CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

PROPOSTADI LEGGE N. 286

presentata dal Consigliere regionale

SANNA Francesco

il 22 maggio 2007

Modifica alla legge finanziaria 2007. Abrogazione del divieto di esportazione di energia elettrica generata in impianti localizzati in Sardegna da combustibili fossili


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RELAZIONE DEL PROPONENTE

La legge finanziaria per l'anno 2007 ha disposto il divieto, per gli operatori del settore elettrico, di esportare elettricità prodotta nell'isola mediante l'utilizzazione di combustibili fossili.

Il tenore letterale della norma sembra imporre il divieto a tutti gli operatori del mercato elettrico: sul versante della produzione, alle imprese di generazione; sul versante degli acquirenti e degli intermediari, ai grossisti, all'acquirente unico, ai cosiddetti "clienti idonei", e dunque, dal 1° luglio 2007, potenzialmente a tutti i consumatori, anche i più piccoli.

La presente proposta di legge si prefigge l'abrogazione di tale divieto per diversi ordini di ragioni.

La prima è di natura costituzionale, in via diretta o per lesione da parte di un organo regionale di trattati o norme comunitarie. L'articolo 120 della Costituzione impedisce, infatti, alla Regione l'adozione di provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera circolazione delle cose nel territorio nazionale, e l'energia elettrica, pur nella sua immaterialità, è, giuridicamente, "res". Le disposizioni dei trattati comunitari, e le direttive del Parlamento europeo e del Consiglio, inoltre, almeno dal 1996 considerano quello dell'elettricità un unico "mercato interno", con regole di generale applicazione in tutti gli stati membri.

La seconda è di ordine tecnico. Le regole di funzionamento del sistema elettrico vedono oggi tutti gli impianti localizzati in Italia essere chiamati ad immettere energia nella rete elettrica mediante disposizioni provenienti da un'unica centrale nazionale, che può dunque "ordinare" ad impianti sardi il dispacciamento di elettricità verso il continente italiano, per motivi di sicurezza, di convenienza e merito economico, ovvero di esecuzione di leggi e provvedimenti che impongano priorità (come accade per gli impianti che utilizzano fonti rinnovabili dall'uso incentivato).

La terza è originata da una scelta di politica industriale.

In Sardegna vi sono impianti, come quello SARLUX (che gassifica una fonte fossile come il tar da raffinazione del petrolio) o come quello oggetto della gara pubblica Carbosulcis per la concessione integrata miniera di carbone-centrale, che vedono l'elettricità prodotta come assimilata alle fonti rinnovabili, e quindi acquistata dal sistema pubblico anche per usi estranei a quelli dei consumatori industriali o civili sardi.

Il divieto posto dalla norma che si intende abrogare e dalle altre dallo stesso contenuto, eventualmente presenti nell'ordinamento regionale, si pone in evidente antitesi con le regole che fondano le scelte degli investitori. La mancata abrogazione del divieto sarebbe particolarmente grave per l'esistenza di procedure di evidenza pubblica come quella richiamata, ancora in corso, introducendo un grande e dannoso "rischio del Principe" (inaffidabilità del regolatore politico) tra gli elementi di valutazione degli investimenti, soprattutto esteri, in Sardegna.

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TESTO DEL PROPONENTE

 

Art. 1
Modifica alla legge finanziaria 2007. Abrogazione del divieto di esportazione di energia elettrica generata in impianti localizzati in Sardegna da combustibili fossili

1. Sono abrogate le disposizioni contenute nella legge finanziaria 2007, ed in qualsiasi altra legge o provvedimento regionale, che recano divieti di esportazione di energia elettrica, da qualsiasi fonte generata, al di fuori del territorio della Sardegna.