CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURAMozione n. 38
MOZIONE MARROCU - BIANCU - PINNA - LICHERI - ATZERI - BALIA - CACHIA - SALIS - SERRA - BARRACCIU - BRUNO - CALIGARIS - CALLEDDA - CERINA - CHERCHI Silvio - COCCO - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU Giuseppe - CUGINI - DAVOLI - FADDA Giuseppe - FADDA Paolo - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - GIAGU - GIORICO - IBBA - LAI - LANZI - MANCA - MANINCHEDDA - MARRACINI - MASIA - MATTANA - ORRU' - PACIFICO - PIRISI - PISU - PORCU - SABATINI - SANNA Alberto - SANNA Franco - SANNA Francesco - SANNA Simonetta - SCARPA - SECCI - UGGIAS - URAS sul peso rilevante delle servitù militari in Sardegna, a causa del quale è inibita, totalmente o per gran parte dell'anno in vaste aree territoriali dell'isola ed in particolare in quelle costiere, ogni attività, ivi comprese quelle economiche e lavorative.
***************
IL CONSIGLIO REGIONALE
RICHIAMATA la dichiarazione, pronunciata dal Consiglio regionale, dell'intero territorio della Sardegna "terra di pace e di amicizia fra i popoli";
CONSIDERATO che:
- la Sardegna è sottoposta ad una presenza militare qualitativamente e quantitativamente superiore all'insieme delle altre regioni italiane;
- in Sardegna risultano asservite a fini militari ampie zone di territorio pari a 37.374 ettari, di cui 23.766 demanio e 13.608 servitù militari (mentre le aree di servitù a mare superano la superficie dell'intera Sardegna) nelle quali sono interdette per gran parte dell'anno molte delle normali attività umane ed economiche, ivi comprese, nelle vaste porzioni di mare prospicienti le zone di esercitazione, quelle di ancoraggio e pesca;
PREMESSO che:
- in questa legislatura, anche per il tramite di specifiche iniziative adottate dalla Giunta regionale, è stata più volte richiesta al Governo la riapertura del confronto finalizzato alla ridefinizione complessiva della presenza militare in Sardegna, sia sotto il profilo della quantità che delle modalità di utilizzo del territorio e degli spazi marini ed aerei prospicienti gli insediamenti militari esistenti, nonché in relazione ai necessari interventi di bonifica delle zone adibite a poligono;
- non si registra ancora, da parte del Governo nazionale, la disponibilità ad affrontare con l'urgenza e i contenuti necessari la ridefinizione complessiva dei gravami militari in Sardegna;
CONSIDERATO che:
- anche dal punto di vista dell'attuazione degli interventi in materia di indennizzo economico verso i lavoratori e le comunità locali colpite dalle procedure di interdizione adottate nei periodi di esercitazione, sempre più lunghi, in particolare per quanto attiene le attività di ancoraggio e pesca nella zona di Capo Teulada, si registrano tempi e modalità di attuazione inadeguati ed un arretrato rilevante (circa due anni) nella erogazione degli indennizzi, peraltro previsti dalla relativa legge nazionale e quantificati in misura insufficiente dal protocollo del Ministero della difesa-Regione autonoma della Sardegna del 9 agosto 1999;
- inoltre, la proposta integrativa del predetto protocollo, elaborata nelle scorse settimane, risulta inadeguata sotto diversi profili e in particolare in relazione alle operazioni di bonifica delle zone compromesse, della ampiezza degli spazi interdetti e della durata dei periodi di inibizione;
- altresì, l'inadeguatezza del predetto protocollo proposto e la pretesa del competente Ministero di formularne i contenuti, senza una preventiva congiunta e condivisa valutazione con la Regione, non può che aggravare la condizione dei lavoratori del mare interessati agli indennizzi e indebolire le richieste più volte avanzate dall'Istituzione autonomistica sulla drastica riduzione degli spazi interdetti e di bonifica delle porzioni di mare e di territorio teatro, anche in questi giorni, di esercitazioni militari,
impegna la Giunta regionale
1) ad intraprendere iniziative coerenti perché abbia concreta attuazione la dichiarazione pronunciata dal Consiglio regionale, della Sardegna come "terra di pace e di amicizia fra i popoli";
2) ad attivare ogni necessaria azione nei confronti del Governo, con il coinvolgimento pieno anche delle istituzioni locali, delle parti sociali e delle rappresentanze parlamentari dei sardi, per la ridefinizione complessiva della presenza militare in Sardegna, sia sotto il profilo della quantità che delle modalità di utilizzo del territorio e degli spazi marini ed aerei prospicienti i poligoni e gli insediamenti militari, nonché in relazione agli urgenti e necessari interventi di bonifica delle zone teatro di esercitazioni;
3) ad assumere ogni iniziativa in proprio potere, con riferimento particolare alla specifica situazione dei pescatori di Teulada e Sant'Anna Arresi, atta a garantire agli stessi il più libero esercizio dell'attività di pesca e il reddito da lavoro a cui hanno legittimo diritto, che non può essere sostituito da nessuna forma di indennizzo economico;
4) a dimostrare, nelle forme consentite dalle leggi, agli stessi pescatori e alle loro famiglie, la solidarietà attiva della Regione, per il danno specifico che subiscono attualmente a causa del perdurare e dell'espandersi delle limitazioni al loro lavoro, imposte dall'attività militare.
Cagliari, 17 giugno 2005