CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

Interrogazione n. 396/A


INTERROGAZIONE
DEDONI, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione finanziaria e sul funzionamento del CRS4.


Il sottoscritto,

premesso che nei mesi scorsi ha presentato, sull'argomento, due interrogazioni alle quali non è stata data risposta nei tempi previsti, atteggiamento che dimostra non solo mancanza di rispetto del Regolamento del Consiglio e delle procedure istituzionali, ma che potrebbe figurare come assenza di una sorta di correttezza politica, che dovrebbe invece essere una prerogativa del modo di fare politica di una Giunta regionale;

considerato che è costretto a reiterare, a fronte di fatti gravi ed importanti notizie apprese, purtroppo, solo dai media, altri interrogativi ai quali chiede che sia data risposta scritta urgentemente e comunque nei tempi stabiliti dal Regolamento consiliare;

avendo appreso dai media della polverizzazione del capitale sociale del CRS4, società consortile a responsabilità limitata nata per iniziativa regionale con capitali del Consorzio 21 e di importantissime imprese internazionali quali l'IBM, la ST Microelectronics, la sarda Techso, purtoppo fallita, alle quali in seguito si sono associate la Saras e la Sua Tiscali;

avendo avuto notizia, inoltre, che il consiglio di amministrazione del CRS4, su direttiva della proprietà, ed in particolare del Consorzio 21, socio pubblico di maggioranza, sull'orlo del fallimento e per evitare di portare i libri sociali in tribunale, ha deciso l'abbattimento del capitale sociale che, solo dopo l'uscita di tutti i soci privati, è stato rimpinguato dal Consorzio 21, che ne è diventato proprietario unico con responsabilità di controllo e coordinamento;

osservato che il CRS4, descritto spesso ed a ragione come fiore all'occhiello della ricerca sarda e del parco tecnologico Polaris, abbia subìto una sconfitta nella sua missione, non tanto per la perdita comunque grave del capitale sociale, ma per la fuga di importanti soci di rilevanza internazionale quali l'IBM e la ST Microelectronics, che avrebbero dovuto creare sviluppo e che invece hanno colto l'occasione per salutare la Sardegna dopo aver succhiato oltre 50 miliardi di lire di denaro pubblico senza nulla lasciare delle ricadute sperate e pattuite;

valutato che, ben più grave della perdita di capitale, è anche il disimpegno delle grandi aziende Saras e Tiscali, che sancisce il fallimento di un disegno di sviluppo integrato del CRS4 con la grande impresa sarda, di livello internazionale e di credibilità scientifica garantita dalla dimensione e qualità dell'insieme degli ormai ex soci consorziati;

tenuto conto che il CRS4 è ora ridotto ad una società a responsabilità limitata, localistica e praticamente pubblica e con scarse risorse, con problemi che ogni mese nascono per pagare gli stipendi ai dipendenti ed i fornitori da una cronica dipendenza dalle banche e dall'alto costo delle liquidità così ottenuta in presenza dell'incertezza dei versamenti di sovvenzioni regionali, come si evince dai comunicati dei sindacati aziendali e dal recente sciopero attuato dai lavoratori del Centro di ricerca, che non vedono più chiaro il loro futuro;

evidenziato che, a fronte di un'immagine pubblica e propagandistica del CRS4 positiva ed in crescita, si scorge da questi sintomi e da altri, che verranno illustrati in seguito, una situazione di grande crisi della quale vanno individuate, oltre alle necessarie misure di sostegno e sviluppo, anche le responsabilità politiche e gestionali, soprattutto col coinvolgimento, a partire dalle Commissioni competenti, dell'intero Consiglio regionale in una questione strategica per lo sviluppo della Sardegna basato sulla ricerca scientifica e l'innovazione;

avendo appreso, sempre e solo dalla stampa, del rinnovato impegno dei professori Carlo Rubbia e Paolo Zanella, rispettivamente presidente e vicepresidente del CRS4 in una non meglio precisata "rifondazione del CRS4", che se di rifondazione si tratta, e se, oltre che da analisi economico-scientifiche, essa nasce da un doveroso indirizzo politico regionale, questa per il suo alto valore strategico non può, come è stata, non essere sottoposta all'indirizzo, alla valutazione ed al controllo del Consiglio regionale;

constatato che, in Sardegna, troppo spesso, non è tutto oro quello che luccica e la fiducia che spesso i sardi accordano con grande ospitalità e generosità viene mal riposta, l'attuale rifondazione del CRS4 sembrerebbe passare attraverso la realizzazione di due importanti linee strategiche, una non chiara bioinformatica ed un discutibile solare termodinamico che assieme, ancora una volta indirizzate verso l'esterno della Sardegna, potrebbero far assorbire rilevantissime risorse pubbliche regionali, senza che sia stato chiarito quale organismo scientifico credibile e competente abbia validato queste scelte, posto che nel CRS4 è stato inopinatamente eliminato il Comitato tecnico-scientifico, elemento caratterizzante di ogni credibile centro di ricerca di rilevanza internazionale;

considerato che della prima linea d'attività, consistente nella creazione di un nuovo comparto nella bioinformatica diretto dal prof. Paolo Zanella, non sono state ancora fornite le necessarie informazioni istituzionali per permettere di valutare la bontà e la coerenza al fine di evitare che, come nel passato, possano essere spese rilevanti somme pubbliche per macchinari, attrezzature e personale, senza il reale coinvolgimento ed investimenti in loco di grandi imprese esterne alla Sardegna;

considerato, inoltre, che sulla seconda linea d'azione, basata sul cosiddetto progetto Rubbia di solare termodinamico, in mancanza di risposte e di informazioni da parte della Giunta e sulla base di notizie purtroppo apprese soltanto dalla stampa italiana ed internazionale, permangono ancora seri dubbi sulla bontà dell'iniziativa;

essendo noto che il prof. Carlo Rubbia è stato recentemente sollevato dal Governo dall'incarico di presidente dell'ENEA tre anni prima della sua naturale scadenza, a seguito di un braccio di ferro durato mesi fra il presidente ed il consiglio di amministrazione e che bloccava il funzionamento dell'ENEA;

rilevato che dichiarazioni alla stampa di membri del consiglio di amministrazione dell'ENEA hanno sottolineato che, oltre alle note questioni relative alla nomina del direttore generale, le frizioni col presidente riguardavano il piano "Trade" sul trattamento dei rifiuti radioattivi, voluto fortemente dal prof. Rubbia, piano che, secondo alcuni consiglieri, avrebbe coinvolto l'ente in un'operazione che avrebbe impiegato gran parte delle sue risorse per finanziare con denari italiani i ricercatori tedeschi e francesi;

tralasciata una valutazione in merito, resta comunque doveroso reiterare, non avendo ancora ricevuto risposta ad un precedente quesito del sottoscritto, la richiesta di puntuali e circostanziate notizie sull'impegno del CRS4 nel capitale sociale di una società spagnola, la LAESA, per la nascita in Spagna di una centrale atomica per il trattamento delle scorie e rifiuti nucleari;

evidenziato che le informazioni richieste sono importanti per verificare se corrisponda al vero che oltre 500 milioni di lire, denari della comunità sarda, siano stati impegnati in Spagna e nel nucleare e per comprendere su chi ricada la responsabilità gestionale e politica di questa scelta anomala e discutibile, e quanto questa perdita abbia inciso sul recente abbattimento del capitale sociale del CRS4;

constatato che un altro motivo di contrasto, sempre da dichiarazioni di un membro del consiglio di amministrazione dell'ENEA, riguardava il fallimento del progetto di solare termodinamico voluto fortemente dal prof. Rubbia e costato 48 milioni di euro, a fronte dei tanti dubbi espressi nella comunità scientifica e del cattivo funzionamento del relativo centro prova di Casaccia e che l'argomento tocca direttamente la Sardegna, posto che nel Piano energetico regionale, recentemente approvato dalla Giunta e del quale ho notizia solamente dal discutibilissimo sunto pubblicato sul sito internet della Regione, vengono previste due centrali per la produzione di energia basate sul solare termodinamico tipo ENEA e, presumibilmente, sulla base del progetto presentato dal prof. Rubbia nel gennaio 2004 in Consiglio regionale;

ricordato che, a suo tempo, l'idea apparve ai più attenti osservatori, oltre al controverso e futuristicamente promozionale accostamento alla reale possibilità di produzione di idrogeno in Sardegna, come una riproposizione in Sardegna del progetto denominato "Archimede" illustrato dall'ENEA, con grande enfasi, in Sicilia e in corso di realizzazione a Priolo per la produzione d'energia con un impianto solare termodinamico (il vapore prodotto da un vasto campo di specchi sarebbe stato convogliato nelle turbine della centrale a ciclo combinato dell'ENEL di Priolo Gargallo, principale sponsor dell'iniziativa);

sottolineato che le più recenti notizie danno il progetto "Archimede" morto e sepolto, dopo la defenestrazione del prof. Rubbia dall'ENEA ed a fronte di ciò, il professore ha dichiarato di voler abbandonare l'Italia per realizzare il suo progetto in Spagna su invito dell'ente energetico spagnolo,

 

chiede di interrogare il Presidente della Regione per:

- conoscere urgentemente le concrete intenzioni della Giunta regionale, ed in particolare per sapere se voglia sciogliere i dubbi economici e scientifici che ormai la vicenda del solare termodinamico pone all'ordine del giorno in termini generali ed in relazione ad una urgente verifica della vicenda CRS4 e della sua direzione strategica;

- sapere se corrisponda al vero che il CRS4, in assenza di finanziamenti accertati e progetti approvati, abbia investito da molti mesi in ricerche relative al solare termodinamico risorse ingenti, che si aggirerebbero attualmente in circa un milione di euro di costi sostenuti anche col lavoro di ricercatori sardi dedicati a questa attività in assenza di una commessa approvata e finanziata, prefigurando ulteriori perdite future per il CRS4;

- sapere, inoltre, se corrisponda al vero che un progetto per la realizzazione di un laboratorio pubblico-privato per lo sviluppo di energia solare termica ad alta temperatura (solare termodinamico) da localizzare a Macchiareddu, presentato dal CRS4 al MIUR sia stato valutato negativamente dal punto di vista scientifico e dell'innovazione e per l'assenza dalla compagine della grande industria e che, nella migliore delle ipotesi, il progetto potrebbe essere approvato, ma ridimensionato drasticamente, tanto da doversi escludere la realizzazione dell'impianto e la limitazione ad attività residuali di calcolo e simulazione al computer;

- avere informazioni certe circa gli eventuali studi realizzati al CRS4 con denari dei sardi che andrebbero poi applicati in impianti realizzati fuori dalla Sardegna, con la perdita di ogni ipotetico vantaggio tecnologico e l'assenza della maggior parte degli investimenti e ricadute economiche per l'Isola;

- accertare se, analogamente alla grave vicenda dell'impegno del CRS4 nella ricerca nucleare in Spagna, anche nel caso del solare termodinamico, risorse dei sardi siano spese per investimenti e ricadute all'estero e se ricercatori sardi stiano lavorando ancora una volta per un progetto del prof. Rubbia in Spagna piuttosto che per la Sardegna, e nel caso ciò sia vero, siano individuate e sanzionate le responsabilità scientifiche, gestionali e politiche che coinvolgono oltre al CRS4, la gestione strategica del parco scientifico Polaris.

 

Attendendo con urgenza le informazioni richieste, il sottoscritto intende farsi promotore dell'istituzione di Commissione d'inchiesta, interna al Consiglio regionale, per esaminare la vicenda CRS4 e per evitare che la crisi della stessa distrugga una eccellente esperienza scientifica e le tante ottime professionalità che sono la testimonianza di come una sua risoluzione senza i necessari indirizzi e controlli politici del Consiglio regionale potrebbe portare al fallimento dell'intera ipotesi del parco scientifico della Sardegna, trasformandolo in una nuova cattedrale nel deserto, come da molti sintomi sembra stia accadendo, a causa delle deboli e pasticciate politiche in merito portate avanti dalla Sua Giunta e dalla maggioranza che la sostiene.

Cagliari, 7 dicembre 2005