CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

INTERPELLANZAN. 268/A

INTERPELLANZA ATZERI sulla grave situazione relativa allo stato di attuazione dell'ARPAS.

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Il sottoscritto,

premesso che:
- la legge regionale 18 maggio 2006, n. 6, istitutiva dell'ARPAS, è stata unanimemente considerata un evento di fondamentale importanza, dato che finalmente anche la Sardegna, ultima tra le regioni d'Italia, si è dotata di uno strumento indispensabile per la protezione dell'ambiente e della salute pubblica;
- in particolare l'articolo 1, comma 2, lettera a), delinea lo spirito della legge, finalizzata "al conseguimento della massima efficacia nella previsione, prevenzione e rimozione dei fattori di degrado che hanno o potrebbero avere conseguenze dirette o indirette sulla salute umana e sull'ambiente";
- l'ARPAS è stata pensata come strumento finalizzato a razionalizzare il complesso, stratificato e a volte non pienamente efficace di controlli, e che perciò è proprio sull'ottimizzazione di tali funzioni che si deve valutare se si stia tradendo lo spirito della legge istitutiva;

considerato inoltre che, da informazioni e indagini direttamente assunte dall'interpellante, è legittimo supporre che:
- si sia tradito lo spirito della legge in quanto la soppressione dei Presidi multizonali di prevenzione (PMP), che hanno svolto una funzione essenziale proprio nel campo dei controlli sanitari e ambientali, è stata seguita da decisioni della direzione generale volte a orientare verso altre destinazioni le competenze primarie degli stessi PMP;
- tale orientamento trovi fondamento nella drastica riduzione delle attività di controllo nel settore degli alimenti e delle acque di cui all'articolo 1, comma 2, lettera b) della legge istitutiva;
- la situazione così rappresentata, anche grazie al fatto che parecchie amministrazioni comunali (tra le altre Sarroch, Assemini, Carbonia e Portoscuso) non hanno trovato adeguato sostegno, da parte dell'ARPAS, nell'affrontare le problematiche ambientali specifiche dei loro territori: si lamentano infatti gravi inadempienze da parte dell'ARPAS proprio nel versante dei controlli delicatissimi, e ciò presenta profili inquietanti che devono trovare immediata risoluzione;
- si profila l'assegnazione a privati dei controlli ambientali sul mare, come previsto dal decreto legislativo n. 152 del 1999, per i quali esiste un contratto tra Regione e PMP (ASL), che però di fatto non è onorato perché i PMP non sono stati messi in condizione di operare;
- mentre la struttura di direzione generale centrale deborda, non siano stati individuati i dipartimenti territoriali, con ciò alimentando il legittimo sospetto che si tratti di un'operazione funzionale al disegno di realizzare, contro lo spirito e la lettera della legge, una ulteriore centralizzazione delle decisioni;
- siano stati posti in atto atti di programmazione generale senza che si siano preliminarmente individuate competenze, organizzazione e risorse umane;
- tali atti siano stati posti in essere ad opera di consulenti del tutto avulsi dalla realtà dei problemi locali, ignoranti della complessità del territorio isolano, e più inclini a formulare piani astratti piuttosto che impegnarsi ad organizzare operativamente il funzionamento dell'ARPAS;
- in particolare, la direzione generale abbia affrontato i problemi della revisione dei processi operativi pensati per strutture ancora inesistenti, ripetuta per giunta inutilmente più volte, senza che si sia creata una indispensabile rete di protocolli di lavoro con la ASL, in quanto responsabile e titolare del patrimonio in transito, e anzi, che tra ASL interessate e ARPAS non esistano costanti comunicazioni volte a garantire il mantenimento dei servizi e ancora oggi non siano chiare le stesse relative competenze;
- sia stato pubblicato un bando per la formazione del personale e siano stati aggiudicati a diverse organizzazioni i pacchetti formativi, a fronte di un alto costo sostenuto per formare risorse umane che non sanno ancora come e dove saranno inquadrati, e rispetto alla cui collocazione manca un qualunque atto di organizzazione;
- la valutazione del personale dirigente superstite, e le conseguenti ipotesi di incarico nell'organizzazione, ancora inesistente, sia stata affidata a grotteschi test psicoattitudinali piuttosto che alla valutazione oggettiva delle competenze tecnico-scientifiche richieste e possedute;
- la fuga di molti dirigenti prima del transito, avvenuta per scongiurare e porre fine ai molteplici disagi e pressioni ricevute dalla nuova dirigenza, ridurrà le assegnazioni sui costi del personale e, di conseguenza, le strutture tecniche, ridotte al minimo di dotazione organica, legittimeranno il potenziale progetto di cessione ai privati anche del delicato settore dei controlli ambientali e rischieranno di favorire i poteri forti e le lobby legate alle ecomafie;
- un consulente continentale stia studiando l'ipotesi di modificare illegittimamente il contratto del personale (che, ai sensi dell'articolo 17, comma 9, della legge istitutiva, è quello del comparto sanitario) in contratto dei regionali;
- pertanto, se il disegno andasse in porto, si renderebbe più semplice l'accesso alla dirigenza,

chiede di interpellare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente e, per quanto di competenza, il Presidente della Regione per sapere:

1) quanti e quali controlli siano stati effettuati dall'ARPAS dalla sua istituzione ad oggi, in comparazione con quanto invece avvenuto tra il 2002 e il 2005;
2) come mai vi sia stata una drastica riduzione nell'attuazione dei controlli nel settore degli alimenti e delle acque, e se non ritengano che ciò comporti gravissimi rischi per la popolazione oltre che un potenziale sistema di illeciti;
3) se sia fondata la notizia dell'affidamento a privati dei controlli ambientali di cui al citato decreto legislativo n. 152 del 1999, e in caso affermativo in base a quali determinazioni razionali, attraverso quali procedure e quali siano i costi stimati;
4) se siano stati individuati i dipartimenti territoriali e, in caso contrario, se non ritengano urgente e indifferibile dotare l'Agenzia di tali indispensabili supporti decentrati;
5) se corrisponda al vero che la direzione generale ha affrontato i problemi della revisione dei processi operativi in assenza delle concrete strutture di riferimento, se sia vero che non sia stata ancora creata una rete di protocolli di lavoro con la ASL, e se, in caso affermativo, ciò non costituisca una grave carenza metodologica che deve essere rimossa;
6) se sia vero che sono state spese risorse pubbliche per formare il personale ancora non inquadrato e in assenza di un indispensabile e preliminare quadro organizzativo analitico, e in caso affermativo se ciò non configuri quanto esposto sub punto 5);
7) se sia vero che è stato affidato ad un consulente esterno l'incarico di studiare l'ipotesi di modifica del vigente contratto del personale e, in caso affermativo, se non ritengano che ciò configuri un illecito in quanto contrastante con la chiara lettera dell'articolo 17, comma 9, della legge istitutiva;
8) se, in generale, non ritengano che un disegno di smantellamento delle strutture esistenti, a fronte di una drastica riduzione dei controlli, non possa contribuire a creare situazioni illecite perseguibili dall'autorità giudiziaria;
9) se il disegno di affidare a privati essenziali funzioni pubbliche di garanzia dell'ambiente e della salute, pensate per impedire che ci si trovi di fronte a gravi conflitti di interessi, non si configuri come un inquietante progetto neoliberistico di sostanziale privatizzazione dell'ARPAS, e se perciò tale situazione, oltre a favorire gravi conflitti di interessi e commistioni tra funzione pubblica e profitti privati, non costituisca anche una pericolosa deriva a svantaggio dei cittadini sardi e del loro diritto alla salute.

Cagliari, 20 settembre 2007