CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA


Nota stampa
della seduta n. 4 antimeridiana del 28 luglio 2004


Il Consiglio regionale ha proseguito i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu e dell'on. Paolo Fadda. L'ordine del giorno prevede la discussione generale sulle dichiarazioni del presidente della Giunta Regionale.

In apertura di seduta il Presidente ha comunicato la presentazione di :


Discussione sulle dichiarazioni
del presidente Renato Soru

In apertura di seduta il capogruppo di FI, Giorgio La Spisa, ha chiesto che la mozione n.1, sull'e-government, presentata dai gruppi delle opposizioni, sia discussa, secondo quanto prevede il regolamento consiliare, nel più breve tempo possibile. Il presidente Spissu ha assicurato che, nel corso di una prossima seduta della Conferenza dei presidenti dei gruppi, saranno fissati i tempi per l'esame in Aula della mozione sull' e-government.

"Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi", ricordando la celebre frase, Gerolamo Licandro (FI) ha aperto il dibattito sulle dichiarazioni "informali" del presidente dell'Esecutivo, preoccupato perché il "Presidente, da solo, vuole cambiare il corso della storia della Sardegna".

Esaminando la situazione con "spirito libero e laico", il primo oratore intervenuto nel dibattito ha rimarcato che "non tutte le facce presenti in quest'Aula sono nuove", quindi, molti consiglieri erano presenti anche nelle legislature precedenti, nelle quali la storia della Sardegna non è stata ridisegnata. L'onorevole Licandro, analizzando la "diversa" situazione politica sarda, si è anche chiesto come avrebbe operato il centrodestra, che nella precedente legislatura ha governato tra contrasti e polemiche "centrando, comunque, significativi traguardi", se nel 1999 avesse ricevuto dagli elettori "i seggi necessari per governare", come è avvenuto questa volta grazie alla "legge nazionale".

Il passato, comunque, è passato, ha aggiunto Mimmo Licandro ed i gruppi che ora sono all'opposizione osserveranno il loro compito, svolgeranno in pieno il loro ruolo, "saranno presenti in Consiglio, fedeli al compito assegnato dagli elettori: controllare l'azione del Governo regionale con gli strumenti ed i mezzi democratici".

E l'opposizione, certamente, sarà più efficiente ed efficace di quanto non lo sia stata quella della passata legislatura. E saranno difese anche le istituzioni, ha aggiunto Licandro: "Difenderemo il ruolo del Consiglio, eviteremo che venga ridotto ad un semplice organo di periferia; faremo in modo che sia il luogo dove vengono fatte le grandi scelte politiche, dove vengono approvate le leggi necessarie per favorire la crescita e lo sviluppo della società sarda".

Una crescita che avverrà solamente se sarà predisposto un nuovo progetto per la Sardegna, che "è cosa ben diversa dal Progetto Sardegna", un progetto politico che non può essere calato dall'alto, che deve essere discusso ed approfondito, evitando il semplice "prendere o lasciare" che sembra caratterizzare "questa proposta di governo", condizionata da "un efficientismo d'azienda, che sembra si voglia importare anche nella macchina regionale".

Un programma che deve essere attento ed attuabile, ha aggiunto Mimmo Licandro, il quale ha voluto incentrare la seconda parte del suo intervento sul problema sanitario, sulle scelte proposte in materia di sanità. "In Sardegna esistono realmente malati di serie A e malati di serie B; esistono realtà complesse e difficili da modificare". Il diritto alla sanità, ha aggiunto il consigliere regionale di Forza Italia, non è un diritto astratto, ma un diritto reale, riconosciuto e garantito e tutti i cittadini.

Ci sono delle realtà tra loro realmente differenti, ha detto anche il consigliere regionale oristanese, che vanificano ogni seria riforma, che "deve tendere a garantire una sanità il più possibile omogenea, di livello, in grado di garantire a tutti i malati" le stesse possibilità di guarigione. Invece, ad Oristano, ad esempio, non esiste un centro per i traumatizzati ed i pazienti, che hanno necessità di un intervento neurologico, devono essere trasportati a Cagliari, con un viaggio di almeno un'ora, che segna, in troppi casi, il "confine tra la vita e la morte".

Ma sono molte le carenze in tutto il sistema sanitario regionale, un "sistema" che non può essere razionalizzato solamente applicando i criteri del rigore e del contenimento dei costi. Anche perché le scelte economicistiche portano, realmente, alla divisione dei cittadini tra "ricchi e poveri; tra coloro che sono in grado di pagare visite ed analisi e coloro che, invece, devono aspettare mesi prima di fare una tac o una risonanza magnetica".

Su questi temi, ha concluso Mimmo Licandro, non faremo sconti, la nostra sarà un'opposizione coerente ed incalzante "perché non ci preoccupa fare opposizione, ci preoccupa il rischio del silenzio, del buio. Apriremo, quindi, le finestre per fare entrare la luce e renderci conto se avete colla e spago, necessari per portare avanti questo vostro programma".

"L'uomo è al centro dello sviluppo", con un richiamo all'ammonimento di Giovanni Paolo II, l'on. Mario Floris (Misto-Uds) ha aperto il suo intervento sulle dichiarazioni "informali" del presidente Soru. "L'uomo è e deve essere anche al centro delle scelte politiche", ha aggiunto Mario Floris, perché le scelte che anche la classe politica sarda deve fare sono legate proprio all'esigenza di favorire lo sviluppo, la crescita della società, la possibilità di soddisfare esigenze e bisogni "dell'uomo", anche di quello sardo.
Le scelte politiche, ha aggiunto Floris, anche per quel che riguarda la Sardegna, devono tendere ad aggredire l'indebitamento, il disavanzo, a rimuovere gli ostacoli che impediscono all'Isola di crescere, anche se i dati più recenti confermano "che in questi ultimi anni la Sardegna è, tuttavia, cresciuta". Occorrono, quindi, scelte innovative, moderne, politiche coerenti per "vincere l'insularità, ridurre i costi energetici, sconfiggere la disoccupazione".
Programmi e progetti, ha aggiunto Floris, caratterizzati da una costante "contestazione dello Stato centrale", da una reale apertura nei confronti dell'Europa, da nuovi rapporti con quelle nazionalità che sono troppo spesso ignorate, sottovalutate; programmi impregnati da quello spirito autonomistico, da quel carattere nazionalitario che "necessariamente, devono caratterizzare le scelte della società sarda".
Dobbiamo riaffermare il nostro sentimento nazionalitario, ha aggiunto Floris, per valorizzare i caratteri tipici della società isolana, perché dobbiamo imporre la nostra visione dell'autonomia, del federalismo, non possiamo, infatti, accettare "il federalismo del nord, che ci viene imposto dallo Stato centrale e che non è che una "imposizione generale penalizzante delle reali autonomie".
Per riavviare questa battaglia, però, occorre un pensiero comune", una strategia che coinvolga tutto il popolo sardo. Ma è necessaria anche una diversa apertura nei confronti delle "altre esperienze nazionalitarie", che devono portare ad una diversa elaborazione della nostra richiesta di "nuova ed accresciuta autonomia, che deve avvenire nell'ambito della Comunità europea".
Anche perché la "nuova autonomia" deve necessariamente tener conto della rapida evoluzione della società. Ha ragione il presidente Soru, ha aggiunto Floris, quando ricorda come la globalizzazione imponga scelte immediate, decisioni rapide. "Dobbiamo certamente puntare sull'innovazione, sulla cultura, sulla ricerca, anche per trasferire le nostre produzioni, le nostre conoscenze in tutte le parti del mondo. Ma dobbiamo tener conto che questa è una grande stagione del cambiamento", nella quale dobbiamo inserirci con ruoli principali, nella quale dobbiamo essere realmente attori protagonisti. E la Sardegna ha le carte in regola per essere partecipe di questo grande cambiamento, perché non deve meravigliare la "nuova partecipazione dei sardi alla vita politica. La passione politica era semplicemente sopita, non era scemata. Il richiamo, il riemergere di nuovi temi, come quello delle nuove povertà, ha risvegliato quella antica passione e la partecipazione "nuova" alla vita politica è la prova di quella attenzione, che tutta la società sarda ha sempre avuto per la cosa pubblica, per l'amministrazione della cosa pubblica".
"Mi ha fatto piacere, quindi, sentire il richiamo del presidente Soru alle nuove povertà, alla concertazione, al buon governo, come temi sui quali chiedere ed avviare il confronto. Non credo, invece, al richiamo celestiale sulla fusione delle diverse culture, che si fondono e portano a posizioni comuni sui grandi temi della pace del lavoro, dello sviluppo".
"Il nostro non è un sistema bipolare perfetto, ha detto ancora Floris. Questo è un sistema caratterizzato dalla politica dell'alternanza ma anche dalla ricerca del consenso; è un bipolarismo che serve per vincere le elezioni, non per governare. Ed i temi scottanti, come la bioetica, il problema degli anziani portano a divisioni, più che ad un'unione effettiva".
"L'umanizzazione della politica", tuttavia, è un aspetto interessante delle dichiarazioni del presidente Soru, ha aggiunto ancora Floris, anche se "il furore etico che traspare da alcuni passaggi, cozza con la programmazione a lungo respiro" che deve, necessariamente, caratterizzare ogni azione di governo.
Avviandosi alla conclusione, Mario Floris ha toccato il tema del conflitto di interesse, del trasferimento dei poteri in materia di società dell'informazione dagli Affari Generali alla Presidenza ed ha ricordato, al presidente Soru, che molti programmi sono stati avviati da tempo ed in quelle iniziative Tiscali o altre società del Gruppo sono ben presenti. Quanto al progetto complessivo di e-government, che non può ancora essere realizzato perché i necessari finanziamenti sono all'esame del Cipi, perché "avocare alla Presidenza le decisioni gestionali? Da molte parti giungono critiche alla legge 31, che ha portato ad una netta separazione del momento politico da quello della gestione, perché fare inutili passi indietro? I ruoli devono essere ben chiari e definiti: ai politici le grandi scelte politiche, strategiche, ai funzionari la gestione amministrativa. Una netta divisione di ruoli e compiti per garantire trasparenza e funzionalità. "Il suo disegno non si capisce, ha concluso Floris", e vorremo che lei facesse chiarezza su questi aspetti poco chiari, in quest'Aula. 

L'on. M. G. Caligaris (SDI-SU) ha detto di partecipare con profonda emozione a questa legislatura dove, tra l'altro, sono presenti 14 donne. "Ritengo opportuno sottolineare alcuni aspetti delle dichiarazioni programmatiche del Presidente della Regione: parto dall'ultima considerazione fatta dal Presidente della Giunta partiremo dagli ultimi, è questo il vero compito della politica. Proprio per questo, il 23 luglio ho scritto al Presidente del Consiglio per richiamare l'Assemblea ad un ancor più elevato senso di responsabilità e ruolo etico". L'on. Caligaris ha poi fatto riferimento alla "cultura della pace" richiamata dal presidente Soru nelle dichiarazioni programmatiche. "E' un valore irrinunciabile che deve improntare la vita di tutti e a maggior ragione quella del Consiglio regionale, quindi è necessario abbassare i toni, mantenere alto il livello della politica senza scadere nel malcostume dell'offesa".

Per l'on. Caligaris il punto nodale delle dichiarazioni del Presidente Soru rimane il lavoro, che è il primo, vero problema della Sardegna. Ma il lavoro deve essere quello garantito da norme contrattuali, perché non è pensabile che in Sardegna ci siano oltre 60.000 lavoratori ex Co.Co.Co. e che il precariato sia uno status tollerato. Grande spazio dell'intervento della consigliera socialista è stato dedicato anche all'istruzione."Occorre, ha detto, salvaguardare la scuola pubblica, evitando tagli indiscriminati. Nessun progetto di informatizzazione potrà essere fruibile se non c'è una buona preparazione di base".
Una delle priorità, inoltre, è quella di riscrivere lo Statuto della Sardegna. "Deve essere uno statuto con una forte connotazione autonomistica che deve dare più impulso alla nostra valenza identitaria, alla cultura del sardismo, alle battaglie autonomistiche e al ruolo delle donne. L'on. Caligaris ha concluso il suo intervento sottolineando il ruolo della stampa: "la carta stampata, la televisione, la radio e internet sono i mezzi per permettere ai nostri conterranei di entrare nel palazzo e per instaurare un rapporto sempre più stretto tra la gente comune e la politica".

E' poi intervenuto l'on. Nicola Rassu (FI). Facendo riferimento alle dichiarazioni del presidente Soru, il consigliere regionale di Forza Italia ha detto che si aspettava un intervento da tecnico, invece, si è trattato di un'esposizione generica. "E' chiaro, ha detto, che il lavoro è la prima emergenza della Sardegna, lo sanno tutti. Ma quale è il progetto di questa Giunta per combattere la disoccupazione? Quale è il piano strategico sulle piccole e medie imprese? Quale è il piano sull'agricoltura? L'on. Rassu si è soffermato a lungo sui problemi del settore agricolo: "Il presidente Soru in campagna elettorale ha detto che in Sardegna non è necessario realizzare nessuna diga, ma come potranno essere risolti i problemi del settore idrico?".
Passando al settore del credito, l'on. Rassu, ha detto che avrebbe voluto sentire strategie e progetti che, anche in questo settore, sono mancati. Per la sanità ha detto di sperare che l'affermazione fatta dal presidente Soru in campagna elettorale sulla chiusura dei piccoli ospedali non sia vera perché la nostra sanità risente dell'isolamento e dell'insularità della Sardegna. "I piccoli ospedali devono essere salvati, ristrutturati, specializzati e valorizzati". Stessa mancanza di programmi anche sulla solidarietà e sul turismo. "I propositi, ha concluso Rassu, sono sempre gli stessi, ma lei non ha detto una parola su come intende far fronte alle esigenze dei sardi. Sostenendo di non voler entrare nella polemica sull'informatizzazione, Rassu, ha detto di non mettere in dubbio la correttezza del neo presidente della Giunta ha però chiesto di avere una spiegazione sulla delibera contestata.
Il consigliere azzurro ha, infine, chiesto risposte precise su cosa il presidente Soru intende fare riguardo al credito, per le piccole e medie imprese, per salvare la grande industria, per sburocratizzare tutta la macchina regionale, per dare all'agricoltura il ruolo strategico che merita. Spero che queste risposte siano date nella replica del presidente perché noi vogliamo finalmente capire quale è la strategia di questa Giunta.

Di contenuti "e non di slogan" ha voluto parlare, nel suo intervento, l'on. Renato Cugini (DS) rispondendo anche alle critiche mosse alle dichiarazioni del presidente Soru dall'on. Rassu. "Spero - a precisato - che Soru non voglia dare fastidio a qualcuno; ma a tutti coloro che dal rapporto con la Regione intendono trarre vantaggi". Il popolo sardo si attende un'inversione di tendenza, rispetto alla passata legislatura, che non deve essere di subordinazione ("anzi, pensiamo di dargli fastidio") al Governo nazionale, tanto mano a quei parlamentari che "in Commissione Affari generali hanno adottato un provvedimento che rischia di danneggiarci come Regione a statuto speciale". Di qui l'invito a non abbassare mai la guardia, in questa fase che segna, "anche tecnicamente" (l'elezione diretta del presidente è un esempio sintomatico di rottura col passato), il passaggio a una nuova forma d'autonomia. Se l'opposizione non è d'accordo sugli indirizzi indicati dal presidente Soru e li considera generici, faccia proposte alternative, ma tenga conto che è uscita battuta dal giudizio degli elettori, "non solo nei numeri", ma anche nella sonora sconfitta di sei assessori non rieletti, di capigruppo e segretari di partito rimandati a casa con un voto che ha tutta l'aria d'essere anche un pesante giudizio sulla politica.
Tuttavia - ha suggerito l'on. Cugini - prima di discutere sui contenuti occorre leggere le dichiarazioni programmatiche. Si critica la mancanza di strategie nel credito? "Si legga a pagina 72". Non ci sono riferimenti all''Europa. "Si vedano le pagine 8 e 9", col passaggio obbligato dall'Obiettivo 1 al riconoscimento dell'handicap dell'insularità. D'Europa si parla, ha sostenuto Cugini, e se ne parla a lungo, ma secondo una visione nuova, di libera concorrenza e non di rivendicazioni autarchiche bocciate dalla storia. Si può essere o non essere d'accordo; ma chi non è d'accordo manifesti la propria visione del problema.
Anche sul turismo ci sono paletti fermi. Se il turismo è cultura e sviluppo, non c'è spazio per la cementificazione delle coste e per i disastri ambientali troppo a lungo tollerati.
Quanto alla riforme, vanno fatte e vanno affrontate "tutti insieme", perché sono strumento che "va oltre gli schieramenti" ed hanno efficacia oltre l'esperienza contingente di governo. Ma le riforme esigono tempi certi e confronti, e molto lavoro. Il richiamo alla passata legislatura - quando le commissioni non si riunivano per la scarsa partecipazione del centro destra - è stato puntuale. "Noi, maggioranza - ha aggiunto l'on. Cugini - ci saremo; ma non vogliamo essere soli. Altrimenti il confronto sarà impossibile".
Con le riforme, i grandi temi: una nuova legge elettorale, la riforma dello statuto. RE poi, ancora, un "nuovo rapporto con lo Stato", in un dibattito aperto al contributo di tutti".
Infine, l'esponente DS, ha sollecitato un intervento per accertare la regolarità di gestione degli enti strumentali, citando l'episodio "molto preoccupante" dei concorsi espletati dalla Stazione sperimentale del sughero che, secondo una lettera "di alcuni dipendenti", sarebbero stati pilotati.

Punto fermo di questa legislatura, che si propone di realizzare un programma ambizioso, è la continuità della legislatura, messa in dubbio da chi, "per creare fibrillazioni istituzionali e l'evento traumatico di elezioni anticipate", ne predice la fine anticipata. Sono tentativi di "destabilizzare per stabilizzare gli interessi egemoni e i privilegi esistenti". Lo ha detto l'on. Paolo Maninchedda (Progetto Sardegna) sostenendo che sarà condizione di sviluppo rompere proprio queste egemonie che hanno frenato lo sviluppo per cinque anni.
Secondo punto, il Consiglio regionale non deve essere la sentinella del presidente della Giunta; solo una visione scolastica indica questa condizione, superata dal moderno concetto di democrazia. Il compito del parlamento sardo è quello di rappresentare gli interessi della Sardegna, con leggi semplici, facilmente accessibili ed applicabili privilegiando il "potere visibile", senza segreti; il Consiglio, insomma, non deve essere subordinato "a interessi oscuri della sanità, della finanza, delle costruzioni".
In questa visione ha un ruolo fondamentale l'informazione libera, non quella che, per scelte editoriali, ha subordinato questa funzione a quella di interessi aziendali, confondendo il proprio mandato con lobby finanziarie e urbanistiche.
Questa legislatura - ha aggiunto ancora Maninchedda - parte dai diritti, "armatura giuridica della nostra volontà" e non dai poteri.
Dalle enunciazione dei principi all'esercizio pratico della politica. "Sarà duro risanare i conti senza frenare lo sviluppo economico". La vera sfida sarà come controllare la spesa. Ma ci sarà un'altra sfida, non meno impegnativa, quella di sfatare l'opinione, molto diffusa, che la politica "serve a chi la fa, non ai cittadini". Ciascuno avrà il suo ruolo in questa battaglia, per restituire dignità alle istituzioni.

Per l'on.  Luigi Cucca (La Margherita), il tenore del discorso di Soru merita apprezzamento perché, tra l'altro, segna fortemente il cambiamento avvenuto nella politica sarda. "L'ovvietà risiede solo in chi di ovvietà parla", ha proseguito Cucca, esprimendo poi la consapevolezza di "partecipare ad un processo nuovo, con una designazione popolare ed al servizio della gente che ci ha dato fiducia".
La situazione sarda non è certo comoda, cosi come è scomoda l'eredità che raccogliamo, ha ancora detto Cucca, affermando poi, che l'opposizione non ha raccolto il messaggio del presidente e formulando l'auspicio che l'opposizione svolga un ruolo costruttivo.
Ricordando la citazione di Sofocle nell'intervento del presidente Soru, Cucca ha sottolineato il "tono delle parole" del Presidente, soffermandosi poi sui temi della valorizzazione dell'identità contro la massificazione.
Cucca si è poi soffermato sul settore agropastorale che soffre una particolare crisi in quanto non si trova manodopera disposta ad impegnarsi nel settore. E' necessario assicurare la sopravivenza del comparto, ha detto Cucca con una politica di misure complesse e collegate con il settore turistico.
Dopo aver ricordato l'opera di Pigliaru a favore dell'identità e della civiltà sarda, Cucca ha toccato i temi dell'ambiente e della sua compatibilità con lo sviluppo ed ha concluso augurando buon lavoro al presidente ed ai colleghi.

L'on. Carlo Sanjust (FI), dopo aver sottolineato l'esigenza di una presenza globale dell'esecutivo in Aula, ha contestato alcune affermazioni di Cugini a proposito dei risultati elettorali.
Sanjust, citando le dichiarazioni di Soru e la relativa relazione tecnica ha definito "pedissequa e ripetitiva" l'esposizione del presidente, sottolineando come Soru si sia rivelato "presuntuoso e poco rispettoso del confronto", come si desume dalle sue dichiarazioni "sull'essere stato eletto per dare fastidio a qualcuno".
Dopo aver criticato la "visita mattutina in ospedale", Sanjust ha detto che è difficile credere alle dichiarazioni di umiltà del presidente, il quale dovrebbe anche riflettere sul conflitto di interessi.
"E' difficile credere a Soru dopo l'avocazione delle prerogative dell'Assessore agli Affari generali", ha detto ancora Sanjust, che ha poi invitato Soru a dimettersi dalle cariche societarie di Tiscali. Se ciò non avverrà sarà ancora più difficile credere a Soru, ha aggiunto Sanjust, nonostante i toni delle sue dichiarazioni, nelle quali tra l'altro non esiste alcun accenno alle forze politiche che hanno permesso e sostenuto lo sviluppo della Sardegna. In pratica nelle sue dichiarazioni, ha detto Sanjust, c'è solo l'elencazione dei problemi, senza il minimo accenno alle soluzioni. Sanjust ha concluso richiamando la chiamata in Giunta della torinese Dirindina, nonostante i grandi discorsi sull'identità, e ha invitato Soru ad operare mantenendo gli impegni assunti col popolo sardo. Dal canto suo l'opposizione svolgerà costruttivamente il proprio compito.

Le dichiarazione programmatiche del Presidente Soru sono state, invece, giudicate positivamente dall'onorevole Chicco Porcu (Progetto Sardegna) perché perfettamente in linea con le attese dei sardi, "di tutti i sardi, che attendevano una chiara indicazione strategia" per riprendere la strada dello sviluppo.
Tra pochi anni dovremo fare a meno degli interventi comunitari, ha aggiunto Chicco Porcu, e dovremo abituarci a cavarcela da soli. Una sfida, quella del futuro, che impone un grande cambiamento culturale, perché dovremo puntare sulla valorizzazione delle risorse isolane, dovremo riportare la Sardegna a competere sui mercati mondiali.
L'unico terreno sul quale lo scontro è possibile, ha detto ancora l'esponente di Progetto Sardegna, è quello della conoscenza, dell'innovazione, dell'intelligenza. Ma per avere buone possibilità di riuscita, in questa nuova sfida, "occorre un grande cambiamento cultura, è necessario essere d'accordo su grandi valori comuni e condivisi".
Sono necessari, anche programmi coerenti, una rotta unica, una bussola, un metodo che permettano di dare vigore e forza ai programmi.

Dobbiamo cambiare obiettivi e strategie, ha aggiunto Chicco Porcu, perché la crescita sociale ed economica dell'Isola non può essere legata ad una vecchia concezione del turismo, ad un progetto di sviluppo condizionato da vecchie scelte, che hanno fatto il loro tempo. Per esempio, se si sono volute valorizzare le zone del parco geo-minerario, difficilmente si è puntato sul recupero e sulla valorizzazione ambientale, "ma si sono costruiscono strade, distruggendo quelle esistenti, che avevano un notevole interesse storico"
"Non possiamo continuare ad inseguire il mattone, quando si decidono progetti di sviluppo, ha detto anche Chicco Porcu. Dobbiamo imporre un profondo cambiamento culturale, anche negli altri settori produttivi". In ogni caso, per l'agricoltura, l'artigianato, il turismo e gli altri comparti economici isolani, "servono nuove regole, nuove certezze, ingenti capitali, adeguati servizi", perché le iniziative singole, le piccole e medie industrie, sono costrette a far fronte a problemi ed a costi, sempre crescenti, penalizzanti oltre ogni limite.
Comunque, nel programma della nuova Giunta, che è "assolutamente e completamente condivisibile, ci sono anche degli aspetti di novità, sui quali è giusto soffermarsi". E Chicco Porcu ha affrontato il tema dello sport, degli interventi necessari per sostenere le attività sportive, delle possibilità di lavoro e di nuova occupazione legati alle discipline sportive d'élite, ai grandi eventi, per i quali dovrebbero intervenire anche i privati, come avviene in molte altre parti del mondo.
"Lo sviluppo economico e sociale, ha concluso Chicco Porcu, è possibile quando esistono sinergie e idee innovative" ed anche in questo settore il nuovo Esecutivo, al quale Chicco Porcu ha augurato buon lavoro, potrà realizzare quanto indicato nel proprio programma di governo.

Il programma di governo del Presidente Soru è stato attentamente esaminato anche dall'onorevole Ignazio Artizzu (AN), il quale ha voluto ricordare l'importanza storica della XIII legislatura, prima nella quale si è applicata la legge nazionale, presidenzialista e maggioritaria, che garantirà la necessaria stabilità al governo regionale. Un governo chiamato ad un compito particolarmente importante e delicato ed al quale l'onorevole Artizzu ha fatto i più calorosi ed affettuosi auguri. Auguri estesi a tutto il Consiglio regionale chiamato a svolgere le proprie, altissime funzioni, al "servizio dei sardi, di questa meravigliosa terra della quale siamo tutti innamorati", augurandosi che tutti vogliano lavorare nel modo più proficuo e migliore per esaltarne ricchezze e potenzialità, per valorizzarne tradizioni e cultura, tutto quell'unicum che viene "chiamato sardità".
Impegno gravoso, quello di lavorare nell'interesse dei sardi, ha aggiunto Ignazio Artizzu, al quale certamente i consiglieri del suo gruppo non si sottrarranno.
"Abbiamo perso le elezioni, ha aggiunto Ignazio Artizzu, ed il mio partito ha pagato un prezzo assai elevato. Ma non metteremo mai in dubbio la legittima di chi governa" e dai nostri banchi daremo il nostro contributo per la soluzione dei problemi della nostra Isola.
L'esponente di AN, quindi, ha detto di aver cercato spunti polemici per criticare il programma proposto dalla Coalizione che ha vistato le elezioni, ma di non averne trovato molti, perché il progetto di crescita e di sviluppo della Sardegna, presentato agli elettori ed illustrato in aula, mal si presta a critiche, "essendo un grande concentrato di ovvietà". Critico, invece, Ignazio Artizzu è stato sugli atteggiamenti del Presidente Soru. Citando Plutarco, "nulla rivela meglio il carattere di un uomo, quando questi detiene il potere", ha rilevato che gli atteggiamenti del presidente Soru, dopo la sua elezione e le sue recenti dichiarazioni, dimostrano una "sua grande arroganza, una sua grande superbia".
Chi le da fastidio, chi la turba, cosa deve scombinare, ha chiesto Ignazio Artizzu, come intende realizzare questo suo programma di governo che appare come minimo incomprensibile e lacunoso.
"Troppo facile fare l'uomo contro, ha aggiunto l'esponente di An. Avremmo gradito conoscere come Ella intende affrontare la realtà isolana". La crescita è condizionata dal credito, dalle pastoie burocratiche, ma il Presidente Soru, che siede anche nel consiglio di amministrazione di una banca sarda, cosa propone per venire incontro alle esigenze dei sardi, operatori economici o semplici cittadini? E per la Sanità, cosa si intende fare? Forse agire con arroganza, rifugiandosi in Piemonte, perché in Sardegna non c'era nessuno adatto a fare l'assessore. Critico, duro, Ignazio Artizzu è stato anche quando ha affrontato i temi della scuola, dei centri storici, dei rapporti con la Comunità europea e con lo Stato. Cosi come estremamente critico, l'ex consigliere di Cagliari è stato quando ha toccato i temi dell'ambiente e del conflitto di interessi. In zona di rispetto, ai bordi dello stagno di Cagliari è stata costruita la nuova sede di Tiscali. Santa Gilla e stata "ferita con un coltello"; a parziale risarcimento del danno sarebbe dovuto essere realizzato un osservatorio ambientale da regalare alla città, ma non è stato mai realizzato.
Si dovrebbe costruire ad almeno due chilometri dalla costa, "ma il padrone di Tiscali ha comprato una villa a trenta metri dal mare e nel suo grande giardino sono stati abbattuti alberi di grandi dimensioni, con l'autorizzazione della Forestale, forse?" Artizzu ha, quindi, ricordato che il lavoro, il diritto al lavoro è stato uno dei temi sui quali si è incentrato il discorso dell'onorevole Soru. Ma come, in Aula si parla in un modo e nella sua società il presidente dimentica di applicare il contratto nazionale di categoria ai giornalisti che vi lavorano, come recentemente denunciato dalla stessa Federazione della stampa; dimentica di registrare la testata per la quale scrivono; dimentica le regole e le norme sul lavoro, invocate quando parla da presidente della Giunta regionale.
Soffermandosi sul conflitto di interessi, Ignazio Artizzu ha ricordato come dai banchi della sinistra avessero tuonato quando Berlusconi era stato chiamato alla presidente del Consiglio dei ministri: "Chissà come farà ad uscire dalla stanza, quando si parlerà di televisioni e di assicurazioni, avevano ironizzato gli esponenti della sinistra. Ella ha risolto in modo differente il suo conflitto, ha aggiunto Ignazio Artizzu, dalla stanza, quando si parla di informatica, fa uscire gli altri".
Un atteggiamento arrogante, "forse si sente il Signore degli anelli, ha aggiunto Artizzu. La verità è che Ella non si è reso conto di aver vinto le elezioni, ma crede di aver vinto una lotteria, con primo premio la Sardegna ed i suoi abitanti".
Comunque, sarà chiamato in Aula a rispondere del suo operato, ha detto avviandosi alla conclusione Ignazio Artizzu, ma prima di chiudere ha voluto ricordare la "caduta di stile" delle dichiarazioni sulla Brigata Sassari, di quelle sui cacciatori (45 mila sardi, incensurati e appassionati difensori dell'ambiente), sui giornalisti, lo sgarbo nei confronti dell'assessore Dadea e la richiesta del "Lei" all'operaio di Ottana. Dopo un invito ad un uso più responsabile del potere, Ignazio Artizzu ha concluso il suo intervento facendo gli auguri, "almeno dal punto di vista umano", al presidente della Sardegna.

L'on. Alberto Sanna (DS) ha definito le dichiarazioni programmatiche del presidente Soru "importanti e stimolanti". Per il consigliere diessino spetta ora alla maggioranza e all'opposizione raccogliere la sfida. "Non credo, ha detto, che sia il modo migliore per iniziare la legislatura perderci in polemiche. E poi, ha aggiunto, come fa proprio il centrodestra a parlare di conflitto d'interessi? Quella del presidente Soru è minima rispetto a quella di Berlusconi, e il capo dell'esecutivo regionale ha promesso che risolverà tutti i problemi".
L'on. Sanna ha dedicato gran parte del suo intervento al ruolo che l'agricoltura sarda deve avere. "Voglio ricordare, ha sottolineato, che l'UE destina all'agricoltura dei paesi membri, il 50% delle sue risorse. Questo settore in Sardegna deve riuscire a diventare competitivo o resterà marginalizzato per sempre perché lo scenario che si presenta è difficile. L'allargamento dell'Europa, il potenziamento delle aziende più competitive (in Sardegna ci sono ben 112.000 aziende prevalentemente piccole o piccolissime), l'uscita dall'Obiettivo 1, la nascita nel 2010 dell'Area di libero scambio, creeranno una situazione dove solo l'agricoltura competitiva riuscirà a sopravvivere. Pertanto, la politica agricola che dobbiamo definire deve "aggredire" i punti deboli del settore come la polverizzazione aziendale, l'energia, l'invecchiamento degli operatori, l'indebitamento delle aziende (ci sono circa 800 milioni di debiti), i trasporti (un'azienda sarda ha circa il 20/25% di costi aggiuntivi) ".
Per Sanna è necessario fare un salto di qualità per agevolare i processi di crescita dell'impresa.  Per fare questo bisogna passare attraverso la riforma degli enti regionali per rendere più incisiva la loro azione (il programma FEOGA è quello che ha maggiori ritardi). Ma bisogna puntare anche sull'innovazione tecnologica, fare uno sforzo per superare i ritardi legati alle infrastrutture di base, risanare la situazione debitoria, varare una nuova politica del credito in agricoltura, promuovere l'associazionismo tra i produttori e promuovere indagini di mercato sui prodotti sardi. Ma il Consiglio deve anche approvare le norme sul comparto biologico e dare grande rilievo alla sicurezza alimentare. "Dobbiamo mettere in campo delle azioni, ha concluso, che siano in grado di salvaguardare le nostre biodiversità anche rispetto alle politiche europee che tendono ad introdurre le produzioni geneticamente modificate.

Moralità della politica, risanamento dei conti e riforme sono i tre traguardi obbligati di questa legislatura: lo ha affermato l'on. Peppuccio Fadda (RC) ricordando che, comunque, a un buon governo "serve una buona opposizione" perché il dialogo è il metodo da privilegiare. Fadda ha richiamato, nel suo breve intervento ("lo considero soprattutto un saluto e l'augurio di buon lavoro per tutti i colleghi"), anche un problema particolare del settore agricolo, quello del riordino fondiario, finora trascurato. Bisogna pensare di rendere vivibili le campagne e di ridurre i costi per chi vi abita - ha sottolineato - perché le nostre aziende agricole siano competitive sul mercato.Fra i programmi da realizzare, dunque, priorità anche alla viabilità e alla elettrificazione rurale.

Per Sergio Marracini (AP - Udeur) tre i punti da difendere nel programma di Soru, giudicato "di alto profilo", nonostante i toni elettorali "da campagna elettorale" sollevati dal centrodestra. Il primo, richiamato più volte da Soru, riguarda la formazione dei giovani, autentico sistema premiante ("i contributi in danaro non soddisfano nessuno") per un futuro da protagonisti; il secondo la soluzione dei problemi dell'Esaf con la sua trasformazione, dopo anni di tentativi e di ostacoli politici, in società per azione. La Regione potrà continuare ad avere un ruolo fondamentale, nei problemi idrici, collaborando con l'autorità d'ambito. Il terzo punto, la necessità di investire in prevenzione nella sanità che oggi paga e fa pagare ai cittadini i guai generati da interessi "opposti a quelli di un servizio pubblico".

Per l'on. Giovanni Battista Orrù (DS) questa legislatura ha aperto una nuova fase politica e istituzionale al di la del risultato elettorale, per le innovazioni introdotte che hanno già provocato, mutamenti anche nella fase iniziale di questa legislatura. Le prime sedute del Consiglio hanno posto le forze politiche davanti all'impegno di aprire una nuova stagione di riforme, come ha sostenuto il presidente Soru, per rimuovere le ragioni di fondo che bloccano lo sviluppo dell'isola.
Orrù si è soffermato sulla necessità di adeguare le istituzioni sarde per reggere il confronto con le nuove sfide, la Giunta è diventata immediatamente operativa, perché il programma non ha la necessità di ottenere la fiducia del Consiglio, anche se il Consiglio ha un suo preciso ruolo nell'intero sistema polittico - istituzionale.
Dopo avere elogiato l'operato svolto sino ad oggi dal presidente Soru e dalla sua Giunta, Orrù ha esposto alcune riflessioni sul programma di governo che, a suo parere, è condiviso dalla maggioranza dei cittadini sardi.
Orrù ha, quindi, ricordato le esperienze dei sindaci eletti direttamente dai cittadini ed i programmi che devono essere semplicemente depositati. E' difficile capire perché il "Consiglio debba essere collocato sul piano conservatore", ha aggiunto Orrù il quale ha poi concluso affermando che dovrà nascere un confronto ampio ed aperto tra la maggioranza e l'opposizione che dovrà svolgere compiutamente il proprio ruolo, su un piano di lavoro comune, particolarmente per l'elaborazione del sistema di regole come i nuovi Statuti e i Regolamenti.


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