CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
INTERPELLANZAN. 50/A
INTERPELLANZA BALIA - MARROCU - BIANCU - PINNA - LICHERI - MARRACINI - MASIA - PIRISI - SANNA Alberto, sull'insostenibile aggravio finanziario ingiustamente derivante ai comuni sardi dalla normativa regionale di indirizzo sullo smaltimento dei rifiuti.
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I sottoscritti,
premesso che:
- il sistema regionale di gestione di rifiuti presenta attualmente
notevoli distorsioni che rendono sempre più problematico il
conseguimento degli obbiettivi fissati dalle norme di legge vigenti
in materia (decreto Ronchi);
- la Sardegna è all'ultimo posto in campo nazionale nella raccolta
differenziata dei rifiuti (con poco più del 2% rispetto
all'obbiettivo minimo del 35%);
- circa 600.000 tonnellate (pari al 75% dei rifiuti prodotti)
vengono conferite - prevalentemente senza alcun trattamento
preventivo e quindi in contrasto con le previsioni di legge - nelle
diverse discariche, per altro avviate tutte alla saturazione;
- i 90 comuni sardi che conferiscono i loro rifiuti agli impianti
di termovalorizzazione operanti a Macchiareddu e Tossilo (circa
200.000 tonnellate nel 2003) sono gli unici ad attenersi alle
direttive del decreto Ronchi, in quanto la metodologia di
trattamento prevede la preselezione dei rifiuti, la separazione
della frazione umida da avviare al compostaggio, l'incenerimento
con recupero energetico della frazione secca;
constatato che assurdamente proprio i 90 comuni adempienti subiscono una pesante penalizzazione dal rispetto delle disposizioni di legge - il solo comune di Nuoro ha un aggravio di oltre 80.000 euro all'anno e crescente nel tempo - in quanto le tariffe applicate dalle società di gestione dei termovalorizzatori sono mediamente superiori del 70% rispetto a quelle vigenti per le discariche;
considerato che tali tariffe vengono fissate dall'amministrazione regionale che inoltre stabilisce d'imperio presso quale impianto ogni singolo comune deve smaltire i propri rifiuti;
sottolineato che tale situazione impone oneri insostenibili per i comuni convenzionati con gli impianti di Tossilo e Macchiareddu (le tariffe hanno infatti superato i 100 euro per tonnellata) tanto da imporre l'esigenza di un immediato riequilibrio - già nell'anno in corso - quanto meno rispetto ad una tariffa media regionale;
evidenziato che non è più derogabile l'esigenza di promuovere ed incentivare la raccolta differenziata, anche perché è ormai fortissima - anche in Sardegna - la resistenza delle popolazioni ad accettare nel proprio territorio nuovi impianti di smaltimento (discariche od inceneritori);
preso atto che l'esperienza maturata in alcuni comuni sardi dimostra che attraverso la raccolta differenziata domiciliare è possibile in tempi rapidi sottrarre alle forme tradizionali di smaltimento oltre la metà dei rifiuti urbani, che può essere riciclata e valorizzata attraverso i consorzi di filiera (carta, vetro, plastica, ferro, etc.) o - per la frazione umida - con la produzione di compost di qualità;
ritenuto che la generalizzazione di tali sistemi di raccolta consentirebbe quindi di superare l'attuale situazione di emergenza in cui oggi si trova la Sardegna, di ridurre drasticamente l'esigenza di creare nuove discariche od inceneritori (che peraltro richiedono investimenti di grande rilievo) di creare nuove opportunità di lavoro nei processi di raccolta e trasformazione dei rifiuti suscettibili di valorizzazione
osservato che la diffusione della raccolta differenziata incontra un forte limite nei maggiori costi organizzativi e gestionali, in quanto non comporta più lo svuotamento di cassonetti stradali in maniera indistinta, ma richiede l'allestimento di specifici percorsi di raccolta domiciliare per ogni tipologia di rifiuto, mentre i corrispettivi erogati dai consorzi di filiera coprono a malapena le spese di trasporto e conferimento;
ribadito che appare pertanto assurdo che la regione penalizzi tariffariamente i comuni che attuano la raccolta differenziata - come avviene dal mese di giugno del corrente anno - mentre dovrebbe incentivarne la crescita con specifici contributi a consuntivo commisurati ai quantitativi effettivamente conferiti ai consorzi di filiera,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione
e l'Assessore della difesa dell'ambiente per conoscere:
- quali provvedimenti urgenti intendano assumere per porre rimedio
alla situazione di evidente sperequazione, determinatasi nei
confronti dei comuni sardi che, nonostante le palesi difficoltà,
ottemperano alle normative comunitarie, nazionali e regionali che
regolamentano lo smaltimento differenziato dei rifiuti ed il
conferimento degli stessi nei relativi centri autorizzati;
- quali atti vogliano predisporre affinché si proceda al necessario
ed indifferibile riequilibrio delle tariffe applicate per lo
smaltimento dei rifiuti umido-secchi nei
termovalorizatori-inceneritori al fine di incentivare la raccolta
differenziata dei rifiuti;
- se siano a conoscenza del mancato adempimento per gli anni 2003 e
2004, da parte dell'amministrazione regionale, della disposizione
di cui all'articolo 14, comma 19, della Legge Finanziaria n. 7 del
2002, che concede un contributo agli enti locali che provvedono in
tutto o in parte allo smaltimento dei rifiuti urbani mediante
l'utilizzo di impianti di incenerimento o di termovalorizzazione e
se intendano provvedere in merito per evitare un ulteriore aggravio
ai comuni che si trovano a subire pregiudizi e penalizzazione, per
la scelta di perseguire una amministrazione attenta alle esigenze
di difesa dell'ambiente e delle risorse naturali della nostra
isola.
Cagliari, 2 dicembre 2004