CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

INTERROGAZIONE n. 960/A

INTERROGAZIONE VARGIU - PISANO - DEDONI - CASSANO, con richiesta di risposta scritta, sul sistema elettronico di rilevazione degli incendi.

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I sottoscritti,

considerato che:
- anche quest'anno migliaia di ettari di patrimonio boschivo della Sardegna stanno andando in cenere, divorati dagli incendi che rischiano di desertificare parti sempre più importanti del nostro territorio;
- la piaga degli incendi arreca un incredibile danno al patrimonio naturale della Sardegna, distruggendo siti di enorme pregio ambientale e causando impoverimento economico e culturale delle risorse della nostra Isola;
- la piaga degli incendi rappresenta, inoltre, una minaccia immensa per la stessa incolumità delle persone e delle loro proprietà animali e materiali e comporta una pesante alea sullo stesso sviluppo del turismo sardo, introducendo variabili legate alla pericolosità dei luoghi che sono assolutamente intollerabili nei contesti di vacanza e svago;
- il problema degli incendi in Sardegna è sempre stato ben noto al governo regionale, ma anche alle autorità nazionali ed europee che, negli ultimi vent'anni, hanno dato inizio ad un programma di monitoraggio del territorio sardo, attraverso sistemi di rilevazione tecnologicamente avanzati, che potessero consentire la precoce rilevazione dei focolai di incendio (e addirittura la previsione attraverso la valutazione probabilistica del concorso delle cause predisponenti), da cui discende la possibilità di porre in essere un'adeguata azione di prevenzione ed immediato spegnimento;
- i sistemi di monitoraggio e rilevazione tecnologicamente avanzati, basati sull'opera delle telecamere e dell'infrarosso, sono stati negli anni progressivamente installati in Sardegna, sino a garantire la copertura della maggior parte delle aree di pregio naturalistico e di maggior rischio d'incendio;
- le stazioni periferiche di tale sistema sono in grado di rilevare principi di incendio a distanze sino a 20 chilometri, con copertura nell'infrarosso 24 ore su 24 e telecamere nel visibile, in grado di identificare con tecnologia mista il fumo di giorno;
- i sistemi di monitoraggio degli incendi, oltre ad effettuare il telerilevamento del fuoco nell'infrarosso e del fumo nel visibile, sono in grado anche di effettuare una pianificazione di tutte le risorse terrestri ed aeree per 1'ottimizzazione degli interventi, anche attraverso sistemi di simulazione e previsione del rischio di incendio, come previsto dalla legge nazionale n. 353 del 2000;
- attraverso la legge n. 38 del 1990, risulta che il Governo nazionale abbia stanziato una significativa somma per la prevenzione degli incendi boschivi in Sardegna, Sicilia e Liguria e che circa 38 miliardi di lire di tale somma siano stati impegnati per l'appalto e la realizzazione di sistemi elettronici di prevenzione degli incendi in Sardegna;
- tali ingenti finanziamenti statali sarebbero stati integrati da altri 9 miliardi di lire, stanziati dall'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente e da altri 5 miliardi di lire provenienti dal bilancio di due comunità montane per cui, alla fine del 1993, risultavano operativi in Sardegna circa 25 impianti locali di monitoraggio, con 9 sale operative;
- ai 24-25 impianti già operativi nel 1993 se ne sarebbero successivamente aggiunti altrettanti per molti dei quali, allo stato attuale, non sembrerebbe neppure completato il relativo percorso di collaudo amministrativo;
- risulterebbe che, dal 1993 in poi, la Regione Sardegna abbia sostanzialmente trascurato la manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti e la loro innovazione tecnologica, al punto da indurre, nel 1999, la Corte dei conti a chiedere ragione alla Regione del sostanziale inutilizzo e deterioramento della rete di rilevamento;
- risulterebbe che, nell'anno 2000, l'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente abbia chiesto una puntuale verifica della reale capacità di rilevamento degli impianti di monitoraggio, che avrebbe confermato la efficacia del sistema integrato e la sua sostanziale superiorità e maggior sensibilità rispetto al sistema basato esclusivamente sulle risorse umane;
- tale verifica avrebbe evidenziato come, nel 1999, 1'85 per cento degli incendi si sarebbero sviluppati fuori dalla portata ottica dei sensori dei sistemi di monitoraggio dimostrando quindi in maniera inequivocabile anche il grande effetto deterrente determinato da questi sistemi, che riducono drasticamente la frequenza degli incendi di tipo doloso;
- tra il 2003 e il 2004 risulterebbe che la Regione abbia chiesto alle Aziende realizzatrici l'aggiornamento tecnologico di alcuni impianti che, secondo quanto riportato dal Piano regionale antincendi 2005-2007, sarebbero stati "sperimentalmente" utilizzati nel corso delle campagne di tali annualità;
- lo stesso Piano regionale antincendi 2005-2007 annuncia il completamento del sistema nel mese di luglio 2005, il suo utilizzo sperimentale nel corso della campagna 2005 ed il collaudo finale entro 1'estate del 2006;
- le informazioni disponibili indurrebbero invece a ritenere che nessuno degli oltre 50 impianti installati sia ad oggi effettivamente funzionante, per cause che vanno dalla carenza di manutenzione ordinaria, al ritardo nell'innovazione tecnologica, all'abbandono, all'incuria, agli atti vandalici;
- nonostante il sostanziale inutilizzo del sistema, sembrerebbe che la Regione Sardegna abbia continuato a pagare sino a tempi assai recenti gli onerosi canoni (circa 250.000 euro/anno) relativi alla disponibilità delle frequenze radio su cui avrebbero dovuto lavorare i sistemi di rilevazione;
- sistemi di rilevazione analoghi a quelli lasciati in obsolescenza in Sardegna sarebbero invece funzionanti in maniera del tutto soddisfacente nella copertura antincendio di aree boschive nazionali di grande pregio, quali il Parco di San Rossore, l'area di Terminio Cervialto (in Campania), l'area montana di Rieti, l'area montana di Subiaco, l'area della Duna Feniglia in Toscana, il Parco di Castelfusano, nel Comune di Longone Sabino, il Parco delle Cave di Milano, l'area di Minturno in provincia di Latina;
- alcune delle aree boschive percorse dai disastrosi incendi dei giorni scorsi in Sardegna (ad esempio le aree del territorio di Arzana, che rientrerebbero nelle zone di copertura delle stazioni di rilevamento di Monte Idolo e Monte Armidda) risultano sotto la sorveglianza di impianti di telerilevazione, al momento non funzionanti;
- il ripristino del funzionamento del sistema richiede una stima accurata delle necessità economiche indispensabili al recupero della sua piena funzionalità, che siano comprensive delle risorse necessarie al riutilizzo degli impianti vandalizzati o distrutti, agli aggiornamenti tecnologici di quelli in obsolescenza, al riadattamento logistico e tecnologico delle centrali operative;
- nel settembre del 2004, alcuni Consiglieri regionali del centrosinistra hanno presentato un'interpellanza sull'attuazione del sistema automatico di rilevamento degli incendi in Sardegna, a cui non risulta che sia mai stata data risposta,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere:
1) se risponda al vero che il Governo nazionale, quello regionale e le amministrazioni locali abbiano stanziato negli anni '90 oltre 50 miliardi di lire per la creazione di un sistema elettronico, ad alta tecnologia, di rilevazione degli incendi boschivi in Sardegna;
2) se risponda al vero che sistemi analoghi a quelli installati in Sardegna funzionino in modo efficace nella prevenzione degli incendi di siti ad alto rischio di altre regioni italiane;
3) se risponda al vero che la Corte dei conti abbia disposto negli anni scorsi un accertamento sull'utilizzo di tale sistema in Sardegna e che l'ulteriore approfondimento in merito, disposto dall'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente, abbia confermato l'efficacia dei sistemi di rilevamento tecnologico, qualora effettivamente funzionanti;
4) se risponda al vero che il sistema di rilevazione installato presso la Regione Sardegna, qualora effettivamente funzionante, garantirebbe un significativo miglioramento della copertura dal rischio di incendio di circa 1.000.000 di ettari di patrimonio boschivo della Sardegna;
5) se risponda al vero che, nonostante l'impegno ufficialmente assunto nel Piano regionale antincendi 2005-2007, gli oltre 50 punti di rilevazione, sparsi nelle zone di pregio boschivo della Sardegna, siano oggi pressoché totalmente fuori uso o comunque inutilizzati;
6) se risponda al vero che i circa 1.000 ettari di terreno dell'agro di Arzana, che sono stati percorsi dal fuoco nel luglio del 2007, ricadrebbero tra le zone all'interno del perimetro del telecontrollo, peraltro non funzionante;
7) se esista una valutazione dei costi economici necessari all'urgente ripristino del funzionamento di tali impianti;
8) se esista una valutazione dei costi economici necessari al potenziamento degli impianti di telerilevazione, anche attraverso l'eventuale estensione della copertura del servizio e l'introduzione di nuove tecnologie, tra cui quelle che rafforzano la sinergia tra infrarosso e visibile;
9) quali siano i motivi per cui gli impianti di telerilevazione e monitoraggio antincendio, installati nella Regione Sardegna, siano al momento inattivi;
10) quali determinazioni intenda assumere la Giunta regionale per consentire il ripristino e l'eventuale implementazione degli impianti installati e per garantire la necessaria copertura tecnologica antincendio al patrimonio boschivo sardo.

Cagliari, 3 agosto 2007