CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

INTERPELLANZAN. 272/A

INTERPELLANZA ATZERI sui profili di illegittimità relativi al trattamento del personale della Progemisa e del SAR in transito all'ARPAS.

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Il sottoscritto,

premesso che:
- da tre anni si assiste ad un attacco senza precedenti nei confronti del personale regionale, attuato sia con la tecnica delle norme intruse nelle varie leggi finanziarie, sia attraverso riforme che mutano lo status giuridico dei dipendenti in violazione non solo delle leggi vigenti, ma anche del principio che nessuna riforma o provvedimento legislativo idoneo ad incidere sullo status dei dipendenti può avvenire senza adeguati e approfonditi processi di concertazione con le parti sociali;
- tale situazione di incertezza crea nei dipendenti una comprensibile e grave condizione di apprensione che si riverbera inevitabilmente non solo sulla produttività e la motivazione individuali, ma anche sulla stessa pubblica amministrazione, con gravi danni sotto il profilo dell'immagine e della percezione dei cittadini;
- le riforme si fanno a costo zero per i lavoratori e devono essere tutelati i diritti acquisiti, pena l'incertezza del diritto persino nei confronti dei diritti fondamentali, la conseguente legittimazione dell'arbitrio e della discrezionalità dell'esecutivo e la soggezione psicologica dei dipendenti;

considerato che, in riferimento ai 27 concorsi banditi dall'ARPAS per l'inserimento del personale di Progemisa e SAR:
- alla Progemisa, che ha sinora operato come struttura al servizio della Regione, è stato riconosciuto, con decreto del Presidente della Repubblica n. 123 del 16 giugno 2004, lo stato giuridico di agenzia governativa regionale ai sensi della legge regionale 9 dicembre 2002, n. 23, in attuazione del decreto legge 4 dicembre 1993, n. 496;
- la Progemisa, secondo l'articolo 13 del decreto legge n. 223 del 2006, così come sostituito dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, non può che "operare esclusivamente con gli enti costituenti", senza cioè poter svolgere "prestazioni a favore di altri soggetti pubblici o privati";
- con ordinanza in data 30 settembre 2002, modificata il 29 dicembre 2004, il Commissario per l'emergenza idrica della Regione Sardegna ha provveduto a dare attuazione a quanto previsto dall'articolo 6 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3243 del 2002, stabilendo agli articoli 27 e 28 che sia tutti "i beni mobili e immobili, attrezzature, strutture laboratoristiche, di progettazione, di monitoraggio della Progemisa Spa", sia, per quanto oggetto della presente interpellanza, "le dotazioni organiche", e quindi il personale, fossero provvisoriamente assegnati all'ARPAS;
- con deliberazione del 30 dicembre 2004 la Giunta regionale ha sostanzialmente ribadito quanto sopra stabilendo una messa in liquidazione di tali enti "finalizzata al trasferimento definitivo di tutte le risorse materiali e umane di tali strutture all'ARPAS per l'espletamento dei suoi compiti istituzionali";
- con deliberazione n. 13/4 del 29 marzo 2005 la Giunta regionale ha ribadito l'urgenza di "assicurare una immediata collaborazione dei direttori di SAR Srl e Progemisa Spa, e di tutte le competenze professionali e strumentali (…) con il direttore dell'ARPAS";
- tale adempimento è stato poi formalmente ribadito con la legge regionale 18 maggio 2006, n. 6, istitutiva dell'ARPAS, secondo la quale è stato previsto il trasferimento all'ARPAS del personale della Progemisa in servizio alla data del 31 dicembre 2004, e infatti, con delibera n. 25/30 del 3 luglio 2007, la Giunta regionale, in sede di ricognizione del fabbisogno di personale, ha qualificato i dipendenti di Progemisa come "provenienti da risorse interne";
- per i dipendenti del SAR si pongono analoghe problematiche, in quanto questi, valutando il ritardo con cui veniva realizzato l'inquadramento da parte dell'ARPAS e ritenendo di averne diritto, in quanto sono transitati all'ARPAS anche tutti i rapporti in essere del SAR, hanno proposto ricorso al giudice del lavoro di Sassari il quale, con sentenza 30 marzo 2007 passata in giudicato, ha dichiarato "il diritto dei ricorrenti al passaggio nel ruolo organico dell'ARPAS";
- tuttavia, in gravissima violazione di una sentenza, il direttore generale dell'ARPAS ha di recente adottato un bando di concorso al quale dovrebbero partecipare i dipendenti della Progemisa che, per mantenere il proprio posto di lavoro, dovrebbero superare il concorso medesimo sempre che ritrovino nella categoria a cui partecipano la disponibilità del posto;
- inoltre si tratterebbe di prova concorsuale strutturata senza alcuna garanzia del mantenimento dei posti di lavoro in quanto gli aventi diritto possono partecipare a più selezioni, con il rischio che da un lato vengano lasciati fuori graduatoria altri colleghi, e dall'altro che non vengano coperti tutti i posti banditi, con grave nocumento sia delle situazioni individuali, sia del funzionamento della macchina amministrativa;
- infine, il concorso non appare strutturato nella forma del corso-concorso previsto tra l'altro proprio dallo statuto dell'ARPAS, ma in quella di un concorso per esami e titoli, nel quale però il 70 per cento del punteggio è riservato alle prove d'esame,

chiede di interpellare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) se non ritengano un fatto di inaudita gravità che vengano posti in essere atti amministrativi in palese violazione di una sentenza passata in giudicato;
2) se non costituisca una grave caduta d'immagine per la Regione che anche i dipendenti della Progemisa possano ricorrere al Tribunale di Cagliari per soddisfare una legittima richiesta di essere inquadrati nell'ARPAS;
3) quali urgenti provvedimenti intendano porre in essere per riportare la situazione nell'alveo della legalità e quindi procedere all'inquadramento nell'ARPAS dei dipendenti Progemisa e SAR;
4) se, alla luce di quanto esposto, non sia più che giustificata la rimozione del direttore generale dell'ARPAS per manifesta inadeguatezza;
5) se tale situazione di palese apprensione, di incertezza del diritto e di legittimazione di comportamenti amministrativi improntati ad una intollerabile discrezionalità, non costituiscano altrettanti motivi di malgoverno delle risorse umane, di scarsa trasparenza della pubblica amministrazione e di peggioramento della già precaria immagine della Regione da parte dei cittadini.

Cagliari, 1° ottobre 2007