CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

INTERROGAZIONE n. 725/A

INTERROGAZIONE DEDONI, con richiesta di risposta scritta, sulla politica della ricerca in Sardegna ed in particolare su Sardegna ricerche (ex Consorzio 21) e tutte le sue controllate e correlate.

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Il sottoscritto,

premesso che, non avendo avuto esaurienti risposte alle precedenti interrogazioni, si trova costretto a reiterare la richiesta di chiarimenti in ordine alla gestione di un importante ente regionale quale il Consorzio 21 (recentemente denominato Sardegna ricerche) e le sue partecipate, stante l'importanza che la corretta gestione delle politiche regionali sulla assistenza alle PMI, la ricerca scientifica e il trasferimento tecnologico rivestono per il progresso e lo sviluppo della Sardegna, sollecita una puntuale risposta alle domande su:
- la fuga dal Crs4 delle uniche grandi aziende internazionali interessate a Polaris quali l'IBM, la STmicroelettronics e la Saras;
- le dimissioni del premio Nobel, prof. Carlo Rubbia, dalla presidenza del Crs4;
- gli emolumenti retrodatati del prof. Zanella;
- i risultati scientifici e le ricadute industriali per i partecipanti, i ritorni economici complessivi e le royalties dell'1 per cento da riconoscere alla Regione, del programma di ricerca sviluppato dalla STmicroelettronics con un investimento pubblico di 22 miliardi di vecchie lire;
- la procedura e l'esito del bando di gara sulle "tecnologie bio-informatiche applicate alla medicina specializzata" annullato e poi ribandito dal Consorzio 21 a seguito delle proteste e ricorsi di partecipanti riferiti anche a proprietà di amministratori regionali;

evidenziato che all'interrogazione sul chiaro e compiuto possesso da parte del Consorzio 21 della qualifica di agenzia regionale ovvero di organismo "in house", l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio prof. Francesco Pigliaru, rispondeva il 30 dicembre 2005 negativamente, posto che la presenza della Sfirs nel capitale sociale del Consorzio 21 impediva tale caratteristica;

rilevato che, non essendo possibile qualificare il Consorzio 21 come organismo "in house", e che tale caratteristica non poteva conseguentemente essere posseduta da nessuna società partecipata dal Consorzio 21 neppure se interamente controllata come il Crs4 dopo l'uscita di tutti i soci privati;

constatato che solamente con deliberazione n. 48/14 del 21 novembre 2006 la Giunta regionale ha modificato la denominazione del Consorzio 21 in Sardegna ricerche, modificandone lo statuto, sottraendone il controllo all'Assessorato della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio ed accentrandolo nella Presidenza della Regione, e definendolo come agenzia regionale ovvero organismo "in house" a seguito della fuoriuscita dalla compagine consortile della Sfirs;

sottolineato che tale condizione soddisfa ancora solo in parte le prescrizioni di leggi nazionali e regolamenti europei sugli organismi "in house" e che comunque ogni finanziamento ed ogni attività del Consorzio 21 e delle sue partecipate o controllate compiuto precedentemente alla delibera di Giunta n. 48/14 del 21 novembre 2006 senza il possesso delle caratteristiche di organismi "in house" sono da considerare contrari alla vigente legislazione europea e nazionale;
rilevato che, malgrado la Giunta regionale fosse a conoscenza di un parere richiesto ad un autorevolissimo studio legale romano che negava al Consorzio 21 il possesso delle caratteristiche di soggetto "in house" richieste dal nuovo quadro giuridico europeo modificatosi conseguentemente alla sentenza della Corte di giustizia CE "Stadt Halle", con deliberazione n. 14/22 del 4 aprile 2006 e n. 40/90 del 28 settembre 2006 erogava al Consorzio 21, per poi essere trasferiti al Crs4, rispettivamente euro 2.888.000 e 3.600.000 per attività 2005 e 2006;

accertato che, ancor prima della risposta dell'Assessore Pigliaru e contrariamente alle sue affermazioni in merito all'interrogazione dello scrivente, la Regione dopo aver affidato direttamente al Crs4 con determinazione n. 439/AA.GG. del 6 ottobre 2005 l'incarico di predisporne lo studio di fattibilità, aveva stipulato il 14 dicembre 2005 una convenzione fra la Regione sarda, l'Assessorato degli affari generali, personale e riforma della Regione e lo stesso Crs4 (da considerare secondo l'Assessore Pigliaru ancora non soggetto "in house" alla stregua della sua controllante Consorzio 21) con la quale, in attuazione dell' APQ-SI, è stata affidata in via diretta al Crs4 l'attuazione dei progetti SIO1_05 - "Centro servizi regionale", "Sardinian Qualified Community Network (SQCN)" e "Interoperabilità e cooperazione applicativa tra le Regioni (ICAR-SAR)" - per totali euro 8.172.000 stanziati, di cui immediatamente disponibili euro 6.903.865,33;

constatato che il Crs4 ha costituito al suo interno una struttura denominata CSR - Centro servizi regionali composta, oltre che dal suo responsabile, da cinque dipendenti e ben trentacinque consulenti e lo sconcerto e le proteste delle PMI del settore le quali, oltre a lamentare una concorrenza sleale con finanziamenti pubblici, registrano come dal Crs4-CSR siano stati loro sottratti dipendenti preziosi, formati nel tempo con rilevanti investimenti, allettati da emolumenti superiori a quelli erogati dalle PMI, drogando di fatto il mercato del lavoro, aumentando il precariato con denari pubblici e senza sottostare a norme primarie di deontologia che dovrebbero regolare la concorrenza;

atteso che si è avuta notizia di un avvenuto accordo fra il San Raffaele ed il Parco tecnologico Polaris teso alla creazione di una nuova società di ricerca da insediare in parte a Pula e in stretta relazione con la nuova struttura ospedaliera privata San Raffaele che doveva sorgere a Olbia, dove infatti si ipotizzano nuovi reparti di oncologia, neuroscienze, radioterapia e ricerca genetica, privilegiando un nuovo polo di ricerca in biomedicina, biotecnologie, escludendo il mondo della ricerca universitaria isolana;

constatato che con delibera della Giunta regionale si è decisa la creazione di una nuova società denominata "Sardegna IT" fra il Crs4 e la Regione che entrerebbe col 10 per cento delle quote e considerata "in house" per probabilmente assorbire i finanziamenti e le attività gestite attualmente dal CSR del Crs4 e per sanare le probabili irregolarità già evidenziate,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e gli Assessori della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio e degli affari generali, personale e riforma della Regione per sapere:
1) se i fatti descritti rispondano a verità;
2) se siano state fornite alle autorità europee, secondo le vigenti disposizioni normative, preventive ed esaurienti informazioni sulle attività considerate "in house", sui finanziamenti erogabili ed erogati, ricevendone parere positivo a procedere essendo state valutate come legittime e non come "aiuto di Stato";
3) quale sia la necessità e l'urgenza, manifestatasi di recente, nell'ambito della ricerca, di creare così tante società che rischiano invero di assorbire risorse finanziarie e non rendere chiari i percorsi e, in particolare, quale sia il vero ruolo che deve assumere l'accordo fra il San Raffaele ed il sistema Polaris e la correlazione col nascente ospedale di Olbia;
4) quale sia l'intima esigenza di addivenire alla costituzione della società "Sardegna IT" in un contesto di scatole cinesi che certamente non danno il senso della trasparenza e dell'effettivo interesse della ricerca sarda;
5) se corrisponda al vero che siano stati indirizzati al Consorzio 21 ed alle sue partecipate finanziamenti pubblici e commesse senza ricorrere ai bandi previsti dalle norme nazionali e comunitarie, e se il Consorzio 21 e le sue partecipate, non possedendo le caratteristiche di soggetti "in house", abbiano operato in totale dispregio delle direttive comunitarie e nazionali falsando così le norme sulla libera concorrenza;
6) se nell'ipotesi in cui la Comunità europea rilevasse la violazione delle normative e attivasse una procedura di infrazione e la Regione Sardegna fosse soccombente siano stati valutati i danni alla comunità sarda, come si farà fronte all'eventuale sanzione e chi risponderà dell'eventuale danno erariale;
7) se non ritengano opportuno, alla luce della prassi della Commissione europea, della sentenza " Stadt Halle" della Corte di giustizia UE, della sentenza n. 4440 del 13 luglio 2006 della quinta sezione del Consiglio di Stato, dell'articolo n. 13 del decreto Bersani, che stabiliscono precise, complesse e vincolanti caratteristiche, oltre alla mera completa proprietà pubblica, affinché i soggetti siano definiti "in house" e pienamente compatibili col diritto comunitario, ripensare l'attuale politica regionale in merito, avviando un processo di privatizzazione ed apertura al mercato ed alle università del settore ricerca e Parco tecnologico, arrestando l'attuale politica autarchica e dirigista nel settore della ricerca ed ITC portata avanti dalla Regione sarda, unica nel panorama nazionale ed europeo.

Cagliari, 10 gennaio 2007