sardegna è ferma al 1983).
Altro argomento da approfondire, il turismo. O, per meglio dire, quale turismo; non quello che si ferma "ai margini della Costa Smeralda", ma interessa l'intero territorio. Le cose non vanno bene, nonostante la Sardegna sia al terzo posto fra le regioni più gettonate; e non vanno bene soprattutto nell'Oristanese, cenerentola del settore. In quest'area bisogna concentrare gli sforzi per consentire un rapido sviluppo con promettenti ricadute economiche.
Cerchi ha chiesto inoltre un rapporto stretto fra esecutivo e Consiglio; le leggi - ha detto - si fanno in aula ed è giusto che la giunta investa il consiglio di questa responsabilità. Critiche invece sono arrivate per federalismo e autonomia; se ne parla troppo poco, non si indicano obiettivi e metodo. Ultimo accenno alla legge elettorale, "abbiamo il dovere - ha concluso - di decidere una nostra legge, che rispecchi le nostre esigenze e garantisca un alto tasso di partecipazione popolare alle scelte.

L'on. Francesca Barracciu (Ds) ha a lungo polemizzato col centrodestra, che "demonizza e schernisce chi non è allineato", un centrodestra, ha precisato che lascia una pessima eredità segnalata dal procuratore generale della Corte dei Conti, il quale ha sottolineato, nella relazione annuale, le molte disfunzioni gestionali della macchina regionale. Sono cresciute le spese, calati gli investimenti, ma soprattutto non c'è stata capacità di programmare le risorse, come dire che anche dove sono arrivati i soldi, il loro impiego non ha dato i risultati sperati. In questo quadro, che rende più oneroso e difficile in cammino dello sviluppo, l'on. Barracciu ha collocato al primo punto, vero e proprio crocevia dei futuri destini dell'isola, il problema delle zone interne, a cominciare da quelle "più interne", dove il disagio sociale è palpabile, intenso, a volte capace di negare i diritti dei cittadini. Sono zone condannate se non ci sarà un progetto di recupero che inverta la tendenza consolidata di tagliare drasticamente servizi e presidi civili dove la bilancia economica è negativa.
Qui prende valore - ha concluso - il progetto Soru che tende a realizzare una Sardegna "competente", prima grande risorsa da garantire ai sardi per uno sviluppo ordinato e diffuso.

Una difficile coabitazione fra partiti molto diversi fra loro e un mix difficile fra cultura liberale, marxismo e cattolicesimo non predicono niente di buono per la maggioranza formatasi da queste elezioni, unita da cose ovvie e banali ma sicuramente in difficoltà quando si tratterà di entrare nel dettaglio, nello specifico dei problemi. Lo ha affermato l'on. Nanni Moro (AN), sottolineando come alcuni concetti generali, condivisibili, vanno messi alla prova dei fatti, dalla pace (ma quale pace? Quella - ha detto - che tace sul terrorismo?) al lavoro (che dovrà promuovere opportunità vere, evitando la prospettiva del precariato a vita e riducendo l'attesa dei disoccupati), dal turismo (una centralità condizionata dal fondamentalismo degli ambientalisti, i quali hanno scarsissimo peso nella società sarda, "ma godono di buona stampa") ai parchi eolici (vero "tic nervoso della sinistra"; condannati a priori), alla solidarietà (fatta di lacrime di coccodrillo) e alle nuove povertà, esaltate nella dimensione del fenomeno nonostante vi siano segnali meno preoccupanti del passato.
Resta da discutere anche del conflitto di interessi del presidente Soru, che, nell'e-government accentra sulla sua persona una materia che riguarda la propria azienda e fa tutto a porte chiuse, "sbanchettando" gli atti che non gradisce (come quello relativo al centro trapianti di Sassari). Una situazione che mette in guardia l'opposizione.

L'on. Pasquale Onida (Fortza Paris) dopo avere ricordato di avere applaudito alle dichiarazioni del presidente Soru per motivi non solo politici, ma anche etici, ha sottolineato come dopo una campagna elettorale dura e contrastata, finalmente l''Aula ha recuperato la serenità indispensabile per un buon lavoro dell'assemblea.
Dopo aver ribadito di sentirsi un "oppositore leale" Onida ha espresso uno stato di disagio a seguito di un episodio accaduto stamattina quando il presidente Soru ha rifiutato di stringere la mano ad un consigliere dell'opposizione che aveva svolto un duro intervento contro di lui.
Onida ha chiesto a Soru "la forza della tolleranza, essenziale ai fini della serenità indispensabile per svolgere compiutamente il ruolo affidato ai consiglieri regionali. Onida ha chiesto a Soru di porgere le scuse al consigliere oggetto di questo episodio (n.d.r. il consigliere Carlo Sanjust). Venendo, poi , a discutere gli aspetti politici, Onida si è augurato la realizzazione di un modello di sviluppo che consenta di superare le difficoltà in cui versa la Sardegna.
Nelle dichiarazioni di Soru c'è un vento di novità che deve coniugarsi con lo sviluppo compatibile, ma operando senza fretta, Onida ha invitato tutti a rileggere l'epistolario tra Lussu e il professor Lilliu, a proposito della nascita dello statuto sardo, soffermandosi sul clima morale, politico e istituzionale di quel momento. Oggi si deve riscrivere lo statuto, ha aggiunto Onida, e se la legislatura durerà cinque anni, come è augurabile ,allora occorre partire subito con la riscrittura dello statuto; chi svolgerà questo lavoro? Il Consiglio regionale o altri?
Onida ha poi espresso alcune valutazioni sui rapporti tra Giunta, Consiglio e altre istituzioni, nodo centrale delle difficoltà in cui si sono trovati i governi precedenti. L'amministrazione deve recuperare un ruolo positivo, con un maggiore collegamento e coordinamento tra tutti i suoi componenti, In particolare, il Consiglio non deve "marcare" il Governo, ma fare buone leggi, cioè governare veramente, perché queste sono le sue prerogative.
Onida ha concluso ribadendo l'importanza di partire subito con le riforme, ed ha protestato per quanto detto nel corso di alcuni interventi sui "voti comprati" all'inizio della precedente legislatura.

Chiunque avesse vinto, avrebbe dovuto affrontare i problemi dei nuovi assetti istituzionali: in particolare, compiti e ruolo dell'Esecutivo, del Consiglio, della maggioranza e delle opposizioni". Il programma illustrato dal presidente Soru, lo stesso con il quale la Coalizione si è presentata agli elettori, contengono indicazioni chiare, che saranno seguite ed attuate. Per Silvio Cherchi (Democratici di Sinistra) l'esecutivo e la maggioranza lavoreranno per realizzare quanto proposto in campagna elettorale e che "gli elettori hanno premiato".
L'azione di governo, ha aggiunto Cerchi, avrà come caratteristica principale il rispetto per i sardi, anche perché negli incontri con le forze politiche, con gli elettori "abbiamo capito le esigenze più profonde che attraversano la società sarda".
Nel confronto con le parti sociali, con i cittadini ci si è resi conto di un'altra grande verità: che i sardi sono sempre attenti alla politica, che "sono stanchi, ma non domi", una verità che consiglia un costante, costruttivo confronto, nella sede del Consiglio, ma anche nei luoghi dove sarà possibile approfondire i temi più propriamente politici, e quelli economici, necessari se si vuole favorire il progresso delle società.
Un altro tema, sul quale Silvio Cerchi si è soffermato con particolare attenzione, è quello dello sviluppo. La Comunità Europea è una realtà di 400 milioni di cittadini e la Sardegna, che si appresta ad uscire dall'Obiettivo 1, dovrà fare i conti con concorrenti agguerriti, con produzioni simili alle nostre ed ugualmente di qualità
"Dobbiamo guardare anche ai mercati emergenti, a quelli del Nord Africa, alla Cina ed all'India, ha aggiunto Silvio Cerchi, perché l'internazionalizzazione impone scelte dinamiche, un processo di rinnovamento velocissimo. La Sardegna è in grado di accettare queste sfide?
Il 17 per cento della popolazione isolana è "ufficialmente senza lavoro", una realtà difficile, che sarà opportuno analizzare con maggiore attenzione, perché gli indicatori socio-economici sono decisamente negativi. Partendo da questa considerazione, Silvio Cherchi ha indicato i punti sui quali ci si deve concentrare, per superare lo stato attuale di crisi: è diminuito il PIL ma è aumentato il reddito pro-capite; sono cresciuti il disavanzo e l'indebitamento pubblico; è stata cancellata la concertazione negoziata; le recenti decisioni del Governo sono estremamente penalizzanti per il Mezzogiorno.
"Il presidente Soru dovrebbe farsi promotore, ha aggiunto l'onorevole Cerchi, di una grande protesta contro il DPEF proposto dal Governo centrale, che ancora una volta penalizzerà il Mezzogiorno". Ma il presidente della Regione, tutto il Consiglio, dovranno riappropriarsi del loro ruolo politico, per contrastare il disegno federalista che lo stesso Governo nazionale sta portando avanti: "un vero e proprio attacco all'autonomia; la cancellazione delle specialità regionali; nuove penalizzazioni per le regioni meridionali; un attacco alla giustizia sociale".
Queste obiettive difficoltà, ha detto ancora Silvio Cerchi, impongono un confronto costruttivo, un dialogo continuo tra le forse politiche perché sono "pericoli reali", che rischiano di creare danni irreparabili al nostro sistema democratico. Un altro tema, sul quale si è brevemente soffermato l'esponente dei DS, è stato quello della necessaria riforma della Regione "che abbiamo trasformato in un mostro, un vero ostacolo al reale sviluppo della Sardegna".
Su questi temi, sui programmi indicati per risolvere queste reali emergenze, ha concluso Cerchi, sarà necessario lavorare, confrontarsi ed questi stessi temi diventeranno il vero banco di prova della Giunta e del Consiglio.

Le dichiarazioni del presidente Soru sono "state seguite con grande attenzione" anche dal consigliere Gavino Cassano (I Riformatori), che le ha giudicata "poco realistiche". Il programma, ha aggiunto l'esponente de I Riformatori, non è nulla di eccezionale e non è vero che è stato premiato dagli elettori. "Ha vinto Soru, solamente Soru" ed è lui che deve dare risposte concrete ai sardi.
Commentando il risultato politico "negativo" riportato dalla sua coalizione, Cassano ha però affermato "che bisogna andare avanti, che si deve lavorare con coerenza. Siamo minoranza e faremo il nostro dovere, come opposizione, controllando ed incalzando questo esecutivo, dal quale attendiamo iniziative concrete, sui numerosi problemi che attanagliano la società isolana".
In particolare, il consigliere Cassano si è soffermato sulla situazione sanitaria regionale, lamentando la "bocciatura" del centro di trapianto del fegato che si sarebbe dovuto realizzare a Sassari, ricordando che il nord Sardegna non è adeguatamente servito.
L'esponente de I Riformatori ha chiesto anche chiarimenti sulle recenti dichiarazioni del presidente Soru in materia urbanistica e di tutela delle coste. I sindaci sollecitano chiarezza, ha detto anche Gavino Cassano, e vogliono sapere se le decisioni prese seguendo le leggi attualmente in vigore sono "valide o se devono essere modificate".
Occorre chiarezza, certezza del diritto, ha concluso Cassano e questa chiarezza "in questo Consiglio, la chiederemo con forza. Perché, se Lei deve rispondere alla sua coscienza, noi dobbiamo dare risposte anche ai cittadini, che ci hanno scelto per fare parte di questo Consiglio regionale".

I temi economici e sociali hanno caratterizzato anche l'intervento del consigliere Tore Serra (Partito dei Comunisti Italiani), il quale ha voluto ribadire la "validità politica" della coalizione presieduta dall'onorevole Soru ed il "valore politico della coalizione, che sui temi della pace, dell'ambiente, del lavoro e della solidarietà, ha favorito l'accordo di un ampio ventaglio di partiti e forze politiche, che vanno da Progetto Sardegna al Partito dei Comunisti Italiani".
Serra ha anche voluto ricordare che ben il 17 per cento dei sardi è privo di un lavoro e che nessun Paese può crescere e progredire se manca un significativo tessuto industriale.
In Sardegna le industrie sono ormai al collasso, ha detto Tore Serra, ricordando che nelle zone industriali tradizionali le ciminiere si bloccano ed i lavoratori vengono licenziati. Nella zona industriale di Isili, ha aggiunto l'esponente dei Comunisti Italiani, sono stati fatti ingenti, enormi, interventi finanziari, che non hanno prodotto occupazione stabile. In quella zona industriale, attualmente, lavorano una cinquantina di persone, impegnate in piccole iniziative, più o meno artigianali.
I piani di industrializzazione della Sardegna sono miseramente falliti, ha concluso Tore Serra, bisogna elaborare nuove ipotesi di sviluppo, proporre programmi ed interventi che devono essere studiati tenendo ben presenti gli interessi obiettivi e generali della società.
"In questo Consiglio regionale, in questi primi giorni, ho potuto notare grandi competenze e significativa umiltà. Se l'attività politica è un servizio, sono certo che in questo Consiglio regionale potranno essere elaborati ed approvati importanti provvedimenti", che daranno risposte concrete ai bisogni, alle esigenze di tanta parte della società sarda.

Revisione della legge elettorale ed assemblea costituente: sono le due priorità indicate dall'on. Beniamino Scarpa (Psd'Az). Su entrambi gli argomenti "chiediamo - ha detto - al presidente Soru di esprimersi subito". In particolare la Sardegna deve rivedere la propria specialità e deve farlo dalle fondamenta, non attraverso "rincorse confuse sull'identità".
Ma l'elenco delle cose da fare è lungo: i sardisti sono europeisti convinti ("lo siamo stati prima di altri"), sostengono la internazionalizzazione della società sarda; rivendicano una più completa continuità territoriale, insistono per la zona franca; portano avanti (lo faranno dentro e fuori il Consiglio regionale) la lotta di liberazione dalla colonizzazione. Ma le emergenze sono quelle indicate e costituiscono vere e proprie emergenze sulla quali il Psd'Az pone paletti fermi.

Di riforma della legge elettorale ha parlato anche l'on. Mondino Ibba (SDI) chiedendo che siano ampliati i margini di democrazia ripristinando un rapporto diretto fra elettore e candidato e superando la logica "ingrata, conflittuale e rissosa, del bipolarismo". Bisogna sconfiggere, infatti, le "culture assolutistiche che ritornano di moda" e danno poteri ampi e monocratici al punto che "la democrazia rischia di diventare un fatto discrezionale". Ibba ha ricordato che tale condizione tocca anche il presidente Soru, grazie appunto a una legge che non soddisfa "la cultura del riformismo socialista". Ibba ha sostenuto l'opportunità che i consiglieri siano eletti "con voti di preferenza" e non col meccanismo del listino e che le elezioni siano vinte da una coalizione, secondo i criteri della scelta politica. La regola che chi vince "deve durare cinque anni" non si concilia evidentemente con situazioni possibili di scarsa coesione e di un debole progetto interno.
Priorità anche al rapporto con l'Europa ("pensiamo a una Regione Stato, altrimenti faremo battaglie di retroguardia") col diritto ad essere rappresentati e ad avere europarlamentari riservati.
Infine un sostegno incondizionato ad un programma "intriso di umanità" che alcuni esponenti del centrodestra hanno vivacemente criticato. "Se non si entra nell'anima dei problemi - ha concluso - non è possibile coglierne l'essenza".

A parere dell'on Antonangelo Liori (AN), Soru non può rimproverare la precedente legislatura per quanto riguarda la riforma elettorale, riforma che ha portato alla vittoria la sua formazione. E' comunque opportuno, svolgendo il proprio ruolo, esporre critiche ed osservazioni senza travalicare i rapporti dovuti alla buona educazione e alla correttezza.
Liori dopo aver espresso la propria solidarietà all'on. Sanjust, al quale Soru ha rifiutato di stringere la mano, ha invitato il presidente della Giunta a scusarsi e ad abbandonare "l'atteggiamento del padrone" contro chi lo contraddice.
"Lei non è nessuno" ha proseguito Liori, ma semmai dovrà dimostrare di dare una scossa alla Sardegna, agendo da subito per gettare le basi indispensabili per lo sviluppo.
Liori, da medico, ha poi affrontato i temi della Sanità, criticando la "visita improvvisa e mattutina" in un ospedale. Questo sarebbe stato semmai il compito dell'assessore alla Sanità, la quale, tra l'altro, "siede indebitamente sui banchi della Giunta" a causa di aspetti di incompatibilità.
Riferendosi a quanto riportato nelle dichiarazioni di Soru, Liori ha sostenuto che i medici sardi non hanno niente da invidiare ai colleghi di altre regioni. E' sospetto il fatto che uno dei primi atti dell'assessore alla Sanità sia stato quello di intervenire nel settore dei trapianti, ha proseguito Liori, affermando che in Sardegna due centri di trapianto di fegato rappresentano uno spreco.
La maggioranza deve operare delle scelte, ha detto ancora Liori, e le scelte possono essere dolorose. In passato, la sanità ha accolto migliaia di disoccupati, e oggi ocorrono interventi correttivi. E' comunque strano che si sia privilegiato un centro che aveva rapporti stretti con un centro piemontese, ha concluso Liori, e che l'assessore abbia scelto un consulente anch'esso piemontese.

Dopo una breve sospensione dei lavori, la seduta è proseguita con l'intervento dell'on. Carmelo Cachia (AP-UDEUR), il quale ha sostenuto che tra i sardi c'è una grande aspettativa per il governo di Soru. Dopo aver ricordato che l'UDEUR si riconosce nel programma presentato da Soru, Cachia ha elogiato Soru per "l'anelito col quale vuole coniugare concretezza ed utopia" e per aver posto al centro dell'attenzione politica l'uomo, non quello ricco e potente, ma l'uomo ultimo tra gli ultimi.
Dopo aver accennato ai timori dovuti all'ipotesi di appiattimento del Consiglio alle volontà della Giunta. La Giunta ha detto ancora Cachia, deve governare ed è compito del Consiglio fare buone leggi, anche con il contributo dell'opposizione.
L'opposizione deve naturalmente svolgere il proprio ruolo, e sarebbe bello se ci fosse un programma alternativo, ha sostenuto Cachia, che poi si è soffermato sulla specificità della Sardegna - non un isola, ma un continente - e sulla necessità di privilegiare nell'azione di governo i temi dei trasporti, interni ed esterni, che sono alla base del commercio e del turismo. Cachia è stato particolarmente critico sulla continuità territoriale, per poi toccare i temi della scuola, basilari per essere competitivi, e dell'ambiente che rischia di essere distrutto dagli incendi.
Tra le emergenze da affrontare subito Cachia ha posto il tema del lavoro, vitale per la dignità dell'uomo, e quello della sanità, che in Gallura è particolarmente disastrata. Cachia ha fornito alcuni dati sulla sanità ad Olbia, ricordando ospedali incompleti da decine di anni, strutture insufficienti ed obsolete, o la completa assenza di reparti specialistici. Tutto ciò nella Regione considerata "il paradiso dei miliardari".
Cachia ha chiesto a Soru di intervenire per far "finire questa vergogna" che interessa 80.000 persone, si è. Poi, soffermato ancora sui temi più generali della Sanità, ricordando i progetti "dell'assistenza domiciliare integrata" creata per evitare ricoveri ospedalieri estremamente onerosi e consentire ai pazienti di restare a casa.
Nelle regioni in cui questa iniziativa ha funzionato vi è stata una riduzione dei ricoveri del 25%. In Sardegna, l'ADI funziona solo fino alle ore 14, ha concluso Cachia, augurando alla Giunta di potere risolvere questi problemi.

Al termine del dibattito, il presidente Soru ha chiesto di intervenire per rispondere a chi (l'on. Onida) l'aveva garbatamente accusato di scarsa cortesia nei confronti dell'on. Sanjust, avendogli negato, a suo dire, questa mattina, all'ingresso dell'aula, una stretta di mano. Passandogli accanto, l'on. Sanjust gli avrebbe detto: - Presidente, non c'è niente di personale. Si riferiva ad alcuni passaggi dell'intervento fatto il giorno prima. Soru ha risposto di "non aver rifiutato alcuna mano tesa" e, ricordando di essere il presidente di tutti, "che abbraccia tutte le posizioni, le istanze, i diversi pensieri" ed accoglie "intemperanze e offese", se queste rientrano nella vis polemica del dibattito, ha tuttavia precisato che questo atteggiamento viene meno se si entra nella sfera personale con lo scopo di offendere. "E' irrispettoso nei miei confronti - ha aggiunto -  ma è irrispettoso anche per l'aula". La politica ha le sue regole e si fonda sulla parola; le parole servono a comunicare e a discutere, anche con toni forti, ma hanno la loro importanza e vanno pesate per evitare situazioni spiacevoli.

L'on. Sanjust ha chiesto, per fatto personale, di poter rispondere; ma il presidente del Consiglio Spissu ha rimandato a domani, a fine seduta, e dopo una valutazione della presidenza sulla validità della richiesta. Conclusi i lavori, il presidente della giunta si è recato dal consigliere Sanjust per stringergli la mano. Qualche applauso.


I lavori riprenderanno
domani mattina alle ore 10.