CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
INTERPELLANZAN. 320/A
INTERPELLANZA DIANA - ARTIZZU - LIORI - MORO - SANNA Matteo sui centri di allevamento e recupero della fauna selvatica e sulle loro attività a tutela della biodiversità animale in Sardegna.
***************
I sottoscritti,
premesso che:
- l'articolo 3 della legge regionale 9 giugno 1999, n. 24
(Istituzione dell'Ente foreste della Sardegna, soppressione
dell'Azienda delle Foreste Demaniali della Regione Sarda e norme
sulla programmazione degli interventi regionali in materia di
forestazione), indica tra i compiti dell'ente "la sorveglianza, la
razionale manutenzione, il miglioramento e la valorizzazione" del
patrimonio silvo-agro-forestale e faunistico, la promozione
"attraverso soggetti estranei all'Ente" di "attività di allevamento
e diffusione faunistica, di turismo, di turismo rurale e
ricreative, nonché tutte le attività collaterali utili per il
miglior utilizzo economico di beni, opere e risorse
dell'Ente";
- i compiti di cui sopra presuppongono un approccio integrato in
cui i diversi aspetti relativi alla gestione delle foreste vengono
sviluppati contestualmente già in fase di programmazione;
- tali principi sono considerati obiettivi prioritari nelle aree
della Rete ecologica regionale gestite dall'Ente foreste, pari a
circa 94.000 ettari;
- il Piano forestale ambientale regionale, approvato con
deliberazione n. 53/9 del 27 dicembre 2007, prevede come primo
macro-obiettivo la tutela dell'ambiente intesa come necessità di
salvaguardare tutte le componenti degli ecosistemi e la gestione
forestale sostenibile secondo modelli di pianificazione orientati
alla multifunzionalità delle foreste;
- si inserisce in tale ottica quanto previsto nelle azioni di
intervento della linea naturalistico-paesaggistica e, più
specificamente, nell'orientamento gestionale n. 7, a garanzia del
mantenimento e del miglioramento della biodiversità degli
ecosistemi, intendendo con questo l'insieme dei processi ecologici
dei sistemi ambientali e la conservazione e la valorizzazione delle
specie di flora e fauna che ne fanno parte;
considerato che:
- una gestione forestale che riconosca un ruolo importante alla
ricostituzione e al mantenimento dei popolamenti faunistici, oltre
a rispondere a istanze di carattere scientifico e
conservazionistico, può dare un significativo contributo alla
risoluzione di alcune problematiche socio-economiche legate alla
marginalità delle aree montane;
- come già riscontrato in aree naturali in Italia ed all'estero, la
ricostituzione di zoocenosi il più possibile complete determina
ricadute di diverso ordine:
a) aumento della stabilità degli ecosistemi;
b) aumento della biodiversità nei sistemi naturali e
seminaturali;
c) incremento del turismo naturalistico nelle zone interne,
alternativo al turismo di tipo tradizionale che nell'Isola ha
ancora carattere prevalentemente stagionale e costiero;
d) possibilità, in un futuro a medio termine, di un'attività
venatoria controllata a carico di alcuni ungulati, basata sul
prelievo commisurato alla consistenza ed alla struttura delle
popolazioni e compatibile con una politica di conservazione e
fruizione alternativa della fauna selvatica e del territorio;
rilevato che:
- le attività faunistiche dell'Ente foreste sono riassumibili in
tre linee d'azione:
a) gestione dei centri di allevamento e recupero della fauna
selvatica di Monastir, Bonassai, Olmedo ed Oliena;
b) gestione dei recinti e delle strutture di ripopolamento e di
preambientamento degli ungulati protetti e della piccola selvaggina
(pernice sarda e lepre sarda);
c) gestione di alcune popolazioni naturali e/o reintrodotte di
ungulati nelle foreste;
- la gestione delle attività di cui sopra, compresi i tre centri di
allevamento e recupero, fa capo alla direzione generale dell'Ente
foreste;
- con la soppressione dell'Ufficio regionale per la fauna, disposta
con l'articolo 101 della legge regionale 29 luglio 1998, n. 23
(Norme per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio
della caccia in Sardegna), ogni sua funzione e dotazione, compresi
i centri di allevamento e recupero, avrebbe dovuto essere
trasferita all'Istituto regionale per la fauna selvatica;
- tale trasferimento non è mai avvenuto e, mentre il personale è
stato assegnato in via definitiva all'Azienda per le foreste
demaniali della Regione Sardegna, la gestione dei Centri è stata
affidata all'azienda temporaneamente secondo gli indirizzi
dell'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente;
- successivamente, con la soppressione dell'azienda, la gestione
dei centri e la titolarità del relativo personale sono state
trasferite all'Ente foreste;
valutato che:
- gli allevamenti di piccola selvaggina gestiti dall'Ente foreste
hanno una finalità prevalentemente conservazionistica, attualmente
concentrata in particolare sulla produzione della pernice sarda e
della lepre sarda;
- con l'istituzione delle aziende agrituristico-venatorie vi è
stato nell'Isola un aumento delle introduzioni di specie cacciabili
alloctone che possono inquinare geneticamente e/o soppiantare le
specie autoctone;
- l'allevamento in purezza di nuclei di pernice sarda e di lepre
sarda, in particolare, è da ritenersi fondamentale per la
conservazione di tali specie;
- i centri di ripopolamento di Monastir e Olmedo sono attualmente
impegnati in via prioritaria nella produzione di esemplari di
pernice sarda da destinare agli interventi di ripopolamento a cura
delle province;
- nel centro di Monastir è attivo anche l'allevamento sperimentale
della quaglia, mentre in alcune foreste demaniali del cagliaritano
sono presenti piccoli nuclei di lepre sarda allevata a terra;
- la gestione dei centri consente di programmare l'ampliamento
degli allevamenti ad altre specie di importanza
conservazionistica;
- nei centri di Monastir ed Olmedo sono inoltre presenti due
cliniche e le relative strutture di recupero e
riabilitazione;
- infine, l'Ente foreste ha in corso progetti di allevamento e
reintroduzione, presso recinti faunistici ed aree direttamente
gestite, di ungulati quali il cervo sardo, il muflone ed il
daino;
sottolineato che:
- l'attività di gestione faunistica e di ripopolamento svolta
dall'Ente foreste è fortemente ostacolata dalla confusione della
normativa in materia;
- la legge regionale n. 23 del 1998 prevede che le competenze in
materia di conservazione e gestione della fauna selvatica siano in
capo alle province, con conseguenti problemi di gestione dovuti al
fatto che tali enti non possiedono né il personale, né le dotazioni
strumentali ed economiche necessarie;
- la legge regionale n. 24 del 1999 non consente l'allevamento
diretto di fauna selvatica da parte dell'Ente foreste;
preso atto che:
- grazie alla sua strutturazione nel territorio ed alla dotazione
di personale specializzato, l'Ente foreste può facilmente lavorare
al servizio delle amministrazioni locali e della Regione
all'interno di progetti finalizzati alla reintroduzione, al
ripopolamento e più in generale alla gestione faunistica;
- nell'organico dell'Ente sono presenti diverse figure
professionali specializzate, impiegate principalmente nella
gestione della fauna,
chiedono di interpellare l'Assessore regionale della
difesa dell'ambiente affinché riferisca:
1) se corrisponde al vero che esiste un progetto per il
trasferimento delle competenze sui centri di allevamento e recupero
della fauna selvatica dall'Ente foreste della Sardegna all'Agenzia
per la ricerca in agricoltura della Regione Sardegna e quale è il
suo stato di attuazione;
2) quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di
mantenere in capo all'Ente foreste le competenze sui centri,
proponendo le necessarie modifiche alle leggi regionali n. 23 del
1998 e n. 24 del 1999 che consentano di affidare all'Ente la
gestione faunistica diretta nelle aree di propria competenza;
3) quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di
farsi promotrice di un progetto di indagine sul patrimonio genetico
delle specie faunistiche allevate nelle strutture gestite da
soggetti privati, con particolare riferimento alle aziende
agrituristico-venatorie, e sull'impatto che l'importazione di
specie alloctone ha sulle specie autoctone e sulla biodiversità in
Sardegna;
4) quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di
potenziare adeguatamente i centri di allevamento e recupero già
attivi nell'Isola, al fine di poter indirizzare il ripopolamento
non esclusivamente a fini conservazionistici, ma anche all'utilizzo
nell'attività venatoria mediante l'immissione delle specie allevate
in purezza nelle riserve autogestite dell'Isola;
5) quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di
valutare la possibilità di proporre le necessarie modifiche alla
legislazione regionale vigente attribuendo all'Assessorato
regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale le competenze
sul patrimonio forestale oggi in capo all'Assessorato regionale
della difesa dell'ambiente, in modo da garantire una gestione
integrata e produttiva delle foreste sarde finalizzata alla tutela
ed al ripristino della biodiversità nell'Isola.
Cagliari, 3 giugno 2008