CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURAMozione n. 91
MOZIONE LA SPISA - CONTU - LICANDRO - LOMBARDO - PETRINI - RASSU - SANCIU - SANJUST - DEDONI - LADU - MURGIONI - GALLUS - AMADU - MORO - SANNA Matteo - ARTIZZU - PISANO - FARIGU - BIANCAREDDU - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - VARGIU - CASSANO - CAPELLI - CUCCU Franco Ignazio sulla politica regionale della pesca, problematiche e prospettive, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
CONSIDERATO che:
- la pesca costituisce un'attività produttiva fondamentale, interessando oltre 3 mila addetti e 1000 imbarcazioni;
- il problema che la pesca sta affrontando allo stato attuale è relativo all'aumentare dei costi di gestione;
PRESO ATTO che:
- è necessaria un'equilibrata e lungimirante politica regionale sulla pesca impostata sulla competitività delle imprese di pesca sarde e della loro economicità, sempre nel rispetto delle risorse acquatiche;
- l'attuale eccessiva dipendenza dalla fonte petrolifera è diventata sempre più penalizzante a seguito dei ripetuti rincari del prezzo del gasolio con un aumento stimato intorno al 100 per cento;
- il carburante incide per il 45 per cento sul costo totale dell'impresa per cui è evidente che i margini di profitto vengono erosi dal maggior costo;
- l'inadeguata commercializzazione (esiste in Sardegna un solo mercato ittico) e l'incontrollata importazione (circa il 60 per cento dell'intero prodotto consumato in Sardegna) creano nelle nostre imprese di pesca una situazione insostenibile;
- il depauperamento della risorsa ittica, contrariamente a quanto sostenuto come luogo comune, non è dovuto esclusivamente alla pesca, ma concorrono altri fattori quali: inquinamento, distruzione di intere praterie di poseidonia dovute ai dragaggi, indiscriminato posizionamento delle gabbie galleggianti;
- in inverno le condizioni meteorologiche costringono i pescatori a stare molti giorni a terra senza lavorare e senza percepire alcun indennizzo;
- in estate, invece, arrivano a pescare molte barche da altre regioni nelle nostre acque territoriali e, di conseguenza, il mercato è soggetto così a un calo eccessivo dei prezzi;
SOTTOLINEATO che:
- da tempo si discute sulle scelte strategiche e sull'individuazione di norme che, da un lato, prevedano la protezione della risorsa e, di contro, tengano conto delle esigenze di economicità delle imprese nel sistema sardo;
- è stato presentato un piano della tutela delle risorse marine, redatto unilateralmente dall'Università degli studi di Cagliari, senza che questo abbia avuto la condivisione e la partecipazione di tutte le rappresentanze degli operatori della pesca i quali, anzi, sostengono la sua assoluta inattuabilità; in particolare detto piano non tiene conto di alcune situazioni di tutta evidenza che renderebbero, se attuate, impossibile l'esercizio della pesca meccanica in tutte le acque territoriali sarde ovvero entro le 12 miglia;
- in quest'ottica proporre di vietare la pesca entro le 6 miglia dalla costa alle imbarcazioni superiori a 60 TSL equivale a vietarla nell'ambito delle 12 miglia non essendoci in gran parte della piattaforma morfologica marina sarda, zone di pesca comprese tra le 6 e le 12 miglia;
- nella zona orientale della Sardegna (Punta Niedda di Osalla - Punta su Mastici) a un miglio dalla costa siamo in presenza di una profondità stimata intorno ai 700 metri, a 5 miglia dalla costa siamo in piena piattaforma mediterranea (200 m);
- per la piccola pesca (cosiddetta pesca artigianale) risulta dal piano vietata l'attività di pesca nelle giornate di sabato e domenica producendo una evidente contraddizione in quanto tale tipo di pesca viene esercitata con l'utilizzo di attrezzi fissi (reti da posta, nasse, ecc.) che sono per tutta la stagione in mare e che di norma vengono salpate giornalmente; impedire il loro controllo nel fine settimana equivale ad autorizzare la cattura di pesci che il lunedì vengono ritrovati in condizione di non commerciabilità;
- la Sardegna, essendo posizionata al centro del Mediterraneo, statisticamente ha il numero di giornate lavorative più basse per imbarcazione rispetto a tutta l'Italia;
- i motopescherecci, per effettuare lavori di carenaggio ordinari e straordinari, devono recarsi obbligatoriamente in cantieri ubicati nella penisola, sopportando ulteriori ingiustificati costi, in quanto nell'Isola non esistono strutture adeguate per la manutenzione degli stessi,impegna la Giunta regionale
a riferire in Consiglio sui seguenti punti:
a) quale politica della pesca sia posta in essere su base pluriennale per far fronte alla emergenza determinata dall'aumento dei costi di gestione delle imprese di pesca isolane, con particolare riferimento al costo del carburante;
b) quale piano effettivo di gestione delle risorse acquatiche, di concerto con le associazioni di categoria, e quali stanziamenti verranno previsti per garantire adeguate misure sociali di accompagnamento;
c) quali comparazioni siano previste a fronte di un imposto ed obbligatorio periodo di interruzione tecnica della attività della pesca in Sardegna;
d) quali iniziative la Giunta abbia intrapreso per portare a conoscenza della grave situazione che vivono le imprese di pesca sarde, in quanto è compito degli Stati membri e delle regioni a statuto speciale informare la Comunità di particolari situazioni di disagio di un comparto al fine di prevedere e concordare misure di sostegno.
Cagliari, 14 settembre 2006