CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

PROPOSTA DI LEGGE N. 131

presentata dai Consiglieri regionali
RASSU - PETRINI - LICANDRO

il 14 aprile 2005

Istituzione di un centro multidisciplinare per il monitoraggio dei tumori per la prevenzione oncologica in Sardegna


RELAZIONE DEL PROPONENTE

Obiettivi della legge

Diagnosticare nelle fasi precoci i tumori maligni tra le principali cause di morte per tumore.

Soggetti beneficiari

Cittadini assistiti dal servizio sanitario nazionale,  residenti nella regione Sardegna, a maggiore rischio di sviluppare tumori maligni.

I tumori maligni rappresentano nel mondo occidentale, in Italia e in Sardegna, la seconda causa di morte. Tutte le fasce di età sono interessate da questa patologia, da quelle pediatriche a quelle più avanzate; sono poco frequenti nei soggetti giovani, ma dopo i 40 anni aumentano rapidamente e progressivamente raggiungendo il picco di frequenza più alto nelle fasce di età oltre i 60 anni.

Ogni anno in Sardegna sono attesi circa 6.800 casi di tumore maligno di nuova insorgenza (circa 20 casi al giorno) e nella nostra regione circa 3.300 pazienti muoiono ogni anno per tumore maligno (circa 10 casi al giorno) con interessamento di tutte le età per quanto in prevalenza di quelle più avanzate.

La sopravvivenza dei pazienti affetti da tumore maligno è oggi possibile ed è legata a numerosi fattori di cui il principale è rappresentato dalla possibilità di una diagnosi precoce. Nei casi in cui è possibile effettuare tale diagnosi la sopravvivenza non solo è maggiore ma in molti casi può essere ottenuto il completo successo terapeutico con guarigione dalla malattia, con un conseguente enorme vantaggio sia dal punto di vista clinico, per il risparmio di vite umane, che da quello economico, per l'abbattimento dei costi di gestione della malattia in fase avanzata.

Una ricerca mirata ad identificare le neoplasie nelle fasi iniziali è lo strumento ideale per ottenere un miglioramento degli indici di mortalità per neoplasia, incrementando in maniera considerevole la probabilità di successo nella lotta ai tumori. 

Tale risultato può essere ottenuto mediante una massiva campagna di screening su pazienti a rischio per le principali neoplasie, mediante convocazione diretta del cittadino da parte di una struttura organizzativa che renda possibile in maniera sistematica l'accesso alle indagini necessarie presso strutture qualificate ed esperte nella problematica, evitando visite inutili, costose, spesso presso strutture non indicate, con risultati inadeguati e dispendio di grandissime risorse economiche. 

Sono numerose le neoplasie facilmente individuabili con possibilità di ottenere importanti risultati quali il carcinoma dell'utero, della mammella, del colon-retto, della vescica, della prostata e delle vie aere superiori, tumori che nella realtà della provincia di Sassari, dove esistono studi sistematici ottenuti dal registro dei tumori operante in tale contesto territoriale, rappresentano, con esclusione dei tumori cutanei non melanocitari che hanno un comportamento clinico blando, circa il 50 per cento delle neoplasie.

Il fattore prognostico più importante per tumori maligni insorti nelle diverse sedi anatomiche è costituito dallo stadio clinico della neoplasia, rappresentato dal grado di estensione e/o diffusione della malattia, espressione in gran parte della sua aggressività biologica e del tempo intercorso tra l'insorgenza e la diagnosi. A tal proposito, bisogna sottolineare che i tumori maligni, dal momento della loro insorgenza, sono subdoli e silenti, hanno un decorso generalmente lento e tendono a manifestarsi clinicamente quando la neoplasia ha raggiunto una crescita considerevole in termini biologici.

Al momento della diagnosi clinica viene calcolato che almeno un miliardo di cellule maligne sono già presenti nell'organismo e la malattia può aver già raggiunto uno stadio avanzato. Le possibilità terapeutiche, in questi casi, sono limitate, spesso volte ad ottenere una sopravvivenza quanto più prolungata è possibile, con la consapevolezza delle scarse possibilità di raggiungere una completa guarigione.

Una ricerca mirata delle neoplasie nelle fasi iniziali, che consistono in lunghi periodi di tempo (spesso anni) di incubazione della malattia, quando la patologia è trattabile con ottimi risultati fino alla completa guarigione, è lo strumento ideale per ottenere risultati straordinari nella lotta ai tumori. Ancor di più, quando si acquisisce una profonda conoscenza della realtà clinicopatologica della malattia neoplastica nella precisa area geografica in esame.

Diventa quindi fondamentale potenziare le procedure per il monitoraggio della reale incidenza degli specifici tipi di tumore all'interno di ogni singolo territorio. Appare pertanto indispensabile creare nell'area geografica della Sardegna un centro interdisciplinare che da un lato consenta la conoscenza dettagliata della realtà della patologia neoplastica nel territorio relativamente alla incidenza, prevalenza, mortalità, e sopravvivenza per tumori maligni (Registro dei tumori), e dall'altro lato offra la possibilità di applicare alla pratica clinica, in termini di prevenzione, le metodologie diagnostiche attuali comprese anche le recenti acquisizioni della genomica con il coinvolgimento di medici, chirurghi, patologi, oncologi, radiologi, epidemiologi e genetisti nonché di diversi operatori dei laboratori di biologia molecolare (biologi, tecnici, ecc.).

Tale centro potrebbe inoltre curare un sistema di monitoraggio per le neoplasie legate a rischio ambientale nelle aree industriali e negli ambienti a rischio professionale. Questo strumento può essere considerato il naturale potenziamento del Registro tumori, da strutturarsi possibilmente su base provinciale, che raccolga successivamente tali dati in un centro unico regionale.

Inoltre, avendo acquisito una approfondita conoscenza della patologia oncologica nelle aree territoriali delle strutture di assistenza, tale centro potrebbe organizzare, mediante convenzioni, massive campagne di screening per tumori e realizzare una spiccata opera di sensibilizzazione sia verso i cittadini, soprattutto delle età a rischio per le diverse neoplasie, sia verso i medici di base al fine di perseguire una azione di prevenzione della malattia in maniera più capillare.

Un altro strumento particolarmente utile in un territorio quale è quello sardo, dove è garantita l'omogeneità nel tempo sia delle popolazioni che del contesto in cui queste vivono, è quello di individuare sistematicamente i soggetti più esposti a rischio genetico a sviluppare tumori. In generale, circa il 10-15  per cento dei casi di tumori si ritiene sia legato ad alterazioni genetiche ereditarie che inducono una maggiore suscettibilità allo sviluppo delle neoplasie. E' ben noto infatti che in certi ambiti familiari l'insorgenza di neoplasie è più frequente, con ricorrenza di tumori negli stessi organi o in differenti sedi anatomiche tra diversi membri della famiglia. Nel caso della Sardegna, che è caratterizzata da una comunità umana di piccole dimensioni rimasta nel tempo isolata geograficamente, il presupposto, derivante da altre analisi genetiche, è che insediamenti fondati da un numero limitato di individui mantenutisi isolati sono caratterizzati da frequenze più elevate, rispetto alla popolazione generale, di alterazioni genetiche introdotte da un fondatore che sono oggi individuabili mediante approcci molecolari ben definiti. La possibilità di studiare tali meccanismi genetici rappresenterebbe una nuova arma per la prevenzione ed il trattamento, in maniera più specifica e mirata, di certe neoplasie.

Infine mediante apposite convenzioni il centro di prevenzione oncologica potrebbe organizzare in maniera sistematica azioni di rieducazione, di supporto psicologico per i pazienti portatori di neoplasie e/o dei soggetti portatori di alterazioni genetiche predisponenti, oltre a rappresentare un punto di riferimento per la prevenzione e cura dei tumori.

Tutto ciò con rilevante risparmio di fondi e investimenti che oggi incidono sensibilmente sulle casse regionali.

TESTO DEL PROPONENTE

 

TESTO DELLA COMMISSIONE

Art. 1
Istituzione dei CSPO

1. La Regione Sardegna istituisce i Centri per lo Studio e la Prevenzione Oncologica, di seguito denominati CSPO, in ciascuno dei capoluoghi di provincia (Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano).

2. I CSPO di cui al comma 1 sono ubicati presso i locali delle attuali Aziende sanitarie locali.

   

Art. 2
Fini istituzionali del CSPO

1. Sono fini istituzionali del CSPO:

a) ricerca, valutazione epidemiologica e interventi nel campo della prevenzione primaria dei tumori, con particolare riferimento allo studio dei cancerogeni ambientali e professionali e dei fattori correlati agli stili di vita, allo studio della suscettibilità individuale, familiare e di gruppi ad alto rischio ed alla valutazione della incidenza, prevalenza e mortalità per tumori;

b)  ricerca e valutazione nel campo della prevenzione secondaria dei tumori, con particolare riferimento alla esecuzione di programmi di screening per le principali neoplasie e alla identificazione di marcatori genetici utili ad identificare gruppi ad elevata suscettibilità a sviluppare tumori;

c)  assistenza sanitaria e psicologica, riabilitazione e follow-up in regime ambulatoriale in favore dei pazienti affetti dalle principali neoplasie, collaborando alla definizione dei protocolli ottimali tramite l'utilizzo di metodologie e competenze interdisciplinari nel pieno rispetto della persona e degli aspetti etici;

d)  iniziative di informazione ed educazione alla salute, con particolare attenzione al trasferimento dei risultati della ricerca di base, epidemiologica, clinica e genetica;

e)  attività di formazione ed aggiornamento nell'ambito della prevenzione primaria e secondaria dei tumori.

   

Art. 3
Attività di interesse regionale

1. I CSPO svolgono le seguenti attività di interesse regionale:

a) gestione del Registro tumori della provincia, del Registro di mortalità della provincia e del Registro dei mesoteliomi della provincia ai sensi del decreto legislativo 15 agosto 1991, n. 277;

b) le mappe di rischio oncogeno in ambito lavorativo;

c) le attività di ricerca epidemiologica di interesse regionale in ambito oncologico.

d) in proprio o tramite specifiche convenzioni (con le Aziende sanitarie locali presenti nella provincia) le attività di screening oncologico per i tumori della mammella, della cervice uterina, del colon e della prostata;

e) in proprio o tramite specifiche convenzioni le attività di ricerca e screening genetico volte alla identificazioni di gruppi ad elevata suscettibilità a sviluppare tumori.

   

Art. 4
Coordinamento

1. Il coordinamento delle attività dei CSPO provinciali è deputato all'Assessorato regionale dell'igiene, sanità e assistenza sociale.

   

Art. 5
Struttura dei CSPO

1. Per le attività istituzionali i CSPO sono strutturati ciascuno in dipartimento autonomo nell'ambito della Azienda sanitaria locale di appartenenza e devono essere dotati in proprio o tramite convenzioni delle seguenti strutture complesse:

a) unità operativa di diagnostica per immagini;

b) unità operativa di isto-citopatologia e laboratorio;

c) unità operativa di epidemiologia;

d) unità operativa di genetica molecolare;

e) unità operativa di gastroenterologia;

f) unita operativa di urologia;

g) unità operativa di ginecologia.

   

Art. 6
Registri tumori operativi

1. I Registri tumori attualmente operativi da almeno cinque anni con documentazione della attività e accreditati da strutture nazionali o internazionali vengono riconosciuti come unità operative di epidemiologia nell'ambito del CSPO.

   

Art. 7
Costituzione dell'ente

1. Nel termine di novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, i direttori generali delle Aziende sanitarie locali sede di CSPO adottano i provvedimenti necessari per l'ordinato avvio dell'attività del centro ed in particolare:

a) la dotazione dei beni mobili e immobili utilizzati dal CSPO;

b) la dotazione di personale,

c) la nomina di un responsabile di dipartimento scelto tra i responsabili delle strutture complesse proprie o convenzionate del CSPO.

   

Art. 8
Budget

1. Il finanziamento individuato per le attività di ciascun CSPO viene erogato in prima istanza a tutte le Aziende sanitarie locali coinvolte, finalizzato sia all'acquisizione delle strumentazioni sia ai costi di gestione per un anno e rinnovato a seguito di comprovata attività verificata dall'Assessorato dell'igiene, sanità e assistenza sociale.

2. Il finanziamento per le attività di interesse regionale svolte dal CSPO è assicurato, per il medesimo periodo, dalla Giunta regionale a carico del bilancio regionale di previsione, con le modalità in essere alla data di entrata in vigore della presente legge, nella misura di euro 10 per assistito.

   

Art. 9
Controlli e finanziamenti

1. Il sistema dei controlli sugli atti e sulla gestione, nonché il finanziamento delle attività di ricerca e delle attività assistenziali, sono regolati dalla vigente normativa statale e regionale.

   

Art. 10
Norma finanziaria

1. Le spese per l'attuazione della presente legge sono valutate in euro 15.500.000 annui.

2. Nel bilancio della Regione per l' anno 2005 sono introdotte le seguenti variazioni:

In aumento

12 - SANITA'

S12.023 - Cap. 12017/01 - (N.I.) - Spese per l'istituzione e il funzionamento dei Centri per lo Studio e la Prevenzione Oncologica (CSPO)

2005                          euro                15.500.000

In diminuzione

03 - PROGRAMMAZIONE

 S03.015 - Fondo nuovi oneri legislativi

2005                          euro                15.500.000