CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

Mozione n. 2

MOZIONE SANNA Francesco - CALLEDDA - MARROCU - BIANCU - PINNA - LICHERI - BALIA - MARRACINI - FLORIS Vincenzo - ORRU' - PACIFICO - PORCU - PISU - URAS - BARRACCIU - CHERCHI - CORRIAS - CUGINI - LAI - MATTANA - PIRISI - SANNA Alberto - SANNA Franco - ADDIS - COCCO - CUCCA - CUCCU - FADDA - GIAGU - MANCA - SABATINI - SANNA Simonetta - SECCI - BRUNO - CORDA - FRAU - GESSA - MANINCHEDDA - CERINA - DAVOLI - FADDA - CALIGARIS - IBBA - MASIA - GIORICO - CACHIA - LANZI - SERRA - SALIS sulle gravi inadempienze verificatesi nella gestione del Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna e sulle potenziali illegittimità riscontrabili nella costituzione del Consorzio di gestione e dei suoi organi.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che in data 16 ottobre 2001 il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, in attuazione delle disposizioni contenute nell'art. 114, comma 10, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, ha adottato il decreto n. DEC/SCN/990, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 14 novembre 2001, n. 265, con il quale è stato istituito il Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna riconosciuto dall'UNESCO dal 1998;

CONSIDERATO che, nelle more dell'approvazione dello Statuto e del riconoscimento della personalità giuridica di diritto pubblico del Consorzio del Parco, il Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, con decreto n. DEC/SCN/1059 del 6 novembre 2001, adottato ai sensi dell'art. 16 del decreto istitutivo, ha nominato e insediato il Comitato di gestione provvisoria del Parco, affidandone la presidenza all'allora Assessore Regionale dell'Ambiente dott. Emilio Pani, con il compito di esercitare tutti i poteri di indirizzo, controllo e gestione necessari per assicurare l'immediato funzionamento del Parco;

COSTATATO che il medesimo Comitato di gestione provvisoria del Parco, pur disponendo di tutti i poteri gestionali e delle necessarie risorse finanziarie stanziate dallo Stato (3 miliardi per il 2001 e 6 miliardi di vecchie lire per ogni anno a partire dal 2002), non ha dato avvio a nessuna delle sue attività operative venendo meno a tutte le competenze conferitegli dal richiamato decreto istitutivo del Parco;

OSSERVATO che, nella totale incapacità dimostrata dal Presidente del Comitato di gestione provvisoria nell'assolvere ai suoi compiti, è proseguito incessantemente il degrado e l'abbandono del patrimonio di archeologia industriale, mentre è mancato del tutto il coordinamento per l'attuazione degli interventi di bonifica, di messa in sicurezza e di ripristino ambientale delle aree minerarie dismesse che rappresentano il presupposto per favorire e stimolare la loro valorizzazione e il loro riutilizzo economico;

VALUTATO che le inadempienze, i ritardi e le inefficienze sopra richiamate rischiano di vanificare le aspettative delle popolazioni che unanimemente hanno sostenuto l'istituzione del Parco e di compromettere i positivi risultati conseguiti con l'ottenimento dei primi consistenti finanziamenti regionali, nazionali e comunitari per la realizzazione degli interventi compresi tra le finalità dello stesso Parco;

RILEVATO che in data 30 settembre 2003 il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio ha adottato il decreto n. DEC/DCN/989 con il quale è stato nominato il Consiglio direttivo del Consorzio di gestione del parco e il dott. Emilio Pani in qualità di Presidente dello stesso Consorzio;

VERIFICATO che la nomina del dott. Emilio Pani alla carica di Presidente del Consorzio del Parco, oltre a risultare anomala per la prassi con cui il Presidente della Regione sarda ha fornito al Ministro dell'ambiente l'intesa prevista dall'articolo 6 del decreto istitutivo, appare in evidente contrasto con la "comprovata capacità professionale" richiesta dall'articolo 6 del medesimo decreto istitutivo, in considerazione degli esiti estremamente deludenti della precedente fase di gestione provvisoria, nella quale il dottor Pani ha svolto le funzioni di Presidente del Comitato di gestione provvisoria;

PRESO ATTO che, pur non avendo mai dato seguito alla formale costituzione della Commissione che avrebbe dovuto predisporre il primo statuto e il primo regolamento di amministrazione e contabilità del Consorzio del Parco, come previsto dall'art. 13 del decreto istitutivo, in data 9 marzo 2004, il Presidente Pani ha provveduto ad emanare lo Statuto del Consorzio del Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna e alla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 20 marzo 2004, n. 67;

RIMARCATO che lo statuto del Consorzio del Parco risulta illegittimo in quanto non prevede tra i consorziati i Ministeri competenti e la Regione autonoma della Sardegna, le cui partecipazioni costituiscono condizione essenziale e obbligatoria per la costituzione del Consorzio del Parco, come esplicitamente previsto nella norma di legge e nel decreto istitutivo del Parco ("La gestione del Parco è affidata ad un Consorzio costituito dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, dal Ministero delle attività produttive, dal Ministero dell'istruzione, dell'Università e della ricerca, dal Ministero per i beni e le attività culturali, dalla Regione autonoma della Sardegna, dalle Province e dai Comuni interessati, dalle Università di Cagliari e di Sassari" - Art. 4 del decreto istitutivo);

SOTTOLINEATO che non si comprende come il Presidente del Consorzio del Parco abbia potuto dare avvio alle attività deliberative del Consiglio Direttivo in assenza dell'atto costitutivo del Consorzio del Parco con il quale si sarebbe dovuta riconoscere allo stesso Consorzio la personalità giuridica di diritto pubblico prevista dall'art. 16 del decreto istitutivo;

APPRESO che, in data 23 luglio 2004, dopo oltre tre anni di immobilismo, inconcludenza e inefficienza il Presidente Pani ha proposto al Consiglio direttivo del Consorzio del Parco la nomina a direttore del Parco del dott. Mario Palomba, presentandolo quale unico candidato allo svolgimento dell'incarico;

ATTESO che il candidato è notoriamente persona di fiducia del presidente Pani, e quale "sperimentata competenza ed esperienza maturata in incarichi dirigenziali espletati sia nel settore pubblico che privato" (prescritta dall'art. 9 del decreto istitutivo) può essergli ascritto solamente l'incarico di capo di gabinetto dell'Assessore regionale dell'ambiente pro tempore, che come è noto, è di natura strettamente discrezionale;

TENUTO CONTO che la proposta non è stata preceduta da alcuna pubblicità tra potenziali altri candidati e che la deliberazione di affidamento dell'incarico ha registrato 4 voti a favore e 7 astensioni;

TENUTO CONTO che il corretto avvio delle attività operative del Parco, oltre ad assicurare il coordinamento degli interventi per la bonifica dei siti minerari dismessi della Sardegna e il recupero e la valorizzazione del patrimonio storico-culturale presente nelle aree del Parco, è indispensabile per contribuire alla promozione di un nuovo modello di sviluppo sostenibile nei territori interessati al fine di creare un sistema economico integrato nei settori del turismo, dell'artigianato, dell'agricoltura, della zootecnia, della pesca e della piccola e media impresa, come previsto dall'art. 2 del decreto istitutivo del Parco;

RIMARCATO che il perdurare di tale situazione costituisce una seria minaccia per la concreta realizzazione di un progetto strategico per la riconversione delle aree minerarie dismesse della Sardegna, configurando nel contempo gravi responsabilità politiche e morali in capo a tutti i soggetti coinvolti;

EVIDENZIATO che, come più volte sollecitato e denunciato dagli enti locali interessati (numerosi ordini del giorno dei consigli comunali), dalle organizzazioni sindacali (specifica rivendicazione dello sciopero generale regionale del 20 giugno 2003), dalle associazioni culturali e ambientaliste (petizione popolare con la firma di 10.000 cartoline) e dallo stesso Consiglio regionale (risoluzione approvata all' unanimità dall'Ottava Commissione), occorre intervenire tempestivamente per porre fine e rimuovere le cause dei forti ritardi, delle gravi inadempienze e delle presunte illegittimità verificatesi nella gestione del Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna e nella costituzione del Consorzio del Parco e dei ,

impegna la Giunta Regionale

1) a verificare la legittimità degli atti che hanno portato alla costituzione del Consorzio del Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna e al riconoscimento della sua personalità giuridica di diritto pubblico;

2) a revocare l'intesa del Presidente della Regione sarda per la nomina del dott. Emilio Pani alla carica di Presidente del Consorzio del Parco in quanto risulta anomala la procedura di adozione utilizzata e non verificate e rispettate le condizioni di "comprovata capacità professionale" previste dall'art. 6 del decreto istitutivo, in relazione ai deludenti risultati ottenuti nella fase di coordinamento dell'organo di gestione provvisoria del Parco;

3) ad attivare con il Governo nazionale un confronto politico-istituzionale al fine pervenire in tempi brevi all'annullamento degli eventuali atti illegittimi adottati per l'attivazione del Consorzio del Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna e dei suoi organi (Statuto del Consorzio del Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 20 marzo 2004, n. 67 con il quale si è determinata l'esclusione della partecipazione al Consorzio del Parco dei Ministeri competenti e della Regione autonoma della Sardegna - Decreto del Ministero dell'Ambiente n. DEC/DCN/989 del 30 settembre 2003 con il quale è stato nominato il Consiglio Direttivo del Consorzio del Parco e il dott. Emilio Pani Presidente) e alla loro corretta e tempestiva riadozione nel rispetto delle disposizioni contenute nella legge e nel decreto istitutivo del Parco, intraprendendo le azioni giuridico-istituzionali più opportune in caso di opposizione da parte dello stesso Governo Nazionale;

4) a richiedere l'immediata sospensione di tutti gli atti deliberativi adottati dal Consiglio direttivo del Consorzio del Parco fino completamento delle verifiche sulla legittimità degli atti che hanno portato alla costituzione del Consorzio del Parco e alla nomina dei suoi organi;

5) ad intraprendere tutte le azioni necessarie per rimuovere e superare le cause che hanno determinato i ritardi e le inadempienze che si sono finora registrati nel perseguimento delle finalità del Parco;

6) a rivendicare dal Governo nazionale la riformulazione del decreto istitutivo del Parco con l'obiettivo di giungere alla semplificazione delle procedure nella costituzione degli organi del Consorzio del Parco e alla drastica riduzione del numero dei componenti del Consiglio direttivo, di delegare ai Comuni del Parco, attraverso la Comunità dello stesso, la facoltà di incidere in misura determinante nella gestione del Consorzio e di trasferire alla Regione autonoma della Sardegna le competenze sulla nomina degli organi del Consorzio suddetto.

 

Cagliari, 4 agosto 2004