CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

INTERPELLANZAN. 206/A

INTERPELLANZA LA SPISA - CONTU- LICANDRO - LOMBARDO - PETRINI - SANCIU - SANJUST - RASSU sul blocco dei finanziamenti alle 29 società giovanili costituitesi in base alla legge regionale 24 gennaio 2002, n. 1, a causa della richiesta di fidejussione da parte della Regione.

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I sottoscritti,

premesso che:
- nel mese di giugno 2004 e fino al mese di novembre dello stesso anno, è rimasto aperto il bando per l'erogazione di finanziamenti agevolati in base alla legge regionale n. 1 del 2002 (Imprenditoria giovanile: provvedimenti urgenti per favorire l'occupazione);
- nel mese di novembre 2005 è stata pubblicata la graduatoria delle 29 società giovanili ammesse al finanziamento, società che potenzialmente potrebbero dar corso ad almeno 120 nuovi posti di lavoro;
- la prima settimana del mese di marzo 2006, alle società in oggetto, è pervenuta, da parte della Regione, una richiesta, pena la revoca del finanziamento, di una fidejussione a favore dell'Amministrazione regionale a garanzia dell'effettiva attivazione e del mantenimento del numero di occupati indicato nella domanda di ammissione alle agevolazioni previste con la legge regionale n. 1 del 2002, per un periodo di almeno 5 anni;
- gli importi da garantire per i 5 anni variano fra i 55 mila e i 270 mila euro;

evidenziato che:
- le compagnie assicuratrici, nonostante l'offerta di un garante, negherebbero in toto o quasi la stipula di una polizza fidejussoria sostenendo l'elevatissimo rischio dell'impresa;
- la possibilità di una riduzione del personale è altamente probabile (fosse anche di un solo dipendente);

preso atto che:
- anche la possibilità di una fidejussione bancaria avrebbe costi insostenibili per i giovani imprenditori all'inizio dell'attività;
- per ottenere una fidejussione, infatti, le banche richiederebbero di vincolare, per un periodo di 5 anni, l'importo da garantire;
- in alternativa, gli istituti di credito proporrebbero la decurtazione dal finanziamento deliberato dell'importo da garantire con la fidejussione per destinarlo a un conto vincolato per un periodo di almeno 5 anni;
- nemmeno questa proposta risulterebbe attuabile in quanto si precluderebbe ad un'azienda in fase di avvio, di poter operare, con quei fondi, investimenti su macchinari o altri beni funzionali all'impresa;

appurato che:
- nel mese di maggio 2006, l'Amministrazione regionale avrebbe comunicato alle 29 società giovanili di aver preso accordi con le banche istruttrici allo scopo di portare a soluzione la questione della fidejussione;
- la stessa Amministrazione regionale avrebbe invitato, o meglio obbligato, le imprese ad aprire un conto corrente vincolato intestato alla società beneficiaria con la proposta che, una volta versata la prima tranche del finanziamento (pari al 50 per cento del finanziamento a fondo perduto), gli istituti di credito avrebbero dato corso al rilascio della fidejussione;
- i versamenti delle quote spettanti sarebbero stati effettuati, nei conti correnti sopraccitati, solamente dopo la prima settimana di questo mese di ottobre;
- nonostante ciò le banche negherebbero di aver mai preso accordi con la Regione e si sarebbero dichiarate disponibili al rilascio delle fidejussioni, solamente alle prime condizioni dichiarate insostenibili dalle imprese;
- a tutt'oggi, l'unica banca ad aver rilasciato una fidejussione è il Banco di Sardegna, con il vincolo di 5 anni dell'importo da garantire.

sottolineato che:
- il testo della legge regionale n. 1 del 2002 non contiene alcuna richiesta di fidejussione che, invece, è stata inserita nelle sue direttive di attuazione (comma 3 dell'articolo 15 del titolo VI);
- le società giovanili, per poter accedere al bando, hanno dovuto affrontare costi notevoli per atti notarili e obblighi contabili, business plan, atti d'acquisto di terreni su cui far sorgere l'azienda e altre spese obbligatorie per avviare l'impresa,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione per sapere se non ritenga:
1) negativo, per l'entusiasmo profuso da questi giovani disoccupati aspiranti imprenditori, chiedere loro di offrire in garanzia beni o liquidità che non possiedono e non possono possedere;
2) lesivo per l'attività che si vuole avviare, bloccare i finanziamenti ammessi solo perché l'impresa giovanile non può fornire una fidejussione che nessuna compagnia di assicurazioni o banca, potrà rilasciare a condizioni sostenibili per la stessa impresa;
3) a seguito di questo primo bando e per l'esperienza che si sta maturando, di avviare le procedure per modificare le direttive di attuazione della legge regionale n. 1 del 2002, nella parte relativa alle modalità della fideiussione a favore dell'Amministrazione regionale.

Cagliari, 26 ottobre 2006