CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

Interrogazione n. 103/A

INTERROGAZIONE PISU - ATZERI - MASIA - DAVOLI - FADDA - LANZI - FRAU - URAS - PINNA - BARRACCIU - GESSA - LICHERI, con richiesta di risposta scritta, sulla richiesta di sospensione del permesso di ricerca mineraria concesso alla società Sardinia Gold Mining S.p.A. in aree comprese nel poligono militare interforze di Perdas de Fogu nei Comuni di Villaputzu, Armungia e Ballao.


I sottoscritti,

visto il permesso di ricerca minerario n. 263 del 21 maggio 2002 con scadenza il 21 maggio 2004, rilasciato alla Sardinia Gold Mining (S.G.M.) S.p.A. per la ricerca dei minerali di Au, Ag, Cu, As, Pb, Zn, Sb, Fe, V, nei territori dei Comuni di Villaputzu, Armungia, Ballao e, più specificatamente, nei territori denominati Monte S'Ollasteddu e Sa Fraigada, facenti parte dei territori già in concessione al poligono militare interforze di Perdas de Fogu;

vista la determinazione n. 219 del 28 maggio 2004 del direttore del Servizio attività estrattive dell'Assessorato dell'industria della Regione autonoma della Sardegna con la quale viene concessa una proroga di mesi otto alla società S.G.M. S.p.A. per procedere con il permesso di ricerca mineraria su indicato;

visto lo studio di geochimica ambientale, promosso del Ministero della Difesa e realizzato dal Dipartimento di scienze ambientali dell'Università di Siena in collaborazione con il Dipartimento di scienze naturali dell'Università di Cagliari, nel quale si ammette, pur con altri intenti, la presenza anche nei territori interessati del permesso di ricerca in oggetto di un alto tasso d'inquinamento dai minerali di As (Arsenico), Pb (Piombo) e Cd (Cadmio);

considerato che la Commissione di indagine, istituita dal VII Commissione permanente (Sanità) del Consiglio regionale, ha da pochi mesi iniziato i suoi lavori per valutare se esista un pericolo d'inquinamento, o un inquinamento già in atto, capace di apportare gravi conseguenze alla salute e alla sicurezza nei territori dei comuni vicini o interessati dal poligono interforze;

considerata l'ipotesi di allarme ambientale e sanitario che, anche in quel territorio, viene proposta dai media locali e nazionali e denunciata da diversi comuni locali nonché da documenti tecnici (riguardanti alcune falde acquifere e lo stato dei terreni limitrofi all'area di ricerca mineraria in oggetto) redatti da tecnici competenti;

valutati i rischi ambientali e sanitari per la popolazione residente nel territorio vicino alla zona di concessione mineraria in oggetto, che conseguirebbero da un ulteriore movimento di terre in quel territorio se gli allarmi su richiamati risultassero confermati;

certificata la contrarietà al permesso di ricerca mineraria espresso dalla maggior parte dei comuni interessati, i quali già da tempo hanno provveduto, anche con l'utilizzo di risorse regionali, a pianificare l'uso del territorio con attività locali volte all'utilizzo turistico e produttivo del territorio in netto contrasto con qualsiasi ipotesi di sfruttamento minerario;

considerata la situazione di pericolo che potrebbe materializzarsi per gli abitanti del territorio, le falde acquifere e i terreni, qualora durante le frequenti esercitazioni militari interne al poligono la sede della miniera con i suoi laghetti artificiali, i depositi dei materiali di scarto, i depositi di materiale pericoloso, etc, si trasformasse erroneamente in un bersaglio;

data, per confronto, la grave situazione ambientale venutasi a creare nel territorio del comune di Furtei e dei comuni limitrofi, nell'ambito della concessione mineraria di cui è titolare la stessa società S.G.M. S.p.A., in seguito alle modalità di prelievo e di trattamento dei materiali per l'estrazione dell'oro, nonché all'uso del cianuro di sodio per la separazione dell'oro dagli altri minerali;

considerate le difficoltà che si verrebbero a determinare circa la valutazione della corretta realizzazione degli scavi, la conformità al permesso di ricerca già rilasciato e l'eventuale concessione di sfruttamento, nonché la correttezza nel ripristino previsto dalla legge, dato che il territorio interessato dal permesso di ricerca in oggetto è sottoposto alle restrizioni dovute ai vincoli militari,

chiedono di interrogare il Presidente della regione e l'Assessore dell'industria per conoscere:

- se nel concedere il permesso di ricerca alla S.G.M. S.p.A. si sia tenuto conto della delicatezza del territorio interessato sia per quanto riguarda le possibili conseguenze socio-sanitarie sia per quanto riguarda l'impatto ambientale, visto quanto richiamato in premessa;

- con quali atti formali e con quali parametri per la valutazione del rischio si sia proceduto se, nonostante quanto richiamato in premessa, è stata comunque concessa la proroga in oggetto;

- se la S.G.M. S.p.A. abbia effettuato, durante la vigenza del permesso di ricerca (dal 21 maggio 2002 al 21 maggio 2004), le ricerche concesse e se sia stato effettuato un controllo;

- quali motivazioni siano state apportate per la richiesta di proroga e in quale data tale proroga sia stata richiesta;

- quali siano i motivi per cui la S.G.M. S.p.A. ha ottenuto la proroga del permesso di ricerca già concesso se, lo stesso permesso, era già scaduto e, quindi, decaduto da sette giorni;

- se non si ritenga di dover sospendere con effetto immediato la proroga già concessa, per i gravi motivi di salute pubblica e ambientale che potrebbero derivare dall'inizio delle attività di ricerca, fino a che tutti i dubbi in merito non saranno fugati.

Cagliari 22 dicembre 2004