CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURAPROPOSTADI LEGGE N. 253
presentata dai consiglieri regionali
FLORIS Vincenzo - MARROCU - BARRACCIU - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORRIAS
CUGINI - LAI MATTANA - ORRÚ - PACIFICO - PIRISI - SANNA Alberto - SANNA Franco
il 14 settembre 2006
Norme per favorire l'impiego di energia solare termica e la diminuzione
degli sprechi idrici negli edifici
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RELAZIONE DEI PROPONENTI
L'Italia, che comprende l'1 per cento degli abitanti del pianeta, consuma il 2 per cento dell'energia mondiale ed è un paese caratterizzato da una bassa intensità energetica, la minore fra i grandi paesi industrializzati.
Il fabbisogno totale annuale di energia è oggi di circa 190 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) ed aumenta di circa l'1 per cento all'anno.
Questa considerazione non deve indurre un atteggiamento di trascuratezza nei confronti dei problemi energetici in quanto l'Italia importa l'84 per cento dell'energia che consuma ed è contemporaneamente un paese ambientalmente fragile. Questo vale maggiormente per la Sardegna, la quale ottiene l'energia sufficiente ai propri usi per circa il 96 per cento da fonti inquinanti (petrolio e carbone in misura quasi equivalente) ed il restante 4 per cento da fonti energetiche rinnovabili (principalmente idriche).
L'accesso ai servizi energetici e ad un'adeguata disponibilità di energia sono requisiti essenziali per lo sviluppo socio-economico, per migliorare la qualità della vita e per soddisfare i bisogni umani fondamentali. Il fatto che gli effetti negativi dei sistemi energetici possano compromettere la qualità della vita delle generazioni future rende necessario l'impegno a compiere sforzi per assicurare che il sistema energetico mondiale evolva in modo sostenibile, sia dal punto di vista ambientale, sia da quello socio-economico.
L'energia è essenziale per lo sviluppo economico e sociale e per il miglioramento della qualità della vita. Tuttavia gran parte dell'energia nel mondo viene prodotta e consumata con modalità che non potranno essere sostenibili se la tecnologia rimarrà immutata e se le quantità globali cresceranno senza controllo.
L'Italia ha aderito agli accordi di Kyoto assumendo impegni che con molte difficoltà sta cercando di mantenere data la caratteristica del sistema energetico complessivo. Basti pensare alla Sardegna, in cui non vi è la possibilità di ricorrere a fonti fossili di minore impatto inquinante quale il metano, al contrario del resto di Italia.
In parte, grazie anche alle ricorrenti tensioni sul prezzo del petrolio, sono stati emanati provvedimenti che hanno migliorato l'efficienza energetica (meno in Sardegna), tanto che a distanza di anni dall'adozione di quei provvedimenti il settore industriale ha ridotto la propria intensità energetica del 45 per cento, dovuti a notevoli cambiamenti nel mix produttivo. Al contrario, proprio per la mancanza di provvedimenti incisivi, i trasporti, maggiore problema nazionale per la sostenibilità, hanno peggiorato l'intensità energetica del 25 per cento. Infine il settore civile (residenziale e terziario) ha migliorato l'uso di energia di circa il 20 per cento.
Nell'ottica di un complesso di nuovi sforzi che ci permettano di avvicinarci agli obiettivi di Kyoto e che soprattutto costituiscano un investimento per l'avvenire, vanno studiati ed applicati nuovi provvedimenti nella direzione dell'aumento dell'efficienza energetica e dell'uso di fonti rinnovabili.
Occorre procedere ad una regolamentazione, per certi versi in anticipo rispetto all'Unione europea; basti pensare che, mentre è in fase di redazione una proposta di una direttiva europea per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili (quindi anche da solare termico) che dovrebbe essere presentata dalla Commissione al Parlamento europeo entro quest'anno, alcune strategie per lo sviluppo del settore sono comunque già in atto, anche al di fuori della ristretta cerchia dei paesi leader (Germania, Austria, Grecia).
Esperienze molto interessanti e riproducibili in Sardegna per analogia climatica hanno preso piede in Spagna e Francia, due paesi che hanno avuto, almeno fino a soli due anni fa, un mercato del solare molto simile al nostro. La Spagna ha visto il moltiplicarsi dei regolamenti edilizi comunali che obbligano all'inserimento dei sistemi solari termici sulle nuove costruzioni e in quelle che sono soggette a ristrutturazioni straordinarie, come l'ordinanza di Barcellona. Almeno 40 città spagnole hanno preso esempio dalla città catalana e, nel mese di marzo 2006, il Governo spagnolo ha alla fine approvato il nuovo regolamento edilizio (Codigo tecnico de la edificacion - CTE) che prevede, tra l'altro, l'obbligatorietà su tutto il territorio spagnolo degli impianti solari per tutti i nuovi edifici e quelli ristrutturati. Una legislazione tra le più avanzate al mondo e che, nella sua parte dedicata agli aspetti energetici, va ben oltre i livelli minimi indicati dalla direttiva europea sull'efficienza energetica negli edifici (2002/91/CE). La nuova disciplina spagnola stabilisce, ad esempio, un obbligo di copertura dei fabbisogni di acqua calda con il solare termico per una quota che va dal 30 al 70 per cento. La variabilità della frazione solare dipende da differenti parametri, come il volume del fabbisogno di acqua e la posizione geografica dell'edificio. L'inserimento dei sistemi solari termici è previsto per ogni tipologia di edificio, tranne nei casi in cui la domanda di acqua calda sia già coperta utilizzando altre fonti rinnovabili o impianti in cogenerazione.
Altro esempio interessante è la Francia che ha definito un vero e proprio piano nazionale (Plain soleil) con un credito di imposta del 40-50 per cento da sfruttare già nel primo anno di vita dell'impianto. L'effetto immediato si è avuto sul mercato delle installazioni con un notevole incremento (110.000 mq).
L'Unione europea, quindi, ha in procinto la emissione di una direttiva fortemente voluta dal Parlamento europeo. Essa nasce anche dal fatto che oggi, quando si ci si riferisce all'energia, si tende a pensare erroneamente solo a quella elettrica. Ma in Europa solo per la produzione di calore viene utilizzato quasi il 50 per cento del fabbisogno di energia primaria e in questi ultimi anni sta aumentando rapidamente anche la richiesta di condizionamento, facendo raggiungere al consumo di elettricità il proprio picco in estate. La geotermia, l'energia solare e la biomassa sono in grado di sostituire grandi quantità di combustibili fossili, riducendo nel contempo le emissioni climalteranti e, in molte applicazioni, l'uso di energia elettrica. L'enorme potenziale di queste fonti rinnovabili nell'ambito del riscaldamento e del condizionamento non viene sfruttato ancora in modo adeguato e in quantità significative. La prossima direttiva europea dovrebbe quindi richiedere di incrementare nell'Unione europea la quota delle fonti energetiche rinnovabili nel settore del riscaldamento e del raffreddamento, portandola (differenziando per paese) dall'attuale 10 per cento al 20-25 per cento nel 2020, con l'obiettivo di contribuire così alla sicurezza dell'approvvigionamento energetico europeo e di diminuire la dipendenza dell'Europa dal petrolio e dal gas.
L'Italia è un paese con un buon livello di irraggiamento, pari mediamente a 5-6 kWh/mq/giorno, vale a dire che in concreto l'energia solare disponibile su 4 mq di pannelli solari è in grado di soddisfare il 70 per cento circa del fabbisogno di acqua calda di una famiglia di 4 persone durante tutto l'anno (Fonte: Ministero dell'ambiente). Nonostante questo minimo impegno il settore solare termico italiano, purtroppo, ha registrato una crescita limitata in questi ultimi 5 anni; l'installato annuale di 55-60 mila mq/anno è ancora troppo modesto soprattutto se visto alla luce dell'obiettivo fissato dal Libro bianco italiano, di 3 milioni di mq di collettori solari entro il 2010.
Inoltre si deve ricordare che ogni intervento, sebbene richieda la stessa spesa media, ha diversa significatività economica. Infatti, la spesa raffrontata al valore dell'edificio e/o al suo apprezzamento nel tempo determina la maggiore/minore incidenza della spesa stessa a mq.
Molte analisi dimostrano che gli edifici civili sono in massima inadeguati dal punto di vista delle dispersioni termiche. Basti dire che due terzi delle costruzioni sono anteriori alla Legge 30 aprile 1976, n. 373, sull'isolamento termico. Inequivocabilmente, è in atto una crescita selvaggia della domanda di condizionamento estivo nel residenziale. Il picco estivo ha ormai superato quello invernale. Inoltre, condizionare con macchine elettriche edifici con isolamento precario rappresenta un grave spreco, energetico ed economico. Esistono tecnologie a minore consumo di energia nobile, come i sistemi ad assorbimento, alimentati a gas, che potrebbero essere promossi.
Una ulteriore considerazione: quasi tutte le norme che vengono emesse riguardano edifici di nuova costruzione, ogni intervento su questi edifici riguarda una quota limitata di abitazioni in quanto i nuovi edifici costituiscono l'1 per cento di tutti gli edifici esistenti. Allo stesso tempo, esiste un fiorente mercato, in parte sommerso, delle ristrutturazioni e manutenzioni, poco influenzato da criteri energetici. Senza una vasta campagna di risanamento energetico che riguardi il maggior numero di edifici, l'energia consumata nel civile non subirà sostanziali riduzioni. Così come il condizionamento estivo, privo di regole, va governato e reso efficiente, secondo regole simili a quelle della Legge n. 373 del 1976 sul riscaldamento invernale, accettata senza problemi dagli italiani.
In Sardegna, per vaste nicchie di impiego, la produzione di acqua calda mediante pannelli solari è agevole e conveniente. Pertanto definendo le tipologie di impiego, l'uso del solare termico per l'acqua calda può divenire, nelle opportune condizioni, un obbligo.
Occorre riprogettare il territorio, cambiando configurazioni di spazi in modo da risanare i microclimi locali, avviandosi verso reti di generazione distribuita con integrazione di fonti rinnovabili e utilizzazione, almeno parziale, dei rifiuti.
La maggiore innovazione dell'edilizia di questi anni, la casa intelligente (sistemi di automazione d'edificio per il terziario e domotica per il residenziale) può introdurre miglioramenti della qualità della vita negli edifici e sostanziali economie di energia. Tale innovazione occorre promuovere e diffondere, sia per le nuove costruzioni che per i recuperi.
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TESTO DEL PROPONENTE
Art. 1
Finalità1. La presente legge, al fine di migliorare le condizioni ambientali di vita ed una adeguata disponibilità di energia, requisiti essenziali per lo sviluppo socio-economico, prescrive misure per incrementare l'impiego dell'energia solare termica e per limitare gli sprechi idrici negli edifici, in modo da determinare per gli edifici di nuova costruzione l'obbligo di provvedere alla produzione, con fonti rinnovabili, di una quota oscillante tra il 30 per cento ed il 50 per cento dei consumi di acqua calda.
Art. 2
Adempimenti comunali1. I comuni, in relazione alle proprie caratteristiche e al proprio assetto urbanistico e territoriale, nonché nel rispetto degli eventuali limiti imposti dall'esistenza di vincoli storici, ambientali e paesistici, devono prevedere specifiche disposizioni per realizzare su edifici, pubblici e privati, di nuova costruzione o soggetti a ristrutturazione edilizia, o riguardanti il solo impianto termico, i seguenti interventi:
a) installazione ed impiego di pannelli solari fotovoltaici per la produzione di energia elettrica per coprire il 30 per cento del fabbisogno di energia elettrica;
b) possibilità di aumento dello spessore isolante, che verrà escluso dal calcolo del volume imponibile per la muratura esterna, compreso tra 30 e 50 centimetri. Il contenimento del consumo energetico deve essere dimostrato da un'apposita relazione tecnica, corredata da calcoli e grafici dimostrativi completi, che costituisce parte integrante della documentazione richiesta per il rilascio del necessario titolo abilitativo;
c) installazione di pannelli solari termici o caldaie ad alto rendimento per la produzione di acqua calda sanitaria, fino a coprire il 50 per cento del proprio fabbisogno;
d) realizzazione di sistemi di recupero delle acque piovane e delle acque grigie e riutilizzo delle stesse per gli scarichi dei water;
e) utilizzo di cassette d'acqua per water con scarichi differenziati;
f) installazione di rubinetterie dotate di miscelatore aria e acqua;
g) impiego di pavimentazioni drenanti nelle sistemazioni esterne dei lotti edificabili, nel caso di copertura della costruzione lorda superiore al 50 per cento della superficie totale del lotto stesso.
2. I comuni, in sede di rilascio dei necessari titoli abilitativi, verificano il rispetto del progetto alle disposizioni di cui al presente articolo.
3. Gli interventi di cui al comma 1 riguardano esclusivamente edifici situati al di fuori dei centri storici.
Art. 3
Termine per gli adempimenti1. I comuni provvedono a quanto previsto all'articolo 2 entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.
Art. 4
Pubblicità1. La Regione Sardegna, anche in collaborazione con i comuni che hanno provveduto a quanto previsto all'articolo 2, individua idonee forme di pubblicità degli interventi assunti dai comuni.
Art. 5
Norma finanziaria1. La spesa di cui alla presente legge viene quantificata annualmente con la legge finanziaria.