CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
INTERPELLANZAN. 276/A
INTERPELLANZA ATZERI sui gravi danni conseguenti al trasferimento della sanità penitenziaria al Sistema sanitario nazionale.
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Il sottoscritto,
premesso che:
- l'articolo 32 della Costituzione e la legge n. 230 del 1999 si
fondano su un alto valore di civiltà giuridica e politica, e perciò
consentono di assicurare ai cittadini reclusi le medesime
condizioni di assistenza sanitaria garantite al resto della
popolazione;
- tuttavia, recenti scelte politiche appaiono difformi rispetto ai
principi costituzionali e legislativi richiamati, soprattutto
laddove i detenuti, in quanto privati della libertà personale, non
possono accedere liberamente ai servizi offerti dalle ASL;
- la libertà di scelta del medico, cardine fondamentale della legge
n. 833 del 1978, non potrebbe di conseguenza essere garantita ai
detenuti;
- per ovviare a tale grave discriminazione, sinora si è aggirato
l'ostacolo con una scelta dell'allora Ministro di grazia e
giustizia, attraverso l'istituzione di un servizio sanitario
appositamente pensato per i detenuti;
- tale scelta si fonda su una oggettiva evidenza, in quanto il
servizio sanitario penitenziario, oltre a richiedere specifiche
competenze mediche, presuppone una competenza altrettanto specifica
sulle modalità di trattamento dei pazienti detenuti;
- in particolare, il servizio sanitario penitenziario assiste
persone affette da gravissime patologie da stress (affettivo,
processuale, ambientale), che perciò presentano un vissuto
fisiopatologico del tutto peculiare, al punto che il contesto
ambientale penitenziario produce l'insorgenza di effetti
psicofisici abnormi che spesso si manifestano in quadri clinici non
riscontrabili altrove;
considerato perciò che:
- finora i detenuti sono stati garantiti nell'effettivo godimento
del principio costituzionale richiamato grazie ad un sistema
sanitario penitenziario che, gestito autonomamente, si è dimostrato
assai meno inefficiente rispetto al modello sanitario gestito dalle
ASL, al punto che i detenuti hanno sempre avuto almeno una corsia
privilegiata nell'accesso ai servizi sanitari sia del sistema
penitenziario, sia del Servizio sanitario nazionale;
- gli attuali orientamenti di politica sanitaria stanno rapidamente
portando allo smantellamento di un sistema che finora, pur con
tutte le difficoltà, ha risposto alle particolari esigenze della
popolazione carceraria;
- l'affidamento della salute dei detenuti unicamente alle ASL sarà
caratterizzato e gravemente compromesso dalla già intollerabile
disorganizzazione del Servizio sanitario nazionale che, come
l'esperienza ha ormai dimostrato a sufficienza, produce prevedibili
lunghe liste d'attesa e incertezza in relazione alla disponibilità
delle risorse;
- mentre i normali cittadini hanno quanto meno l'opportunità di
rivolgersi ad altre strutture, i detenuti, non potendo contare
sulla libertà di scelta, soffriranno di incertezze sulla garanzia e
la tutela del diritto costituzionale alla salute;
- tale situazione si ripercuoterà, con gravi effetti, sullo stato
dell'organizzazione e della sicurezza interna degli istituti di
pena;
- i ricoveri ospedalieri aumenteranno vertiginosamente, e la
mancanza di reparti di degenza per detenuti, assieme alla mancata
individuazione dei presidi ospedalieri e delle aziende ove saranno
ubicati, creerà gravi difficoltà per le direzioni degli istituti di
appartenenza in relazione, tra l'altro, alla necessaria
organizzazione dei piantonamenti, attualmente preclusa anche in
ragione delle croniche carenze di organico;
- è facile prevedere conflitti di competenze in materia di ricoveri
ospedalieri, con particolare riferimento al pericolo di ingerenza
delle ASL nella organizzazione della vita interna degli istituti
penitenziari, dato che all'interno del carcere quasi tutto rientra
nella competenza sanitaria;
- infine, la riforma in atto è progettata con spirito burocratico,
dato che il nuovo istituendo carrozzone sarà composto da comitati
tecnici interministeriali, comitati tecnici regionali, cabine di
regia, commissione nazionale, commissione regionale, ASL che con il
Piano attuativo locale coinvolge i comuni o la Conferenza dei
sindaci nell'esame e nella definizione della materia,
chiede di interpellare l'Assessore regionale
dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) se non ritenga che sia stata sottovalutata la portata delle
riforma, con particolare riferimento alla garanzia di cui al
principio costituzionale dell'articolo 32;
2) se non ritenga, nell'ambito delle competenze regionali in
materia, di dover predisporre semmai un più efficiente servizio di
medicina penitenziaria;
3) quali misure siano state predisposte per garantire che la
degenza ospedaliera dei detenuti non comporti gravi problemi
organizzativi agli istituti di pena, con particolare riferimento
alla difficoltà di garantire i piantonamenti;
4) se siano stati predisposti i reparti di degenza per detenuti e,
in caso negativo, per quali fondamentali motivi;
5) se siano stati individuati i presidi ospedalieri di riferimento
e, in caso negativo, per quali fondamentali ragioni;
6) se sia a conoscenza che tale riforma, se non contrastata
tempestivamente, porterà a inevitabili disagi sia alla normale
popolazione, sia a conflitti di competenze in relazione alla
gestione dei ricoveri ospedalieri, con grave nocumento alla salute
dei detenuti;
7) quali reali vantaggi siano prevedibili in relazione ad un
disegno di burocratizzazione e di moltiplicazione delle sedi
decisionali e consultive;
8) quali urgenti misure intenda attuare per risolvere i problemi
rappresentati.
Cagliari, 5 ottobre 2007