CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

INTERROGAZIONE n. 980/A

INTERROGAZIONE ATZERI - MANINCHEDDA, con richiesta di risposta scritta, sulle scelte operate dalla Regione nella concessione dei finanziamenti di opere cinematografiche.

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I sottoscritti,

premesso che:
- l'arte cinematografica va considerata secondo canoni estetici e non politico-ideologici, e quindi come prodotto di rilevante importanza per l'immagine della Sardegna nel mondo;
- qualunque forma di discriminazione compiuta dalle istituzioni regionali non motivata da comprovate ragioni estetiche è a tutti gli effetti un comportamento politicamente censurabile;
- il cinema isolano, specie nei suoi autori di punta, merita di essere valorizzato con appositi finanziamenti erogati secondo criteri predeterminati e non attraverso la completa discrezionalità della Regione;
- la Regione dovrebbe tenere comportamenti coerenti tra ciò che afferma pubblicamente e ciò che fa, pena il discredito delle istituzioni agli occhi dei cittadini;

considerato che:
- nel 2005 un film di un regista sardo è stato escluso dai finanziamenti ministeriali con la risibile accusa di essere prodotto "localistico" in quanto parlato in "dialetto sardo", con ciò tra l'altro ignorando non solo la legge n. 482 del 1999, ma in generale la tendenza internazionale ad avvalersi di lingue minoritarie per la costruzione ottimale di pellicole di successo;
- in virtù di tale palese discriminazione, il 5 agosto 2005 l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport Pilia ha dichiarato sulla stampa che "La Regione ha intenzione di sostenere con proprie risorse" il citato progetto cinematografico così da farlo decollare nonostante la bocciatura della commissione ministeriale;
- il 31 agosto 2005 lo stesso Assessore ha dichiarato alla stampa: "Attualmente non esistono strumenti di intervento finanziario che possano consentire alla nostra Giunta di sostenere produzioni cinematografiche. Solo con la legge regionale sul cinema, attualmente in fase di discussione, questi strumenti potranno essere definiti e attivati, in un quadro di regole generali a sostegno non di singoli film ma della produzione cinematografica sarda nel suo complesso";
- nella seduta del 23 dicembre 2005 il Consiglio regionale ha bocciato la legge sul cinema;
- il 28 dicembre 2005, in totale dispregio di quanto pubblicamente dichiarato dall'Assessore, la Regione, pur in mancanza dello strumento normativo, delibera un finanziamento, tramite i fondi della comunicazione istituzionale, a favore di alcuni film;
- la Regione, nonostante tali interventi palesemente discriminatori e arbitrari, ha continuato a sostenere che, in mancanza di strumento normativo, non era possibile finanziare alcun film;
- il 2 gennaio 2006 l'Assessore Pilia ha dichiarato sulla stampa che la scelta regionale di co-produrre i due citati film, in quanto "meglio sostenevano la conoscenza della Sardegna", non può qualificarsi come discrezionale in quanto "sono state presentate proposte formali";
- il 15 settembre 2006 il Consiglio regionale ha approvato la legge sul cinema, ancora priva, peraltro, proprio delle norme attuative;
- i bandi di concorso promessi non sono a tutt'oggi pubblicati;
- il 17 luglio 2007, tuttavia, la Regione, sempre con i fondi della comunicazione istituzionale, ha deliberato il finanziamento di un film di un regista sardo;

rilevato perciò che:
- l'assenza della legge sul cinema, e la stessa sua approvazione, hanno in ogni caso determinato una palese discriminazione;
- alcuni registi sono stati qualificati dalla relatrice On.le Cerina, durante la prima discussione consiliare sulla legge sul cinema, come due personaggi che hanno fattivamente contribuito alla scrittura della stessa legge;
- i citati registi, pur in mancanza della approvazione della legge, o dei criteri attuativi e dei bandi, hanno comunque potuto beneficiare di soldi pubblici destinati discrezionalmente e con modalità palesemente discriminatorie, tanto da far nascere il legittimo sospetto che tali benefici, oltre a configurarsi come strumenti che hanno drogato il mercato e il principio di libera concorrenza, siano stati concessi anche in virtù della collocazione politico-ideologica degli artisti in questione;

rilevato, infine, che è dovere istituzionale inderogabile della Regione che siano date risposte adeguate e circostanziate alle interpellanze con cui i consiglieri regionali esercitano il ruolo istituzionale di verifica e controllo dell'attività dell'esecutivo, e che ciò non può dirsi per altri non meno importanti argomenti correlati, quale ad esempio l'interpellanza n. 231/A sui profili di dubbia illegittimità della gara a procedura aperta per l'affidamento delle attività di servizio inerenti la Sardegna film commission, datata 24 gennaio 2007, e colpevolmente ancora rimasta senza risposta,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport e il Presidente della Regione per sapere:
1) se dagli elementi circostanziati emergenti dalla lettura causale degli eventi oggetto della presente interrogazione non risultino palesi comportamenti discriminatori che gettano ombre sulla credibilità della politica regionale;
2) in base a quali criteri trasparenti siano stati assegnati i contributi ad altri registi e correlativamente negati ad altri;
3) se non sia compito primario di una Regione a statuto speciale difendere a spada tratta i propri artisti discriminati in base a considerazioni, proprie di una cultura statalista e ignorante, sulla dialettalità dell'opera, e a giudizi risibili sulla natura localistica di un'opera cinematografica solo perché interpretata in lingua sarda;
4) come mai le promesse dell'Assessore Pilia siano cadute nel vuoto, mentre altri film hanno potuto godere, a parità di vuoto normativo, di finanziamenti regionali;
5) quali film, dal 2005 al 2007, abbiano ottenuto contributi regionali e per quali importi;
6) se, considerando la dichiarazione dell'Assessore Pilia del 31 agosto 2005 in cui si certifica che "sono state presentate domande formali", seguita al finanziamento di alcuni film, la precedente dichiarazione della stessa Pilia, rilasciata in data 5 agosto 2005, circa l'inesistenza di "strumenti normativi" per finanziare film, non costituisca un atto discriminatorio in quanto obiettivamente volto a scoraggiare e di fatto ad escludere domande presentabili da altri soggetti;
7) in che data e a chi siano state presentate le suddette "domande formali";
8) se tali aiuti privi di criteri preordinati non costituiscano violazione sostanziale del principio di libera concorrenza e di eguaglianza delle opportunità.

Cagliari, 14 settembre 2007