CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
INTERROGAZIONE n. 1444/A
INTERROGAZIONE PISU, con richiesta di risposta scritta, sulla preoccupante situazione che riguarda i migranti ospitati presso il Centro di prima accoglienza di Elmas (CA).
***************
Il sottoscritto,
premesso che:
- a seguito dell'intensificazione di accessi in Italia, tramite la Sardegna, di persone migranti provenienti dal continente africano, è stato costituito il Centro di prima accoglienza in un edificio posto dentro l'aeroporto militare di Elmas (CA) destinato, appunto, all'accoglienza e al sostentamento, comprese le cure mediche, nonché le procedure di identificazione e accertamento dell'eventuale età minorile;
- a partire dal 28 ottobre 2008, all'interno del medesimo centro sono cominciate le audizioni della Commissione territoriale per la protezione internazionale di coloro che, entrando in Italia, hanno presentato la domanda per ottenere l'asilo e lo stato di rifugiato;
- l'occasione dei colloqui suddetti, di cui si è avuta conoscenza poco prima, ha evidenziato una situazione che non era nota e che, tuttora, è scarsamente diffusa;
- a partire da quest'estate sono state portate dal resto d'Italia in Sardegna persone che sono fuggite dai loro paesi di appartenenza per ragioni di persecuzione e che hanno avanzato, per tale motivo, richiesta di ottenere lo stato di rifugiato e l'asilo (il centro di Elmas e l'Hotel Setar di Quartu Sant'Elena ne hanno ospitato circa 200, arrivati da vari paesi africani come la Somalia, la Nigeria, la Costa D'Avorio e altri paesi come l'Afghanistan, il Kurdistan, l'Iraq, il Burkina Faso);
- nessuno è sbarcato in Sardegna direttamente e tutti avevano presentato alle questure la richiesta di asilo, come rifugiati, nel giugno 2008;considerato che la Sardegna è stata indicata tra i territori circoscritti entro cui i richiedenti asilo devono risiedere senza potersi allontanare: le sue condizioni geografiche impediscono che facilmente si sfugga a tale obbligo, dovendo attraversare il mare con mezzi che richiedono documenti; i richiedenti lo stato di rifugiato hanno dei documenti di riconoscimento temporanei, che non consentirebbero l'acquisto di biglietti di viaggio; inoltre, il loro precipuo interesse, una volta abbandonato il paese in cui subivano una persecuzione, è di restare nel luogo indicato fino a quando non sia stato loro riconosciuto il diritto d'asilo;
constatato che l'isolamento, attuato di fatto per alcuni aspetti, non ha favorito neanche i contatti necessari per potersi, poi, allontanare dalla Sardegna con un sicuro altro approdo;preso atto che la Commissione territoriale per la protezione internazionale, competente per la Sardegna ad effettuare i colloqui di accertamento dei requisiti per la protezione internazionale, è quella di Roma, costituita però in composizione mista con rappresentanti di altre commissioni, la quale si è insediata presso la Prefettura di Cagliari ed ha iniziato i colloqui nel centro di Elmas, appunto dal 28 ottobre 2008;
considerato che:
- allo scopo è stata instaurata una procedura di tal tipo:
a) coloro che erano indicati per il colloquio, per un tempo variabile sino ad una settimana, sono stati portati dall'Hotel Setar al centro di Elmas, da cui potevano uscire solo con un autobus nelle ore diurne (esclusa la domenica e festivi); la notifica del colloquio avviene con un comunicato scritto, che deve essere tradotto (molti non capivano cosa fosse la notifica);
b) la Commissione emette i provvedimenti dopo l'audizione e anche questo è notificato per iscritto: alcuni hanno ottenuto lo stato di rifugiato, mentre altri hanno avuto il permesso di soggiorno e lavoro per motivi umanitari (protezione sussidiaria);
c) di seguito, vengono rilasciati i relativi documenti, attestanti lo stato di rifugiato o la concessione di protezione sussidiaria;
- a seguito dei concomitanti primi sbarchi di migranti irregolari, la scorsa settimana, è stato detto a coloro che hanno ottenuto la protezione internazionale che avrebbero dovuto lasciare il centro (la richiesta ha riguardato circa 30 somali) intorno alle 19: non hanno acconsentito e sono riusciti a procrastinare all'indomani mattina la decisione;
- la mattina successiva, al centro si è presentata la Polizia e poiché la situazione rischiava di degenerare sono stati sollecitati interventi presso la Prefettura ed il centro da parte di organi politici del Comune di Cagliari, della Provincia di Cagliari e della Regione Sardegna, nonché l'attivazione di canali per consentire di alloggiare, almeno temporaneamente, i richiedenti asilo, fino al momento in cui avrebbero potuto trovare diverse soluzioni;
- la situazione si è acutizzata con i successivi sbarchi di irregolari perché il centro è destinato ai nuovi migranti, tanto che la stessa Commissione si è spostata a Cagliari, in Prefettura, per svolgere le audizioni e i richiedenti asilo sono in gran parte alloggiati all'Hotel Setar, ma alcuni ancora al CPA di Elmas;
- nel pomeriggio dell'11 novembre 2008, dopo aver ottenuto i documenti, per i quali sono state richieste marche e diritti (molti sono fuggiti senza alcun mezzo di sostentamento), sono stati, senza altra possibilità, mandati via (soltanto l'intervento di alcune associazioni e volontari ha permesso di dare soluzione temporanea, con alloggio presso comunità di suore, per la notte ed i pasti);
- solo alcuni sono stati in grado di comprare un biglietto per il passaggio in nave, diretta a Roma, per raggiungere parenti o conoscenti;
- il giorno 12 novembre 2008, sono state mandate via altre 28 persone, che hanno anch'esse i documenti di rifugiato o di protezione umanitaria, che non sanno dove andare (allo stato attuale, una comunità francescana ha offerto 20 posti letto, largamente insufficienti per il bisogno che cresce, per l'elevato numero di persone interessate; inoltre, pochi parlano l'inglese o il francese, oltre la lingua d'origine, e nessuno conosce la Sardegna);ritenuto che:
- esista una situazione di emergenza, ossia la necessità di trovare una soluzione per permettere che chi è stato accolto nel territorio italiano perché riconosciuto perseguitato in patria possa, prima di essere costretto a lasciare la Sardegna, almeno organizzarsi e, quindi, trovare una temporanea accoglienza, alloggio e pasti;
- se qualcuno, poi, volesse presentare il ricorso, diritto riconosciuto, contro la decisione della Commissione, negativa o di assegnazione della sola protezione sussidiaria in luogo dell'asilo, si presenterebbe analogo problema per la durata del procedimento giudiziale (infatti, nessuna soluzione è stata prevista per il periodo successivo, anche breve, alla concessione del diritto di asilo o protezione umanitaria oppure nel caso di ricorso al tribunale, almeno per consentire di avere un posto per dormire e mangiare);
- ogni procedura e fase deve essere improntata con l'obbligo di garantire la dignità della persona richiedente lo stato di rifugiato, ai sensi della normativa italiana e della recepita Convenzione di Ginevra;
considerato che la Sardegna offre condizioni geografiche idonee per evitare l'allontanamento dal territorio circoscritto ed individuato, in attesa delle audizioni, che i richiedenti asilo non possono lasciare;ritenuto che per tale ragione, la Sardegna è stata indicata come uno dei territori in cui procedere alla valutazione, da parte della competente Commissione territoriale, delle domande di asilo;
considerato che le suddette ragioni lasciano supporre che si ripeteranno, in futuro, le occasioni per insediare a Cagliari la competente Commissione territoriale;
ritenuto, ancora, che:
- gli enti locali possono presentare progetti, per ottenere contributi a carico del Fondo nazionale per le politiche ed i servizi dell'asilo, destinati a: a) richiedenti asilo in attesa della pronuncia delle Commissioni territoriali; b) titolari dello status di rifugiato; c) titolari di protezione sussidiaria;
- la scadenza per la presentazione dei progetti suddetti, per il biennio 2009-2010, è oramai prossima (dicembre 2008);considerato che:
- per i richiedenti asilo (in luogo di un contributo diretto su loro richiesta) deve essere disposta l'accoglienza nei CARA (Centro per l'accoglienza dei richiedenti asilo) o il trattenimento nei CPT (Centro di permanenza temporanea), ai sensi degli articoli 20 e 21 dei decreti legislativi n. 25 e n. 159 del 2008;
- in Sardegna esiste un CPA all'interno della base militare di Elmas ed una struttura di tipo CARA, in viale Poetto a Cagliari, però con disponibilità di soli 10 posti;
- sono stati inviati, per l'esame delle domande e relative audizioni, 210 richiedenti lo stato di rifugiato, le cui istanze risalgono al giugno 2008;
- nessuno di loro verserebbe nelle condizioni per il trattenimento in un CPT, ma piuttosto per accoglienza in un CARA;
- l'alloggio presso l'Hotel Setar copre il limitato periodo di attesa per l'audizione dinanzi la Commissione territoriale e la notifica del relativo provvedimento;rilevato che:
- appena ottenuto il provvedimento della Commissione i rifugiati o titolari della protezione sussidiaria, aventi cioè il diritto di restare in Italia, devono lasciare il CPA e l'Hotel Setar, senza il tempo di organizzare i propri spostamenti o prendere contatti;
- alla situazione di estrema emergenza (ogni giorno almeno la metà di coloro cui viene notificato il provvedimento non partono e non hanno alloggio, né da mangiare), trovano temporanea soluzione solo i gruppi volontari e le comunità religiose che offrono riparo per la notte ed i pasti;considerata l'assenza degli enti locali, che non hanno valutato la necessità poi manifestatasi con tanta evidenza;
valutati i diritti garantiti al richiedente lo stato di rifugiato dalle direttive comunitarie recepite in Italia, da ultimo con i decreti legislativi n. 25 e n. 159 del 2008, dalla restante normativa di settore e riconosciuti in forza dalla Convenzione di Ginevra, cui l'Italia aderisce;
considerato, infine, che i richiedenti asilo conoscono, in gran parte, solo la propria lingua e che le difficoltà di accesso al CPA-base militare hanno di fatto ridotto le possibilità di contatti esterni, compresi quelli con avvocati ed organizzazioni,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e la Giunta regionale per sapere se:
1) siano a conoscenza della situazione delineata e verificatasi nei giorni scorsi e che tuttora perdura;
2) ritengano che il gran numero di richiedenti asilo e le scarse, conosciute, disponibilità in Sardegna di accoglienza avrebbero dovuto far ritenere necessaria una preventiva organizzazione, nel pieno rispetto della dignità umana dei richiedenti asilo;
3) reputino assolutamente prioritario, adesso, trovare una immediata e celere soluzione al problema di coloro che, riconosciuto lo stato di rifugiato o la protezione sussidiaria, vengono invece lasciati senza alcuna accoglienza, se non quella che ora offrono loro i volontari presso comunità religiose od altro;
4) ritengano di dover presentare, in termini, progetti da soli o insieme ad altri enti locali, per l'accoglienza e l'integrazione, coperti con contributi a carico del Fondo nazionale per le politiche ed i servizi dell'asilo, destinati ai richiedenti asilo in attesa della pronuncia delle commissioni territoriali, ai titolari dello status di rifugiatoed ai titolari di protezione sussidiaria;
5) riconoscano che si debba affermare la necessità di garantire ai richiedenti l'asilo il pieno rispetto dei diritti; la possibilità di conoscerli, insieme ai doveri; l'accesso alle forme di tutela riconosciute dalla normativa e, allo scopo, di approntare le misure idonee;
6) riconoscano che la situazione di fatto verificatasi sia lesiva della dignità della persona e dia un'immagine negativa dell'Italia e della Sardegna, nel rapporto con i rifugiati o titolari di protezione sussidiaria, accolti nel nostro Paese.Cagliari, 20 novembre 2008