CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

Interpellanza n. 103/A

INTERPELLANZA LICHERI - LANZI - FADDA Giuseppe sulla grave situazione degli insegnanti precari in Sardegna e delle graduatorie permanenti (terza fascia).


I sottoscritti,

considerato che la modifica operata dal MIUR sul punteggio da attribuire alle abilitazioni conseguite con diverse modalità concorsuali (concorso ordinario, corsi abilitanti, scuole di specializzazione) ha prodotto un livellamento dei voti che non premia certo il merito e che ha stravolto le graduatorie, introducendo modalità (con valenza retroattiva) di supervalutazione e raddoppio del servizio prestato sulla base di criteri di disagio ambientale diversi da quelli propri della nostra isola ed in contrasto con le esigenze che gli derivano dalle sue specificità;

tenuto conto che l'insularità, la particolare configurazione, la distribuzione dei centri (piccoli e piccolissimi) sul territorio e la scarsa densità demografica avranno l'effetto di amplificare a livelli esponenziali l'effetto funesto dei tagli che vengono preannunciati, in termini di emigrazione dei nostri insegnanti verso il nord e di afflusso di insegnanti provenienti da graduatorie di altre regioni,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport affinché la Regione Sardegna adotti forme di tutela degli insegnanti isolani in quanto lavoratori svantaggiati; più in dettaglio si chiede che la Regione Sardegna, a garanzia del buon funzionamento delle scuole sarde a tutela della funzione sociale e culturale che essa svolge e consapevole della già grave situazione dei precari sardi, si faccia portavoce delle seguenti richieste:

1) presa di posizione della Regione Sardegna in favore dell'abrogazione della Legge n. 143 del 2004 per ripristinare la situazione di legalità nelle graduatorie permanenti;

2) ripristino dei principi di tutela di merito, anzianità di servizio, continuità didattica e restituzione della dignità professionale alla categoria docenti;

3) considerazione delle differenti realtà scolastiche per distribuire efficacemente le risorse e permettere anche ai piccoli centri di non estinguersi;

4) riduzione del numero degli alunni per classe;

5) opposizione netta al trasferimento dell'istruzione professionale alle regioni perché tale operazione, oltre a ledere le pari opportunità e creare un sistema binario, porterebbe all'estinzione di alcuni istituti tecnico-pratici e alla drastica riduzione di materie fondamentali incrementando il fenomeno della dispersione scolastica.

Cagliari, 14 giugno 2005