CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

Interpellanza n. 153/A

 

INTERPELLANZA - CAPELLI - OPPI - CAPPAI - CUCCU Franco Ignazio - BIANCAREDDU - RANDAZZO - AMADU sulla richiesta presentata dall'ESAF di deroga, per l'anno 2006, ai valori minimi di THM e di cloriti presenti nell'acqua potabile, stabiliti rispettivamente dal decreto del Presidente della Repubblica n. 236 del 1998 e dal decreto legislativo n. 31 del 2001.


I sottoscritti, 

premesso che il decreto legislativo n. 31 del 2001 ha normato, tra l'altro, il tenore dei cloriti delle acque destinate al consumo umano, fissandone fino a tutto il 2006 i valori parametrici massimi consentiti in 0,8 gr/mc e che il decreto del Presidente della Repubblica n. 236/98 ha definito i limiti dei THM; 

considerato che, fra il 2001 e il 2004, tutti gli enti gestori sardi (SIM, EAF, ESAF, Govossai Spa) hanno svolto con università ed enti di ricerca studi specifici per l'adeguamento dell'acqua potabile prodotta ai nuovi parametri, individuando la tecnologia della "riduzione dei cloriti mediante l'utilizzo di sali ferrosi" quale soluzione ottimale; 

preso atto che coerentemente, a partire dal 2004, SIM, EAF e Govossai Spa hanno realizzato una serie di modifiche sia impiantistiche (vasche di preossidazione) che del ciclo di trattamento delle acque (utilizzo del cloruro ferroso e/o dei carboni attivi), al fine di limitare la quantità dei cloriti immessi in rete; 

rilevato per contro che 1'ESAF, dopo aver bandito ed esperito le gare per l'acquisizione del cloruro ferroso e delle apparecchiature necessarie per il relativo dosaggio - già installate e a tutt'oggi giacenti inutilizzate - nel 2005 decideva di abbandonare la tecnologia dell'utilizzo dei sali ferrosi e di utilizzare nel ciclo di potabilizzazione prodotti (permanganato di potassio e ipoclorito di sodio) da tempo banditi in quanto considerati precursori di sostanze cancerogene; 

preso atto che nel 2005 - attraverso l'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale - 1'ESAF chiedeva ed otteneva apposita deroga dal Ministero della salute al fine di immettere in rete acqua potabile avente un tenore di THM e di cloriti ben superiore ai parametri fissati dalla normativa vigente;

appreso che nel novembre 2005 - sempre attraverso l'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale - l'ex ESAF richiedeva al Ministero della salute una nuova deroga per il superamento dei valori di parametro previsti dal decreto legislativo n. 31 del 2001 e dal decreto del Presidente della Repubblica n. 236 del 1998 relativa all'anno 2006; 

rilevato altresì che, a fine 2005/inizio 2006, 1'ESAF Spa - ormai confluita in ABBANOA - decideva di iniziare una nuova sperimentazione utilizzando come disinfettante secondario le "cloroammine", anch'esse possibili precursori di sostanze cancerogene; 

evidenziato che l'acqua trattata e fornita dall'ex ESAF potrebbe essere fortemente dannosa per la salute umana e che la sua prolungata assunzione potrebbe essere causa di gravi patologie, 

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e gli Assessori regionali dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e dei lavori pubblici per conoscere:

a) le motivazioni che hanno indotto l'Assessorato regionale della sanità a sostenere le richieste di deroga formulate dall'ex ESAF per produrre acqua potabile con quantità di cloriti ben al di sopra dei limiti previsti per legge e di THM due volte e mezzo superiore ai valori massimi previsti dalla normativa vigente, nonché ad intercedere presso il Ministero della salute affinché tali deroghe fossero concesse non solo per il 2005 ma anche per l'anno in corso, pur nella consapevolezza dei gravissimi rischi che ciò potrebbe comportare per la salute dei cittadini sardi;

b) quali azioni la Presidenza della Regione e l'Assessorato dei lavori pubblici intendano promuovere presso l'ex ESAF affinché questo riveda le scelte tecnologiche di recente operate nonché per indurlo ad utilizzare i prodotti e gli impianti di potabilizzazione appropriati già in suo possesso - e per i quali sono stati investiti ingenti capitali - sì da garantire la produzione di acqua potabile a norma e non nociva per la salute dei cittadini utenti.

Cagliari, 14 marzo 2006