CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Interpellanza n. 63/A
- INTERPELLANZA BALIA - MASIA - LICHERI - URAS - PISU - FADDA Giuseppe - DAVOLI - LANZI sul mancato adempimento delle disposizioni di cui all'articolo 5 della legge regionale 9 agosto 2002, n. 12 che regola il controllo interno di gestione dell'Ente foreste.
I sottoscritti,
premesso che:
- l'Ente foreste della Sardegna (EFRS), in base al dettato della legge istitutiva, la legge regionale 9 giugno 1999, n. 24, avrebbe dovuto accorpare tutte le competenze che prima ricadevano in capo alla Azienda foreste demaniali della Regione Sardegna ed agli Ispettorati ripartimentali delle foreste, cantieristica intesa come gestione delle superfici amministrate, opere di sistemazione idraulico-forestale e concorrenza all'attività antincendio;
- a queste competenze la legge istitutiva ne ha sommato molte altre, alcune delle quali innovative ed importanti anche ai fini dell'acquisizione di consistenti quote di autofinanziamento;
considerato che l'EFRS ha iniziato ad operare dal 1° gennaio 2001, e che dopo quasi quattro anni dalla riforma poco o nulla è stato fatto di veramente nuovo e qualificante, anzi per certi versi si può affermare che vi è stata una regressione rispetto alla situazione precedente, in quanto sono mancate da parte del Consiglio di amministrazione e della dirigenza dell'ente, le necessarie indicazioni operative coerenti con lo spirito della legge;
verificato che l'ente si è dotato soltanto in data 17 dicembre 2003, con delibera del Consiglio di amministrazione n. 86, del regolamento per i lavori, le provviste ed i servizi da eseguire in economia, per cui per i primi tre anni di attività sarà pressoché impossibile capire, analizzare e giustificare dal punto di vista contabile le poche cose che sono state fatte ed i progetti, sicuramente assai pochi, che sono stati realizzati, perché di fatto si è proceduto alla giornata con iniziative estemporanee ed in assenza di logiche coerenti con la finalità dell'ente;
rilevato che:
- sono in fase di predisposizione, per l'esercizio 2004, i progetti esecutivi per tutti i complessi forestali amministrati, con il prevedibile risultato che tutti i progetti avranno la sola finalità di consentire il pagamento dei salari, in quanto non esistono attualmente risorse economiche che consentano di realizzare altro e per il futuro non si prevedono incrementi significativi;
- la vecchia Azienda foreste demaniali della regione Sardegna ed il Corpo forestale e vigilanza ambientale, prima che nascesse l'EFRS, finanziavano le perizie, che erano lo strumento progettuale, attraverso il piano regionale di forestazione, che aveva valore pluriennale ma prevedeva la verifica annuale di attuazione;
- dal 2001 e fino ad oggi, in mancanza di progetti, l'EFRS ha provveduto soltanto alla gestione ordinaria delle strutture ed infrastrutture e quel minimo di cure colturali che giustificassero i pagamenti dei salari;
- l'unico progetto di rilievo che è stato avviato e che potrà avere, nel medio e lungo periodo, sicuri meriti ambientali e ricadute economiche importanti è il così detto "progetto sughera" che, però, al momento è quasi bloccato per mancanza di copertura finanziaria;
rimarcato che la legge istitutiva dell'ente consente un ventaglio di ipotesi operative molto ampio e diversificato, tra cui la progettazione e la realizzazione di attività suscettibili di creare quote di autofinanziamento anche rilevanti e che sarebbe necessario predisporre progetti capaci di coniugare le esigenze selvicolturali e di protezione ambientale dei territori amministrati con le iniziative suscettibili di importanti ricadute economiche quali: turismo, filiera del legno, allevamenti di selvatici etc.;
assunto che nel contesto di crisi economica in cui versa la regione Sardegna, è doveroso per gli enti regionali attivare tutte le possibili fonti di finanziamento alternative interne ed esterne;
preso atto che è urgente e indifferibile porre in essere gli atti necessari a reperire i cospicui finanziamenti esterni derivanti dell' Unione Europea, disponibili almeno fino al 2006 per quanto riguarda tutta l'infrastrutturazione dell'ente: fabbricati di servizio, piste forestali, sentieristica e cartellonistica, opere di prevenzione attiva antincendio (viali parafuoco, bacini e/o vasconi, etc.) automezzi ed attrezzature antincendio etc.;
ribadito che per quanto riguarda le fonti interne di finanziamento, l'ente deve riservare maggiore attenzione verso le varie concessioni onerose rilasciate dall'Ente stesso a terzi e che riguardano il legnatico, il pascolo, l'ospitalità ed il postime forestale prodotto nei vivai;
considerato che il Consiglio di amministrazione ha fatto ricorso in maniera troppo disinvolta a tutta una serie di costose collaborazioni esterne per esigenze che potevano essere soddisfatte attivando opportunamente le risorse umane di cui dispone l'ente al suo interno;
osservato che l'introduzione effettuata dall'ente dei cosiddetti uffici forestali nella organizzazione del lavoro non risulta supportata da alcuna giustificazione tecnica e che tali uffici rappresentano uno spreco enorme delle già scarse risorse economiche di cui l'ente dispone e, cosa gravissima, ha determinato la perdita della capacità ideativa e progettuale dei tecnici demandati a svolgere una mansione da super-capocantiere più che da tecnico progettista;
accertato che fra i compiti istituzionali dell'Ente foreste della Sardegna rientra quello di concorrere, anche con l'apporto di propri mezzi e proprio personale, alle campagne antincendio, secondo il Piano regionale antincendio, anche al di fuori dei territori amministrati e che la legge regionale 29 aprile 2003, n. 3 ha trasferito all'Ente foreste l'onere di gestire ed amministrare circa 1000 unità lavorative, per sei mesi ad anno, che prima venivano assunte, in qualità di rinforzi estivi dal Corpo forestale e vigilanza ambientale;
valutato che la dotazione finanziaria prevista in legge è tale da consentire a malapena il pagamento dei salari, mentre tutto il resto, logistica, amministrazione, prevenzione e protezione (che trattandosi di attività antincendio è una voce molto onerosa) grava interamente sulle già provate risorse dell'ente;
visto che la Legge quadro nazionale n. 353 del 2000 pone in capo al Corpo forestale il compito di organizzare, coordinare e dirigere le attività di prevenzione e contenimento degli incendi boschivi mentre l'ente dovrebbe solo concorrervi, ma di fatto schiera interamente tutto il personale di lotta a terra, con una dotazione di mezzi vecchi di vent'anni e senza risorse per acquistarne di nuovi, col rischio di subire, da una parte, le imposizioni del Corpo forestale e vigilanza ambientale e dall'altra le critiche, spesso ingenerose ed immotivate, della stampa e della pubblica opinione;
desunto che l'attività antincendio potrebbe essere interamente affidata al Corpo forestale e di vigilanza ambientale che, oltre ad averne la titolarità, ha alle proprie dipendenze personale proprio che con l'aggiunta dei mille semestrali rappresenterebbe un contingente più che adeguato, considerando che gli incendi vengono spenti per la quasi totalità con i mezzi aerei, dando così la possibilità all'ente di difendere al meglio i complessi propri e farlo ad un livello di eccellenza sia per la parte relativa alla prevenzione che per quella di contenimento, obiettivi questi realizzabili anche con la scarsità dei mezzi di cui può disporre;
evidenziato che, come documentato da una lunga serie di ricorsi giudiziari presentati da cittadini e dipendenti dell'ente, interrogazioni ed interpellanze, nonché da una richiesta di nomina di una commissione d'inchiesta già presentate in Consiglio regionale, la gestione del personale ha rappresentato, nei quasi quattro anni trascorsi, la zona più grigia dell'intera gestione dell'Ente foreste, in quanto il Consiglio di amministrazione e soprattutto la Direzione generale, hanno operato con criteri clientelari con l'unico obiettivo di creare consenso attorno ad un determinato gruppo politico: si è assistito al susseguirsi di assunzioni, promozioni, trasferimenti e selezioni poco trasparenti e ingiustificate, selezioni per soli titoli ed altre per titoli ed esami, titoli quali quello di studio che in alcuni casi comparivano ed in altri sparivano, operai negli uffici a svolgere mansioni da impiegato ed a precostituirsi futuri diritti di impiegati nullafacenti; insomma: la regola, i contratti e le norme asservite alle più svariate esigenze; tutto ciò, posto il difficile contesto ambientale in cui opera l'Ente foreste, ha sicuramente determinato l'insorgere di tensioni che in taluni casi sono sfociate in gravi atti delinquenziali,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione, l'Assessore della difesa dell'ambiente e l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione per conoscere:
- se in base al dettato dell' articolo 8 della legge regionale n. 24 del 1999, così come modificato dall' articolo 5 (controllo interno di gestione) della legge regionale n. 12 del 2002 siano stati puntualmente posti in atto gli atti di controllo sull'attività dell'ente;
- se le risultanze dell'attività di controllo dell'ufficio competente, istituito con regolamento dell'ente, siano state regolarmente sottoposte alle valutazioni dell'Assessore della difesa dell'ambiente e della Giunta Regionale;
- se, sulla base della disposizione della norma suddetta, copia degli atti siano stati puntualmente trasmessi al Consiglio regionale;
- quali provvedimenti urgenti ed indifferibili intendano porre in essere qualora non risultino regolarmente adempiute le prescrizioni di cui all'articolo 5 della legge regionale n. 12 del 2002 o qualora dalle valutazioni effettuate dagli organismi preposti al controllo della gestione dell'ente siano emerse irregolarità, incongruenze o atti posti in essere in violazione delle leggi che regolamentano il funzionamento dell'ente.
Cagliari, 14 gennaio 2005