CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

INTERROGAZIONE n. 1235/A

INTERROGAZIONE DEDONI, con richiesta di risposta scritta, sulle problematiche inerenti le assunzioni di personale nelle unioni di comuni.

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Il sottoscritto,

premesso che le disposizioni in materia di contenimento della spesa per il personale, sia con riferimento al blocco delle assunzioni che alla riduzione della spesa, così come interpretate dal Ministero dell'economia e delle finanze e dal Dipartimento della funzione pubblica, nei confronti delle unioni di comuni sono manifestamente illogiche, di fatto inapplicabili, fonti di sprechi veri di risorse, tali da impedire il normale funzionamento e compromettere la stessa esistenza delle unioni;

evidenziato che, in mancanza di interventi correttivi:
- si compromette irrimediabilmente la possibilità di funzionamento delle unioni di comuni, che gestiscono in forma associata, in nome e per conto dei comuni che le costituiscono, funzioni e servizi essenziali per i cittadini e per il pubblico e generale interesse con conseguenze che possono portare anche alla interruzione di pubblici servizi e funzioni che le unioni vengono messe nella impossibilità di esercitare;
- si strangola un importante processo volto alla gestione associata delle funzioni e dei servizi e al riordino istituzionale, indispensabile per garantire adeguatezza agli enti di minore dimensione e diritti ai cittadini dei loro territori;
- si impedisce che il processo richiamato possa svilupparsi ordinatamente e con una reale programmazione, capace di conquistare anche risparmi di spesa e maggiore efficienza ed efficacia dell'azione amministrativa locale, nel medio e lungo periodo; si bloccano anche processi importanti di razionalizzazione e riorganizzazione degli apparati amministrativi dei piccoli comuni che si associano;

ritenuto che, per le stesse buone ragioni per le quali le unioni di comuni sono state escluse dai vincoli del patto di stabilità interno, è necessario che le stesse siano escluse anche dalla osservanza dei vincoli relativi al personale;

precisato che, in ogni caso e almeno ai fini di un tentativo di riduzione del danno, nell'attesa di un provvedimento legislativo che sottragga le nascenti unioni dai vincoli relativi al personale, è urgente intervenire in via interpretativa, pena un disastro istituzionale e un vero e proprio fallimento della legge regionale n. 12 del 2005, infatti:
a) il riferimento alla sola possibilità di copertura del turn-over con riferimento al singolo ente (comune con meno di 5.000 abitanti o unione) impedisce di impostare programmi di riordino e riorganizzazione del complesso delle dotazioni organiche degli enti impegnati in un percorso di unione. Percorso che, per la sua natura sovracomunale, richiede l'assunzione diretta di personale presso l'unione. Irrigidire vincoli di assunzione per le unioni significa, di fatto e di diritto, impedire processi di reale gestione associata di servizi e di razionalizzazione nell'impiego del personale;
b) le unioni nascono per gestire funzioni e servizi comunali in modo associato; nella generalità dei casi il processo di trasferimento di funzioni e servizi in capo all'unione avviene progressivamente, incrementando, anno dopo anno, il numero dei servizi non più gestiti dai singoli comuni, attraverso un complesso processo che intreccia costruzione del consenso politico, volontà di innovazione e progettualità organizzativa dei nuovi assetti. La quantità dei servizi gestiti dalle unioni è dinamica e in crescita per definizione, a meno che non si pensi di far sopravvivere solo le unioni che si limitano a gestire pochi servizi di peso irrilevante come ad esempio i servizi statistici, nucleo di valutazione, elaborazione dati, ecc., penalizzando incredibilmente invece quelle più dinamiche, efficienti, protagoniste di veri processi di riorganizzazione delle realtà locali nel senso della conquista di maggiore adeguatezza, efficienza, economicità dell'azione amministrativa. Appare così del tutto evidente che questa progressione dinamica viene impedita in nuce dal blocco delle assunzioni e dalla richiesta di una riduzione della spesa per il personale rispetto al 2004. Come possono paragonarsi esercizi finanziari e dotazioni organiche che fanno riferimento all'esercizio di un numero sempre crescente di funzioni e di servizi? L'unica possibilità per dare un minimo di raziocinio a tali vincoli è che il confronto venga fatto a parità di funzioni e servizi esercitati e che comunque siano esclusi vincoli, sia nel numero del personale che in termini di spesa per lo stesso, ogni volta che i comuni costituenti trasferiscano all'unione servizi e funzioni da gestire in forma associata. In quale altro modo l'unione potrebbe gestire tali funzioni e servizi?;
c) con l'accelerazione impressa dalla legge regionale n. 12 del 2005 gli enti locali della Sardegna stanno vivendo un processo che vede la continua nascita di unioni di comuni. Per esse il confronto con gli anni precedenti (quale il 2004) non solo è del tutto insensato, ma addirittura impossibile perché queste unioni nel 2004 non esistevano proprio. È indispensabile che il sistema dei confronti tra esercizi diversi sia escluso per gli enti di nuova costituzione, almeno per i primi 4-5 anni, e successivamente sia svolto con modalità tali da tener conto del peculiare processo di crescita delle unioni; processo che, lungi dal rappresentare una patologia di spesa da contrastare, costituisce invece uno straordinario strumento di riorganizzazione e razionalizzazione efficiente di un sistema delle autonomie oggi estremamente frammentato, e nel medio-lungo periodo, uno strumento di reali risparmi, economie e, in generale, di una ben maggiore produttività della spesa pubblica nel comparto;

evidenziato che tutto l'impianto della legge regionale 2 agosto 2005, n. 12, contenente i principi fondamentali dell'assetto degli enti locali della Sardegna, spinge a promuovere la gestione associata di funzioni e servizi tra i comuni, soprattutto tra i piccoli e soprattutto nelle forme più strutturate, quali le unioni di comuni;

ritenuto che sia costituzionalmente e istituzionalmente inaccettabile che una applicazione indifferenziata ed ottusa delle norme volte al contenimento della spesa pubblica porti verso il risultato opposto: il blocco e l'impedimento a funzionare e quindi esistere delle unioni di comuni;

evidenziato che:
- l'Unione dei comuni "Alta Marmilla", costituita ai sensi della legge regionale n. 12 del 2005, è a tutti gli effetti un ente locale dotato di propria personalità giuridica di diritto pubblico, di autonomia statutaria e di un proprio bilancio e, pertanto, in grado di operare in modo autonomo e di assumersi quindi le obbligazioni derivanti dalle attività ad essa trasferite;
- per le finalità che si propone l'Unione "Alta Marmilla" necessita di un'adeguata dotazione organica che non risulta reperibile fra le cessazioni degli enti soppressi, mobilità esterna dai comuni associati o per potenzialità assunzionali dei medesimi;
ritenuto che le disposizioni dell'articolo 12, comma 12, della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 (legge finanziaria 2007), in merito alle assunzioni di personale a tempo indeterminato per le unioni di nuova costituzione debbano prevedere l'assunzione di personale anche al di fuori di quello proveniente dagli enti soppressi, nelle more della costituzione della propria dotazione organica adeguata alle funzioni trasferite e nel rispetto dei principi di contenimento e riduzione dei costi del personale di cui all'articolo 91, comma 2, del TUEL,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica per sapere se:
1) siano a conoscenza di quanto su esposto;
2) ritengano opportuno prevedere una deroga alle norme della legge finanziaria per consentire il reclutamento del personale necessario per il funzionamento anche al di fuori di quello derivante dalla soppressione di comunità montane o consorzi;
3) ritengano, comunque, di dover intervenire con tutti gli strumenti a loro disposizione per consentire alle unioni non solo di esistere ma di funzionare, per erogare funzioni e servizi, nell'interesse primario dei cittadini e dei loro diritti.

Cagliari, 21 maggio 2008