CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

Interrogazione n. 218/A

INTERROGAZIONE BALIA - MASIA, con richiesta di risposta scritta, sul trasferimento dei lavoratori all'Esaf Spa e sui rischi conseguenti alla privatizzazione del comparto idrico della Sardegna.


I sottoscritti,

premesso che:

- l'esecutivo regionale, in attuazione della legge regionale 17 ottobre 1999, n. 29 nel recepire la Legge Galli, che ha il principale obiettivo della razionalizzazione dei servizi idrici e consente il passaggio delle competenze e del personale ad un unico soggetto gestore, ha di recente deliberato il passaggi dei seicento dipendenti dell'Esaf ente strumentale all'Esaf Spa;

- l'Esaf Spa, con un capitale sociale di euro 156 mila, nei primi quattro mesi di gestione ha già accumulato debiti per circa 10 milioni di euro che, sono stati ripianati con un prestito dall'ente strumentale regionale;

- hanno aderito alla Spa i 2/3 dei comuni della Sardegna, ma solo il Comune di Olbia ha versato la quota di sua competenza, mentre la quasi totalità dei comuni non adempie per mancanza di fondi e di certezze, dovute anche ai ricorsi pendenti, presentati dagli altri enti gestori Govossai e Sinos;

- la Regione Sardegna, che ad oggi detiene il 75 per cento delle azioni dell'Esaf Spa, intende trasferire tutta la quota di sua spettanza ai comuni, peraltro impossibilitati a reperire i fondi necessari, abbandonando qualsiasi funzione sul servizio idropotabile sardo;

appreso che:

- il commissario straordinario dell'Esaf ente strumentale, amministratore delegato dell'Esaf Spa, dottor Fernando Sanna, risulta essere nel contempo titolare della Copes, società di consulenza con sede a Milano, tra i cui clienti figura la Federgasacqua che si occupa dell'applicazione dei contratti per i lavoratori dei servizi idrici integrati sul territorio nazionale;

- l'Esaf Spa compare nell'elenco delle società che hanno già aderito alla Federgasacqua;

considerato che:

- l'autorità d'ambito, organo preposto alla individuazione sia del soggetto gestore unico, sia della tariffa unica, ha proceduto sinora in assoluta autonomia e si appresta, forse con la stessa autonomia, alla gestione di ingenti risorse comunitarie, pari a euro 500 milioni;

verificato che:

- il 29 luglio 2005 è la data fissata per la cessazione dell'Esaf come ente strumentale della Regione Sardegna;

- l'Unione Europea pare abbia espresso la disponibilità a prorogare i termini per la cessazione degli enti di gestione dei servizi idrici, prevedendo di farli slittare al 2008, 

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per conoscere:

1) se siano a conoscenza della partecipazione del commissario straordinario dell'Esaf Spa a società che potrebbero essere in conflitto di interessi con la sua posizione al vertice dell'unico ente gestore dei servizi idrici per la Sardegna;

2) se considerino opportuno rinunciare, determinando il passaggio del personale ad una società privata che non pare in grado di offrire garanzie di continuità, ad un patrimonio pubblico di competenze tecniche rappresentato dall'Esaf, oggi valutato più alla stregua di un peso da scaricare che come una risorsa di competenze e professionalità;

3) se sia stata fatta una puntuale valutazione dell'impatto che avrà sugli utenti del servizio idrico l'uscita della Regione, con la conseguente immediata mancanza del sostegno finanziario, dal comparto operativo idropotabile;

4) se intenda la Regione abdicare a favore dell'Autorità d'ambito demandando ad essa ogni decisione, anche in merito alla gestione delle opere facenti capo al Demanio regionale;

5) se si ritenga che la privatizzazione del comparto, così come si sta definendo, sia in grado di garantire lavoratori e utenti della Sardegna e non si valuti invece opportuna una proroga al termine previsto per la cessazione dell'Esaf, anche promuovendo le azioni opportune nei confronti della Comunità Europea;

6) se la Regione, alla luce degli ultimi avvenimenti, voglia procedere, in sinergia con il Consiglio regionale, ad una valutazione più approfondita delle scelte da compiere per garantire alla Sardegna il funzionamento ottimale del servizio idrico integrato, tenendo nel dovuto conto tutte le implicazioni economico-sociali, specie sul piano della salute pubblica e della pace sociale che esso comporta.

Cagliari, 9 maggio 2005