CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
INTERPELLANZAN. 229/A
INTERPELLANZA PISU - LICHERI - DAVOLI - FADDA - LANZI - URAS sull'introduzione dei nuovi ticket sanitari prevista dalla Legge finanziaria nazionale 2007 e sulla loro applicazione a livello regionale.
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I sottoscritti,
premesso che la legge finanziaria regionale non
prevede ticket sui farmaci, che in Sardegna erano stati aboliti
dalla Regione, mentre in altre regioni è in vigore il ticket anche
sui farmaci, introdotto con provvedimenti regionali, la situazione
in Sardegna risulta la seguente:
- pronto soccorso: sino al 31 dicembre per le visite non urgenti
(classificate con codice bianco) nell'Isola si pagavano 15 euro;
ora il ticket sale a 25 euro;
- visite specialistiche: il cittadino non esente con le nuove norme
dovrà pagare ulteriori 10 euro per visita in aggiunta al precedente
ticket, già in vigore;
- resta in vigore in Sardegna il ticket sulle prestazioni
diagnostiche e di laboratorio;
considerato che dovrebbe trattarsi di ticket sanitari finalizzati a
scoraggiare l'uso improprio delle visite specialistiche, delle
indagini diagnostiche e finalmente quello del pronto
soccorso;
ritenuto di dover nutrire fondati dubbi:
- sulla loro efficacia (operare per il bene della persona malata,
dei cittadini e del SSN);
- sulla loro efficienza (intesa come strumento utile al risparmio
economico);
- sulla loro reale utilità, in quanto creano molti disagi di fronte
ad entrate inconsistenti, dalle quali occorre altresì sottrarre le
spese per il sistema delle esenzioni, quello per le esazioni, e non
ultimo quello del tempo perso per i soggetti obbligati e per chi li
accompagna. Il tempo perso dai cittadini e lavoratori per il
sistema ticket è un danno (oltre che un fastidio) e incide in senso
negativo, anche sull'economia in generale;
- sulla loro equità, in quanto i non esenti hanno redditi e
patrimoni diversi; da questo punto di vista vi sono soggetti che
non ne avvertono l'onere ed altri che al contrario ne sentono
particolarmente il peso, per cui mentre per alcuni il pagamento del
ticket è indifferente, per molti altri è il contrario di equo,
ovvero semplicemente iniquo;
considerato altresì che:
- le fasce esenti (0-14 anni, ultra 65enni, invalidi, esenti per
patologia e reddito) rappresentano una importante fascia di
popolazione in Sardegna e riducono la presunta efficienza economica
del provvedimento;
- con i ticket sulle prestazioni del pronto soccorso si passa da
una tassa sulla malattia addirittura ad una tassa sulla sofferenza,
nascondendo l'impossibilità o l'incapacità di affrontare i
meccanismi di fondo che provocano l'aumento della spesa
sanitaria;
ritenuto che:
- l'utilizzo distorto delle prestazioni e delle cure, contribuisce
al finanziamento di particolari settori della sanità e che sia
necessario modificare questa situazione. Non è pensabile infatti
che un sistema che paga la malattia porti benefici alla salute.
Esso piuttosto porterà benefici alla malattia, a chi produce
farmaci, a chi li commercia, a chi produce e commercia altri
materiali e strutture sanitarie: in altri termini alle strutture
private che hanno visto in questi ultimi anni aumentare il loro
peso, e perciò i loro guadagni, in un contesto che promuove forme
di privatizzazioni anche all'interno della sanità pubblica, le
sperimentazioni gestionali, le esternalizzazioni, i project
financing, e che, ancora, aumenta il lavoro precario, riduce i
servizi e aumenta i costi;
- in questo contesto si assiste alla trasformazione dei ticket in
scelta ideologica; essi divengono un impedimento ad affrontare i
veri problemi e gli sprechi importanti, quelli strutturali, che
sono presenti nella Sanità;
- la spesa sanitaria può essere ridotta a condizione che si
migliori lo stato di salute della popolazione;
- oltre a colpire le mille inefficienze quotidiane che avvengono
nelle strutture del SSN occorre por mano agli sprechi strutturali
generati nel tempo sia da una legislazione controriformatrice, sia
da distorti e impropri utilizzi delle risorse;
considerato che:
- finalità del SSN è quella di ridurre i disagi e le malattie e che
quindi occorre incrementare le strutture e gli strumenti di
prevenzione e, al tempo stesso, eliminare dal sistema quegli
elementi, come i DRG, che pagano la malattia, piuttosto che la
salute, ovvero gli accreditamenti e i convenzionamenti facili con
strutture private, che vanno nella direzione di incrementare le
prestazioni sanitarie in funzione dell'interesse delle strutture o
dei professionisti, piuttosto che della salute dei cittadini
utenti;
- con l'introduzione di nuovi e più pesanti ticket si rischia di
rivolgere un messaggio negativo alla popolazione aumentandone la
sfiducia: si cambia poco o nulla delle distorsioni sanitarie più
evidenti e se ne fa pagare il costo ai soliti;
- i cittadini pagano già il contributo sanitario nell'ambito del
sistema progressivo delle imposte in rapporto al loro reddito, e
pertanto occorre, semmai, accentuare l'impegno già assunto dal
Governo, per eliminare ogni forma di evasione ed elusione
fiscale;
- i governi nazionale e regionale manifestano ottimismo per una
ripresa economica, incoraggiata da una possibile riduzione del
deficit pubblico, dalla riduzione delle spese e dall'aumento delle
entrate fiscali dichiarate nei giorni scorsi, grazie alla volontà
attuale di combattere l'elusione e l'evasione fiscale;
- ulteriori risorse possono essere reperite riducendo le voci di
spesa non certo prioritarie, come quelle dell'acquisto di nuovi
armamenti e delle missioni militari all'estero;
ritenuto che:
a) l'accanimento sui ticket, in questo contesto, risulta ad un
tempo incomprensibile, inutile e dannoso, frutto di un solo calcolo
ragionieristico;
b) i ticket sanitari costituiscono una sorta di punizione nei
confronti dei cittadini che necessitano dei servizi oggetto dei
provvedimenti in questione, infatti:
- non raggiungono lo scopo per cui verrebbero stabiliti
(appropriatezza degli accessi, delle visite e degli esami
diagnostici);
- aggravano il carico amministrativo delle strutture;
- aumentano il distacco tra il SSN, fasce di popolazione e
cittadini;
- escludono gli immigrati dalla possibilità di accesso alla sanità
pubblica;
- discriminano i cittadini gravando soprattutto sui più
poveri;
c) si verifica un aumento della richiesta dei ricoveri impropri,
per non pagare il ticket sulle prestazioni;
ritenendo di dovere perciò esprimere la totale contrarietà
all'introduzione dei ticket sanitari nella legge finanziaria
statale 2007 ed alla loro applicazione a livello regionale;
ritenuto che l'occasione della discussione in Consiglio regionale
del Piano sanitario regionale, che dota la Sardegna, dopo più di
vent'anni, di una programmazione sanitaria di grande respiro, con
una impostazione politica e culturale di alto profilo, sia anche la
sede per invertire vecchie scelte di politica sanitaria a partire
dalla abolizione dei ticket;
condividendo le critiche espresse dalle organizzazioni sindacali e
dei lavoratori, da associazioni di operatori sanitari e da
moltissimi cittadini, che esprimono altresì la certezza che si
tratti di una misura altamente antipopolare,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore
dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se non
ritengano:
1) di valutare a breve termine l'efficacia e l'efficienza dei
ticket sanitari e, qualora si dimostri la loro inefficacia ed
inefficienza, di programmare la loro abolizione a partire dal
ticket sul pronto soccorso e dal recente aumento;
2) di impegnarsi per costituire un movimento per il superamento dei
ticket.
Cagliari, 19 gennaio 2007