CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
INTERROGAZIONE n. 908/A
INTERROGAZIONE DIANA - LIORI, con richiesta di risposta scritta, sul Piano di eradicazione delle pesti suine.
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I sottoscritti,
premesso che:
- con decreto n. 11277/9 del 16 maggio 2007, l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale ha disposto l'attuazione del Piano di eradicazione delle pesti suine nella Regione Sardegna;
- tale Piano contiene norme eccessivamente restrittive e di difficile, se non impossibile, attuazione da parte dei cacciatori;
- il Piano, inoltre, si concentra esclusivamente sugli aspetti di natura repressiva e sanitaria, trascurando la prevenzione e la diffusione tra cacciatori e allevatori delle buone pratiche che, attraverso un atteggiamento più consapevole, possono portare all'eradicazione delle epizoozie con minori disagi per la popolazione;
considerato che:
- l'articolo 32, comma 2, del decreto di cui sopra impone ai cacciatori di prelevare campioni di sangue e milza da tutti i suini selvatici abbattuti durante la stagione venatoria nei microareali soggetti a campionamento e di recapitarli al più presto al Servizio veterinario delle aziende sanitarie locali competenti;
- i cacciatori non sono soggetti autorizzabili al prelievo di campioni sanitari, che deve essere effettuato da personale appositamente istruito e delegato dalla Regione;
valutato che:
- l'articolo 35, comma 2, lettera a), del decreto impone, nelle zone "infette sul selvatico", un generico "divieto di caccia";
- una dizione tanto generica rischia di impedire l'attività venatoria di ogni genere, compresa quella nei confronti di categorie animali, come 1'avifauna, immuni dal contagio delle pesti suine;
verificato che:
- al divieto di cui all'articolo 35, comma 2, lettera a), sono previste deroghe, sulla base di accorgimenti estremamente restrittivi;
- l'articolo 35, comma 2, lettera a), numero 1, consente ai soli cacciatori residenti nei comuni nei quali insiste la zona infetta di svolgere l'attività venatoria in tale zona;
- una simile restrizione non appare utile ai fini della riduzione dei rischi di contagio verso l'esterno e costituisce un'ingiusta e inutile limitazione all'attività venatoria;
- i successivi numeri 3 e 4 impongono che le carni dei suini abbattuti vengano stoccate a cura dei cacciatori in celle frigorifere appositamente dedicate, custodite da responsabili autorizzati in locali chiusi a chiave;
- tale imposizione appare assurdamente costosa e non necessaria per ridurre i rischi di contagio,
chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale affinché riferisca:
1) se le misure eccessivamente restrittive adottate nei confronti dell'attività venatoria hanno la finalità politica di disincentivare tale tipo di attività, anche alla luce delle numerose altre disposizioni assunte in materia dall'Amministrazione regionale in carica che sembrano rafforzare tale ipotesi;
2) quali misure intende adottare al fine di ritirare il decreto n. 11277/9 del 16 maggio 2007, eventualmente adottando un nuovo Piano per 1'eradicazione delle pesti suine che preveda norme più ragionevoli nei confronti dell'attività venatoria;
3) se risponde a verità che l'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale ha avuto notizia del ritrovamento di suini ferali morti a causa della peste suina e se ha provveduto a darne comunicazione tempestiva ai comuni e alle ASL competenti;
4) quali misure intende adottare al fine di sottoporre all'adozione della Giunta regionale un disegno di legge per il rilancio del comparto suinicolo, dato atto che in questo momento, ancor più che nei periodi precedenti, non si rendono necessarie norme di tipo restrittivo o sanitario, ma disposizioni votate alla prevenzione e all'incentivazione di pratiche virtuose nell'allevamento e nell'attività venatoria.
Cagliari, 27 giugno 2007