CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

PROPOSTA DI LEGGE N. 190

presentata dai consiglieri regionali
VARGIU - PISANO

il 29 novembre 2005

Legge per Cagliari


RELAZIONE DEL PROPONENTE

Cagliari, la più popolosa città della Sardegna, è anche sede dell'attività di governo regionale e dei principali uffici di rappresentanza pubblici e privati.

Il suo ruolo di capoluogo della Regione, la sua dimensione, le sue caratteristiche economiche e sociali, il suo patrimonio storico e culturale la rendono il motore di una grande parte delle iniziative economiche e culturali della nostra Isola, rendendola protagonista dei processi di trasformazione e di innovazione della nostra Regione.

Con il suo complesso sistema portuale e aeroportuale, Cagliari è aperta agli scambi internazionali commerciali e turistici e costituisce uno dei nodi principali della rete interna stradale e ferroviaria.

A fronte della contrazione del numero dei residenti che si è registrata negli ultimi 20 anni all'interno dei confini comunali (anche per via dell'autonomia raggiunta da Monserrato, Elmas e Quartucciu), la complessiva crescita della popolazione (intorno ai 400.000 abitanti) e lo sviluppo dell'economia dell'area metropolitana hanno determinato un profondo cambiamento del ruolo della città di Cagliari, che ha visto ampliarsi e rafforzarsi la sua funzione di servizio nei confronti dei comuni dell'area vasta, diventando il baricentro di una notevole quantità di spostamenti veicolari e di persone.

Per le sue nuove peculiarità, oggi Cagliari non rappresenta soltanto un, pur importante, punto di riferimento interno all'Isola, ma costituisce la porta d'ingresso dell'intera Sardegna, l'immagine urbana della sardità, la città "biglietto da visita" dell'Isola, quella che maggiormente può contribuire ad attirare risorse umane e capitali esterni, funzionali al complessivo sviluppo di tutta la Sardegna.

In altre parole, molto più che in altre regioni italiane, Cagliari rappresenta una vera e propria città-regione, pienamente integrata nel contesto della sua area vasta, che è estesa ben oltre i confini della stessa provincia, sino a ricomprendere idealmente l'intero territorio isolano.

Se la Sardegna sogna di diventare un parco naturale del Mediterraneo, legando una parte importante del suo futuro sviluppo al marchio dell'Isola della qualità, che accompagni tutti i suoi prodotti (da quelli turistici, a quelli artigianali, a quelli agro-alimentari), Cagliari può svolgere un ruolo importantissimo di porta d'accesso al parco, diventando punto di attrazione di risorse e di persone che creino quella massa critica di cui comunque l'Isola ha bisogno per vedere realizzate le proprie aspettative.

Per la Sardegna, Cagliari rappresenta dunque un'incommensurabile risorsa: è per questo che l'interesse generale dei sardi è che venga messa nelle condizioni di svolgere nel modo migliore possibile il suo ruolo trainante per lo sviluppo, nella consapevolezza che il rilancio della città di Cagliari è una scommessa di tutti i sardi sulla crescita dell'intera Isola.

Per raggiungere tale obiettivo sono necessarie scelte della classe dirigente sarda, e di quella politica in particolare, che siano di forte discontinuità rispetto al passato.

È giunto il momento di chiudere l'epoca dei facili slogan per Cagliari, per iniziare a chiedersi, tutti insieme, quali siano le attuali ricchezze della città, i suoi punti di forza, ma anche quali siano i limiti congiunturali e strutturali contro i quali è indispensabile combattere per incamminarsi verso la "città futura", che possa davvero dare risposte ad esigenze che vadano al di la di quelle connesse all'ordinaria amministrazione.

In altre parole, non è più possibile pensare a "Cagliari città turistica" o a "Cagliari, capitale del Mediterraneo" senza interrogarsi su quali siano i motivi che hanno sinora impedito la realizzazione concreta delle aspettative contenute all'interno degli slogan.

Occorre operare concretamente verso la rimozione dei fattori che ostacolano lo sviluppo e condannano la città di Cagliari e l'Isola intera ad una visione politica che rincorre i problemi, sempre condizionata dalle logiche dell'emergenza.

Occorre far crescere una visione strategica condivisa della futura città, che guidi con decisione l'indispensabile attività di programmazione.

La ambiziosa volontà di "essere" della città di Cagliari rischia di ridimensionarsi in mero velleitarismo se non si fa strada, nella coscienza dei cagliaritani e di tutti i sardi, la consapevolezza che il "cambiamento di pelle", che oggi tutti desiderano in Sardegna, passa attraverso la trasformazione del suo capoluogo che, anche culturalmente, attraverso i flussi secolari di inurbamento, è davvero diventato la città-comunità di tutti i sardi, anche di quelli che hanno le loro origini nei centri fisicamente più lontani.

Nessun sardo può oggi essere così miope da vedere in Cagliari una città matrigna, che viene sfruttata di malavoglia per i servizi che offre e per le opportunità che comunque in essa sono concentrate, ma che non viene debitamente valorizzata per la sua storia, per i suoi monumenti, per le sue tradizioni, per la sua cultura, per la sua propensione all'innovazione, che è tipica delle città di mare, per le capacità politiche, imprenditoriali, culturali che sono espresse dalla sua classe dirigente che è una cosa sola con la classe dirigente dell'intera Sardegna.

Negli anni a cavallo tra l'ottocento e il novecento, coniugando la sua versatilità portuale con l'apertura mentale della sua popolazione che cresceva numericamente, alimentata dall'intera Sardegna, ma anche da apporti d'oltremare, Cagliari ha saputo porsi alla guida dei processi di innovazione che hanno attraversato e trasformato l'intera Isola, promuovendo le radicali modernizzazioni sociali e la crescita culturale ed economica che hanno di fatto traghettato la Sardegna nell'era moderna.

Oggi, all'inizio del terzo millennio, proprio dalla inesauribile spinta al cambiamento di cui la città di Cagliari è capace, tanti sardi aspettano quel vento di civiltà nuova che può far viaggiare la nostra Isola, fiera della propria millenaria cultura e delle proprie tradizioni, verso la prospettiva della integrazione europea, all'insegna di una competitività che trova solidità e radici nelle "peculiarità" della nostra terra.

Quelle peculiarità di isolamento, di scarsa densità demografica, di piccola dimensione dei comuni, di ampie zone interne di elevato pregio ambientale che, sino a ieri, sono state un freno allo sviluppo, ma che oggi possono invece diventare le colonne portanti della nostra competitività, nella diversità.

È per questo che oggi, alla classe dirigente della città di Cagliari e dell'intera Sardegna, ma anche e soprattutto a tutti i cittadini cagliaritani e sardi, viene richiesto un importante sforzo di consapevolezza, perché Cagliari possa svolgere interamente il ruolo di città-guida della Sardegna, non certo per rivendicare diritti o primati nei confronti di altri, ma soltanto per poter mettere al servizio dello sviluppo e della crescita della Sardegna tutte le proprie risorse, attuali e potenziali, tutte le proprie ricchezze, troppo spesso misconosciute e ignorate dagli stessi cagliaritani.

Per la città di Cagliari è dunque arrivato il momento del "redde rationem".

Soltanto un grande sforzo di cambiamento e di riappropriazione delle sue responsabilità nei confronti del resto dell'Isola può restituirle il dinamismo necessario ad essere il volano della nuova scommessa per la qualità, che rappresenta la vera sfida della Sardegna nei prossimi anni.

La risorsa Cagliari può dunque essere fondamentale per vincere la sfida: è però necessario che le stesse istituzioni regionali diano prova di averne compreso e metabolizzato il ruolo e siano pertanto disponibili a ripensare sostanzialmente la propria politica nei confronti del capoluogo.

Non è più tempo di interventi tampone, né è più tempo di assecondare i ritmi deboli e le pause lunghe della quotidianità: è invece il momento di porre in campo una straordinaria azione programmatoria che, nella chiarezza dell'obiettivo di fondo, individui le carenze, i limiti, le sofferenze che hanno sinora impedito alla città di svolgere appieno il ruolo a cui è destinata, investendo risorse economiche straordinarie in un "progetto per Cagliari" che possa davvero cambiare la faccia della città.

Nella redazione di questa proposta di legge si è, dunque, lontani mille miglia da qualsiasi azione rivendicazionista da parte del capoluogo nei confronti dell'istituzione regionale disattenta, ma si è invece all'interno della logica opposta, che mira a mettere definitivamente la città di Cagliari al servizio del grande progetto di crescita e riscatto che deve animare l'intera nostra Isola.

Cagliari e i cagliaritani devono crescere insieme, spogliandosi di ogni provincialismo deteriore e acquisendo consapevolezza della nuova dimensione regionale della città capoluogo.

E anche per i sardi che vivono fuori da Cagliari, ma che sono comunque legati alla città dai mille intrecci di una piccola Isola, è giunto il momento di abbandonare ogni residuo di campanilismo, per lavorare insieme a dare alla città la consapevolezza matura delle proprie responsabilità nei confronti della Sardegna.

La strada della condivisione degli obiettivi da parte di tutti i sardi è oggi l'unica che possa mettere la città di Cagliari al servizio della propria terra, ponendola finalmente all'altezza di quel ruolo che, dal dopoguerra ad oggi, è stato più desiderato e annunciato, che svolto.

La presente legge, come già successo per altri interventi legislativi straordinari su altre città italiane, ha dunque l'obiettivo di imprimere una decisa accelerazione al complessivo sviluppo della città di Cagliari, nella convinzione che tali investimenti abbiano una sicura ricaduta virtuosa per la crescita dell'intera Sardegna.

In tal senso, l'articolo 1 sintetizza la filosofia, i ragionamenti e gli obiettivi dell'intera legge; esso stabilisce anche i tempi dell'intervento e sottolinea come gli indirizzi generali di sviluppo, contenuti all'interno dell'articolo 2, rappresentino comunque indicazioni prioritarie anche per la programmazione della destinazione delle risorse ordinarie di bilancio delle istituzioni cointeressate dagli obiettivi dalla presente legge.

L'articolo 2 detta le finalità della legge ed entra nel merito diretto degli interventi che rappresentano le grandi linee di trasformazione della città di Cagliari. Il compito della definizione della priorità delle scelte è lasciato alla fase attuativa della legge ed è sostanzialmente posto in carico agli strumenti politici e amministrativi individuati negli articoli successivi.

In particolare, l'articolo 3 individua nella "Commissione per Cagliari" lo strumento politico a cui verrà affidata la guida della gestione delle risorse finanziarie presenti in legge e definisce i rapporti che la Commissione deve mantenere con il Comune e la Provincia di Cagliari, nonché con i comuni dell'area vasta cagliaritana.

L'articolo 4 stabilisce le modalità e i tempi con cui la Commissione deve procedere nella realizzazione del piano quinquennale delle opere.

L'articolo 5 sottolinea l'importanza del coinvolgimento dei soggetti privati nella fase di reperimento di risorse finanziarie aggiuntive rispetto agli stanziamenti della presente legge ed individua gli strumenti finanziari più adeguati.

L'articolo 6 definisce le modalità di approvazione di tutte le azioni che coinvolgano più soggetti istituzionali.

L'articolo 7 definisce il ruolo e il dimensionamento delle strutture amministrative a cui sono affidati gli adempimenti materiali di gestione della presente legge.

L'articolo 8 dispone la redazione da parte della Commissione per Cagliari di una relazione annuale sull'attività svolta.

L'articolo 9 rappresenta la norma finanziaria che stanzia le risorse economiche necessarie al funzionamento della legge; l'importo previsto, di 100 milioni di euro l'anno, per cinque annualità, appare congruo rispetto alle finalità della legge. 


 

TESTO DEL PROPONENTE

 

TESTO DELLA COMMISSIONE

Art. 1

1. La Regione autonoma della Sardegna si impegna a promuovere la crescita di Cagliari quale capitale della Sardegna, riqualificandone l'area urbana affinché la città possa assolvere pienamente alla propria funzione culturale ed economica trainante per l'intera Isola.

2. La Regione è autorizzata a stanziare risorse finanziarie straordinarie, distribuite in un quinquennio, finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di cui al comma 1.

3. Le linee di indirizzo contenute all'interno della presente legge rappresentano indicazioni di priorità per la spesa delle ordinarie risorse finanziarie del bilancio regionale, e dei bilanci provinciale e comunale di Cagliari.

   

Art. 2

1. La presente legge ha la finalità di:

a) consentire il completamento del sistema portuale per le funzioni commerciali e turistiche e le necessarie connessioni intermodali, con l'obiettivo di realizzare il porto turistico e una grande piazza sul mare lungo la via Roma, interrando la viabilità di scorrimento e consentendo l'accessibilità pedonale del lungomare, sino a Sant'Elia;

b) completare la riqualificazione delle aree degradate del centro storico cittadino, curandone la connessione con le aree subcentrali e periferiche, in un complessivo piano di risanamento e caratterizzazione dei singoli quartieri della città;

c) definire il sistema dei parchi urbani e delle zone umide dell'area metropolitana, inserendolo in un complessivo progetto di qualità delle risorse ambientali e culturali con valenza regionale, che preveda anche il ripristino del sistema a spiaggia sino a Capoterra, con delocalizzazione oltre lo stagno della viabilità veloce;

d) sviluppare il sistema turistico cittadino, attraverso la connessione e la valorizzazione dei siti di interesse archeologico, monumentale, museale e tipico presenti all'interno della città, la costituzione di un polo del turismo, dello spettacolo, della congressualità, che preveda la riqualificazione degli spazi fieristici e la loro fruibilità per l'intero anno, l'acquisizione e il riuso della Manifattura tabacchi e del Carcere di Buoncammino;

e) supportare, con lo studio di possibili forme di compartecipazione tra pubblico e privato, il centro commerciale naturale rappresentato dalle attività e dalle peculiarità del centro storico, anche attraverso la definizione di percorsi guidati dello shopping, della degustazione, della ricostruzione della storia della città e attraverso lo sviluppo sistematico dell'utilizzo della concessione degli spazi pubblici all'aperto per attività di ristoro e svago;

f) attivare il censimento dei beni cittadini di proprietà del comune, della provincia e della Regione predisponendo un progetto di utilizzo di interesse generale, che preveda anche la possibile acquisizione da privati di aree o edifici funzionali a tali obiettivi;

g) attivare il censimento delle aree cittadine di proprietà del demanio dello Stato, individuando quelle di maggior interesse sociale per la città e attivando tutte le procedure, anche quelle onerose, finalizzate all'acquisizione;

h) sostenere la formazione universitaria, la ricerca scientifica, la diffusione delle conoscenze informatiche e della lingua inglese;

i)  istituire il Premio internazionale "Cagliari città futura", da abbinarsi ad un convegno biennale che metta a confronto le possibili scelte di sviluppo della città con altre realtà europee e mondiali.

   

Art. 3

1. Per il raggiungimento degli obiettivi della presente legge è istituita, presso la Presidenza della Regione, la Commissione per Cagliari, presieduta dal Presidente della Regione e composta dal sindaco di Cagliari, dal presidente della Provincia di Cagliari e da un sindaco, eletto dalla conferenza dei sindaci dell'area vasta cagliaritana.

2. Ai lavori della Commissione di cui al comma 1 partecipano, senza diritto di voto, quattro cittadini di riconosciuto prestigio, indicati pariteticamente dal Consiglio comunale di Cagliari e dal Consiglio regionale della Sardegna.

3. Entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il Comune di Cagliari, i comuni dell'area vasta cagliaritana, la provincia e la Regione comunicano alla Commissione tutti i progetti in fase di realizzazione che hanno ricaduta sulla città di Cagliari.

4. Entro novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il Comune di Cagliari presenta alla Commissione tutti i progetti integrati, approvati dall'organo consiliare, la cui programmazione obbedisce alle finalità della presente legge.

   

Art. 4

1. Nei novanta giorni successivi al termine di cui al comma 4 dell'articolo 3, la Commissione per Cagliari esamina i progetti e stila una graduatoria delle priorità, redigendo, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili, un piano annuale ed un piano quinquennale degli interventi da realizzarsi; il piano annuale e il piano quinquennale devono essere approvati all'unanimità dalla Commissione che li redige e dal Consiglio comunale di Cagliari, entro i successivi sessanta giorni.

2. In assenza dell'approvazione di cui al comma 1, gli interventi della prima annualità non vengono realizzati e le relative risorse economiche sono accantonate per l'annualità successiva.

3. Il Comune di Cagliari può proporre progetti di integrazione o di variazione del piano quinquennale, che devono essere approvati dalla Commissione, all'unanimità dei componenti.

4. Ogni successiva eventuale variazione del piano quinquennale deve essere approvata all'unanimità dalla Commissione per Cagliari.

   

Art. 5

1. La Commissione di cui all'articolo 3 procede alla ricerca di risorse finanziarie aggiuntive rispetto a quelle previste dalla presente legge, anche attraverso il coinvolgimento dei privati nella pianificazione degli interventi e tramite l'attivazione dello strumento del project financing.

   

Art. 6

1. I progetti la cui attuazione richieda il consenso di più soggetti pubblici e privati sono definiti nell'ambito di appositi accordi di programma e conferenze di servizio, la cui presidenza è individuata dalla Commissione, che la affida al soggetto pubblico con competenza prevalente e stabilisce altresì i tempi per la approvazione.

   

Art. 7

1. Per l'attuazione del programma di cui alla presente legge è istituito, presso la Presidenza della Regione, l'Ufficio per Cagliari, a cui è affidata la gestione amministrativa e contabile della legge stessa.

2. La dotazione organica dell'Ufficio e la definizione delle risorse logistiche e finanziarie necessarie al suo funzionamento sono stabilite entro trenta giorni dall'approvazione della presente legge, con decreto del Presidente della Regione.

   

Art. 8

1. L'Ufficio per Cagliari predispone annualmente una relazione sullo stato di attuazione del programma, che viene portata a conoscenza del Consiglio regionale, del consiglio provinciale di Cagliari e del consiglio comunale di Cagliari.

   

Art. 9
Norma finanziaria

1. La spesa prevista per l'attuazione della presente legge è determinata in complessivi euro 500.000.000, in ragione di euro 100.000.000 per ciascuno degli anni dal 2006 al 2010.

2. Alla relativa spesa si fa fronte con quota parte delle entrate della Regione previste dalla Legge 13 aprile 1983, n. 122.