CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
INTERROGAZIONE n. 872/A
INTERROGAZIONE PORCU - CORDA, con richiesta di risposta scritta, sulle gravi conseguenze delle discutibili modalità con cui si è provveduto agli interventi di asportazione della posidonia da alcune spiagge della Sardegna e da aree di fondale marino.
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I sottoscritti,
premesso che:
- secondo quanto disposto dalla vigente normativa comunitaria, nazionale e regionale in materia, è competenza dell'Assessorato degli enti locali, finanze ed urbanistica l'esercizio delle funzioni delegate sul demanio marittimo;
- l'autorizzazione alla pulizia delle spiagge è stabilita con determinazione apposita dai Servizi territoriali demanio e patrimonio facenti capo allo stesso Assessorato;
avendo appreso:
- da organi di stampa che nelle spiagge sarde, ed in particolare in quelle site nel territorio del Comune di Arzachena (spiagge di Romazzino, Li Nibbari), sarebbero state condotte operazioni di pulizia del litorale sabbioso con l'utilizzo di mezzi meccanici (pesanti) assolutamente inadeguati ad operare in ambiti ambientali così delicati;
- dagli stessi organi di stampa (La Nuova Sardegna del 15 maggio 2007) che il responsabile del Consorzio Costa Smeralda, Franco Mammarella, avrebbe dichiarato che "venivano utilizzati mezzi gommati, autorizzati dalla Regione, e non ruspe, vietatissime. Il sistema motorizzato per setacciare i granelli di sabbia sarebbe stato consigliato e autorizzato dalla stessa Regione" e che "Il sistema brevettato in Costa Smeralda è stato messo a punto in collaborazione con alcune Università e adottato dalla Regione come modello ideale.";
considerato che la determinazione n. 587 del 26 marzo 2007 della Direzione generale enti locali e finanze Servizio territoriale demanio e patrimonio dispone l'autorizzazione alla pulizia delle spiagge per la stagione balneare 2007 e provvede a fornire chiare direttive in merito alle modalità di conduzione di tale pulizia. In particolare al punto 3 del dispositivo prescrive di "effettuare la pulizia a mano, con apposito rastrello…ovvero, eccezionalmente, quando ciò non fosse possibile per la loro ingente quantità, con mezzi meccanici leggeri non cingolati" secondo principi di cautela e di conservazione "dell'assetto naturale sedimentologico e geomorfologico dei luoghi e l'aspetto paesistico ambientale della zona";
constatato in molte circostanze che, se pur l'autorizzazione preveda solo in casi straordinari ("eccezionalmente") l'uso di mezzi meccanici per l'asportazione dei rifiuti e della posidonia spiaggiata, questo avvenga invece "ordinariamente";
considerato che sono comprovati scientificamente i danni all'ecosistema spiaggia provocati da questi interventi di pulizia con mezzi meccanici, i quali, con l'asportazione della posidonia (che forniva permeabilità e porosità alla spiaggia), con la compattazione della sabbia e la produzione di solchi e scannellature (fenomeni che favoriscono il rimaneggiamento dei sedimenti ed il ruscellamento e quindi l'azione erosiva delle mareggiate distruttive), con lo sradicamento delle delicate essenze floristiche (che hanno la funzione di trattenere la sabbia) e con l'asportazione della sabbia (in percentuali che possono arrivare al 90 per cento di sedimento sul 100 per cento di volume asportato) durante il prelievo del materiale, pongono i presupposti per gravissimi fenomeni erosivi che nel giro di pochi anni, come è già successo in alcune spiagge della Sardegna, portano alla grave compromissione dell'arenile fino alla sua scomparsa;
rilevato che la pesca illegale a strascico, l'ancoraggio alla fonda delle imbarcazioni da diporto e l'ancoraggio di navi di collegamento tra il continente e il Comune di Palau provocano strappi nella struttura base della prateria di posidonia e l'asportazione di intere piante, foglie e rizomi nelle aree marine frontaliere alla spiaggia;
considerato che:
- le praterie di posidonia sono di importanza fondamentale per l'ecosistema marino, sia per quanto concerne la produzione di ossigeno e sostanze organiche, sia come ambiente di vita per innumerevoli organismi marini che nelle praterie trovano il luogo ideale di riparo, alimentazione e riproduzione, contribuendo alla biodiversità del mondo sottomarino e alla conservazione dei suoi processi ecologici. Inoltre, lungo la costa sabbiosa le praterie della posidonia esercitano un importante ruolo antierosivo attenuando con i loro rizomi e con il loro apparato fogliare il moto delle onde anche producendo direttamente i sedimenti bioclastici e trattenendo quelli provenienti dalla spiaggia (terrigeni);
- il valore paesaggistico, ambientale, economico del sistema delle spiagge sarde dipende dai loro sedimenti a dalle diverse caratteristiche mineralogiche delle sabbie che li compongono; considerato che questi sedimenti sono sempre meno disponibili in natura e che non sono riproducibili, diventa indispensabile preservarli con la massima attenzione,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica per sapere:
1) se risponde al vero quanto riportato sulla stampa circa il fatto che la Regione abbia autorizzato e assunto come "modello ideale" per la pulizia degli arenili il sistema brevettato dal Consorzio Costa Smeralda;
2) se non sia più opportuno, considerato che le spiagge e la sabbia sono il bene paesaggistico ed economico più prezioso che abbiamo e che sotto il profilo strettamente scientifico il delicato ecosistema delle spiagge subisce un danno irreversibile da queste tipologie di interventi, che le autorizzazioni rilasciate vietino l'utilizzo per la pulizia delle spiagge dei mezzi meccanici, ancorché gommati e leggeri, e che tale pulizia debba essere fatta esclusivamente a mano;
3) se non sia il caso di rendere obbligatorio l'ancoraggio a boe galleggianti nei tratti di costa dove è presente la prateria di posidonia;
4) se sia il caso di avviare un piano di difesa delle coste capace di dotare la Sardegna di un sistema di monitoraggio (sperimentalmente già avviato dalla Università di Cagliari - Osservatorio Coste e ambiente naturale sottomarino in alcuni siti pilota) che consenta di valutare l'entità del problema della posidonia spiaggiata, delle modalità di ingresso e di uscita dei sedimenti (bilanci) ad essa associati; della tendenza evolutiva (stabilità, avanzamento, arretramento delle spiagge su basi scientifiche) e di prevedere un progetto che fornisca la mappatura a scala tecnica (1:10.000) delle tipologie dei sedimenti in spiaggia emersa e sottomarina nonché la presenza delle praterie di posidonia lungo le coste sarde, che valuti il fenomeno erosivo successivo all'asportazione degli accumuli di foglie morte su spiagge di particolare interesse turistico e che ne verifichi e prescriva i tempi e le modalità di intervento su tali accumuli di posidonia e sedimento da parte delle amministrazioni comunali con prescrizioni specifiche per ogni spiaggia da studiare caso per caso sotto la supervisone di esperti sedimentologi;
5) se sia il caso di predisporre delle linee guida per la tutela e la gestione integrata delle spiagge, dei sedimenti e della posidonia nell'intero ciclo vitale della pianta, dalle praterie presenti nella parte sommersa delle nostre coste, alle foglie morte trasportate dal moto ondoso sulle spiagge dove formano strutture denominate "banchettes" fino alla fase di produzione sedimentaria posteriore alla loro decomposizione, fornendo nutrienti indispensabili per la spiaggia (sabbia, fauna e flora dunale);
6) se sia il caso di attivare una campagna di informazione rivolta agli operatori del settore turistico-balneare e agli stessi bagnanti che spieghi il ruolo ecologico della vegetazione spiaggiata con l'obiettivo di sensibilizzare e sviluppare una maggiore tolleranza nei riguardi del materiale naturale spiaggiato;
7) se non sia il caso, vista la delicatezza e la gravità della situazione, di attivare tutte le misure necessarie per accertare, anche mediante il coinvolgimento del personale regionale preposto alla salvaguardia dell'ambiente, i danni e le eventuali responsabilità degli interventi "di pulizia" degli arenili e i danni provocati dagli ancoraggi alla fonda delle imbarcazioni da diporto e dalle navi di collegamento da e per Palau da Genova e Napoli riportati dai mezzi di informazione;
8) quali provvedimenti s'intendono adottare per evitare il verificarsi di nuovi episodi di depauperamento delle spiagge per effetto della presunta opera di pulizia dalla posidonia marina, elemento fondamentale per la salute e conservazione delle spiagge e degli ancoraggi alla fonda e delle navi nei porti e nelle rade in attesa di ormeggio che oltre a creare danni all'ecosistema, contribuiscono ad aumentare il cumulo della posidonia spiaggiata.
Cagliari, 5 giugno 2007