CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Interpellanza n. 100/C-5
INTERPELLANZA CHERCHI Silvio - SANNA Francesco - CALLEDDA - LAI sulla disparità di trattamento tra i pescatori siciliani e i pescatori sardi per l'utilizzo delle reti da posta.
I sottoscritti,
premesso che:
- il decreto del Ministro per le politiche agricole e forestali 10 giugno 2004, consente, nello Stato italiano, l'impiego delle reti da posta purché la superficie complessiva non sia superiore a 20.000 metri ciascuna indipendentemente dai limiti dei 4 metri di altezza e dei 5.000 metri di lunghezza;
- nell'anno 2005 con il decreto del Ministero delle politiche agricole e forestali 19 aprile 2005 sull'"uso delle reti nelle isole minori" è stato consentito l'uso delle reti da posta aventi una lunghezza di metri 5.000 e una altezza di metri 20 nella zona di mare di 12 miglia circostante le isole minori (comprese San Pietro e Sant'Antioco);
- in data 30 maggio 2005, l'Assessore della difesa dell'ambiente della Regione sarda, avvalendosi della competenza esclusiva della Regione in materia di pesca, vietava nelle proprie acque territoriali l'utilizzo di reti da posta fisse di lunghezza superiore a metri 5.000 e di altezza superiore a metri 4;
considerato che in data 23 giugno 2005 il TAR Lazio ordinava la sospensione della validità del decreto del Ministro delle politiche agricole sull'uso delle reti nelle isole minori, lasciando in vigore il decreto dello stesso Ministro del 10 giugno 2004;
rilevato che mentre la Regione Sicilia ha emanato una norma che ripristina l'uso delle reti da posta alte fino a 20 metri e che punisce unicamente l'uso improprio di questo tipo di rete, per i pescatori sardi è punito il solo possesso a bordo di queste attrezzature;
sottolineato che in conseguenza di tale norme circa 300 imbarcazioni, provenienti dalla Sicilia e dalla Calabria, operano nella zona di mare compresa tra le 20 e le 40 miglia dalla Sardegna, mentre solo 8 imbarcazioni sarde che a seguito della emanazione del decreto del Ministro hanno investito in questo settore, riescono a svolgere tale attività;
venuti a conoscenza che nel corso del mese di giugno 2005 una nave della Capitaneria di Porto proveniente dalla Sicilia ha fermato e sequestrato l'attrezzatura a 5 delle 8 barche sarde, e non risulta, invece che alcun verbale di sequestro sia stato elevato sino ad oggi nei confronti delle imbarcazioni siciliane che perciò continuano indisturbate a lavorare a differenza dei sardi che sono stati decimati;
convinti che la diversa regolamentazione della materia da parte delle due Amministrazioni regionali delle maggiori isole italiane non solo determina una iniqua disparità di condizioni tra i pescatori sardi e quelli siciliani, ma costringe i primi ad assistere, impotenti e mortificati, allo sbarco del pescato e alle esibizioni delle reti nei porti sulcitani da parte degli armatori siciliani,
chiedono di interpellare l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere se non ritenga opportuno predisporre con la massima urgenza, anche alla luce delle direttive comunitarie, una normativa che garantisca ai pescatori sardi le stesse condizioni dei pescatori siciliani per lo svolgimento dell'attività di pesca con le reti da posta.
Cagliari, 1° luglio 2005