CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

Mozione n. 86

MOZIONE DAVOLI - URAS - PISU - ATZERI - BALIA - BARRACCIU - CALIGARIS - CALLEDDA - CERINA - CHERCHI Silvio - CUCCU Giuseppe - CUGINI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - GIAGU - GIORICO - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANINCHEDDA - MARRACINI - MARROCU - MASIA - MATTANA - ORRÙ - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Franco - SERRA - UGGIAS sul conflitto in Libano.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PRESO ATTO:
- con estrema preoccupazione, dell'apertura di un nuovo fronte di guerra in Medio oriente che, aggiungendosi ai focolai di violenza già esistenti, rischia di innescare un conflitto ancora più ampio che potrebbe minacciare la vita e i diritti umani di decine di milioni di uomini e donne;
- con allarme, del protrarsi della situazione di conflitto in Palestina che coinvolge, in relazione alla presenza di forze militari israeliane occupanti, in modo particolarmente drammatico, le popolazioni della striscia di Gaza;
- della situazione tragica di violenza nella quale attualmente vivono popolazioni civili inermi nel bacino del Mediterraneo, in una crescente condizione di guerra che miete vittime tra i più indifesi ed innocenti come i bambini, le donne e gli anziani;

CONSIDERATO che:
- a causa della guerra in atto in Libano durante la prima settimana del conflitto hanno perso la vita ormai quasi mille persone tra civili (in maggioranza) e militari, secondo i dati dell'Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni unite, diverse centinaia di migliaia di cittadini libanesi hanno dovuto sfollare per motivi di sicurezza dalle zone in cui abitano creando una gravissima situazione umanitaria nonché un grave fenomeno di fuga dai territori che sta interessando anche il territorio di Israele;
- la violazione di diritti umani fondamentali alla integrità e alla libertà personale quali:
1) la cattura e la detenzione di un militare israeliano da parte di milizie palestinesi;
2) la cattura e la detenzione di due militari israeliani da parte del partito Hetzbollah;
3) la detenzione senza processo in campi militari israeliani di circa 600 palestinesi;
4) la detenzione di due cittadini libanesi nelle carceri israeliane;
5) l'arresto e la detenzione di membri eletti del parlamento e del governo della Autorità nazionale palestinese da parte delle forze di sicurezza israeliane,
oltre ad essere inaccettabile di per sé, ha contribuito ad innescare e ad acuire il conflitto;
- durante la persistente invasione della striscia di Gaza da parte dell'esercito israeliano sono state uccise 20 persone in età infantile o comunque giovanissime;
- la mancata soluzione della questione palestinese e l'occupazione di territori, oltre a essere una grave violazione dei diritti delle persone che vi abitano, costituisce perenne focolaio di violenza;

RITENUTO che:
- la guerra non debba mai essere considerata uno strumento legittimo per la risoluzione delle controversie internazionali e il diritto di difesa non possa mai essere invocato se non in modo proporzionato al pericolo ed esclusivamente verso la parte avversa;
- il bombardamento con bombe o missili in aree civili come atto di guerra o come ritorsione sia una violazione del diritto umanitario e non sia mai ammissibile in nessuna circostanza;
- la cattura e la detenzione di persone finalizzata allo scambio con prigionieri o con obiettivi politici sia una violazione del diritto umanitario e non sia mai ammissibile in nessuna circostanza;
- una soluzione del conflitto in corso in Medio oriente debba essere trovata attraverso la via del negoziato fondato sul diritto internazionale e sul rigoroso rispetto dei diritti di tutti gli uomini e le donne che vivono in quei territori (per i quali si sta positivamente impegnando il Governo italiano);
- l'aggravarsi della crisi ed il permanere di ingiustizie e illegalità in Medio oriente costituiscono elementi che favoriscono lo sviluppo e la diffusione del terrorismo e di ideologie che si rifanno a inaccettabili pratiche di violenza e fanatismo fondamentalista;
- la garanzia del diritto dei palestinesi e delle palestinesi ad avere una propria terra, ad autodeterminare il proprio futuro e a vivere in pace in stati autonomi e indipendenti, e dei cittadini e delle cittadine israeliane a vivere in sicurezza una vita non militarizzata sia la chiave di volta per la pace in Medio oriente,

fa appello a tutte le parti in conflitto

- affinché cessino immediatamente il fuoco ed avviino negoziati per addivenire ad una soluzione pacifica del conflitto basata sul rispetto dei diritti umani di tutti e di ciascuno e si astengano, in ogni caso e in seguito a qualunque circostanza, dall'attaccare con qualunque mezzo aree abitate da civili;
- liberino immediatamente tutti i prigionieri illecitamente detenuti come atto unilaterale di rispetto del diritto e non come strumento di scambio,

auspica

- che il Governo italiano, l'Unione europea e le Nazioni unite assumano tutte le iniziative utili al fine di ottenere il "cessate il fuoco" e il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale, nonché l'avvio negoziati finalizzati al componimento del conflitto e al perseguimento della tutela dei diritti dei palestinesi e delle palestinesi, degli israeliani e delle israeliane;

impegna la Giunta regionale

- ad attivare e sostenere ogni utile iniziativa e azione positiva, presso tutte le sedi istituzionali competenti, al fine di ottenere una rapida cessazione delle ostilità e di tutelare le popolazioni residenti e in fuga;
- a collaborare in ogni modo, anche attraverso uno specifico stanziamento finanziario e la disponibilità di strutture di protezione civile e di intervento assistenziale sanitario e sociale alle attività di soccorso agli sfollati del Libano svolte dalle organizzazioni non governative locali e dalle agenzie internazionali, ed eventualmente attivate dallo stesso Governo italiano;

- a prevedere la possibilità di istituire una delegazione della Regione autonoma della Sardegna nel momento in cui dovesse essere possibile l'apertura, auspicata dal Presidente del Consiglio, Romano Prodi, di un corridoio umanitario.

 

Cagliari, 1° agosto 2006