CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURAMozione n. 146
MOZIONE PISANO - SANNA Matteo - GALLUS - CASSANO - DEDONI - VARGIU - DIANA - ARTIZZU - LA SPISA - RANDAZZO Alberto - LADU - LIORI - MORO - RASSU - LOMBARDO - CONTU - LICANDRO - SANJUST - PILERI - PETRINI - RANDAZZO Vittorio - CAPPAI - AMADU - CAPELLI - CUCCU Franco Ignazio - MILIA - MURGIONI - FLORIS Mario - CHERCHI Oscar - FARIGU sul fallimento del modello della programmazione dello sviluppo territoriale attuato attraverso la progettazione integrata, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che la firma degli accordi di programma nel giugno e nel novembre 2004 segnò la conclusione della fase di ottimizzazione del primo bando PIT 2001, che portò all'impegno di risorse complessive del POR Sardegna 2000-2006 per 360 milioni di euro, oltre a ulteriori 42 milioni di quote di coofinanziamento dei privati;
EVIDENZIATO che, in considerazione delle risorse effettivamente impegnate, la Giunta regionale ritenne che il quadro che se ne deduceva fosse fortemente deficitario per quanto riguardava il procedimento di realizzazione dei PIT, progetti di sviluppo locale che erano nati con lo scopo di utilizzare il 40 per cento dei fondi del POR Sardegna 2000-2006 per promuovere uno sviluppo integrato in alcune aree del territorio isolano, quelle caratterizzate dal maggiore ritardo nello sviluppo socio-economico;
VALUTATO che dall'11 novembre 2004 è stato annunciato l'avvio di un processo di confronto partenariale per la definizione di un nuovo percorso di programmazione dello sviluppo locale teso a razionalizzare e unificare tutti i processi programmatori avviati e in atto fino a tale data, e tutto ciò, si era detto, "al fine di migliorare la qualità nell'utilizzo delle risorse e l'integrazione tra i vari strumenti, partendo dalla constatazione che gli strumenti della programmazione territoriale fossero stati utilizzati con scarsa integrazione, con una qualità spesso insoddisfacente e in assenza di un quadro programmatorio chiaro e condiviso all'interno del quale operare le scelte";
VERIFICATO che la scelta del nuovo modello di programmazione delle azioni di sviluppo locale, definito con una certa enfasi dalla nuova Giunta regionale presieduta dall'On. Renato Soru come "rivoluzionario" e che si intendeva con questo segnare una netta discontinuità con il passato e che la nuova filosofia, al di là di ogni conforto scientifico, introduceva una palese ingiustizia di fondo, che poteva anche tradursi nella affermazione: "Chi ha avuto, ha avuto, chi ha dato ha dato, scurdiamoci u' passato ...";
ACCERTATO che il gruppo regionale di coordinamento aveva ritenuto che, dei 30 PIT presentati, appena 13 fossero valutabili positivamente, disponendo un finanziamento complessivo di 389.245.800 euro pari al 10 per cento delle risorse utilizzabili (40 per cento delle risorse POR) mentre 8 dei 30 PIT venivano dichiarati esclusi, e che per gli altri 9 PIT si sarebbe dovuto provvedere in una fase successiva attraverso un processo di riottimizzazione o di rimodulazione;
EVIDENZIATO che la Regione Sardegna, fra le sette regioni coinvolte nei PIT, è risultata quella con il più basso tasso di utilizzo delle risorse complessivamente utilizzabili (10 per cento) e con il più basso indice di coinvolgimento territoriale (solo il 52 per cento dei comuni della Sardegna) contro un 100 per cento delle Regioni Calabria, Basilicata e Molise, 88 per cento di Puglia e Sicilia e 68 per cento della Campania;
ATTESO che il cambio di rotta nelle politiche della programmazione integrata ha fatto sì che le aree più povere, quelle paradossalmente rimaste escluse dai primi 13 finanziamenti del bando PIT 2001, non potessero fruire di un pari sostegno per il recupero del ritardo nello sviluppo locale, attraverso azioni progettuali di ottimizzazione o rimodulazione del Bando PIT 2001 o partecipando con condizioni di priorità ad un secondo bando PIT;
ACCERTATO che dal mese di gennaio 2005 venne dato avvio ad un ciclo di incontri sulla programmazione integrata nelle otto province, promossi dall'Assessorato regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio e ritenuti propedeutici per l'avvio operativo del nuovo processo della programmazione regionale dello sviluppo locale e la preparazione dei relativi bandi, la cui pubblicazione si diceva fosse imminente e comunque prevista per l'inizio dell'estate 2005;
ATTESO che il 24 aprile 2005 l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, professor Francesco Pigliaru, e il direttore del Centro regionale di programmazione, dottor Salvatore Orlando, ritenuto il padre della rivoluzione dei principi ispiratori del nuovo corso della programmazione, presentarono, con evidente orgoglio, la nuova filosofia politica ed il nuovo modello di sviluppo territoriale, basato su una maggiore collaborazione e partecipazione del territorio attraverso la creazione della carta del partenariato istituzionale e socio-economico, un patto cioè tra la Regione, gli enti locali, le parti economiche e sociali;
VERIFICATO che, fin dall'inizio, il percorso delineato per la nuova politica di programmazione dello sviluppo locale era apparso tortuoso, complesso e lungo e che fin dal primo momento emersero forti dubbi e perplessità da parte dei vari attori chiamati a partecipare ai tavoli di concertazione della "nuova programmazione rivoluzionaria" in ordine soprattutto alla disponibilità delle risorse e ai tempi necessari per l'attuazione di tutte le procedure;
ACCERTATO che l'iter procedurale e cronologico si sarebbe dovuto articolare nel tempo nelle diverse fasi:
a) creazione di un tavolo di coordinamento regionale e tavoli per l'analisi dei bisogni territoriali e definizione delle proposte delle linee guida di impostazione;
b) creazione di strumenti tecnici per l'elaborazione dei progetti integrati consistenti in un laboratorio regionale, con funzioni di coordinamento e di otto laboratori provinciali di progettazione;
c) deliberazioni della Giunta regionale per il finanziamento delle operazioni inserite nei progetti integrati di sviluppo da attuare con risorse finanziarie del POR Sardegna 2000-2006 e con ulteriori risorse diverse dal POR Sardegna 2000-2006 (fondi per le aree sottoutilizzate, fondo per la programmazione negoziata, fondi regionali di cui alla legge regionale n. 1 del 2006);
d) pubblicazione dell'avviso pubblico per presentazione di domande di partecipazione ai partenariati di progetto che presentano i progetti integrati di sviluppo;
e) costituzione dei partenariati di progetto per la presentazione degli specifici progetti integrati di sviluppo;
f) elaborazione da parte dei partenariati di progetto, con il supporto dei laboratori provinciali e dei gruppi tecnici regionali, delle proposte preliminari e definitive dei progetti integrati di sviluppo;
g) approvazione dei progetti integrati di sviluppo territoriali da parte dei tavoli di partenariato provinciali;
h) approvazione dei progetti integrati di sviluppo da parte del tavolo di partenariato regionale;
i) presentazione all'Amministrazione regionale della proposta definitiva dei progetti integrati di sviluppo;
l) valutazione dei progetti integrati di sviluppo da parte del Nucleo regionale di valutazione e verifica degli investimenti pubblici;
m) modifica o integrazione dei progetti integrati di sviluppo sulla base della valutazione del Nucleo regionale di valutazione e verifica degli investimenti pubblici;
n) approvazione dei progetti integrati di sviluppo da parte della Giunta regionale con l'assegnazione di uno specifico punteggio in funzione della valutazione complessiva, con la specifica condizione che, per le operazioni relative ad opere pubbliche, tale punteggio sarà assegnato solo se gli interventi sono localizzati in comuni non compresi nelle 13 aree PIT che hanno beneficiato dei finanziamenti del bando PIT 2001;
o) pubblicazione dei bandi di gara, a valere sulle specifiche misure del POR Sardegna 2000-2006, per la selezione delle operazioni dei progetti integrati di sviluppo approvati da ammettere a finanziamento;RICHIAMATA la delibera della Giunta regionale n. 13/2 del 30 marzo 2006, avente per oggetto "La nuova progettazione integrata per lo sviluppo dei territori della Sardegna" con la quale si intendeva dare attuazione alla progettazione integrata, ormai avviata 18 mesi prima (nel novembre 2004), ponendo a disposizione risorse complessive per euro 693.468.848,72 che si sarebbe dovuta realizzare attraverso una "riprogrammazione intermedia del POR Sardegna 2000-2006, per avviare un nuovo percorso per la progettazione integrata finalizzato a orientare strategicamente l'utilizzazione delle risorse ancora non programmate del POR Sardegna 2000-2006 e degli altri strumenti di finanziamento nazionali e regionali";
CONSTATATO che nella citata delibera erano anche indicate le modalità di attuazione del nuovo percorso strategico della progettazione integrata, che essenzialmente coincidevano con quanto previsto nel paragrafo 1.6 del Complemento di programmazione del POR Sardegna 2000-2006 e che si articolavano nelle diverse fasi già indicate, secondo un cronoprogramma che aveva avuto inizio nel novembre 2004 e nel quale la fase di individuazione degli obiettivi, delle strategie e delle azioni prioritarie era già ritenuta conclusa fin dal febbraio 2006, con l'approvazione da parte dei tavoli di partenariato provinciali e con la presa d'atto da parte del tavolo di partenariato regionale dei rapporti d'area provinciali della progettazione;
PRESO ATTO che, con la definizione dei rapporti d'area e la loro condivisione da parte del partenariato, si era ritenuto che fosse stato ben focalizzato per ogni singola provincia il quadro logico territoriale e settoriale della progettazione integrata, e con questi poteva essere composto il quadro unitario regionale della progettazione integrata;
VERIFICATO che per supportare il processo della nuova progettazione integrata erano stati istituiti:
- tavolo di partenariato regionale, costituito dai soggetti del partenariato istituzionale e socio-economico presenti nel comitato di sorveglianza del POR Sardegna 2000-2006;
- tavoli di partenariato provinciali, composti dagli enti locali (provincia, comuni, comunità montane) del territorio di riferimento, dai soggetti del partenariato economico e sociale rappresentati nel tavolo di partenariato regionale, da altri organismi pubblici locali o da organizzazioni economiche e sociali portatrici di interessi diffusi, che abbiano uno specifico radicamento nel territorio di riferimento;
- gruppo regionale di coordinamento;
- gruppi tecnici regionali, individuati in funzione di specifici ambiti di intervento;
- laboratori territoriali di progettazione, attivati in ciascuna delle otto nuove province della Sardegna nell'ambito della misura 4.4 (azione 4.4.a) del POR Sardegna;EVIDENZIATO che con l'approvazione della citata delibera di Giunta regionale n. 13/2 del 30 marzo 2006 la Giunta regionale intendeva dare atto dell' imminente avvio della fase di cui al punto d) indicato nel citato cronoprogramma;
VERIFICATO che il comitato di coordinamento del POR Sardegna 2000-2006, in ottemperanza alle previsioni della delibera di Giunta regionale n. 13/2 del 30 marzo 2006, aveva regolarmente approvato l'avviso pubblico per la presentazione di progetti integrati di sviluppo;
VISTO l'avviso pubblicato sul supplemento straordinario al BURAS n. 14 del 4 maggio 2006, per la presentazione delle domande di partecipazione ai partenariati di progetto per la successiva presentazione dei progetti integrati di sviluppo che fissava la scadenza alla data del 19 giugno 2006;
RAVVISATO che, nonostante la obiettiva complessità della procedura, furono presentate oltre 14.500 manifestazioni di interesse all'adesione ai partenariati pubblico-privati;
OSSERVATO che, a seguito della valutazione delle oltre 14.500 domande, ben 11.500 sono state dichiarate ammesse e quindi ritenute idonee alla partecipazione per la costituzione dei partenariati di progetto;
RICHIAMATO che, per definizione, i partenariati sono costituiti da aggregazioni di soggetti proponenti, aventi ambiti di riferimento comuni, che hanno il compito di predisporre e presentare il progetto integrato di sviluppo territoriale e che sono composti da enti locali (in forma singola e/o associata), imprese (in forma singola e/o associata), associazioni di categoria e datoriali, organizzazioni sindacali, associazioni ambientaliste e culturali, rappresentanze del privato sociale, università, centri di ricerca e tutti gli attori dello sviluppo interessati al progetto integrato;
ACCERTATO che, per ciascuna area provinciale, nei mesi di luglio e agosto 2006 erano stati regolarmente costituiti i partenariati di progetto con la stipula dei relativi protocolli di intesa, e che gli stessi, complessivamente, hanno aggregato al loro interno oltre 10 mila partner fra quelli che avevano avanzato la manifestazione di interesse alla adesione;
VISTO il bando pubblicato nel mese di settembre 2006 con il quale i partenariati di progetto furono chiamati a presentare i progetti integrati di sviluppo entro la data del 20 ottobre 2006, successivamente prorogata al 20 dicembre 2006;
CONSTATATO che, con delibera n. 36/8 del 18 settembre 2007, la Giunta regionale ha preso atto della determinazione dell'Autorità di gestione del POR Sardegna ed ha approvato l'elenco finale e riepilogativo dei 198 progetti valutati e che, con detta approvazione, si ritiene conclusa la lunga e faticosa storia della "rivoluzione" politico-culturale della programmazione regionale dello sviluppo locale, con il nuovo corso della progettazione integrata, iniziata quasi tre anni prima, nel lontano novembre 2004;
CONSIDERATO che l'intera odissea vissuta dagli enti locali, dalle imprese, dalle organizzazioni sindacali e datoriali, dal mondo dell'associazionismo e del volontariato, è durata complessivamente tre anni e che, con la citata delibera della Giunta regionale del 18 settembre 2007, tutti gli sforzi e tutte le speranze di tutti i soggetti che hanno creduto nel nuovo corso della programmazione integrata arrivano tristemente al capolinea senza che nemmeno un euro dei 693 milioni previsti dalla delibera della Giunta regionale del 30 marzo 2006 del POR Sardegna 2000-2006 sia stato assegnato ai soggetti richiedenti;
OSSERVATO che l'orientamento della Giunta regionale è ora quello di prevedere una ulteriore fase della lunga storia della programmazione integrata che inizierebbe con la stabilizzazione dei 198 partenariati chiamati a costituirsi in consorzi o fondazioni, con aggregazioni per territori omogenei, dando luogo a nuovi soggetti giuridici pubblico-privati, con partecipazione maggioritaria dei partner privati, capaci di candidarsi all'ottenimento delle risorse del POR Sardegna 2007-2013;
VERIFICATO che i tempi di realizzo delle idee imprenditoriali manifestate da migliaia di soggetti, che hanno fin qui speso risorse e tempo, si allungano a dismisura e che, concretamente, si allontana anche l'attuabilità proprio perché comprensibilmente le condizioni e i presupposti progettuali mutano rapidamente e dopo alcuni anni diventano carta straccia,
impegna la Giunta regionale
1) ad adottare provvedimenti urgenti di riequilibrio nei processi di recupero del ritardo nello sviluppo locale, utilizzando anche i punteggi di valutazione riportati dai PIT presentati dai 198 partenariati, a favore delle aree rimaste definitivamente escluse dai benefici della programmazione integrata, complessivamente rappresentative del 48 per cento dei Comuni della Sardegna e pari al 77 per cento dell'indice percentuale di ritardo dello sviluppo locale;
2) ad avviare un nuovo indirizzo della programmazione dei processi di sviluppo locale tesi all'utilizzo delle risorse ancora disponibili nel POR Sardegna 2000-2006 e delle future risorse del POR 2007-2013, rinunciando alla politica della progettazione integrata posta in essere fino ad oggi, risultata fallimentare e pervenuta senza risultati alla fase finale, adottando entro sessanta giorni un nuovo piano regionale dello sviluppo locale da approvarsi nella appropriata sede del Consiglio regionale;
3) a restituire certezze alle migliaia di soggetti privati e pubblici che hanno scommesso nella serietà della progettazione integrata e della programmazione regionale presentando idee serie e innovative di sviluppo locale e che costituiscono un grande patrimonio non teorico, ma di grande valenza per la crescita dei territori;
4) a rendere inoltre le procedure di cui sopra più snelle e rapide, al fine di accelerare la spendita delle risorse residue e future evitando, in coerenza anche con quanto previsto dalla legge regionale n. 12 del 2005, il rifiorire di centinaia di nuovi soggetti giuridici pubblico-privati deputati a funzioni di agenzie dello sviluppo locale e in sovrapposizione disordinata con gli ambiti territoriali ottimali individuati.Cagliari, 18 ottobre 2007