CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA


Nota stampa
della seduta n. 6 antimeridiana del 29 luglio 2004


Il Consiglio regionale ha proseguito i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu e dell'on. Paolo Fadda. L'ordine del giorno prevede la discussione generale sulle dichiarazioni del presidente della Giunta Regionale.

Prosecuzione discussione sulle
dichiarazioni del presidente
Renato Soru.

In apertura di seduta è intervenuto, sull'ordine dei lavori, l'on. Giorgio Oppi (UDC), che ha chiesto come mai non era stata accolta la richiesta di diretta televisiva della seduta del Consiglio regionale.

Il presidente Spissu ha risposto che non c'era stata nessuna richiesta. "Se ci fosse stata, ha aggiunto, l'avrei accolta volentieri".

Il primo ad intervenire è stato l'on. Nazareno Pacifico (DS) che ha ringraziato il presidente Soru per la correttezza e per la cortesia istituzionale dimostrata nei confronti del Consiglio regionale. "L'illustrazione delle dichiarazioni programmatiche in aula non era un atto dovuto quindi dobbiamo ringraziare il presidente Soru che ha voluto illustrarle all'Assemblea".
Le dichiarazioni programmatiche sono state definite dal consigliere dei DS una "cornice etico politica". Per questo l'on. Pacifico ha detto di non capire alcuni interventi dei colleghi del centrodestra, soprattutto di quei consiglieri che nella passata legislatura hanno avuto ruoli di governo. "La scorsa legislatura è stata caratterizzata dalla inconcludenza legislativa, dalle zone d'ombra, dalle assunzioni per chiamata diretta, dalle difficoltà nell'attuazione del POR, dalla nascita di nuove povertà". Per Pacifico, alcuni consiglieri dell'attuale opposizione dovrebbero anziché aggredire, recitare il mea culpa. "I sardi hanno messo nelle mani del presidente Soru la loro speranza perché i 150.000 poveri della Sardegna (40.000 solo a Cagliari), i 30.000 laureati in attesa di lavoro non possono più attendere".
Per questo è totalmente da condividere il ragionamento del presidente Soru "partire dagli ultimi per costruire una società più giusta di diritti e non di privilegi".  L'esponente diessino ha analizzato l'evoluzione della società sarda in questi ultimi cinque anni.  "Nella scorsa legislatura è cresciuto solo il lavoro precario, ci sono stati tagli, voluti dal governo Berlusconi, ai fondi da destinare ai comuni che si sono riversati, inevitabilmente, sulle politiche sociali. Ma la politica del centrodestra ha anche diminuito il diritto allo studio e la Sardegna continua ad avere il record per l'abbandono scolastico".
Per Pacifico le cose devono essere profondamente modificate partendo da un confronto (non con il cappello in mano) con lo Stato. Lo spirito che deve aleggiare in quest'aula è portare avanti le stesse istanze anche se da punti di vista diversi. "Lo sviluppo, l'autonomia, l'energia, le servitù militari, la continuità territoriale delle merci: sono questi alcuni dei temi che ci possono unire". Sulla sanità, l'on. Pacifico, ha riportato alcuni passaggi del discorso fato ieri in aula dall'on. Licandro che aveva esaminato le carenze della Asl di Oristano. "Ieri, di fatto, ha detto Pacifico, il centrodestra ha "bocciato" un suo direttore generale, il centrosinistra lo aveva già fatto nella scorsa legislatura dopo un'audizione in commissione". Ma l'esame della situazione sanitaria non può essere solo l'elencazione delle carenze del settore bisogna individuare le priorità per perseguire un sistema che risponda alle esigenze dei cittadini. Per Pacifico è necessario sempre di più puntare sulla prevenzione e sulla valorizzazione dei distretti sanitari. "La speranza, ha concluso, che questa legislatura serva a riavvicinare la politica al cittadino". 

Il presidente Spissu ha invitato i colleghi a rispettare i tempi previsti dal regolamento (venti minuti ad intervento). "Abbiamo ancora 27 iscritti, più gli interventi dei 9 capigruppo, più la replica del presidente Soru".

E' intervenuto l'on. Sergio Pisano (I Riformatori) che ha sottolineato che il gruppo era rallegrato dall'impegno di portare avanti le riforme nella prima parte della legislatura (entro il 2006). "Noi preannunciamo una azione di controllo e di vigilanza e un confronto sulle idee. Lei presidente Soru ha voluto che questa legislatura iniziasse il 14 luglio, una data simbolo, ma questa annunciata rivoluzione appare poco innovativa, impacciata, anche se, dobbiamo riconoscerlo, piena di buone intenzioni".  Il presidente Soru è stato paragonato a un moderno Robespierre che ha "liberato" il palazzo. Facendo riferimento ad un convegno organizzato dai riformatori nel marzo del 2003 dove era stato invitato Renato Soru nella sua veste di proprietario di Tiscali, l'on. Pisano, ricorda che l'imprenditore disse che "la politica in Sardegna era una perdita di tempo". "Ora che lei è il signor nessuno e che ha smesso i panni di mister Tiscali, la nostra preoccupazione è che il signor nessuno assomigli al modello omerico che ha come caratteristiche la furbizia e la scaltrezza. Il nessuno di Omero voleva gabbare Polifemo che, in questo caso, è interpretato da questo Consiglio. Mi riferisco alla delibera di avocare a sé i poteri dell' e-government, delibera totalmente illegittima".
Per Pisano si è trattato di un provvedimento giustificato dalla gran voglia di fare del presidente, ma che è "imperdonabilmente inadatto al rispetto delle istituzioni e di questo Consiglio".
Pisano ha concluso il suo intervento chiedendo al presidente Soru di usare la pace come valore e non la vendetta perché non tutto quello che era stato fatto nella passata legislatura era stato fatto male. "Si deve pensare al futuro, per esempio quali sono le sue intenzioni per quanto riguarda il lavoro? Intende rifinanziare la legge Cogodi? Quante risorse intende destinare alla legge 36? Perché ha dimenticato nelle sue dichiarazioni programmatiche di parlare di cooperazione? Noi riformatori sardi le facciamo gli auguri aspettiamo le riforme su cui vogliamo confrontarci". 

 "L'alto spessore politico, il metodo proposto, il contenuto delle dichiarazioni del Presidente Soru hanno indicato il cammino da seguire" e la Coalizione che ha vinto le elezioni lavorerà, con impegno, per attuare questo ambizioso programma. L'on. Mario Bruno (Progetto Sardegna) ha chiarito come la Coalizione intende passare dalle enunciazioni programmatiche alla vera azione di governo, stringendo un "rapporto autentico con i cittadini, rispettando il patto etico e democratico" stipulato quando è stato presentato il programma di governo, sul quale è stato chiesto ed ottenuto il consenso elettorale.
Le scelte politiche proposte, ha detto anche Mario Bruno, pongono al centro della scena "l'uomo" ed il nostro programma è appunto un progetto complessivo generale, nel quale le individualità ed i particolarismi si fondono, nell'interesse generale e collettivo.
Un programma di governo che sarà attuato chiamando a concorrervi, nel pieno rispetto del loro ruolo, tutte le forze politiche e sociali della società sarda.
La Giunta governerà ed il Consiglio svolgerà la sua alta funzione legislativa, di indirizzo e di controllo, ha aggiunto il rappresentante di Progetto Sardegna. E tutto avverrà nella massima trasparenza.
Le azioni di governo, ma anche l'attività legislativa, saranno portate avanti con una "consultazione continua e diffusa", in modo da cogliere le indicazioni e le sollecitazioni della società. "Ma si partirà dal problema degli ultimi", di quelle categorie più deboli, o meno fortunate, che rischiano di essere escluse dalla vita sociale. Le nuove povertà, le "barriere" di acceso al lavoro, alla cultura, all'informazione devono essere, in ogni caso, rimosse ed alle nuove e diverse "situazioni contingenti" bisognerà dare risposte adeguate.
La situazione generale è cambiata, ha detto anche Mario Bruno, e mentre è opportuno ridurre sprechi ed interventi clientelari, è necessario decidere maggiori finanziamenti a favore delle iniziative sociali ed applicare, anche in Sardegna, la legge 328/2000 sui servizi sociali integrati.
Le decisioni, nei diversi settori, dovranno comunque essere fatte dopo un attento confronto con le parti sociali, instaurando un rapporto più serio e costruttivo con i sindacati, le organizzazioni professionali, le associazioni del volontariato, le organizzazioni che operano nel terzo settore.
Ma questo "ambizioso" programma, per essere realizzato compiutamente, ha bisogno di nuovi strumenti istituzionali e la riforma della Regione, la realizzazione di "un sistema integrato delle autonomie", con il trasferimento di compiti e risorse agli enti locali, appare una assoluta priorità. "La Regione, così, potrà finalmente delegare la gestione amministrativa e riappropriarsi del suo ruolo, che è quello di programmare, coordinare, promuovere lo sviluppo e la crescita della Sardegna". Sarà, a quel punto anche molto più facile "annullarsi in un progetto collettivo, superando contrasti e divisioni, e operare con l'esclusivo obiettivo di favorire la crescita complessiva della Sardegna".

"Il programma per cambiare la Sardegna propone un metodo nuovo e contenuti moderni, che imporranno un diverso modo di governare". Anche l'on. Vincenzo Floris (Democratici di Sinistra) si è voluto soffermare sulle particolari novità illustrate dal presidente Soru. Proposte "diverse" che consentiranno, ha detto l'oratore, di dare soluzione ai gravi problemi della società sarda, alle prese con una profonda crisi economica, che provoca un preoccupante scollamento sociale e favorisce lo spopolamento di molti comuni.
"Sono state fatte scelte di politica alta, ha detto ancora Vincenzo Floris; è stato proposto un progetto compiuto che pone, al centro dell'attività politica, i cittadini". I programmi, infatti, prevedono interventi per favorire l'innovazione dei processi produttivi, ma anche per dare soluzione ai problemi che attanagliano i lavoratori delle industrie in crisi, i pensionati, i giovani senza lavoro, che serviranno a contrastare l'emergere di "nuove povertà".
Richiami accorati per affrontare e cercare di risolvere questi drammatici problemi sono giunti, anche recentemente, dalla Chiesa sarda; così come le organizzazioni sindacali hanno sollecitato iniziative concrete, per limitare le tensioni ed il malessere sociale. Appelli ai quali non si può restare insensibili, "anche perché gli ultimi rappresentano la sfida più difficile" in questa difficile situazione.
La crisi dei diversi settori produttivi, l'eccessivo indebitamento degli operatori  economici isolani, inoltre, rendono ancora più difficili, ma necessari, gli interventi correttivi. Riaffermando il valore sociale e culturale del lavoro, specialmente per i moltissimi giovani sardi disoccupati, Vincenzo Floris ha ricordato che "il tema del lavoro deve coinvolgere tutto il Consiglio regionale".
Usciremo, tra poco,dall'Obiettivo 1, dopo aver sottoutilizzato le risorse comunitarie, ha detto anche Floris, avviandosi alla conclusione, dobbiamo riallacciare rapporti, riavviare un confronto con la Comunità europea, presentandoci nelle sedi comunitarie non con il cappello in mano ma con la schiena diritta e dobbiamo essere in grado di avviare una nuova fase di rinascita, con "l'uomo al centro del nostro progetto" politico, che non deve e non può prescindere dai concetti di solidarietà e sussidiarietà.
Il programma presentato, sul quale i sardi si sono così favorevolmente espressi, ha aggiunto Vincenzo Floris, punta anche sui servizi, sull'ambiente, sulla produzione di beni materiali ed immateriali, propone un nuovo progetto di sviluppo compatibile con l'ambiente, con le risorse e le tradizioni culturali isolane. Seguendone le indicazioni, sarà possibile disegnare un nuovo quadro normativo che favorirà la realizzazione di prodotti di qualità, che permetterà al sistema economico sardo di riprendersi e di affacciarsi, sul mercato internazionale, con grandi possibilità di affermazione. Le risorse pubbliche saranno utilizzate in modo oculato, si punterà sul turismo, sul credito, sui trasporti, sull'informazione, sulle produzioni alternative e di "grande qualità"; saranno avviate interessanti iniziative per favorire la ripresa, il sorgere di tutta quella serie di imprese, grandi, piccole, micro che favoriranno, anche per i loro innovativi contenuti tecnologici, alla società sarda di raccogliere e vincere la sfida dell'internazionalizzazione. Ed il raggiungimento di questi traguardi è l'obiettivo primario di questa coalizione.

"Ho seguito con grande attenzione le dichiarazioni del presidente Soru, che più che programmatiche mi sono apparse d'intenti. E ne sono rimasto deluso". Il consigliere regionale Matteo Sanna (Alleanza Nazionale) ha quindi chiesto "quale è il vostro progetto, il disegno che volete proporci". Dal programma proposto non traspare, infatti, nulla di nuovo, nulla di concreto. Ci sono indicazioni di principio, affermazioni largamente scontate, ma l'unica cosa che sembra caratterizzare questa "azione di governo" è che è all'opera, per la prima volta, un a giunta "sardo-pemontese" e che nel programma di intervento l'unica cosa che realmente manchi sia "la libertà".
"La libertà è il riconoscimento dei diritti e l'indicazione dei doveri" ha aggiunto Matteo Sanna, invece, proprio queste indicazioni mancano del tutto. Richiamando l'articolo 1 della Costituzione repubblicana, l'esponente di An ha ricordato che è un impegno, anche per questo Consiglio, assicurare a tutti i cittadini libertà e lavoro e pari dignità sociale. 
Nella attuale situazione sociale ed economica, invece, proprio questi principi basilari, questi valori fondanti della nostra Carta Costituzionale sembrano ignorati, dimenticati. Ora si parla di turismo, di svago, di vacanze, di tempo libero, di guadagno facile, ma le esigenze dei cittadini sono ben diverse ed il lavoro non può essere ignorato o contrapposto ai grandi temi del momento. Chi governa, inoltre, deve impegnarsi per garantire ed assicurare a tutti giustizia sociale, solidarietà, ripartizione equa delle risorse disponibili.
Il presidente della Giunta ha battuto molto sul tema della innovazione, per garantire qualità e produzioni tipiche, in grado di affermarsi sui mercati mondiali, ha aggiunto Matteo Sanna, ma sul mercato ci si afferma e si può competere quando si opera in situazioni di libertà, mentre all'interno di questa coalizione non sembra che di libertà ce ne sia poi molta.
Ci sono altri aspetti, nel programma di questa giunta, ha detto ancora l'esponente di AN, che lasciano perplessi, anche perché sembra si vogliano mettere da parte i partiti, le organizzazioni politiche. Invece i partiti, le forze politiche hanno un ruolo, un grande compito, "perché la politica progetta, media, decide" dopo aver esaminato la realtà, compreso le esigenze, approfondito le richieste. "Non si possono fare invasioni di campo, ha aggiunto Matteo Sanna", forze sociali, organizzazioni, partiti hanno ruoli e compiti diversi; tutti, chiaramente, devono far sentire la loro voce, ma non si può contestare "il primato della politica". Certamente, anche in Consiglio, la dialettica politica imporrà profonde divisioni: la maggioranza governerà, la minoranza farà l'opposizione, rispettando ruoli e compiti.
"La nuova giunta, comunque, non avrà vita facile", ha concluso Matteo Sanna, perché questa coalizione non ha basi salde, le idee non sono omogenee, il programma è frutto di compromessi e di contrapposizioni, "la sua coalizione è costruita sulla sabbia. Auguri Presidente".

"I miei auguri affettuosi alle donne che, più numerose che in passato, siedono in questo Consiglio. Ed un augurio di buon lavoro a tutti". L'onorevole Angelina Corrias (Democratici di Sinistra), nel suo intervento, ha voluto analizzare le ragioni che hanno portato alla vittoria la Coalizione guidata da Renato Soru. "Il centrosinistra ha vinto, ha detto l'esponente DS, perché dopo i danni del centrodestra ha saputo ridare speranze alla società sarda. Il disincanto non ha avuto il sopravvento sul sogno, sulla speranza di vivere, di crescere, Ora, è il momento di agire".
E' anche il momento di "ascoltare" quello che chiede la società sarda, un insieme di piccoli comuni, tutti con grandi tradizioni, che devono essere valorizzate, tutelate. Baunei, ad esempio, il centro del quale Angelina Corrias è sindaco, è diviso tra mare e collina e presenta tutte le caratteristiche,  le esigenze, dei piccoli e medi paesi sardi.
Tradizioni e cultura sono tipiche, come irripetibile è l'ambiente naturale, ha detto Angelina Corrias, a noi "il compito di garantire queste unicità, di amalgamarle in un grande progetto sardo".
Un grande progetto che si deve fondare "sulla capacità della regione di ascoltare", un tasto sul quale l'esponente Diessina è tornata più volte, ribadendo che i problemi, come quelli legati agli incendi estivi, devono essere affrontati prima che "diventino gravi, difficili da risolvere".
Il programma del presidente Soru, ha aggiunto il sindaco di Baunei, contiene delle indicazioni di grande interesse. Ma si devono fare anche altre scelte, più significative, più decise. Nel campo turistico, ad esempio, non si possono trasferire in Sardegna modelli e sistemi che vanno bene per altre parti d'Italia. "Noi dobbiamo valorizzare le nostre tipicità, dobbiamo avere il coraggio di cambiare" anche nei confronti del recente passato. Gli esperti, coloro che conoscono la realtà sarda devono essere messi in condizione di misurare, passo dopo passo, i nostri territori, ascoltando chi conosce realtà ed esigenze. Su queste conoscenze si deve, poi, elaborare un grande progetto che, rispettando le caratteristiche delle singole zone, dei diversi paesi, valorizzi le specificità, l'insieme irripetibile della Sardegna.
Ma per fare questo serve molto coraggio, nuove conoscenze, ricerca e fiducia nel nuovo. "Il vero cambiamento parte dalla modernità, ha concluso Corrias, e la stampa è uno strumento essenziale per orientare le coscienze. Ma serve una stampa libera e, specialmente, servono dei cittadini liberi".

Per Onorio Petrini (FI) le dichiarazioni del presidente Soru non devono essere un libro dei sogni, ma lo strumento per intervenire, subito, in alcuni settori dove il disagio è più forte. Si è parlato degli "ultimi", ma chi considerare tale? Chi non ha un lavoro o una casa? Chi ha un reddito al di sotto della sopravvivenza? Petrini, che si occupa nel quotidiano di servizi sociali, ha indicato nei disabili la categoria più esposta chiedendo attenzione ad alcuni problemi che appaiono persino paradossali, come quello dei trasporti: ha ricordato che per viaggiare in nave o in aereo, i disabili in carrozzina devono essere accompagnati, ciascuno da un accompagnatore. In Sardegna ci sono squadre sportive eccellenti che hanno difficoltà a sostenere spese così rilevanti ed attendono una legge che non penalizzi persone che, pur in quelle condizioni, vogliono fare sport. Stessa storia per i mezzi pubblici, i tram (che non hanno l'elevatore) e i taxi. Molti disabili appartengono alla terza età; il problema dei trasporti limita fortemente la vita di relazione. Per questo è necessario, cominciando dagli ultimi, che la Regione intervenga.
Citazione specifica è stata fatta per l'Unità spinale dell'Ospedale marino di Cagliari, "un fiore all'occhiello" grazie al quale c'è chi, dopo brutti traumi al midollo spinale, riesce a salvarsi. Ma i 15 posti disponibili (per lunghe, a volte lunghissime, degenze) non bastano più ed è indispensabile - ha detto - trovare le risorse per raddoppiarli, visto che, purtroppo, sono almeno 30 all'anno (con punte di 49 traumi come lo scorso anno) i traumatizzati.
Petrini ha sfiorato anche il problema del turismo, chiedendo che quel settore possa generare occupazione, anche a costo di sfornare camerieri - qualifica che non va a genio a Soru - visto che esistono scuole alberghiere e che i giovani diplomati sono a spasso. Contrario su vincoli urbanistici esagerati ("se costruiamo a due km dalla costa, in Sardegna non ci viene nessuno"), l'esponente di Forza Italia ha chiesto di affrontare il problema della viabilità che rimane una grossa strozzatura per le prospettive di sviluppo.

Per Antonello Addis (La Margherita) saranno tempi difficili quelli della tredicesima legislatura, ben diversi da quella precedente, definita più ricca, per i fondi europei dell'Obiettivo 1 e le migliaia di miliardi dei mutui contratti.
Dunque c'è da supplire all'eredità del recente passato col proposito, del resto indicato dal programma del presidente Soru, che dare nuovo impulso all'economia.
Su due punti l'ex sindaco di Tempio ha focalizzato la propria attenzione: la sanità ("necessaria una discontinuità col passato") e la formazione professionale.
La sanità deve saldare il gap con le altre regioni italiane; fornisce ancora servizi di minor livello sia per qualità che per quantità. Ma non si tratta solo di ospedali (e, in questo campo, quelli piccoli vanno difesi e definitivamente accettati nel piano sanitario per evitare la ricorrente spada di Damocle di una loro minacciata chiusura): c'è, da sviluppare, prevenzione, riabilitazione e ricerca insieme alla medicina del territorio. In campagna elettorale sui piccoli ospedali si è fatto del terrorismo; oggi si comprende che la politica di Soru non è quella dei tagli indiscriminati ma di contribuire ad avvicinare la sanità ai cittadini.
Addis ha apprezzato anche il nuovo modo di governare del presidente, che emerge anche dalle dichiarazioni rese all'Aula, "diverse, moderne", capaci di un forte coinvolgimento. Sono di buon auspicio per una stagione produttiva per tutti i sardi.
A questo punto il presidente Fadda ha convocato una breve conferenza "informale" dei capigruppo per l'organizzazione dei lavori, essendo ancora numerosi (circa 20) gli iscritti a parlare.

Alla ripresa dei lavori è intervenuto l'on. Attilio Dedoni (I Riformatori) che ha sottolineato che il dibattito, che si stava svolgendo in aula, ha posto in evidenza la necessità di una riforma istituzionale per consentire alla Sardegna di essere all'altezza dei tempi. Per il consigliere regionale dei riformatori il punto di partenza di ogni riforma è il nuovo statuto. Ribadendo l'importanza del Consiglio regionale che deve svolgere le funzioni legislative, di indirizzo e di controllo, l'on. Dedoni ha chiesto a tutte le forze politiche di approvare al più presto la nuova carta costituzionale della Sardegna. Per l'on. Dedoni le dichiarazioni programmatiche del presidente Soru sono dichiarazioni piene di buona volontà che contengono, tra l'altro, molti progetti da tempo portati avanti (anche con proposte di legge) dai riformatori.  Il consigliere regionale è stato, però, molto critico su due punti: La formazione professionale (non è vero che è servita solo ad arricchire gli enti che la fanno) e l'internazionalizzazione (ha auspicato che, in futuro, siano utilizzati al meglio gli uffici di Roma e di Bruxelles). L'on. Dedoni ha chiesto al presidente Soru maggiori chiarimenti sul programma per il lavoro, sul turismo, sull'identità e ha chiuso il suo intervento ricordando che in Sardegna, nell'ultimo anno ci sono stati 59 morti ammazzati. "I sardi ci hanno voluto all'opposizione, il nostro ruolo in questa legislatura sarà improntato alla correttezza, ha avvertito Dedoni, ma vigileremo, state attenti".

L'on. Pirisi (DS), ha aperto il proprio intervento in lingua sarda, perché ciò contribuisce a valorizzare l'identità della Sardegna e il suo patrimonio culturale, inviando così un particolare segnale ai consiglieri. Nel programma di Governo, ha detto ancora Pirisi, c'è una grande attenzione verso i temi della lingua e dell'identità.
Per Pirisi, in Aula si respira un'aria nuova, senza la tensione che aveva caratterizzato l'avvio della precedente legislatura. E' vero, si deve riconoscere che il bipolarismo non è perfetto, ma non è accettabile utilizzare" il vezzo di abbandonare l'aula o di disertare il lavoro complessivo del Consiglio".
Occorrerà dimostrare che la nostra alleanza non è nata solo per vincere le elezioni, ma anche per dare un buon governo alla Sardegna, ha detto ancora Pirisi, con un lavoro che si baserà sull'intesa fra Giunta e Consiglio nel rispetto dei ruoli reciproci.

Dopo avere espresso certezza sulla qualità del lavoro che svolgeranno la Giunta e la maggioranza, Pirisi ha precisato che si opererà nell'interesse di tutti i Sardi, specialmente dei sardi più deboli. Citando le affermazioni dell'on. Sanna in merito all'articolo di Severgnini sul Corriere della Sera, Pirisi ha ricordato che gli episodi riguardano la villa del Presidente del Consiglio in Costa Smeralda. L'allora "Governo regionale era stato silenzioso" su questo tema, e quindi quella maggioranza, oggi all'opposizione, non ha il diritto di rivolgere ad alcuno accuse di speculazione.
Il programma di Governo c'è da tempo, ha detto ancora Pirisi, e su quel programma c'è stato l'accordo degli elettori che hanno dato la fiducia a Soru e al suo progetto.
Pirisi ha poi rivolto all'on. Petrini alcune affermazioni circa la sua appartenenza a Forza Italia, nel momento in cui opera a favore delle fasce più deboli ed ha proseguito commentando alcune critiche rivolte dall'opposizione al programma di Soru. Le risposte verranno con i fatti, anche con i progetti che erano stati bloccati dal centro destra, come quello relativo ai centri storici. Pirisi ha concluso elencando diversi problemi che questa Giunta dovrà affrontare da subito, in particolare quelli riguardanti l'ambiente ed il turismo, nell'ambito dello "sviluppo possibile".

L'on. Paolo Pisu (RC) dopo avere affermato l'intenzione di trattare alcuni punti del programma presentato da Soru, ha avviato l'intervento esponendo le proprie riflessioni sulle riforme, In questo momento, ha detto Pisu, nel paese avanza "la sciagurata ipotesi governativa del federalismo" per il quale, invece, si dovrebbe ricorrere alle idee dei grandi sardi come Gramsci e Lussu.
La Sardegna deve ricontrattare il proprio stato con il Governo, per potere reggere la sfida liberista della globalizzazione, nel quadro dell'ambito dell'Europa che tende a privilegiare le nazioni rispetto ai popoli.
Dopo avere rivolto pesanti critiche ai governi sardi precedenti, Pisu ha rivendicato il proprio passato nazionalitario per soffermarsi poi sui temi della pace e delle servitù militari, argomenti sui quali si dovrà aprire un'apposito tavolo di confronto con il Governo.
Pisu ha, infine, toccato i temi dei valori e dello sviluppo sui quali basarsi per il futuro della Sardegna, partendo dal grande patrimonio culturale ed ecologico dell'isola. Non si dovranno trascurare i piccoli comuni e le zone interne della Sardegna, ha concluso Pisu, sottolineando come il lavoro sia il tema centrale delle dichiarazioni di Soru e del programma di Rifondazione Comunista, e chiedendo infine al presidente Spissu un'apposita seduta del Consiglio sullo status dei consiglieri per fare chiarezza su questo argomento. Il presidente Spissu, nel convenire sulla necessità di puntualizzare alcuni aspetti relativi allo status dei consiglieri, ha affermato che ciò verrà fatto quanto prima utilizzando gli strumenti più adatti.

Il presidente Spissu ha poi ricordato che sono previsti ancora 13 interventi oltre a quelli dei capi gruppo e del presidente Soru, ragion per cui i lavori proseguiranno nel pomeriggio fino alle 20.30 e poi domattina.


I lavori riprenderanno nel
pomeriggio alle ore 16.30