CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

INTERPELLANZAN. 185/A

INTERPELLANZA SCARPA - ATZERI sugli interventi della Regione sarda per realizzare un sistema di biblioteche nelle carceri sarde.

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I sottoscritti

premesso che:
- nel 2001 la Seconda Commissione permanente del Consiglio regionale della Sardegna ha realizzato un'"Indagine sullo stato delle carceri in Sardegna" che, fatta propria dal Consiglio regionale, ha dato il titolo ad un dossier pubblicato subito dopo e che rappresenta un impietoso studio della situazione e della vita, ancora oggi molto grave, all'interno delle carceri sarde. Fatti dolorosi e gravissimi, riportati anche dalle cronache, hanno fatto emergere situazioni agghiaccianti di degrado, esclusione e deprivazione che certamente non hanno favorito alcun reinserimento del detenuto nella società. Pestaggi e suicidi hanno funestato la vita delle carceri della Sardegna, causati dal sovraffollamento e da una cultura prevalentemente punitiva alla base dell'organizzazione della vita all'interno del carcere. Non molto potevano e possono fare, del resto, educatori in organico sottodimensionato, polizia penitenziaria costretta a turni massacranti e direttori spesso impegnati a dirigere più carceri contemporaneamente;
- alla fine del 2002 l'Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, prendendo le mosse dalle risultanze della citata indagine, tramite il suo Servizio beni librari, ha promosso il progetto "Le biblioteche carcerarie in Sardegna", elaborato da una cooperativa di bibliotecari sardi, che prevede un piano di intervento per il recupero e per l'attivazione della biblioteca all'interno di ciascuna struttura penitenziaria della Sardegna con l'intento di offrire un servizio di pubblica lettura all'interno delle strutture carcerarie, di curarne l'attivazione e di coordinarne lo sviluppo e la continuità.
Oltre alle finalità proprie di una biblioteca, il progetto si propone di:
- integrare e sostenere gli interventi rieducativi già presenti nel carcere;
- contribuire al reinserimento del recluso nella società;
- dare un supporto ricreativo e di accrescimento culturale ai detenuti;
- il 30 dicembre 2002 la Giunta regionale ha approvato con deliberazione n. 44/36, il piano di intervento inerente le seguenti cinque strutture penitenziarie sarde, scelte per tipologia e ripartizione geografica:
- Casa circondariale Buoncammino di Cagliari;
- Istituto penale minorile di Quartucciu;
- Casa circondariale San Sebastiano di Sassari;
- Casa di reclusione Mamone di Lodè;
- Casa circondariale di Iglesias.
I rapporti già avviati dal Servizio beni librari della Regione con i direttori e gli educatori dei penitenziari sono diventati sempre più frequenti ed anche i più diffidenti hanno accettato di buon grado l'"invadenza" dei bibliotecari, nonostante questo rappresentasse un aggravio di lavoro, tensione e vigilanza per il corpo di polizia in cronica sofferenza di organico. Ma soprattutto le persone che più di ogni altro stanno a contatto con i reclusi si sono rese conto dell'importanza delle attività di riabilitazione del detenuto, alternative all'ozio disumano, che possono essere intraprese attraverso il libro. Il carcere pone problemi complessi, impossibili da risolvere con formule matematiche o con la bacchetta magica. Occorre un approccio umile, un atteggiamento che metta la persona in primo piano; le soluzioni precostituite probabilmente sono destinate al fallimento se non si è preparati ad adattarsi alle situazioni ed ad adottare i necessari cambi di rotta che la realtà carceraria impone;
- nel gennaio 2003 la Regione sarda ha comunicato alle competenti autorità italiane (Ministero della giustizia, Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria, Centro per la giustizia minorile), l'intenzione di proporre la realizzazione di un progetto pilota riguardante l'organizzazione e la gestione dei servizi bibliotecari nelle cinque strutture penitenziarie campione. Si è iniziata l'elaborazione di un protocollo d'intesa tra le amministrazioni pubbliche coinvolte; in attesa della firma dell'accordo, la disponibilità delle suddette istituzioni italiane ha consentito di:
- fare una ricognizione dello stato delle strutture bibliotecarie, delle dotazioni bibliografiche e informative, degli arredi, delle risorse umane e dell'utenza potenziale degli istituti penitenziari;
- elaborare un progetto d'intervento esecutivo, con l'indicazione dell'impegno di spesa per ogni singola struttura;
- avviare le attività di catalogazione del posseduto da ciascun carcere;
- a dieci mesi dall'avvio del progetto è stato realizzato:
- l'acquisto di circa 600 libri suggeriti dai bibliotecari operanti nelle strutture penitenziarie;
- la messa a regime delle attività di animazione alla lettura in tutte le strutture e la verifica dei risultati conseguiti;
- l'acquisto di personal computers con stampante;
- il completamento degli arredi ritenuti necessari;
- nel febbraio 2003 l'istituto penitenziario minorile di Quartucciu, nella consapevolezza che l'intervento culturale possa occupare un posto significativo nel quadro delle attività trattamentali a favore dei giovani detenuti, ha espresso la propria disponibilità ad avviare e contribuire alla realizzazione del progetto;
- nello stesso mese il Ministero della giustizia - Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha espresso parere favorevole alla realizzazione del progetto di servizi integrati di pubblica lettura nelle biblioteche carcerarie, ed il Ministero della giustizia - Dipartimento giustizia minorile ha espresso forte interesse per la realizzazione del progetto;
- sempre nel febbraio 2003 la Regione ha provveduto ad informare tutti gli istituti penitenziari coinvolti nella ricezione dell'autorizzazione da parte del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e del Dipartimento di giustizia minorile a procedere per i lavori attinenti le biblioteche carcerarie, secondo le seguenti linee di intervento:
- ricognizione dello stato delle strutture bibliotecarie, delle dotazioni bibliografiche e informative, degli arredi, delle risorse umane e dell'utenza potenziale;
- elaborazione di un progetto d'intervento, con l'indicazione dell'impegno di spesa per ogni singola struttura prevista per la quale sia concessa l'autorizzazione dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e dal Provveditorato regionale della amministrazione penitenziaria per la Sardegna (per gli istituti penitenziari per adulti) e l'autorizzazione dal Ministero della giustizia e dal Centro giustizia minorile per la Sardegna (per l'istituto penitenziario minorile);
- avvio delle attività, nella struttura bibliotecaria, di catalogazione centralizzata e locale, di formazione con verifica dei risultati dopo quattro mesi;
- regime completo di attività in tutte le strutture e seconda verifica dei risultati dopo dieci mesi;
- conclusione dell'annualità del progetto, presentazione delle relazioni sulla sua realizzazione per ciascun istituto e sintesi generale finale del progetto;
- il 28 e 29 marzo 2003, con la collaborazione della sezione Sardegna dell'Associazione italiana biblioteche, la Regione sarda ha realizzato a Sassari il convegno nazionale "Biblioteche scatenate - Biblioteca, carcere e territorio" di cui successivamente sono stati pubblicati gli atti.
Il programma del convegno ha previsto interventi di funzionari dell'amministrazione penitenziaria, docenti universitari, operatori delle strutture penitenziarie, bibliotecari, insegnanti, nonché la partecipazione virtuale di detenuti particolari come Adriano Sofri che nella sua intervista dà una testimonianza diretta dell'importanza della biblioteca e della lettura in carcere. Sulla stampa sono stati pubblicati diversi articoli, tra i quali:
- 26 marzo 2003 su La Nuova Sardegna: Le carceri aprono ai libri. Fondi della Regione per rifornire le biblioteche, di Stefano Ambu;
- 26 marzo 2003 su L'Unione Sarda: Se un libro ti rende più libero. La prima biblioteca (dal 3 aprile) è per i ragazzi di Quartucciu, di Serena Schiffini;
- 30 marzo 2003 su La Nuova Sardegna: I libri aprono le porte della libertà. "Biblioteche scatenate": convegno a Sassari su come aiutare i detenuti, di Federico Spano;
- 22 aprile 2003 su Sardinews: Leggere in biblioteca tra le mura di un carcere. La cooperativa L'Aleph prepara una rivoluzione. Iniziativa della Regione per Buoncammino, Mamone, Iglesias, Sassari e Quartucciu, di Monica Carta;
- marzo 2003 su Le Due Città (rivista dell'amministrazione penitenziaria): Biblioteche un bene comune, di Assunta Borzacchiello;
- marzo 2003 su Le Due Città (rivista dell'amministrazione penitenziaria): Uno spazio per crescere, di Marzia Fratini;
- il 22 maggio 2003 è stato firmato il protocollo di intesa tra lo Stato italiano (Ministero della giustizia - Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria) e la Regione sarda (Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport).
Nel ribadire l'importanza della collaborazione tra amministrazione penitenziaria e Regione per la realizzazione di progetti d'intervento mirati al reinserimento dei soggetti in esecuzione penale, si è sottolineato, in accordo con l'articolo 17 dell'ordinamento penitenziario, che l'iniziativa costituisce una forma di partecipazione della comunità esterna all'attività trattamentale.
I contenuti del protocollo si possono così riassumere:
- favorire l'organizzazione e la gestione dei servizi bibliotecari e di mediateca nelle carceri sarde, migliorandone il funzionamento e curandone l'istituzione;
- facilitare l'accessibilità dei detenuti nelle biblioteche garantendo gli spazi per il servizio;
- consentire l'accesso del personale, individuato dall'Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, incaricato dello sviluppo del progetto.
Anche in quella circostanza la stampa dedica molto spazio all'iniziativa considerata di estrema importanza e attualità, con numerosi articoli tra i quali:
- 22 maggio 2003 su L'Unione Sarda: Libri e cultura a Buoncammino;
- 23 maggio 2003 su L'Unione Sarda: Un buon libro per "evadere": in carcere apre la biblioteca, di Francesco Pintore;
- maggio 2003 sulla Rivista del volontariato: Libri fra le sbarre, di S.G.;
- maggio 2003 su AGI (Agenzia giornalistica Italia): Carceri: Biblioteche in cinque istituti di pena sardi;
- 5 giugno 2003 su Panorama: Sottile piacere del Dizionario sardo, di Adriano Sofri;
- 7 agosto 2003 su Sa Republica: Carceri: progetto finanziato dalla Regione. "Biblioteche scatenate", di Giulia Maria Calcagnile;
- 10 settembre 2003 su L'Unione Sarda: Suonano i Nomadi: "Donate libri ai detenuti";
- nell'aprile 2003 è iniziato il lavoro vero e proprio. I bibliotecari si sono attivati dando inizio ai lavori di biblioteca con il servizio di prestito, previa accurata ricognizione del materiale librario e documentario posseduto. Sono stati effettuati i sopralluoghi nelle strutture penitenziarie per accertarsi delle dotazioni bibliografiche e informative, degli arredi, delle risorse umane e dell'utenza potenziale. È stato elaborato un progetto d'intervento esecutivo, con l'indicazione dell'impegno di spesa per ogni singola struttura. È stata attivata l'attività di catalogazione del posseduto di ciascun carcere. Sono stati acquisiti i necessari permessi di ingresso per i funzionari regionali e gli operatori bibliotecari incaricati. Il lavoro, all'interno delle strutture, è stato programmato per raggiungere i seguenti obiettivi:
- riorganizzazione e sviluppo dei servizi di base offerti da ciascun istituto;
- trattamento scientifico del materiale posseduto;
- miglioramento della fruizione del patrimonio documentario;
- miglioramento delle attività culturali;
- azioni di integrazione multiculturale e multietnica;
- promozione rieducativa professionale;
- dopo dieci mesi dall'avvio del progetto le biblioteche sono state rese funzionali con il completamento degli strumenti ritenuti necessari. La scelta dei libri è stata effettuata da un'apposita commissione di bibliotecari ed educatori del carcere che ha selezionato il materiale da acquistare tenendo conto dell'utenza reale e potenziale di ciascuno dei carceri interessati. La presenza di una significativa percentuale di detenuti extracomunitari, provenienti in gran parte dal mondo arabo, ha indotto anche il Centro islamico culturale d'Italia, opportunamente contattato, a fornire gratuitamente 250 copie del Corano, in arabo e francese, da distribuire dove fossero presenti reclusi arabo-musulmani. Detta presenza ha inoltre indotto successivamente la Regione ad elaborare un progetto di istituzione di una Biblioteca della cultura e civiltà arabo-musulmana in partenariato con il Governo tunisino ed il Comune di Cagliari;
- il periodo 2003-2004 è particolarmente importante per lo sviluppo del progetto "biblioteche carcerarie in Sardegna". Sono infatti stati impostati due nuovi progetti, di grande rilievo non tanto per la entità dei finanziamenti quanto per la loro qualità e per l'introduzione di una prima riflessione riguardante il futuro delle biblioteche in carcere.
- in un primo momento si è proceduto all'attuazione di un progetto finanziato con fondi regionali. In questo progetto si è prevista l'estensione ed il potenziamento dei servizi bibliotecari a tutte le strutture penitenziarie dell'Isola e l'inserimento delle biblioteche carcerarie nella intranet ministeriale. Questa soluzione consente ai detenuti-utenti di accedere più facilmente al servizio di prestito, migliorando la qualità e favorendo ancora di più l'accesso all'informazione e alla lettura della popolazione carceraria. Il progetto prevede:
- la continuità del trattamento scientifico del materiale librario e documentario di tutte le biblioteche carcerarie da svolgersi in modalità centralizzata, come nella prima annualità;
- l'integrazione e l'acquisizione dell'attrezzatura informatica, degli arredi, del materiale librario, documentario e informativo per tutti gli istituti penitenziari;
- la promozione di corsi di formazione inerenti la sfera culturale e informativa;
- la promozione e animazione della lettura;
- la fruizione del patrimonio documentario e l'aggiornamento periodico del catalogo;
- il miglioramento delle attività culturali e di animazione alla lettura con la collaborazione di ulteriore personale specificamente preparato;
- le azioni di integrazione multiculturale e multietnica con il sostegno e la professionalità dei mediatori multiculturali già attivi in carcere;
- l'informatizzazione delle biblioteche carcerarie con un software di gestione e la realizzazione di una connessione all'OPAC del Polo Sardegna che consenta lo scarico dei dati dal web e l'utilizzo degli stessi off-line.
Nel contesto del progetto le cinque biblioteche campione sono state connesse alla rete delle biblioteche carcerarie, associandole per la gestione della catalogazione e collocazione centralizzata alle biblioteche del Servizio beni librari e del Centro servizi bibliotecari della provincia di riferimento territoriale;
- successivamente è stato elaborato un progetto finanziato con fondi POR. A seguito di ripetute sollecitazioni e incontri con i suoi referenti, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ed il Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria hanno accettato l'idea di creare una rete intranet del Ministero di giustizia per le biblioteche carcerarie, all'interno dei confini della rigida normativa vigente che vieta, comprensibilmente, l'uso improprio della rete da parte dei detenuti. Il Dipartimento si è adoperato per convincere tutte le strutture a collaborare per la realizzazione del collegamento con i cataloghi informatizzati delle biblioteche pubbliche attraverso la "rete giustizia". Sono iniziati, quindi, i sopralluoghi degli esperti informatici del CED dell'amministrazione penitenziaria negli istituti di pena per verificarne il cablaggio e le possibilità di connessione alla rete intranet con una linea dedicata per la consultazione e l'accesso ai cataloghi bibliografici della rete bibliotecaria del territorio. A conclusione della ricognizione è stata redatta una mappa degli interventi necessari per la realizzazione della suddetta rete che, nei casi più semplici, vengono rapidamente compiuti. È stato predisposto un progetto da finanziare con i fondi comunitari previsti per gli interventi della Società dell'informazione che, tra l'altro, include la realizzazione della rete delle biblioteche carcerarie sarde, sul modello del progetto già realizzato dal sistema delle biblioteche del Comune di Roma. Il progetto è stato presentato all'Autorità di gestione del POR, che lo ha approvato. Il progetto POR si integra perfettamente con il secondo progetto approvato dalla Giunta regionale alla fine del 2003 che prevede l'estensione del servizio alle restanti strutture carcerarie dell'Isola, a quattro comunità di recupero e a due strutture ospedaliere regionali, gli ospedali Oncologico e Microcitemico di Cagliari. L'integrazione tra i due progetti ha consentito di razionalizzare meglio l'intervento a favore delle biblioteche carcerarie; i progetti sono stati riformulati e le voci di spesa ridistribuite sgravando il progetto regionale di quanto poteva essere caricato sui fondi POR per consentire in tal modo la garanzia del servizio dei bibliotecari nelle strutture penitenziarie fino alla fine di luglio 2006;
- attualmente, nonostante tutte queste brillanti premesse, risulta che il lavoro proceda molto lentamente, anche a causa di una riorganizzazione del Servizio beni librari che ha decimato il personale ed i collaboratori esterni ed ha allontanato coloro che, fino a ieri, hanno seguito il progetto e ne hanno consentito lo sviluppo. Risultano inoltre non ancora effettuati alcuni dei bandi per la spesa dei fondi comunitari e non si hanno notizie certe riguardo le intenzioni della Giunta regionale sul futuro del progetto. Il rischio maggiore è che, in mancanza di personale o con personale nuovo che ancora deve entrare nei meccanismi complessi dell'organizzazione carceraria e nella riflessione che sta alla base del lavoro svolto finora, si perda tempo inutilmente. O, peggio ancora, che il progetto venga ridimensionato oppure abbandonato. Ciò che, attualmente, manca è una strategia a medio e lungo termine, un ragionamento sulle prospettive future, sulla maniera di rendere meno sporadico e più strutturato e certo l'intervento della Regione in questo importante settore. È il momento di chiedersi in che modo le biblioteche possono essere inserite nei Sistemi bibliotecari territoriali perché possano funzionare come una biblioteca "normale";
- in conclusione, è evidente che l'esperienza condotta dalla Regione sarda nel campo delle biblioteche carcerarie presenta connotati fortemente innovativi, è stata ed è una esperienza pilota in Italia ed una esperienza all'avanguardia anche se riferita a tutte le democrazie avanzate del pianeta. Il progetto è stato realizzato ed eseguito da giunte di diversa estrazione politica, ma è stato fino ad ora attuato con continuità ed impegno, ricercando nuove opportunità e sviluppi in grado di fornire alle persone che si trovano ristrette in Sardegna un servizio culturale che vada nel senso di facilitare il loro reinserimento nella società e di migliorare, per quanto possibile, le drammatiche condizioni nelle quali si trovano a vivere i detenuti nelle carceri sarde. Del resto, dal 2001 in poi, la Regione sarda è stata attivamente presente in numerosi altri settori che riguardano il "pianeta carcere". Si rammentano al riguardo gli importanti stanziamenti effettuati nelle leggi finanziarie degli anni dal 2002 in poi relativi al reinserimento dei detenuti nel mondo del lavoro, alla loro formazione professionale, all'assistenza sanitaria all'interno delle carceri, al sostegno alla realizzazione di strutture di accoglienza per giovani adulti soggetti a misure alternative e a provvedimenti di esecuzione penale esterna, fino alle misure di assistenza alle famiglie dei detenuti. Tra l'altro, come detto sopra, tutte le politiche a favore delle biblioteche nelle carceri hanno dato vita ad una importantissima e concreta esperienza di politica culturale internazionale da parte della Regione, tramite la realizzazione della Biblioteca di cultura e civiltà arabo-musulmana in collaborazione con il Governo tunisino ed il Comune di Cagliari. Tale istituzione rappresenta non solo un punto di riferimento certo per le persone di lingua e cultura arabo-musulmana che sono ristrette o, a qualunque altro titolo, si trovano in Sardegna, ma costituisce anche un formidabile e concretamente già esistente strumento di politica culturale nelle relazioni con gli stati di lingua e cultura arabo-musulmana che si affacciano sul bacino del Mediterraneo. È di questi giorni la richiesta formulata da numerosi consiglieri regionali della maggioranza al Presidente della Regione mediante una mozione, con la quale chiedono di intervenire nel complesso scenario del conflitto in Libano anche con strumenti inerenti la protezione civile, l'assistenza, gli interventi di soccorso e nel sociale: la Sardegna può intervenire in quello scenario anche con strumenti inerenti la cultura mobilitando le importanti risorse contenute nella sua Biblioteca di cultura e civiltà arabo-musulmana. Tutte queste circostanze inducono a ritenere importante ed irrinunciabile l'azione della Regione sarda in un settore che la vede all'avanguardia, impegnata a realizzare concrete misure che riguardano la necessità di raggiungere sempre migliori livelli di intervento verso una società che miri al progresso sociale con attenzione anche verso coloro che hanno sbagliato e che debbono essere aiutati nel senso di un loro pieno e completo reinserimento nella società. Si tratta di azioni che cercano di affrontare le cause del disagio sociale e non solo i suoi effetti, e che vanno in senso opposto al provvedimento di indulto varato recentemente dal governo italiano, misura che, se pure può fornire un momentaneo sollievo alle strutture, ai ristretti ed agli operatori, tuttavia, a detta di tutti coloro che si occupano del mondo carcerario, avranno il solo effetto di svuotare per un breve periodo gli istituti di pena, ma che appunto non incideranno sulle cause del disagio sociale che spesso stanno a monte dei singoli casi di persone detenute. Per queste ragioni preoccupa lo smantellamento che sembra essere attualmente in corso nel servizio beni librari dell'Assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport con riferimento al progetto "biblioteche carcerarie in Sardegna" con drastica riduzione di personale, eliminazione dei professionisti che hanno fin dall'inizio concepito e curato l'esecuzione del progetto, oltre allo spostamento improvviso ed immotivato di competenze tra funzionari, ed in sostanza con la adozione di una serie di provvedimenti di cui non si intravede la motivazione, ma che lasciano di fatto sguarnita una trincea che invece ha bisogno oggi ed in futuro di essere sempre maggiormente presidiata,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione ed l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:
1) quali siano i motivi che hanno indotto alla drastica riduzione del personale interno e dei collaboratori esterni che si occupavano del progetto "Biblioteche carcerarie in Sardegna" e dei suoi successivi sviluppi;
2) quale sia lo stato di attuazione dei progetti riguardanti le biblioteche nelle carceri sarde, sia con riferimento a quelli finanziati con fondi del bilancio ordinario della Regione, sia con riguardo ai progetti finanziati con fondi strutturali;
3) quali siano gli intendimenti della Giunta regionale riguardo all'attuazione di detti progetti negli anni futuri;
4) se la Giunta regionale intenda rafforzare le politiche della Regione in questo importante settore, prevedendo il consolidamento della citata politica culturale per gli anni successivi al 2006 e garantendo a tali interventi stabilità di finanziamento ed operatori in numero congruo e opportunamente preparati;
5) quali siano le intenzioni della Giunta regionale con riguardo allo sviluppo ed al consolidamento della Biblioteca di cultura e civiltà arabo-musulmana della Regione sarda avente sede a Cagliari.

 

Cagliari, 3 agosto 2006