CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
INTERROGAZIONE n. 1253/A
INTERROGAZIONE LIORI - DIANA, con richiesta di risposta scritta, sui tempi di attuazione del programma "Ritornare a casa".
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I sottoscritti,
premesso che:
- l'articolo 17, comma 1, della legge regionale 11 maggio 2006, n. 4, ha istituito un programma sperimentale triennale denominato "Ritornare a casa", finalizzato "a favorire il rientro nella famiglia e nella comunità di appartenenza di persone attualmente inserite in strutture residenziali a carattere sociale e/o sanitario, superare la istituzionalizzazione e promuovere la permanenza nel proprio domicilio";
- il programma è stato successivamente reso attuativo con l'approvazione delle relative linee di indirizzo, avvenuta con delibera n. 42/11 del 4 ottobre 2006;
- il programma viene attuato attraverso il finanziamento, da parte dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, di progetti personalizzati che stabiliscono l'intesa assistenziale-terapeutica tra la persona interessata, la famiglia, gli operatori sociali e sanitari oltre che, eventualmente, gli organismi di solidarietà e di volontariato;
considerato che:
- con delibera n. 8/9 del 5 febbraio 2008, la Giunta regionale ha destinato al programma "Ritornare a casa" ulteriori risorse pari a euro 5.000.000, provenienti dal Fondo regionale per la non autosufficienza ed aggiuntivi rispetto agli euro 5.000.000 stanziati dalla legge regionale n. 4 del 2006;
- tali risorse sono destinate prioritariamente al finanziamento di progetti rivolti a persone che:
a) sono state dimesse da strutture residenziali a carattere sociale e/o sanitario;
b) sono affette da gravi patologie degenerative, in particolare da sclerosi laterale amiotrofica (SLA);
c) si trovano nella fase terminale della loro vita;
d) si trovano in grave stato di demenza, ossia persone alle quali l'unità di valutazione territoriale (UVT) competente ha attribuito un punteggio non inferiore a 3 sulla base della scala CDR (clinical dementia rating scale);
sottolineato che:
- l'iter procedurale per l'attivazione dei progetti personalizzati prevede i seguenti passaggi:
a) ricevuta la domanda di predisposizione del progetto personalizzato, il comune ne dà comunicazione all'azienda sanitaria locale competente per territorio e all'Amministrazione regionale;
b) entro 30 giorni dal ricevimento della domanda, il comune attiva la procedura per la predisposizione del progetto, coinvolgendo tutti i soggetti, anche non istituzionali, che possono collaborare alla sua riuscita;
c) entro i 30 giorni successivi, il progetto viene trasmesso dal comune al competente servizio della direzione generale delle politiche sociali;
d) qualora, nei 60 giorni successivi alla presentazione della domanda di predisposizione del progetto, il comune non abbia ancora predisposto il progetto, l'interessato può rivolgersi direttamente all'Amministrazione regionale, la quale si attiva per accelerare la procedura e garantire una risposta adeguata;
e) il servizio, entro 30 giorni dal ricevimento del progetto personalizzato, valutati i contenuti del documento e verificato il rispetto dei requisiti, determina l'ammissione al finanziamento o esprime un rifiuto motivato;
f) ricevuta la comunicazione di concessione del finanziamento, il comune comunica al servizio, entro 30 giorni, la data di avvio del progetto;
- la realizzazione del progetto può richiedere l'esecuzione di importanti modifiche all'abitazione interessata, in particolare per la rimozione delle barriere architettoniche, e la fornitura, da parte dell'azienda sanitaria locale, di attrezzatura e personale specializzato, con ulteriore dilatazione dei tempi;
- come si può facilmente evincere, la tempistica testé riportata non è compatibile con le condizioni di salute e con le aspettative di vita di persone malate in fase terminale;
verificato che:
- è accaduto nel Comune di Monserrato che, su tre domande presentate da malati terminali nel periodo tra febbraio e marzo scorsi, nessuna abbia ancora avuto risposta;
- due dei tre richiedenti sono nel frattempo deceduti senza poter usufruire delle opportunità offerte dal progetto;
- il terzo richiedente è affetto da SLA e dovrebbe pertanto usufruire delle risorse stanziate con la delibera approvata dall'Esecutivo regionale nello scorso mese di febbraio;
valutato che:
- quanto accaduto a Monserrato dimostra l'inadeguatezza dell'attuale percorso di approvazione e attuazione dei progetti, eccessivamente lungo e farraginoso;
- il percorso di approvazione dei progetti non prevede un reale coinvolgimento né della famiglia dell'assistito, né dell'amministrazione comunale interessata, le quali, una volta presentato il progetto, non hanno alcun dialogo con l'Amministrazione regionale e si trovano ad attendere per un tempo insostenibile che la loro proposta venga finanziata o respinta,
chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale affinché riferisca quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di:
1) rendere più rapide le procedure di elaborazione e valutazione dei progetti relativi al programma "Ritornare a casa", prevedendo un maggiore coinvolgimento ed una più puntuale informazione dei proponenti e delle amministrazioni comunali interessate, non soltanto nella fase di elaborazione ma anche in quella di valutazione;
2) stabilire un percorso preferenziale da applicare ai progetti relativi a malati in fase terminale, compatibilmente con le loro esigenze di assistenza e le loro aspettative di vita.
Cagliari, 11 giugno 2008