CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
INTERROGAZIONE n. 1377/A
INTERROGAZIONE CUCCU Giuseppe - COCCO - TOCCO, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità che la Regione intervenga affinché l'INAIL riconosca la malattia professionale di un tecnico radiologo dell'Azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari.
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I sottoscritti,
premesso che, nel mese di ottobre 2002, ad una dipendente tecnico radiologo nel reparto di ecografia dell'Azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari, è stato diagnosticato un carcinoma, per il quale la stessa è stata operata e sottoposta a cure radianti e chemioterapiche e ancora oggi è soggetta a follow up;
atteso che, all'epoca dell'insorgenza della malattia, nessun elemento consentiva alla dipendente di ricollegare la patologia con l'ambiente di lavoro, trattandosi di malattia purtroppo ormai diffusa tra la popolazione, in particolare di sesso femminile;
rilevato che successivamente, nel medesimo reparto in cui opera la signora, su un numero complessivo di tredici operatori, ben nove di essi si sono ammalati di malattie neoplastiche e tiroidee, e in particolare della stessa malattia della dipendente si sono ammalati tre medici radiologi e due tecnici radiologi di sesso maschile;
appreso che nel tempo la situazione si è manifestata in tutta la sua gravità tanto che lo stesso primario, nell'anno 2006, preoccupato per il fatto che il servizio di ecografia si trovava a fianco a quello della medicina nucleare, ha ritenuto di dover richiedere al direttore sanitario che venisse formalizzata la composizione di una commissione medica per indagare sulle patologie insorte tra i dipendenti;
considerato che, dei dipendenti citati, alcuni hanno già visto accolta dall'INAIL la domanda di riconoscimento della malattia professionale e percepiscono già il relativo indennizzo;
atteso che il 18 gennaio 2008 l'Azienda ospedaliera Brotzu ha riconosciuto alla signora l'infermità "dipendente da fatti di servizio", mentre l'INAIL le ha negato il riconoscimento della malattia professionale perché "trascorsi i termini previsti dalla legge" (cioè tre anni);
considerato che la dipendente ha potuto ricollegare la patologia di cui soffre all'ambiente professionale soltanto dopo l'insorgere dei numerosi casi di malattie tumorali occorse ai colleghi di lavoro e dunque il dies a quo dal quale far decorrere il termine di prescrizione per la richiesta all'INAIL di riconoscimento della malattia professionale è il momento in cui la dipendente ha potuto accertare il nesso causale tra la patologia insorta e le condizioni di lavoro in cui prestava servizio;
atteso che tale termine inizia a decorrere dal 2006, data in cui la stessa ASL ha ritenuto di dover avviare le indagini mediche e che, comunque, non risulta che l'azienda datrice di lavoro ad oggi abbia mai comunicato all'INAIL, come era suo onere, la presenza sul luogo di lavoro di condizioni che potessero comportare l'insorgere di malattie professionali nei dipendenti,
chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere se non sia opportuno che intervenga presso gli uffici dell'INAIL affinché venga riconosciuta la causa di servizio alla signora, affinché la stessa non subisca un'ingiusta discriminazione.
Cagliari, 2 ottobre 2008