Il presidente Spissu agli studenti: i giovani non devono essere solo spettatori, ma devono diventare i protagonisti della vita politica.

Data: 29/02/2008 -  

 

Lo statuto della Sardegna e la sua attualità rispetto alla globalizzazione,  l’autonomia, la funzione delle Istituzioni, la questione morale, il ringiovanimento della classe politica, il rapporto tra le leggi regionali e l’ordinamento europeo.

Sono stati i temi principali affrontati stamattina nell’aula consiliare in un incontro tra il presidente del Consiglio Giacomo Spissu e gli studenti di numerose scuole superiori e del corso di diritto amministrativo dell’università di Cagliari.

L’incontro, che riprende una tradizione interrotta negli ultimi anni, è stato organizzato dal Consiglio regionale della Sardegna, dalla Facoltà di giurisprudenza di Cagliari in collaborazione con ELSA (l’associazione europea degli studenti di diritto) nell’ambito delle manifestazioni organizzate per il 60esimo anniversario dello Statuto.

E’ stato un incontro molto proficuo in cui gli studenti  del Liceo scientifico Brotzu di Quartu, del liceo scientifico Eleonora d’Arborea di Cagliari, dell’Alberti di Cagliari, dell’Istituto tecnico commerciale Martini , del tecnico di scienze sociali Pertini, delle magistrali di Iglesias e gli universitari di giurisprudenza hanno rivolto una serie di domande al presidente del Consiglio regionale.

I lavori sono stati aperti dal presidente Spissu  che ha rivolto un breve saluto agli studenti intervenuti.

La relazione introduttiva è stata svolta dal professor Andrea Pubusa, docente di amministrativo presso la facoltà di giurisprudenza di Cagliari,  che ha  ricordato le varie fasi storiche in cui è maturato il nostro statuto speciale.

Molti credono a  torto – ha detto Pubusa – che il nostro Statuto speciale sia una carta “concessa” dall’assemblea Costituente. Ma non è così. L’impegno dei sardi non può essere marginalizzato. I sardi hanno voluto il loro statuto e  hanno  difeso questa idea con il loro sangue.

Per Pubusa questa svalutazione storica porta a dire che possiamo fare a meno del nostro Statuto e questo non è accettabile.

Certo, ha detto il docente universitario, la revisione del titolo V della Costituzione ha creato un appiattimento dell’autonomia e siamo in una situazione di grande pasticcio pertanto è necessario un sussulto di orgoglio e di intelligenza politica per aprire una nuova stagione statutaria. Ma il nuovo statuto non potrà essere solo fatto di razionalità giuridica ma dovrà essere permeato di un sentimento forte.

Per Pubusa lo statuto deve essere fatto presto e subito.

Subito dopo l’intervento del docente universitario si è aperto il dibattito. Numerosi studenti hanno posto domande al presidente del Consiglio soprattutto sui temi dello Statuto, della specialità, dell’autonomia.  Gli studenti hanno voluto sapere se non è anacronistico parlare di un nuovo statuto sardo in un contesto di globalizzazione come quello attuale.

Per il presidente Spissu lo statuto va riscritto e deve esplorare filoni nuovi sull’identità, nei rapporti con l’Europa, nei rapporti tra la Sardegna e gli altri Stati. 

Grande dibattito anche sull’autonomia. Il presidente Spissu ha detto che è un po’ “annacquata” e che i detrattori di questo concetto dicono che l’Autonomia è diventata una sorta di “privilegio” che non ha più ragion d’essere. Infatti, le ragioni storiche per cui ci era stata data erano motivate da condizioni di arretratezza della nostra terra, ragioni attualmente superate.  Il presidente Spissu è stato chiaro: “Dobbiamo continuare a batterci per la nostra specialità. Siamo speciali non perché la Sardegna è in condizioni diverse rispetto agli abitanti dell’Europa ma perché siamo un’isola e quindi abbiamo condizioni di differenza non superabili”.

Uno studente ha posto anche il problema del difficile rapporto che si è creato tra la gente e le Istituzioni paventando la possibilità di un astensionismo al voto. Il presidente Spissu ha sottolineato che questa non sarebbe la strada giusta. “Se volete cambiare la classe politica dovete andare a votare. La partecipazione è essenziale: la democrazia è stata una  conquista , dovete saperla usare. I giovani non devono essere solo spettatori, ma devono diventare i protagonisti della loro vita”

Inevitabile anche una domanda sulla spazzatura della Campania arrivata in Sardegna per essere smaltita.   Il presidente Spissu ha ricordato che tutti i rifiuti tossici e speciali che la nostra isola produce sono portati nelle altre regioni per essere smaltiti. Nulla di  strano, dunque, nella scelta della Regione di smaltire nei nostri impianti un quantitativo modesto (pari a quanto la città di Cagliari produce in 10 giorni) di rifiuti.

L’ultima domanda è stata fatta sui rapporti tra il Consiglio regionale e il presidente della giunta. L’elezione diretta del presidente della Regione – ha spiegato Spissu -  ha creato stabilità. La differenza rispetto alla legge precedente è che prima il Consiglio manifestava il dissenso verso il capo dell’esecutivo aprendo la crisi ora questo potere dell’assemblea non esiste più e anzi, è il presidente della Regione che dimettendosi può mandare a casa i consiglieri regionali.

Gli studenti hanno poi  visitato il palazzo del Consiglio regionale e le sedi delle commissioni consiliari  dove hanno analizzato l’iter di formazione delle leggi regionali. (R.R.)