CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
INTERPELLANZAN. 46/A
INTERPELLANZA OPPI - CAPELLI - VARGIU - DIANA - BIANCAREDDU - CAPPAI - RANDAZZO - AMADU - CUCCU Franco Ignazio - ONIDA - MURGIONI - LA SPISA sulla delibera della Giunta regionale riguardante l'istituzione di una Casa di cura e custodia giudiziaria dei malati psichiatrici.
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I sottoscritti,
premesso che:
- con delibera n. 21/34 del 16 luglio 2003 la Giunta regionale,
nell'ambito dello stralcio del programma di investimenti in conto
capitale per l'esercizio 2003, attribuiva un finanziamento in
favore della Azienda sanitaria locale n. 8 di Cagliari per il
completamento dei lavori della casa-famiglia situata in località
Genn'e Murdegu, comune di Capoterra, al fine di ristrutturare e
ampliare la struttura sopra citata da utilizzare per la cura e la
custodia giudiziaria dei malati psichiatrici autori di reato;
- con la successiva delibera n. 21/36 del 16 luglio 2003 la Giunta
regionale, nell'ambito del programma di investimenti ex articolo
20, Legge n. 67 del 1988 e successive modifiche, aveva recepito la
delibera del direttore generale della Asl 8 del 9 luglio 2003, con
la quale veniva proposto di dislocare a Genn'e Murdegu, in comune
di Capoterra, una struttura di cura e custodia giudiziaria per
malati psichiatrici, modificando quanto previsto dalla delibera
della Giunta regionale n. 16/12 del 21 maggio 2002;
rilevato che con delibera n. 24/41 del 27 maggio 2004 la Giunta regionale ha previsto una nuova destinazione della struttura sanitaria di cura e custodia per malati psichiatrici, individuando in tal senso non più la citata struttura di Genn'e Murdegu, in comune di Capoterra, bensì una struttura presso il comune di Ussana prescelta dal direttore generale della Asl 8 con delibera n. 1049 del 29 marzo 2004, attesa la disponibilità del comune stesso;
ricordato che in data 16 luglio 2003, con delibera n. 21/37, la Giunta regionale ha approvato la bozza di protocollo d'intesa tra il Ministero di Grazia e Giustizia e la Regione Sardegna per l'assistenza sanitaria a soggetti affetti da patologie psichiatriche e sottoposti a misure di sicurezza;
evidenziato che:
- tale protocollo era destinato ad assicurare alle categorie
interessate un'assistenza sanitaria idonea, da realizzarsi senza il
ricorso agli ospedali psichiatrici giudiziari ubicati come è noto
fuori dal territorio della regione;
- per "casa di cura e custodia giudiziaria" la Regione intendeva
una struttura terapeutica protetta che, pur pagando i costi di una
sicurezza sociale riguardante detenuti affetti da gravi patologie
psichiatriche incompatibili con la struttura carceraria,
assicurasse una possibilità terapeutica nel rispetto del diritto
alla salute sancito dall'articolo 32 della Costituzione, ma anche
un intervento riabilitativo e di reinserimento sociale alternativo
a un internamento coattivo presso ospedali psichiatrici
giudiziari;
indicato che con la delibera dell'8 novembre 2004, su proposta dell'Assessore dell'igiene, sanità e assistenza sociale, la Giunta regionale ha revocato tutte le deliberazioni precedenti riguardanti il protocollo d'intesa con il Ministero di Grazia e Giustizia nonché i finanziamenti a favore della Asl 8 per la costruzione di una struttura per la cura e la custodia giudiziaria dei malati psichiatrici;
precisato che nella nota alla delibera di revoca è stata omessa dalla dicitura "Casa di cura e custodia giudiziaria" la parola cura;
sottolineato che una precisa programmazione degli interventi, di cui non viene fatta menzione nelle delibere revocate, è demandata alla convenzione tra la Asl 8 e il Tribunale, essendo la Asl competente in materia;
ricordato che il protocollo d'intesa è stato già sottoscritto nel giugno 2004 dalla Regione Sardegna e dal Ministero di Grazia e Giustizia;
atteso che la Giunta regionale ha revocato tali delibere senza prevedere al contempo la realizzazione di una valida alternativa alla casa di cura e custodia per i malati psichiatrici sottoposti a provvedimenti giudiziari, ma ha previsto solo la costituzione di una commissione tecnica di esperti;
denunciato che:
- tale inerzia non può essere in alcun modo giustificata nemmeno
con il richiamo a forme più blande, e sulla carta più efficaci, di
cura per tali malati;
- in assenza di un valido programma alternativo, fondato su basi
scientifiche certe, la revoca delle delibere sopra citate appare
soltanto come una decisione politica rivolta a porre nel nulla
provvedimenti presi dalla precedente Giunta regionale di segno
politico differente,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione
e l'Assessore dell'igiene, sanità e assistenza sociale per
sapere:
- come intenda affrontare operativamente il problema delle oltre
settanta famiglie di malati psichiatrici giudiziari sardi, che
oltre a dover affrontare trasferte inutili e dispendiose e come
loro, gli operatori di giustizia devono anche patire il doppio
stigma dell'ammalato mentale e del delinquente;
- se non ritenga che, per la gran parte degli autori di reati gravi
con patologie psichiatriche il sistema delle comunità
caratterizzate da forme di terapia più intensive ma prive di
qualsiasi forma di custodia, non sia inadeguato all'esigenza di
prevenzione della reiterazione del crimine nella società
sarda;
- se non intraveda, nell'affidamento a strutture pubblico-private
quali le comunità sopra citate, al di là di ogni considerazione
economicistica, il rischio evidenziato da recenti casi di cronaca
di una gestione strumentale del malato psichiatrico autore di gravi
reati, senza che venga così raggiunto l'obiettivo della
rieducazione e del reinserimento sociale perseguito dalla
Costituzione.
Cagliari, 19 novembre 2004