CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURAMozione n. 142
MOZIONE CAPPAI - CAPELLI - RANDAZZO Alberto sulla grave situazione debitoria delle aziende agricole sarde.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
VISTA la grave situazione in cui versano le migliaia di aziende agricole sarde a causa dei debiti contratti con le banche negli anni ottanta, per aver usufruito degli aiuti previsti dalle leggi regionali 7 maggio 1981, n. 14, 13 dicembre 1988, n. 44, e 27 agosto 1992, n. 17;
RICORDATO che:
- la Commissione europea, con decisione del 14 marzo 1995, ha dichiarato l'incompatibilità con la disciplina comunitaria di alcune norme regionali che prevedevano interventi nel settore agricolo (in particolare gli articoli 1, 3 e 6 della legge regionale n. 17 del 1992, l'articolo 40 della legge regionale n. 14 del 1981 e l'articolo 57 della legge regionale n. 44 del 1988);
- in particolare la Commissione europea, con decisione n. 97/612/CE del 16 aprile 1997, ha dichiarato gli aiuti concessi in attuazione dell'articolo 5 della legge regionale n. 44 del 1988 illegali, in quanto concessi senza la preventiva notifica alla stessa Commissione e incompatibili con il mercato comune ai sensi del Trattato di Roma disponendo l'obbligo per l'Italia di abolire gli aiuti dichiarati illegali e incompatibili e l'obbligo di recuperare gli aiuti già concessi;CONSTATATO che:
- gli agricoltori, a seguito di tali decisioni della Commissione europea, sono stati costretti a corrispondere, sui mutui contratti, gli interessi a tasso ordinario anziché a tasso agevolato così come previsto, oltre agli interessi di mora, con la conseguenza che il totale degli interessi per i debiti non onorati è lievitato dal 3 al 25 per cento mettendo all'angolo migliaia di aziende agricole;
- altresì, a causa dell'eccessiva onerosità sopravvenuta, migliaia di imprenditori agricoli si sono trovati nell'impossibilità di far fronte agli impegni assunti con le banche con la conseguenza che, la quasi totalità, vive oggi l'incubo dell'ingiunzione giudiziaria di sequestro con la successiva vendita all'asta delle aziende che si tramandano da generazioni;EVIDENZIATO che il giudizio di illegalità sugli aiuti da restituire è evidentemente il risultato di inadeguatezze, errori, ritardi e inadempienze non attribuibili certamente agli imprenditori agricoli, ma piuttosto alla Regione che ha promulgato quelle leggi in assenza della prescritta notifica agli organi comunitari;
RITENUTO, anche alla luce delle recenti manifestazioni di protesta degli agricoltori esasperati, di dover intervenire tempestivamente ed attivarsi per bloccare le procedure fallimentari, trovare un accordo con le banche e con la stessa Unione europea per riportare quei debiti all'interno di un confronto ragionevole anche sulle cifre e trovare il modo di correggere tutte le distorsioni che hanno provocato i pignoramenti,
impegna la Giunta regionale
1) a dare seguito all'azione intrapresa nei confronti del Governo nazionale per una rapida soluzione della vertenza invitando il Ministro Paolo De Castro a dare immediata attuazione all'impegno, preso nel recente incontro a Roma, di convocare le banche creditrici affinché possano esaminare la possibilità di ripulire i prestiti concessi agli agricoltori dei superinteressi, oggi la vera causa dell'indebitamento delle aziende agricole ormai pignorate e messe all'asta, invitando le stesse a retrocedere dalle loro posizioni finora proiettate al massimo profilo aziendale, e di intervenire in prima persona presso l'Unione europea affinché la stessa possa concedere una deroga, ed esaminare la possibilità, come sembrerebbe aver già fatto per la Grecia, di autorizzare l'azzeramento dei debiti agricoli per gli operatori del settore;
2) nelle more delle trattative con gli organi dell'Unione europea e nel rispetto delle normative comunitarie in vigore, a redigere in tempi brevi un disegno di legge che possa garantire alle imprese agricole e pastorali pari opportunità di esistenza rispetto alla media delle imprese agricole più sviluppate in sede comunitaria (infrastrutture, standard di servizi , trasporti, credito, ecc.).Cagliari, 16 ottobre 2007