CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA


Nota stampa
della seduta n. 1 antimeridiana del 14 luglio 2004


La Tredicesima legislatura è ufficialmente aperta. La prima seduta del Consiglio regionale, eletto nelle consultazioni del 12 e 13 Giugno scorsi, si è svolta sotto la presidenza provvisoria dell'on. Pino Giorico, nella sua veste di consigliere anziano come previsto dalla normativa vigente. Alla presenza del Presidente della Regione, on. Renato Soru, e dell'intera Giunta regionale. Il presidente provvisorio Giorico ha formato l'ufficio provvisorio di segreteria del Consiglio, che come vogliono le norme è composto dai quattro neo consiglieri regionali più giovani. L'ufficio pertanto era composto dagli on. Claudia Lombardo, on. Gavino Manca, on. Matteo Sanna e on. Paola Lanzi.

Il presidente Giorico, dopo aver comunicato che i Presidenti degli Uffici centrali circoscrizionali e dell'Ufficio centrale regionale hanno trasmesso alla Segreteria generale del Consiglio gli atti e i documenti relativi all'elezione dei Consiglieri regionali ai sensi degli articoli 76, 77 bis, e 79 ter della Legge regionale 6 marzo 1989, n. 7 e successive modificazioni, ha ricordato che, ai sensi dell'articolo 23 dello Statuto si deve procedere al giuramento dei Consiglieri perché gli stessi possano entrare nel pieno esercizio delle loro funzioni e acquistino i diritti e le prerogative della loro carica. Il presidente Giorico ha letto la formula prescritta dall'articolo 3 del Decreto Presidenziale 19 Maggio 1949, numero 250: "Giuro di essere fedele alla Repubblica e di esercitare il mio ufficio al solo scopo del bene inseparabile dello  Stato e della Regione Autonoma della Sardegna" ed ha giurato, quindi ha invitato i Consiglieri presenti a prestare il medesimo giuramento rispondendo "giuro" all'appello nominale.

Dopo un breve chiarimento fra il presidente provvisorio del Consiglio ed il presidente della Giunta sulle procedure dell'insediamento dei componenti l'esecutivo, ha avuto luogo "la conferma del giuramento" da parte della Giunta Regionale .

Il Presidente Pino Giorico dichiarando ufficialmente aperta la tredicesima legislatura dell'Assemblea Regionale Sarda ha rivolto un breve cenno di saluto ed augurio:

"Signor Rappresentante del Governo,
Signor Presidente della Giunta,
Onorevoli colleghi,

è, per me, un particolare privilegio aprire ufficialmente la tredicesima legislatura del Consiglio regionale della Sardegna, massima assise istituzionale dell'isola.

Non nascondo, perciò, un velo d'emozione nell'adempiere a questo importante atto formale.

E se una legislatura si apre sempre all'insegna di aspettative e speranze, questa porta con sé un carico oneroso di responsabilità anche per la pesante eredità del recente passato.

Se, infatti, la scorsa legislatura è stata caratterizzata dall'instabilità del quadro politico, a causa di una legge elettorale inadeguata al bipolarismo, questa legislatura si avvale, invece di una legge che ha assegnato a chi governa un premio di maggioranza che semplifica, e rende più fluidi, i rapporti politici. Il che costituisce, di per sé, un incentivo al buon Governo, con leggi destinate a favorire lo sviluppo economico e sociale dell'Isola. Anche sotto questo profilo, i sardi attendono da noi un impegno preciso e un risultato tangibile.

Il Consiglio, rispetto al passato, dovrà essere più efficiente e più efficace, per far fronte alle mutate condizioni della politica e del ruolo delle Regioni. Le sue Leggi dovranno essere di facile accesso ai cittadini, capaci di favorire lo sviluppo sociale ed economico del territorio.

Sono certo che questa condizione si verificherà; che maggioranza e opposizione sapranno collaborare nell'interesse dei sardi, in nome degli ideali, raccolti, nel tempo e nella storia, sotto l'unica bandiera possibile: quella della Sardegna.

Questa legislatura avrà il compito di dare piena esplicazione ai rapporti, certamente di stretta interazione, ma altrettanto certamente autonomi e distinti, fra Consiglio e Governo regionale; tre il ruolo legislativo di indirizzo e di controllo attribuito dal legislatore all'Assemblea, ed il ruolo esecutivo assegnato alla Giunta.

Data questa premessa, farò qualche rapida considerazione sugli appuntamenti che sicuramente questa legislatura non può mancare.

Ritengo indispensabile, prima di tutto, un convinto richiamo all'Autonomia, alla nostra "specialità", che, come tutte le cose prodotte dall'uomo, è invecchiata e merita una revisione. Anche alla luce del federalismo, non quello attuale, ma quello che probabilmente verrà, e della riforma del Titolo quinto della Costituzione, la Sardegna ha il dovere  di chiedere con decisione il rafforzamento della propria specialità, per ridurre il gap con le regioni più forti.

Penso, infatti, che "la questione meridionale" sia ancora attuale e non possa essere risolta senza il principio di sussidiarietà, che deve ispirare le politiche economiche e sociali del Paese. L'intelligenza, le capacità imprenditoriali della nostra gente devono essere, dunque, valorizzate, e tanto più oggi, quando le prospettive di sviluppo vanno necessariamente riferite al mercato globale.

Il confronto con lo Stato non deve essere gerarchico, o, ancor peggio acquiescente. Diceva e scriveva Paolino Dettori, già Presidente di quest'Assemblea, che lo Stato è sempre controparte della nostra vicenda politica. Dobbiamo averla chiara questa consapevolezza: nessuno ci regalerà qualcosa, se non saremo bravi nell'individuarla e tenaci nell'ottenerla. Pretendiamo dallo Stato le giuste deleghe e le risorse per attuarle, altrimenti le competenze diventeranno onerose e, soprattutto, non determineranno alcun beneficio pratico.

Ma se chiediamo allo Stato il decentramento dei poteri, dobbiamo, a nostra volta fare altrettanto con gli Enti Locali, promuovendo la politica delle autonomie: condizione prima, questa, di crescita equilibrata del territorio.

Richiamo un altro appuntamento che si compirà in questa legislatura: l'uscita della Sardegna dall'obiettivo 1 dell'Unione Europea. Con l'ingresso dei paesi dell'Est si è abbassato il reddito medio per cui, paradossalmente, pur essendo rimasti poveri, noi sardi siamo considerati più ricchi.

Dovremo gestire con attenzione questa fase, e trovare con la Comunità un'intesa sul ruolo delle Regioni meridionali. La chiave di volta sarà il riconoscimento della nostra insularità, che non è una condizione dello spirito e non è un'invenzione politica. È, invece, una condizione strutturale, immutabile e onerosa, che nessun artificio contabile o politico potrà modificare.

Vogliamo essere rappresentati in Europa, per far sentire la nostra voce, e vedere riconosciuti i nostri diritti. Dovremmo impegnarci, tutti insieme, per far modificare la legge elettorale, che oggi ci penalizza, nell'abbraccio fatale con la Sicilia, per l'evidente squilibrio fra la popolazione delle due isole. Paesi come Malta e Cipro, che hanno una popolazione inferiore alla nostra, mandano a Strasburgo cinque e sei parlamentari.

Forse mi sono dilungato troppo, ma la tensione morale e la passione civile mi hanno spinto più in la del semplice atto formale. Sono certo che vorrete perdonarmi, così come sono certo che questa Assemblea, il Parlamento della Sardegna, saprà difendere i diritti del Popolo sardo.

Con questo auspicio apro ufficialmente la legislatura, facendo a tutti voi, a tutti noi, il più sentito augurio di buon lavoro.

Che buon lavoro sia, dunque: ce lo chiedono le nostre coscienze; ce lo chiede la Sardegna tutta.

E non  possiamo; non dobbiamo deluderla.

Vi ringrazio."

Elezione del Presidente
del Consiglio Regionale

Il presidente provvisorio ha, quindi, dato lettura delle norme statutarie che regolano l'elezione del presidente del Consiglio ed ha ricordato che dopo le prime due votazioni in cui sono previste maggioranze qualificate (rispettivamente 2/3 per la prima votazione e la maggioranza assoluta per la seconda) ha ricordato, inoltre, che a partire dalla eventuale terza votazione viene eletto colui che ottiene la maggioranza semplice.

Il presidente ha quindi indetto la prima votazione che ha dato il seguente esito: Presenti 85, votanti 33, 52 astenuti, maggioranza necessaria 57.

Poiché non è stato raggiunto il quorum necessario, il presidente ha indetto immediatamente la seconda votazione che ha dato il seguente esito:

Presenti 85, votanti 80, astenuti 5, maggioranza necessaria  43, bianche 30, Spissu 47, Cugini 3.

L'on. Spissu è stato proclamato presidente del Consiglio.

Il presidente provvisorio ha chiuso i lavori, comunicando che il Consiglio si riunirà mercoledì 21 luglio per l'insediamento del Presidente eletto e l'elezione dell'ufficio di presidenza.


I lavori del Consiglio riprenderanno
mercoledì 21 luglio alle ore 10.30.