CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA


Nota stampa
della seduta n. 5 pomeridiana del 28 luglio 2004


Il Consiglio regionale ha proseguito i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu e dell'on. Claudia Lombardo.

Prosecuzione discussione sulle
dichiarazioni del presidente
Renato Soru.

La seduta pomeridiana si è aperta con le dichiarazioni dell'on. Atzeri (Misto - Psd'az).

Nelle dichiarazioni programmatiche del presidente Soru ci sono state alcune indicazioni "cariche di sardismo", ma forse si tratta di proposte permeate da quel "sardismo di facciata" che non serve per affrontare e risolvere i problemi della Sardegna. Comunque, "il Partito sardo d'azione svolgerà un'azione critica, ma non un'opposizione preconcetta" nei confronti di questo esecutivo. "La nostra è una reale apertura di credito, ha detto il consigliere regionale Giuseppe Atzeri (Misto-Psd'az), ma giudicheremo volta per volta e daremo il nostro giudizio favorevole solamente sui risultati positivi raggiunti da questo governo".
I consiglieri del Psd'az, quindi, ha aggiunto Atzeri, voteranno a favore dei programmi a forte connotazione sardista, ma saranno assolutamente contrari a quelli che di "sardismo avranno poco o nulla".
Esaminando alcuni aspetti particolari del programma di governo, l'on. Atzeri si è, inoltre, soffermato sulla necessità di avviare una profonda azione di moralizzazione delle istituzioni. "Nessun dubbio sulla necessità di questa iniziativa, ha aggiunto Giuseppe Atzeri, ma senza moralismi eccessivi, perché in Sardegna non abbiamo bisogno di giustizialismo, ma semplicemente di rigore e di rispetto delle norme e delle regole".
Il tema che, secondo l'esponente del partito dei Quattro mori, è di grande attualità è quello legato alla riscrittura delle regole. "Lo Statuto mostra limiti, gli strumenti giuridici e politici di ieri non sono adeguati ad affrontare i problemi di oggi. Ma non esistono indicazioni certe, credibili su queste nuove regole, sulla "natura fondante, costituente di questo nuovo progetto di Statuto. Certamente, le riforme non si possono fare a "colpi di maggioranza"; è necessario coinvolgere tutte le parti vive della società sarda; bisogna giungere ad un sereno confronto con le altre forze politiche, anche per contrastare il progetto di trasformazione, in senso federale, dello Stato, che non sembra adeguato a risolvere i reali problemi del Paese.
Si potrebbe arrivare, in tempi brevi, ad una regionalizzazione del sistema scolastico, ad una reale valorizzazione della lingua, della cultura, delle tradizioni sarde, ma su questo specifico argomento non si sono notate favorevoli novità; così come l'introduzione del sardo anche nella vita pubblica appare lontana da una concreta e pratica realizzazione. Ma per portare a termine riforme di questa importanza, di questa rilevanza, sono necessari rapporti diversi tra le forze politiche, di un confronto positivo tra i gruppi, le forze politiche, i movimenti, le associazioni, le organizzazioni impegnati in questo difficile cammino delle riforme.
Un'altra riforma dalla quale non si potrà prescindere, ha aggiunto Atzeri avviandosi alla conclusione del suo intervento, è quello della nuova legge elettorale. "Quella con la quale siamo andati a votare è profondamente illiberale, liberticida, inconcludente. Si tratta di un altro tema delicato, sul quale ci si dovrà confrontare con coerenze e serietà".
Su questi e su altri problemi, da non dimenticare quello delle "contaminazioni culturali", della innovazione, della divisione dei ruoli e dei poteri tra Esecutivo, maggioranza e Consiglio, il Partito sardo d'azione osserverà attentamente l'azione della Giunta, che però, ha concluso Giuseppe Atzeri, "è partita con il piede sbagliato. Perché, portare un assessore dal Piemonte, specialmente se saranno accertati gli stretti legami esistenti tra la sanità torinese e quella cagliaritana, sembra la certificazione che i sardi non sono in condizioni di autogovernarsi. Esiste, quindi, il reale rischio che la Sardegna venga, rapidamente, trasformata in un protettorato".

 "La XIII legislatura, speriamo il numero porti fortuna, è piena di novità, non solamente per le norme elettorali, applicate per la prima volta nell'Isola, ma perché si imporrà un nuovo sistema di relazioni tra l'esecutivo ed il Consiglio regionale". L'onorevole Luciano Uras (PRC), intervenendo nel dibattito sulle dichiarazioni del Presidente Soru, ha voluto affrontare due temi di "particolare importanza": quello dei rapporti istituzionali e quello del lavoro.
"Il mio partito, tutti noi, siamo proporzionalisti e non presidenzialisti" ed abbiamo sempre improntato la nostra attività politica alla "massima partecipazione", al rispetto delle regole, ad una stretta osservanza dei ruoli. Anche in questa legislatura, quindi, ha anticipato Luciano Uras, i temi istituzionali sul tappeto saranno affrontati con la "coerenza, con la correttezza" che ha sempre caratterizzato l'attività politica, anche nell'Aula consiliare, degli esponenti di Riformazione Comunista.
L'on. Uras ha, quindi, approfondito il tema del lavoro, della necessità di cercare di creare nuovi posti di lavoro, per lenire il dramma dei 120 mila sardi senza una fonte di reddito, "ma i dati sono quelli dell'Istat, quindi, probabilmente non assolutamente certi". Il lavoro è un diritto e la maggioranza, il Consiglio devono impegnarsi per garantire questo diritto a tutti i sardi. "Certamente non si parte da zero, ha detto anche Luciano Uras, ma servono scelte più incisive che non in passato. I dati parlano, infatti, di 540 mila occupati e di 120/130 mila persone senza lavoro. Ma questi dati, su una popolazione di 1 milione e 600 mila abitanti, sono "chiaramente incompleti".
Occorre, quindi, una indagine più accurata, servono iniziative incisive; è necessario avviare anche il potenziamento dell'Azienda regionale per il lavoro, in grado fornire un quadro più completo e "corretto" del sistema isolano.
Negli anni passati, con il Piano straordinario per il lavoro, si sono fatti dei passi in avanti ed i dati confermano una leggera crescita degli occupati; ma devono essere messi a punto nuovi strumenti di intervento, più incisivi e dinamici.
Le scelte del governo nazionale, infatti, sembrano penalizzanti per le "aree deboli" e la Sardegna corre il rischio di una nuova emarginazione.
La Regione, quindi, deve chiarire come vuole intervenire. La Giunta, che nelle sue dichiarazioni programmatiche ha mostrato una certa attenzione per un tema così delicato, deve indicare, con maggiore precisione, come intende muoversi. Potenziare e, forse, modificare compiti e struttura dell'Agenzia regionale per il lavoro può essere un  primo passo, ma si deve profondamente modificare anche la struttura burocratico-amministrativa,  che opera in questo delicato comparto.
"Si deve intervenire anche incidendo sulla struttura degli uffici regionali". La burocrazia, infatti, in alcune occasioni ha frenato gli interventi, ha rallentato l'attuazione di buoni programmi. "D'altro canto, non esistono uomini buoni per tutte le stagioni" e se è necessario incidere sulla composizione dell'apparato regionale lo si deve fare con decisione e tempestività; così come si devono modificare le norme e le regole che, troppo spesso, rallentano l'attuazione di programmi e di piani di intervento.
"La gestione dei fondi, dei progetti, deve essere rapida e snella, ha concluso Luciano Uras. In molte occasioni, invece, la rigida applicazione di norme superate, una gestione non attenta delle risorse e dei finanziamenti disponibili, ha vanificato gli interventi anche già decisi e reso inutili gli sforzi fatti. "Questi fatti non devono più accadere".

La prima questione sollevata dall'on. Roberto Capelli (UDC) nel suo intervento  è stata quella relativa al giuramento del presidente della Giunta.  "La risposta alla mia richiesta sulla regolarità di insediamento del Consiglio regionale è stata data dallo stesso presidente Soru che ha detto di aver giurato davanti a testimoni e non davanti a questa Assemblea. Quindi, lo Statuto sardo non è stato rispettato. Non mi interessa cercare l'invalidità degli atti compiuti dalla Giunta, ma mi interessa far rispettare lo statuto sardo. Presidente Soru, lei sarà in regola con la sua coscienza, ma non è in regola con lo Statuto. Io, seppur dall'opposizione sono pronto ad ascoltarla e a capirla per il bene comune dei sardi, ma ho trovato davanti a me un muro di cemento armato".
Capelli si è chiesto, dopo le dichiarazioni programmatiche di ieri, quale è la vera faccia del presidente Soru: "E' quella di ieri che elenca cose scontate o quella mostrata  con gli atti fin qui svolti? E' un presidente-imperatore che vuole ricostituire il regno sardo-piemontese portando da fuori gli assessori? O è un presidente padre- padrone che si è circondato di assessori che non devono parlare o pensare? Spero che questi assessori non abbiano venduto la loro dignità".
Capelli ha, poi, ricordato che è ormai trascorso più di un mese dalla elezione del presidente della Giunta e che non è stato nominato ancora un vicepresidente. "Sicuramente lo stanno decidendo a Roma quelle stesse persone che hanno imposto la candidatura di Soru".
Sul conflitto di interessi, ironicamente, l'esponente dell'UDC ha dichiarato che "non esiste" e che, peggiorando la situazione, Soru ha avocato a sé la cassa dell'informatizzazione.
Sulla legge urbanistica e sul vincolo di 2 km dalle coste, Capelli ha sottolineato che, ovviamente, le nuove norme non riguarderanno chi la casa sul mare l'ha già comprata (il consigliere ha specificato che non si stava riferendo a Berlusconi).
Molto criticata anche la scelta del presidente Soru di affidare l'assessorato alla Sanità ad un assessore piemontese. "Per governare la Sardegna bisogna conoscere i problemi dei sardi e del territorio". Per l'on. Capelli le prime scelte fatte dall'assessore alla sanità  sono molto discutibili. "E' necessario rendere sempre meno la sanità sarda "Cagliaricentrica" per questo si era deciso di istituire anche a Sassari il centro trapianti di fegato. Oggi si vuole cambiare per la logica dei numeri. Ciò che mi preoccupa è che questi atti della Giunta possono essere il preludio della chiusura di altri centri sanitari isolani. Ritengo che non si possa governare solo con i numeri e tanto meno "dando i numeri" perché il diritto alla salute è sacrosanto, la sanità  non deve essere gestita come se fosse un'azienda ". Sulle dichiarazioni programmatiche presentate ieri in aula dal presidente Soru, l'on. Capelli è stato chiaro: "mi hanno suscitato delusione, irritazione (nella parte in cui si fa riferimento al sovrapporsi del pubblico con il privato, ma forse si riferisce al periodo in cui il presidente Soru si aggiudicava gli appalti) e rabbia (per la parte dedicata alle zone interne). Critiche anche sulla totale mancanza del problema delle servitù militari, sulla confusione tra agricoltura e industria, sulla inadeguatezza della parte dedicata al commercio (appena 4 righe), sull'inesistenza di progetti per altre università, oltre a quella di Cagliari e Sassari e sul silenzio per le Ferrovie del nuorese.
Capelli ha annunciato, poi, che il presidente Soru sarà citato in altre sedi per quanto riguarda le offese che ci sono nelle dichiarazioni programmatiche. "Lei parla di perseguimento di interessi particolari rispetto a quelli della collettività, lei non può mettere in dubbio l'onestà di chi, anche se non è della sua parte politica, ha governato prima di lei. Se conosce qualcosa di illecito ha il dovere di parlare, ed il Consiglio è la sede giusta, ma non può continuare a lanciare subdole accuse. Per quanto mi riguarda il mio unico interesse è quello dei sardi e dei nuoresi".
Capelli ha concluso dicendo che le dichiarazioni programmatiche del presidente Soru sono solo propaganda elettorale.

Il presidente Spissu, rispondendo all'on. Capelli sulla questione del giuramento ha ribadito che l'insediamento del Consiglio era perfettamente regolare e che stamattina era anche stato approvato il procedimento verbale della prima seduta. Ha pregato, poi, i colleghi di non chiamare il presidente Soru "governatore".  La figura del governatore non esiste, il presidente della Regione è presidente della Regione.

E' poi intervenuto l'on. Antonio Calledda (DS) che ha ricordato che nel 1999 le elezioni non furono vinte dal centrodestra, ma che nei collegi provinciali aveva vinto il centrosinistra. Il centrodestra aveva governato solo grazie ad un ribaltone. E' inutile, ha aggiunto, rivolgendosi all'on. Capelli, fare questi ragionamenti, bisogna guardare avanti e spero che l'opposizione sia in grado di dare un contributo per la crescita della Sardegna. "Se alcuni passi del programma del centrosinistra non vi vanno bene, aspettiamo proposte, in caso contrario non sarà possibile nessun confronto. Sul conflitto d'interessi, Calledda ha detto che è un problema risolto. Soffermandosi sulle cose da fare, il consigliere diessino ha ricordato che la Sardegna vive un periodo di crisi economica straordinaria. "Nel mio territorio, ha aggiunto, in 10/15 anni siamo passati da una monocoltura mineraria a una monocoltura industriale senza una giornata di sciopero e senza perdere neanche un posto di lavoro. I problemi da risolvere, però, sono tanti. Bisogna trovare una soluzione a problemi urgenti come quello dei fanghi rossi dell'Euroallumina". E a proposito delle multinazionali (Alcoa, Portovesme srl, Euroallumina) ha sollecitato l'apertura di una contrattazione perché queste aziende credono che tutto sia dovuto.
Calledda ha chiesto, inoltre, al presidente Soru risposte sul progetto energetico, sul gassificatore, sul lavoro, sull'ambiente e sul parco geominerario.
Per il consigliere diessino se si riuscirà a perseguire l'obiettivo del cambiamento, il centrosinistra avrà fatto una parte del suo dovere. "Sono sicuro che in cinque anni riusciremo a risolvere i problemi che sono aperti. Le altre volte, ha concluso, in tutte le dichiarazioni programmatiche c'erano degli obiettivi, in quelle del presidente Soru c'è solo la volontà di dare una soluzione definitiva ai problemi della Sardegna".    

Non basta fare riferimento a valori che tutti condividono; le dichiarazioni programmatiche devono indicare un piano concreto di interventi, ben sapendo quali sono le difficoltà dell'azione di governo. Lo ha detto l'on. Sergio Milia (FI) sottolineando come manchi qualunque riferimento a progetti per riequilibrare uno stato sociale nel quale chi è rimasto indietro non è tutelato. Si parte, dunque, condividendo buona parte delle dichiarazioni programmatiche del presidente Soru, ma solo per la loro genericità. Sulle cose da fare, invece, ci saranno inevitabili divisioni.
Milia ha annunciato che l'opposizione vuole essere parte attiva nella costruzione del progetto di sviluppo; "toglietevi dalla testa - ha detto - che voi governate e noi staremo a guardare". Il centrodestra chiede d'essere puntualmente informato sugli atti di governo e chiede di conoscere in tempo utile le deliberazioni della Giunta. "Vogliamo evitare - ha aggiunto - situazioni paradossali come la delibera fantasma sull'informatizzazione", della quale, ha precisato, non si conosce di preciso il contenuto se non attraverso le notizie comparse sulla stampa. In ogni caso restano i dubbi anche sul rapporto fra il presidente e un suo assessore
Milia è ritornato anche sul giuramento. Soru avrebbe impedito ad alcuni assessori di giurare davanti al Consiglio; fatto grave - ha detto - perché dimostra che il presidente della Giunta non ha tenuto conto dello statuto regionale, preferendo attenersi alla legge nazionale. Ma non è questa la sola contraddizione: Soru ha sostenuto che bisogna evitare di esportare cervelli e poi, lui per primo, li importa; ha chiesto di governare la sanità coi numeri e poi penalizza la Sardegna eleggendo Torino come capitale dei trapianti; condanna gli sprechi e condivide una convenzione, stipulata dal "Brotzu", che consente di importare chirurghi, anestesisti e persino infermieri mettendo a loro disposizione un aereo privato ed elicotteri per gli spostamenti. Sono, queste, vere e proprie stranezze tollerate da un assessore, "guarda caso torinese".
Tutto ciò - ha aggiunto - avviene in un contesto imprevisto, un vero e proprio (a quanto si dice) clima di terrore che si sta diffondendo in uffici pubblici ed enti per le visite del presidente Soru di prima mattina, veri e propri interrogatori, dipendenti privati delle mansioni e rispediti agli uffici di provenienza, linee telefoniche dirottate in presidenza per esercitare un controllo diretto, secondo una cultura "dirigistica e fanatista" che il centrodestra respinge. C'è un'ansia di "dividere, epurare, creare liste di proscrizione" per chi, evidentemente, non condivide la linea politica del presidente; "ma noi - ha concluso l'esponente forzista - a questa logica ci opporremo".

L'on. Silvio Lai (DS) dopo avere ironizzato sullo stato di "shock postelettorale"in cui verserebbe, a suo parere, il centro destra, ha sostenuto che si dovrà sviluppare un intenso lavoro per riparare i danni provocati dai precedenti governi.
"Non dobbiamo appropriarci di valori che non sono compatibili con chi li proclama", ha proseguito Lai. Per parlare di abusi occorre avere la coscienza a posto, e non appartenere a chi ha governato all'insegna del clientelismo e dei favoritismi.
Lai non ha lesinato le critiche al precedente Governo di centro destra, elogiando poi i discorsi sviluppati dal presidente Soru, ed in particolare i richiami a valori come fiducia e speranza che devono essere riportati alla luce dopo l'oscurantismo precedente.
Per Lai occorre ripartire dai valori per motivare l'intera Regione, solo alcune settimane fa, ha sostenuto, "si faceva ancora la fila in attesa di parlare con gli assessori e le precedenze erano stabilite a seconda delle tessere". Oggi vi sono due sfide importanti: rappresentare gli interessi diffusi dei cittadini, e non solo quelli dei poteri forti, e realizzare un programma scelto dalla maggior parte degli elettori.
Occorrerà esplorare gli spazi creati dai nuovi assetti istituzionali, ha detto ancora Lai, con regole nuove che "sollevino il profilo delle istituzioni" e che valorizzino il patrimonio nazionale ed internazionale ed in particolare, l'intero sistema delle autonomie locali alla luce del concetto di sussidiarietà.
E' una sfida da stagione costituente, ha aggiunto Lai, accompagnata da una fase di risanamento perchè le casse della Regione sono vuote.
Dopo avere ricordato l'immagine e la visione della Sardegna progettata da Soru e dalla sua maggioranza, Lai ha ribadito che occorre ridare fiducia, rimettere in moto il sistema produttivo, riprogettare gli enti all'insegna della trasparenza, il tutto nel massimo rispetto dei diritti dei cittadini ai quali devono essere garantiti servizi sociali e sanitari efficienti, senza trascurare gli aspetti relativi all'istruzione e all'università.
Si deve ridare "il diritto a nascere" citando il grave problema demografico della Sardegna che penalizza le prospettive di sviluppo. Lai ha concluso affermando che la maggioranza "può vincere" davanti al bivio delle riforme da fare che non possono più essere rimandate. 

L'on. Francesco Sanna (La Margherita) ha respinto le accuse sulle presunte contraddizioni nelle dichiarazioni del presidente Soru, avanzate dalla destra. "Quelle, ha detto, sono le tavole alle quali la maggioranza si ispirerà" una maggioranza coesa che rappresenta un grande laboratorio politico al quale guardano anche altre regioni.
Sanna ha elogiato le dichiarazioni di Soru, esprimendo l'augurio che quegli impegni vengano portati fino in fondo "senza guardare indietro" nell'interesse dei sardi.
Per Sanna, l'opposizione, dopo aver ascoltato l'intervento di Soru, avrebbe potuto dimostrare una diversa volontà di collaborazione, disconoscendo così in particolare "il comportamento vergognoso" della Giunta Masala.
Dopo aver accennato all'importanza delle riforme e della programmazione del territorio, Sanna ha sostenuto che questa è la legislatura che il compito di rimettere in funzione l'intero sistema, come si evince già dal fatto che la Giunta è già operante e che nel giro di pochi giorni anche il Consiglio avrà i suoi effetti.
Questo è il risultato del bipolarismo, ha detto ancora Sanna, un sistema nel quale tutti sono rappresentati, con il "diritto di Tribuna" garantito non solo alle grandi formazioni politiche. In questa legislatura c'è un esecutivo forte ed un legislativo forte, senza contrapposizioni, ha concluso Sanna, nel rispetto dei ruoli specifici, con forme di collaborazione e confronto che riguarderanno particolarmente il nodo delle riforme, riforme che dovranno essere compiute entro il 2006. Questo è il compito fondamentale di questa legislatura.

"Quelle che storicamente si chiamavano dichiarazioni programmatiche e che il presidente Soru ha ribattezzato comunicazioni importanti, si sono rivelate uno strascico della campagna elettorale". L'onorevole Nello Cappai (Udc) ha giudicato l'intervento del presidente della Giunta come una "inutile ripetizione di slogan e di affermazioni vuote". I temi toccati sono stati di grande interesse, suggestivi anche, ma le indicazioni fornite del tutto vaghe ed inesistenti.
"Non ho capito come la Coalizione intende cambiare la Sardegna, ha aggiunto Cappai". La pace è il valore unificante della vostra Coalizione? Bene, su questo grande tema, generale, che poco ha a che fare con la realtà isolana, avete avviato un grande confronto chiamando a raccolta i partiti storici e le "nuove entità".
Ma per l'ambiente, "il giardino di Dio", non abbiamo sentito come intendente realmente tutelarlo, valorizzarlo, difenderlo.
"Il lavoro è un diritto, ha aggiunto Cappai, un'esigenza di tutti. Ma con quali iniziative concrete, con quali provvedimenti realmente innovativi intendete garantire questo diritto a tutti i sardi, specialmente a quelli che attualmente ne sono privi?".
Cosa dire poi delle indicazioni, semplicistiche, per non dire inesistenti, per quanto riguarda i settori produttivi. L'agricoltura sarda è in crisi, bisogna puntare sulle piccole produzioni di grande qualità, bisogna puntare sull'agro-industria e sulle trasformazioni, per avere valore aggiunto, ma vi siete dimenticati di indicare come, praticamente, raggiungere questi obiettivi.
"L'internazionalizzazione è penalizzante, ma anche una grande risorsa, ha detto ancora Nello Cappai. Ma il fatto che sia una grande sfida che bisogna vincere, senza dire come, è semplicemente una vuota affermazione di principio, e basta".
L'esponente dell'Udc ha poi approfondito alcuni aspetti del programma presentato per il settore sanitario, lamentando come il presidente Soru abbia preferito un "tecnico esterno", quando nella stessa giunta aveva una persona, sarda, altrettanto preparata e capace: "l'assessore Dadea". Con queste scelte come si può parlare di identità, di tutela delle caratteristiche, delle capacità, delle intelligenze sarde? La verità è che buona parte delle affermazioni fatte del presidente Soru sono prive di contenuti concreti, delle enunciazioni vuote e senza significato. La stessa inconcludente superficialità mostrata quando si è parlato di turismo, di scuola, quando si è ignorato lo spopolamento dei piccoli comuni; così come si sono dimenticati altri argomenti di "grande interesse".
Ad esempio, ci si erge a paladini dell'ambiente e si costruisce, in deroga alle norme, a pochi metri dallo stagno di Santa Gilla. Si promette il blocco delle coste e si compra un'azienda di trenta ettari, in riva al mare, dove sono stati tagliati alberi di grande pregio.
La verità è che "nessuno potrà governare se prima non avrà imparato ad ubbidire", a sentire ciò che la gente chiede, ciò che i sindaci ed i rappresentanti delle popolazioni sollecitano ed a tenere conto di queste indicazioni, di queste esigenze.
Le affermazioni di principio vanno bene in alcune circostanze, ha aggiunto Nello Cappai, ma come si fa a bocciare i parchi eolici quando 280 sindaci sardi hanno chiesto le autorizzazioni per realizzarli nei loro territori comunali? Come si fa a sparare nel mucchio senza esaminare, caso per caso, le esigenze dei piccoli comuni, dei paesi a rischio di spopolamento; come si fa a demonizzare l'asfalto per le strade vicinali, quando gli agricoltori chiedono strade campestri asfaltate e tenute bene, come si può proporre la chiusura della caccia, quando i cacciatori sono strenui difensori dell'Ambiente? A proposito di caccia, ha concluso Cappai, perché allora non vietare anche la pesca? Comunque, ha detto chiudendo polemicamente il suo intervento nello Cappai, anche in qualità di sindaco di un piccolo comune, "mi auguro che questo nuovo modo di governare non  serva chiedere la tessera ai sindaci dei comuni sardi, come è successo a me tra il 1995 ed il 2000, quando il piccolo comune che amministro non ha ricevuto alcun finanziamento proprio per il colore della mia tessera".

Per l'on. Ciriaco Davoli (RC) il risultato elettorale è la prova che la gente sta tornando alla politica e vuole essere protagonista del proprio futuro. Ora bisogna individuare i percorsi utili per tentare di risolvere le contraddizioni della società sarda. Rifondazione - ha precisato - che sta dalla parte degli ultimi, della società più debole e trascurata, è pronta a dare il contributo perché, anche di fronte allo spauracchio della globalizzazione, la Sardegna difenda il proprio ruolo. Non tutte le avvisaglie sono incoraggianti; la delocalizzazione delle fabbriche verso mercati del lavoro più convenienti, rischia di far fallire alcune conquiste sindacali (come il mantenimento delle 35 ore nell'industria metalmeccanica francese e tedesca) sotto la minaccia di trasferire altrove le attività. In un'economia che gioca al ribasso bisogna evitare possibili guai. Il problema del lavoro resta, dunque, l'epicentro dell'azione politica della Giunta Soru.
A questo problema, l'on. Davoli, ne aggiunge altri due, uno in sintonia (la scuola) ed uno in dissonanza (i parchi eolici). Di scuola, ricerca e università si è parlato poco nel corso del dibattito eppure se si dà corso alla smobilitazione delle scuole dei paesi dell'interno ("unico presidio civile") applicando "beceri parametri", si finisce col creare una situazione drammatica dove la cultura diventa un valore secondario e il titolo di studio, di fronte ad un mercato del lavoro fortemente limitato, una sorta di optional. Ci sono fenomeni, come la dispersione scolastica, sui quali vale la pena di ragionare per vedere se non dipendano anche dal disagio generale della società. E c'è, soprattutto, l'urgenza di individuare le strade per rendere inefficiente la legge Moratti.
Perplesso, invece, l'on. Davoli sulla campagna contraria all'eolico scatenatasi sulla stampa. Eppure quella delle fonti rinnovabili dell'energia è una strada obbligata, che, entro il 2010, dovrebbe portare a coprire una fetta rilevante del fabbisogno. Davoli ha citato l'esperienza del suo paese, Orune, che ha resistito "alle lusinghe delle sirene", ma dopo attenti ed approfonditi studi ha deciso di realizzare le pale. Vanno promossi, a suo giudizio, solo i progetti scientificamente seri; ma non ci deve essere ostilità aperta verso soluzioni che tengono conto dell'ambiente, delle realtà circostanti e dell'utilità economica dell'iniziativa.

Per l'on. Mariano Contu (FI)  nelle dichiarazioni programmatiche del presidente Soru mancano i progetti. "Il presidente della giunta  ha fatto una descrizione disastrosa della situazione della Sardegna. Io ritengo che la nostra isola, in 60 anni, abbia vissuto momenti più o meno felici, ma non si può affermare che ora  c'è solo degrado".
Gran parte dell'intervento dell'on. Contu è stato dedicato al settore sanitario. "Per me, operatore del settore, la scelta di avere nominato un assessore piemontese è uno "schiaffo". E' impossibile che tra il milione e 643.000 residenti in Sardegna non sia stato possibile trovare una professionalità illustre che potesse ricoprire degnamente tale incarico."
L'on. Contu ha dichiarato di essere profondamente deluso dalle  scelte del presidente Soru nel settore sanitario. Critiche anche per l'ambiente (nelle dichiarazioni programmatiche non si accenna al problema dei rifiuti), per il lavoro (non si parla di progetti e di quali misure si intende adottare per far scendere ulteriormente il tasso di disoccupazione), per i rapporti con gli enti locali (si citano solo le comunità montane).


I lavori riprenderanno
domani alle ore 10.