CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

INTERROGAZIONE n. 1046/A

INTERROGAZIONE CUCCU Giuseppe - COCCO, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di salvaguardare la natura pubblica dell'Istituto dei ciechi di Cagliari.

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I sottoscritti,

rilevato che l'Istituto dei ciechi di Cagliari, nato nel lontano 1896, per quasi un secolo ha avuto un importante ruolo storico nella formazione e nell'istruzione dei ciechi in Sardegna attraverso l'istituzione di scuole elementari e medie, prima private e poi statali, con annessi il convitto, la scuola di musica e diversi laboratori professionali;

atteso che l'integrazione dei non vedenti nella scuola comune ha portato gradualmente l'Istituto a perdere la sua originaria funzione istituzionale;
considerato che l'Istituto ha continuato nonostante questo a svolgere un'importante funzione di integrazione sociale dei non vedenti e degli ipovedenti, tanto che attraverso una serie di convenzioni con l'amministrazione provinciale e con l'Università di Cagliari, ha attivato a partire dal 1996 una serie di attività finalizzate a sostenere l'integrazione scolastica dei non vedenti presso la scuola comune di ogni ordine e grado;

rilevato, in particolare, che in questo modo circa trenta ragazzi e ragazze con disabilità visiva hanno potuto frequentare l'Università, grazie al sostegno da parte dell'Istituto, il cui personale ha realizzato in base ai programmi di ciascun anno accademico libri in formato elettronico, fruibili attraverso strumenti informatici, facendo raggiungere ai non vedenti una piena autonomia nello studio;

atteso che da circa un anno è stata avviata anche un'attività di alfabetizzazione informatica rivolta ai bambini non vedenti del secondo ciclo delle scuole elementari;

precisato che i risultati delle attività dell'Istituto sono stati negli anni più che soddisfacenti tanto che molti dei corsi attivati hanno perso la loro caratteristica sperimentale, e pur rimanendo sempre individuali e personalizzati, seguono un percorso strutturato e una didattica pianificata;

considerato che, con deliberazione n. 38/42 del 27 agosto 1998, la Giunta regionale, dando attuazione all'articolo 17 del decreto del Presidente della Repubblica n. 348 del 1979, ha disposto la soppressione dell'IPAB Istituto dei ciechi di Cagliari e il trasferimento dei suoi beni, funzioni e personale al Comune di Cagliari;

atteso che la soppressione e il trasferimento citati di fatto non sono ancora avvenuti e attualmente l'intera procedura sembrerebbe bloccata in attesa dell'esito di un ricorso al Tribunale amministrativo regionale;

appreso che nel luglio scorso si è costituito formalmente il Comitato pro Istituto dei ciechi di Cagliari, con lo scopo di sensibilizzare e mobilitare i cittadini in modo che sia salvaguardata la natura giuridica pubblica dell'Istituto dei ciechi di Cagliari;

rilevato che nel frattempo è stata approvata la legge regionale n. 23 del 2005 che, all'articolo 44, prevede la trasformazione della forma giuridica delle IPAB in aziende pubbliche di servizi alla persona o in enti morali di diritto privato;

accertato che il suddetto articolo stabilisce più precisamente che le istituzioni che svolgono direttamente attività di erogazione di servizi alla persona e alla comunità sono tenute ad effettuare la suddetta trasformazione entro sei mesi dall'entrata in vigore del regolamento di attuazione della legge regionale n. 23 del 2005;

considerato che risulta indispensabile che una struttura che svolge un'attività di grande valenza sociale come l'Istituto dei ciechi di Cagliari conservi la sua natura pubblica;

atteso che il suddetto Istituto ha tutte le caratteristiche per rientrare nella casistica contemplata dalla legge regionale, ma ciò trova attualmente un ostacolo insormontabile nel fatto che il suddetto regolamento attuativo non è ancora stato approvato;

ritenuto necessario salvaguardare l'esistenza e la funzione dell'unico istituto che nell'Isola opera per garantire ai non vedenti e agli ipovedenti una piena attuazione del loro diritto allo studio e che potrebbe, se opportunamente regolamentato, diventare un insostituibile laboratorio per la sperimentazione di nuove tecnologie, specie quelle legate all'informatica, allo scopo di favorire non solo l'integrazione scolastica, ma anche quella sociale e lavorativa dei disabili visivi, soggetti deboli che la Regione ha il dovere di tutelare,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere:
1) quali iniziative intenda assumere per salvaguardare l'enorme valenza sociale e la natura pubblica dell'Istituto dei ciechi di Cagliari, affinché i cittadini sardi non vedenti e ipovedenti non siano costretti a recarsi fuori dal territorio regionale per veder garantito il loro diritto allo studio;
2) se non sia il caso di accelerare l'iter per l'approvazione del regolamento attuativo della legge regionale n. 23 del 2005, in modo che diventi concreta la possibilità di trasformare l'Istituto dei ciechi di Cagliari in un'azienda pubblica di servizi alla persona, salvaguardandone le funzioni esistenti e sviluppandone le grandi potenzialità, in modo che sia garantito il diritto allo studio e l'assistenza a tutti i cittadini sardi disabili visivi.

Cagliari, 19 ottobre 2007