CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Interpellanza n. 141/A
INTERPELLANZA - BALIA - MARROCU - PORCU - LICHERI - SANNA Alberto - CALLEDDA - CORDA - FADDA Giuseppe - SERRA - MANINCHEDDA - MASIA - SALIS, sull'insostenibile aggravio finanziario ingiustamente derivante ai comuni sardi dalla normativa regionale di indirizzo sullo smaltimento dei rifiuti.
I sottoscritti,
premesso che, già nel corso dell'esercizio finanziario 2004, ed in previsione della legge finanziaria 2005, è stata presentata una interpellanza, primo firmatario Balia, "sull'insostenibile aggravio finanziario ingiustamente derivante ai comuni sardi dalla normativa regionale di indirizzo sullo smaltimento dei rifiuti" che partiva dalla constatazione che:
- il sistema regionale di gestione dei rifiuti presenta attualmente notevoli distorsioni che rendono sempre più problematico il conseguimento degli obiettivi fissati dalle norme di legge vigenti in materia (decreto Ronchi);
- la Sardegna è all'ultimo posto in campo nazionale nella raccolta differenziata dei rifiuti (con poco più del 2 per cento rispetto all'obiettivo minimo del 35 per cento);
- circa 600.000 tonnellate (pari al 75 per cento dei rifiuti prodotti) vengono conferite - prevalentemente senza alcun trattamento preventivo e quindi in contrasto con le previsioni di legge - nelle diverse discariche, peraltro avviate tutte alla saturazione;
- i 90 comuni sardi che conferiscono i loro rifiuti agli impianti di termovalorizzazione operanti a Macchiareddu e Tossilo (circa 200.000 tonnellate nel 2003) sono gli unici ad attenersi alle direttive del decreto Ronchi, in quanto la metodologia di trattamento prevede la preselezione dei rifiuti, la separazione della frazione umida da avviare al compostaggio, l'incenerimento con recupero energetico della frazione secca;
verificato che l'interpellanza rimarcava che:
- assurdamente proprio i 90 comuni adempienti subiscono una pesante penalizzazione dal rispetto delle disposizioni di legge - il solo Comune di Nuoro ha avuto un aggravio tra il 2003 ed il 2004 di oltre 1.200.000 euro all'anno e crescente nel tempo - in quanto le tariffe applicate dalle società di gestione dei termovalorizzatori sono mediamente superiori del 70 per cento rispetto a quelle vigenti per le discariche;
- tali tariffe vengono fissate dall'Amministrazione regionale che, inoltre, stabilisce d'imperio presso quale impianto ogni singolo comune deve smaltire i propri rifiuti;
- tale situazione impone oneri ormai insostenibili per i comuni convenzionati con gli impianti di Tossilo e Macchiareddu (le tariffe hanno infatti superato i 115 euro + IVA per tonnellata) tanto da imporre l'esigenza di un immediato riequilibrio - già nell'anno in corso - quanto meno rispetto ad una tariffa media regionale;
- non è più derogabile l'esigenza di promuovere ed incentivare la raccolta differenziata, anche perché è ormai fortissima - anche in Sardegna - la resistenza delle popolazioni ad accettare nel proprio territorio nuovi impianti di smaltimento (discariche od inceneritori);
- l'esperienza maturata in alcuni comuni sardi dimostra che attraverso la raccolta differenziata domiciliare è possibile, in tempi rapidi, sottrarre alle forme tradizionali di smaltimento oltre la metà dei rifiuti urbani, che può essere riciclata e valorizzata attraverso i consorzi di filiera (carta, vetro, plastica, ferro, etc.) o, per la frazione umida, con la produzione di compost di qualità;
- la generalizzazione di tali sistemi di raccolta consentirebbe, quindi, di superare l'attuale situazione di emergenza in cui oggi si trova la Sardegna, di ridurre drasticamente l'esigenza di creare nuove discariche od inceneritori (che peraltro richiedono investimenti di grande rilievo), di creare nuove opportunità di lavoro nei processi di raccolta e trasformazione dei rifiuti suscettibili di valorizzazione;
- la diffusione della raccolta differenziata incontra un forte limite nei maggiori costi organizzativi e gestionali, in quanto non comporta più lo svuotamento dei cassonetti stradali in maniera indistinta, ma richiede l'allestimento di specifici percorsi di raccolta domiciliare per ogni tipologia di rifiuto, mentre i corrispettivi erogati dai consorzi di filiera coprono a malapena le spese di trasporto e conferimento;
- appare pertanto assurdo che la Regione penalizzi tariffariamente i comuni che attuano la raccolta differenziata - come avviene da giugno 2004 - mentre dovrebbe incentivarne la crescita con specifici contributi a consuntivo commisurati ai quantitativi effettivamente conferiti ai consorzi di filiera;
accertato che la Giunta regionale, con deliberazione n. 34/14 del 19 luglio 2005, ha emanato gli atti di indirizzo per lo smaltimento in discarica di rifiuti urbani trattati e per l'ulteriore sviluppo della raccolta differenziata secco-umida;
assodato che la Giunta regionale, con deliberazione n. 48/16 del 12 ottobre 2005, ha definito le modalità per la concessione di contributi per favorire la raccolta differenziata agli enti locali che conferiscono i rifiuti urbani ad impianti di termovalorizzazione,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore della difesa dell'ambiente per conoscere:
1) quali provvedimenti urgenti intendano assumere per porre rimedio alla situazione di evidente sperequazione, determinatasi nei confronti dei comuni sardi che, nonostante le palesi difficoltà, ottemperano alle normative comunitarie, nazionali e regionali che regolamentano lo smaltimento differenziato dei rifiuti ed il conferimento degli stessi nei relativi centri autorizzati;
2) quali atti vogliano predisporre affinché si proceda al necessario ed indifferibile riequilibrio delle tariffe applicate per lo smaltimento dei rifiuti umido-secchi nei termovalorizzatori-inceneritori al fine di incentivare la raccolta differenziata dei rifiuti;
3) se siano a conoscenza del mancato adempimento per gli anni 2003 e 2004, da parte dell'Amministrazione regionale, della disposizione di cui al comma 19 dell'articolo 14 della legge finanziaria n. 7 del 2002, che concede un contributo agli enti locali che provvedono in tutto o in parte allo smaltimento dei rifiuti urbani mediante l'utilizzo di impianti di incenerimento o di termovalorizzazione e se intendano provvedere in merito con urgenza, per evitare un ulteriore aggravio ai comuni che si trovano a subire pregiudizi e penalizzazioni per la scelta di perseguire una amministrazione attenta alle esigenze di difesa dell'ambiente e delle risorse naturali della nostra Isola;
4) se non ritengano che la formulazione contenuta nella deliberazione della Giunta regionale n. 48/16 del 12 ottobre 2005, che destina il contributo prioritariamente agli enti che, oltre ad aver conferito i rifiuti agli impianti di termovalorizzazione, abbiano attivato "idonei" sistemi di raccolta differenziata, sia approssimativa e generica, tale da consentire a chi è preposto alla valutazione un ambito di forte discrezionalità, ancorato solo ad interpretazioni soggettive proprio attorno al concetto di "idonei" sistemi di raccolta differenziata. (Quand'è che i sistemi di raccolta possono essere considerati idonei o inidonei se manca ogni e qualunque riferimento a fatti oggettivi, in grado di essere oggettivamente fonte di misurazione accettabile, ad esempio le percentuali raggiunte?);
5) se non ritengano inopportuno che le istituzioni più rispettose della normativa, che con notevoli sacrifici finanziari a causa del "salasso" tariffario conseguente al conferimento al termovalorizzatore, siano costrette a sopportare nuovi oneri a causa degli adempimenti previsti dalla delibera della Giunta regionale n. 34/14 del 19 luglio 2005. L'istituzione deve estendere la raccolta differenziata della frazione umida a tutte le città e a tutte le frazioni valorizzabili di rifiuto; ne discende l'esigenza di acquisire nuove attrezzature ed estendere l'organizzazione del servizio domiciliare. Nasce anche il criterio che rende diseguali i cittadini a seconda del sub-ambito di appartenenza;
6) se non sarebbe stato più corretto colmare il gap tariffario fra chi conferisce in discarica e chi conferisce al termovalorizzatore introducendo il concetto di "tariffa media" e compensando, con una sorta di ristoro, quegli enti virtuosi che, appartenendo ad un sub-ambito marginale, sopportano aggravi di costi ma conferiscono ugualmente al termovalorizzatore;
7) se non ritengano ingiusto e discriminatorio che, attraverso atti dirigenziali assunti nell'aprile 2004, il sub-ambito di Nuoro sia stato oggetto di penalità per mancata raccolta a far data dal 1° giugno 2004, mentre altri ambiti "inadempienti" hanno subito la penalità solo a partire dal 1° gennaio 2005.
Cagliari, 4 Gennaio 2006