CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

Mozione n. 147

MOZIONE LADU - LA SPISA - VARGIU - ARTIZZU - RANDAZZO Alberto - FLORIS Mario - FARIGU - MURGIONI - GALLUS - PISANO - DEDONI - CASSANO - LIORI - CHERCHI Oscar - CONTU - LICANDRO - LOMBARDO - PETRINI - PILERI - RASSU - SANJUST - CAPELLI - CAPPAI - CUCCU Franco Ignazio - MILIA - RANDAZZO Vittorio - DIANA - MORO - SANNA Matteo - AMADU sulla crisi delle aziende agricole sarde determinata dalla sofferenza sui mutui agevolati per il settore, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
- in Sardegna si è venuta a creare una vera e propria situazione emergenziale determinata dalla crisi dei mutui per le imprese agricole e aggravata da una generale difficoltà che attraversa tutto il mondo agricolo;
- questa crisi sta assumendo contorni drammatici a causa delle migliaia di aziende, di lavoratori e loro famiglie coinvolti;

EVIDENZIATO che:
- l'attuale indebitamento delle imprese agricole sarde nei confronti delle banche creditrici ammonta ad una cifra vicina o superiore ai 700 milioni di euro;
- le imprese agricole sarde entrate o che stanno per entrare in sofferenza, a causa dell'insolvenza nei confronti degli istituti di credito, sarebbero circa 7 mila, molte delle quali hanno già avuto i terreni messi all'asta;
- questi dati da soli giustificano l'allarme che viene sollevato dal mondo dell'agricoltura e della pastorizia sarda, per via di una costante irrefrenabile emorragia di chiusura delle aziende con relativo abbandono delle campagne da parte degli operatori;

CONSIDERATO che:
- questa grave situazione è stata generata allorché la legge regionale n. 44 del 1988, che istituiva un regime di aiuti agevolati in agricoltura, è stata inserita nel contesto delle norme, e quindi ad integrazione della legge regionale n. 17 del 1992;
- la legge regionale n. 17 del 1992, per la parte che riguarda l'integrazione relativa alla legge regionale n. 44 del 1988, è stata fatta oggetto di impugnativa da parte della competente Commissione dell'Unione europea e, in quanto tesa a falsare in regime di libera concorrenza attraverso un sanzionabile intervento di aiuti finanziari da parte dell'ente regionale, è stata dichiarata illegittima;
- a causa di questo intervento della Commissione europea le imprese agricole che, confidando sulla legge regionale n. 44 del 1988, avevano ipotecato i propri terreni per ottenere le misure agevolative di cui sopra, si sono trovate improvvisamente a pagare tassi altissimi e insostenibili;

RILEVATO che:
- a fronte di questa situazione di incombente crisi, che potrebbe portare ad effetti devastanti per l'agricoltura in Sardegna, l'atteggiamento e le iniziative finora assunte dalla Giunta regionale, e in particolare dall'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, a parte una scontata solidarietà di facciata, non sono state assolutamente adeguate a quanto richiedeva la situazione e, anzi, appaiono tese a far decantare le problematiche senza dare risposte o trovare soluzioni soddisfacenti;
- la stessa proposta avanzata recentemente dall'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale di acquisire il debito dichiarato a valore di bilancio del Banco di Sardegna (pari al 60 per cento della somma complessiva), attraverso l'istituzione di un ente ad hoc, o avvalendosi dell'ISMEA, non solo non soddisfa gli operatori agricoli, ma presenta diversi fattori di possibile impugnativa o perlomeno di impercorribilità, in quanto parrebbe che lo stesso istituto di credito sardo richieda alle aziende in sofferenza il rientro sull'intero totale dell'ammontare;

ATTESO che il mondo agricolo sardo non può essere abbandonato a se stesso, lasciando aperte diverse vertenze come quella sul prezzo del latte, sui ritardi dei finanziamenti per il benessere animale, sul costo dei mangimi, dei trasporti e per l'energia elettrica e, infine, sui mancati indennizzi alle imprese per calamità naturali e lingua blu, vertenze irrisolte che stanno determinando una miscela pericolosissima che sta facendo esplodere tutto il settore,

impegna la Giunta regionale

1) ad adottare una serie di misure urgenti tese a frenare la dirompente crisi del settore agricolo attraverso:

- l'apertura di una trattativa con gli istituti bancari titolari di crediti nei confronti delle imprese agricole sarde, al fine di determinare un finanziamento regionale che possa consentire alle banche una dilazione sui tempi per l'esigibilità di tali crediti;
- la richiesta al Governo statale e alla Unione europea per il riconoscimento ufficiale dello stato di crisi dell'agricoltura sarda, finalizzato ad ottenere eccezionali misure di fiscalità agevolata e abbattimento degli oneri derivanti dai costi d'esercizio, per almeno un quinquennio, a tutte le imprese agricole operanti nel territorio della Regione;
- l'istituzione di un fondo straordinario di solidarietà che possa essere utilizzato dalle aziende agricole che hanno terreni sottoposti a confisca per scongiurare la chiusura di dette imprese entrate in sofferenza;
- la richiesta di un tavolo di concertazione Regione-Stato-Unione europea affinché, riconosciute le peculiari ragioni storiche, geografiche e sociali della Sardegna, venga rimossa l'impugnativa della Commissione europea nei confronti della legge regionale n. 17 del 1992, sino all'estinzione dei mutui accesi per effetto delle norme in essa contenute;

2) e nell'immediato ad adottare le seguenti ulteriori misure:

- dirimere l'intera vertenza sul prezzo del latte, individuando una cifra che sia di soddisfazione per gli allevatori sardi;
- conferire gli indennizzi, ancora pendenti, alle imprese agricole colpite da eventi calamitosi;
- istruire e finanziare le pratiche relative al benessere animale per colmare i vergognosi ritardi accumulati;
- riprogrammare l'indennità compensativa, eliminando la proposta di riduzione del trenta per cento avanzata dalla Giunta.

Cagliari, 19 ottobre 2007