CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

Mozione n. 79

MOZIONE DAVOLI - URAS - PISU sul sistema idrico regionale, sulla necessità di una nuova legislazione per una gestione pubblica dell'acqua, sui criteri per la nomina del consiglio di amministrazione di Abbanoa Spa e sulla stabilizzazione immeditata e con procedure trasparenti dei lavoratori precari.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

CONSIDERATO che:
- è stata accolta dal Governo della Repubblica la richiesta avanzata dal Comitato italiano per il Contratto Mondiale sull'acqua di adottare nei primi giorni di attività dell'esecutivo alcuni provvedimenti urgenti finalizzati a contrastare il rischio di una accelerazione dei processi di privatizzazione dell'acqua e dare concretezza all'impegno, contenuto nel programma dell'esecutivo nazionale, di esclusione dai processi di privatizzazione dei "servizi idrici", in forza del principio che "l'acqua è un bene comune e che pertanto la proprietà e la gestione devono essere pubbliche";
- il Comitato italiano aveva infatti rivolto al Presidente del Consiglio ed ai ministri competenti tre precise richieste:

1) un provvedimento legislativo con il quale il Governo ridefinisse, a partire dall'acqua, quali servizi pubblici intende sottrarre all'interesse generale di rilevanza economica;
2) la richiesta di proroga di un anno della scadenza di fine anno del completamento degli iter di affidamento della gestione dei servici idrici previsti dalla legge finanziaria del 2002;
3) un provvedimento di sospensione delle scadenze ed adempimenti contenuti nella legge delega ambientale;

PRESO ATTO della decisione di escludere l'acqua dai servizi che saranno liberalizzati e della conferma del principio di esclusione dai processi di liberalizzazione della gestione delle risorse idriche, in coerenza con il programma dell'Unione che considera l'acqua come un bene pubblico, da tutelare con gestioni pubbliche, in netta inversione di marcia rispetto ai principi di privatizzazione e gestione industriale finora imposti dalla Legge Galli;

PREMESSO che:
- si è provveduto alla definizione di un nuovo piano tariffario e di un nuovo piano industriale, elaborato da Abbanoa Spa antecedentemente alle recenti nomine ad integrazione del consiglio di amministrazione della medesima società;
- tale piano tariffario, in linea con i percorsi di privatizzazione contenuti nella citata Legge Galli e nella normativa regionale di recepimento (legge regionale 17 ottobre 1997, n. 29, concernente l'Istituzione del servizio idrico integrato, individuazione e organizzazione degli ambiti territoriali ottimali in attuazione della Legge 5 gennaio 1994, n. 36), per il periodo 2006/2012, prevede l'immediata applicazione di una tariffa media regionale pari a euro 1,40 a metro cubo, notevolmente superiore alle precedenti previsioni, da incrementare fino a euro 2,00 a metro cubo entro il prossimo seennio, senza le necessarie garanzie di tutela delle prerogative dei diversi territori, delle fasce più deboli della popolazione (in relazione alle condizioni sociali e di reddito), delle utenze pubbliche essenziali (ospedali, scuole, strutture di assistenza geriatrica, per l'infanzia e sociale in genere, e altre);
- il predetto piano industriale prevede l'impiego di circa 1290 lavoratori (a fronte di circa 2500 unità oggi a vario titolo in servizio - fonte sindacale) nei quali non appaiono inseriti tutti i dipendenti precari, già provenienti dai vecchi soggetti gestori, e per i quali da tempo è in corso una lotta a difesa degli elementari diritti ad un lavoro stabile e dignitoso;
- il piano industriale nel corso del 2006 e del 2007 dovrebbe comunque registrare una perdita di circa 40 milioni di euro complessivi (prevedendosi un recupero verso il pareggio nei successivi cinque anni, che appare sul piano tecnico difficilmente comprensibile), nonostante il notevole incremento delle tariffe e la forte riduzione del personale, proponendosi come un'ipotesi simile a quelle fallimentari già sperimentate in altre regioni e in altri paesi, in un percorso di esclusione dai diritti ai servizi idrici delle persone e delle comunità più povere e marginalizzate;
- pertanto, tale piano non garantisce una buona gestione funzionale ad assicurare il diritto dei cittadini, tutti, in qualsiasi parte del territorio regionale, ad avere l'acqua, in quantità e qualità adeguata alla conduzione di una vita dignitosa;

PREMESSO, inoltre, che:
- l'integrazione del consiglio di amministrazione di Abbanoa Spa, unico gestore del sistema regionale dell'idropotabile, sarebbe avvenuta con designazioni decise in relazione all'appartenenza di partito dei consiglieri nominati;
- ciò, qualora corrispondesse alla realtà, avrebbe determinato un forte indebolimento dell'impegno politico delle autonomie, regionale e locali, in materia di gestione partecipata, trasparente ed efficiente di un bene comune essenziale come l'acqua, "bene" da preservare da ogni speculazione finanziaria e commerciale e da salvaguardare, anche, dall'incapacità gestionale che in genere consegue alle pratiche di lottizzazione politica;
- sarebbe gravissimo se, anziché criteri di articolazione istituzionale (province, comuni capoluogo, piccoli comuni), di articolazione territoriale (i diversi ambiti provinciali - zone interne e zone costiere) e di competenza tecnica e amministrativa, ancora una volta si fosse agito con pratiche finalizzate alla sistemazione di propri esponenti di partito, in funzione di poco nobili propositi di elargizione di appannaggi pubblici o dell'esercizio del controllo partitico della gestione di un bene comune;

CONSIDERATO, anche che:
- è necessario superare con immediatezza le diverse forme di precarizzazione permanente dei lavoratori a tempo determinato di Abbanoa Spa e la conseguente grave situazione di confusione gestionale del sistema dell'idropotabile in Sardegna;
- in Consiglio regionale la Giunta ha più volte dichiarato la propria contrarietà a sviluppare il ricorso a forme precarie e atipiche di assunzione del personale all'interno della pubblica amministrazione e delle società pubbliche e di ricercare invece soluzioni di stabilizzazione del lavoro, tali da liberare dal perenne ricatto del bisogno, lavoratori, come quelli del sistema idrico, che hanno trascorso la propria vita, fino ad oggi, nell'assoluta insicurezza;
- tale posizione è sostenuta pubblicamente, unanimemente e fortemente dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello regionale e di categoria, che seguono con impegno le vertenze in atto presso Abbanoa Spa;
- appare assolutamente urgente la definitiva stabilizzazione dei lavoratori precari (esuberi ditte appaltatrici, cosiddetti "novantini", esperti convenzionati, ecc.) in ragione del fabbisogno ampio di professionalità richieste da una buona e coerente gestione pubblica dell'acqua, attraverso procedure trasparenti, che valutino e valorizzino la durata del servizio prestato negli ultimi anni, anche in forma precaria, e la professionalità acquisita;

tutto ciò premesso e considerato,

impegna la Giunta regionale

1) a predisporre, entro tre mesi dalla approvazione della presente mozione, un nuovo progetto di legge, da sottoporre alla valutazione del Consiglio regionale - tramite la Commissione competente in materia di lavori pubblici - alle autonomie locali, alle parti sociali, ai movimenti di difesa dei beni comuni, alle associazioni ecologiste, ambientaliste e di difesa del territorio, in linea con le richieste avanzate dal Comitato italiano per il Contratto Mondiale sull'acqua al Governo della Repubblica, di esclusione dai processi di privatizzazione dei "servizi idrici", in forza del principio che "l'acqua è un bene comune e che pertanto la proprietà e la gestione devono essere pubbliche";

2) a farsi parte attiva perché, nelle more dell'approvazione del predetto nuovo provvedimento di legge, il consiglio di amministrazione dell'attuale soggetto gestore sia verificato sulla base di criteri di articolazione istituzionale (province, comuni capoluogo, piccoli comuni), di articolazione territoriale (i diversi ambiti provinciali - zone interne e zone costiere) e di competenza tecnica e amministrativa;

3) a farsi parte attiva per la definitiva ed immediata stabilizzazione dei lavoratori precari (esuberi ditte appaltatrici, cosiddetti "novantini", esperti convenzionati ecc.) in ragione del fabbisogno ampio di professionalità richieste da una buona e coerente gestione pubblica dell'acqua, attraverso procedure trasparenti, che valutino e valorizzino la durata del servizio prestato negli ultimi anni, anche in forma precaria, e la professionalità acquisita.

 

Cagliari, 11 luglio 2006