CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

PROPOSTADI LEGGE N. 6

presentata dai consiglieri regionali

PISANO - CASSANO - DEDONI - VARGIU

il 15 luglio 2004

Norme per la tutela ed il sostegno delle attività con finalità sociali ed educative svolte dalle parrocchie e dalle comunità religiose mediante gli oratori


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RELAZIONE DEI PROPONENTI

La presente proposta di legge si inserisce in un contesto di evoluzione normativa del settore socio-educativo che partendo dal riconoscimento dell'alto ruolo sociale e pedagogico svolto oggi diffusamente ed efficacemente dalle parrocchie e dalle comunità religiose , consenta, con la sottoscrizione di appositi accordi con la Regione, anche ad altri soggetti che svolgano funzioni analoghe di ottenere gli stessi riconoscimenti.

La proposta di sostegno delle attività oratoriali delle parrocchie e delle comunità religiose è in sintonia anche con iniziative analoghe che in altre regioni stanno avvenendo ed in particolare con quanto hanno già fatto le Regioni Lombardia, Piemonte, Friuli -Venezia Giulia, Abruzzo e Calabria, che hanno recentemente approvato delle norme che tutelano il ruolo educativo e sociale degli oratori parrocchiali .

La consapevolezza che le parrocchie e le comunità religiose , attraverso l'attività degli oratori o di altri sistemi organizzativi che costituiscono veri laboratori sociali e formativi, intervengono in maniera diretta sulle politiche di prevenzione del disagio giovanile, favorendo un sano ed adeguato processo di crescita dei minori, ma anche fornendo alle famiglie strumenti di rafforzamento del dialogo e della partecipazione interna, ha dettato la finalità ultima della presente norma, in armonia anche con i principi della sussidiarietà e della cooperazione che è quella di creare un sistema integrato delle azioni socio-educative.

L'oratorio svolge, soprattutto nelle piccole comunità, un ruolo primario nel progetto e nell'attuazione delle attività di socializzazione e recupero dalla marginalità, facilitando, ad esempio, la familiarizzazione , la predisposizione e la capacità di apprendimento, l'acquisizione del giusto rapporto con le tecnologie della comunicazione, e all'etica dei principi riferiti ai modelli organizzativi della società moderna.

I diversi laboratori creati all'interno degli oratori parrocchiali e delle comunità religiose della nostra isola diventano spazi sociali vitali di incontro e di racconto e i ragazzi, gli adolescenti, i giovani e le stesse famiglie, sono coinvolti tutti direttamente, interdisciplinarmente, nell'elaborazione di un progetto educativo, formativo e ricreativo. Un progetto che ha come obiettivo principale quello di stimolare il desiderio di conoscenza e di gioco, di abilità manuale e creativa, e che si articola in percorsi di apprendimento e divertimento: imparare riappropriandosi di capacità relazionali e cooperative.

Negli oratori parrocchiali e delle comunità religiose il progetto sociale ed educativo, proprio per questa partecipazione diretta ed interessata dei ragazzi e degli adulti, diventa virtuale, non focalizzante i dettagli che si concretizzano invece con il manifestarsi dell'apporto attivo degli utenti coinvolti.

L'articolo 1 costituisce il presupposto sostanziale e giuridico della proposta di legge e consiste nel riconoscimento del ruolo sociale ed educativo delle parrocchie e delle comunità religiose.

L'articolo 2 della proposta normativa individua e favorisce un rapporto di stretta collaborazione tra la Regione Sardegna e la Conferenza episcopale sarda che rappresenta giuridicamente le dieci diocesi sarde, definendo un utile ambito di confronto entro il quale possa essere sviluppato un protocollo che rifletta obiettivi e programmazione di attività di sostegno dei bisogni sociali ed educativi dell'area dell'infanzia, dell'adolescenza e delle famiglie, nell'ambito degli indirizzi prioritari ivi individuati.

L'articolo 3 della proposta di legge individua le azioni di sostegno e la tipologia dei finanziamenti con i relativi limiti ponendo tra questi la riqualificazione delle strutture esistenti, la formazione degli operatori che animano le attività degli oratori e dei laboratori socio-educativi, le attività di sperimentazione e di ricerca e il sostegno ai progetti interdiocesani.

L'articolo 4 definisce le modalità di ripartizione dei finanziamenti regionali erogati annualmente alle dieci diocesi sarde , attraverso la Conferenza episcopale sarda. Questi sono ripartiti per il 40% sulla base del numero degli abitanti, per un altro 40 per cento sulla base del numero delle parrocchie ed il restante 20% è destinato a finanziare iniziative e progetti interdiocesani, nonché le modalità generali di assegnazione dei contributi alle singole parrocchie.

La Conferenza episcopale sarda dovrà presentare alla fine di ogni anno un dettagliato rendiconto contabile accompagnato da una relazione analitica che evidenzi la coerenza delle attività realizzate e degli obiettivi concretamente ottenuti rispetto agli indirizzi di programmazione approvati con il protocollo di intesa.

Per il sostegno delle attività previste viene stanziata per il triennio 2002-2004 una somma di 2.500.000 di euro, mentre per gli anni successivi i contributi da erogare saranno fissati nei rispettivi bilanci.

 

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TESTO DEL PROPONENTE

 

Art. 1
Finalità

1. La Regione, in ossequio ai principi di cooperazione e di sussidiarietà, riconosce l'azione socio-educativa di ampio respiro territoriale svolta dalle parrocchie e dalle comunità religiose, attraverso gli oratori e organismi simili; promuove il coordinamento e l'integrazione delle attività attuate dalle parrocchie e dalle comunità religiose in materia di infanzia e giovani e ne sostiene gli interventi volti a favorire la prevenzione e l'inserimento degli stessi, coinvolgendoli in azioni di miglioramento del quadro sociale di riferimento che insistendo sugli aspetti culturali educativi, permettano alle nuove generazioni l'acquisizione di consapevolezza, dinamismo e iniziativa, rispetto ai processi di sviluppo.

 

Art. 2
Modalità di partecipazione e cooperazione

1. E' riconosciuta la partecipazione delle diocesi sarde in commissioni consultive e organismi regionali afferenti alle materie di intervento legate all'infanzia e alla gioventù, tramite la Conferenza episcopale sarda. La stessa può presentare proposte e programmi ed esprimere parere consultivo in sede di elaborazione delle linee di programmazione regionale nelle materie succitate.

2. La Regione concorda con la Conferenza episcopale sarda le forme di collaborazione e le azioni ritenute utili attraverso un protocollo d'intesa e successivi accordi operativi.

3. Detti accordi privilegiano la realizzazione di percorsi di sviluppo della personalità, delle attitudini e della conoscenza anche attraverso l'attivazione di centri ricreativi in campo artistico e sportivo, e la realizzazione di iniziative per il recupero psico-fisico dei casi di emarginazione, isolamento e difficoltà d'inserimento nel normale contesto socio-economico. Sono favoriti gli interventi sperimentali, rivolti all'innovazione e alla ricerca di soluzioni alternative rispetto alle tecniche, modalità e supporti di attuazione degli interventi.

 

Art. 3
Azioni di sostegno

1. La Regione sostiene con incentivi le attività socio-educative svolte dagli oratori e da altri organismi parrocchiali a favore dell'infanzia, dell'adolescenza, della gioventù e della famiglia, individuate nel protocollo d'intesa previsto nell'articolo 2, comma 2.

2. I finanziamenti sono concessi, nel rispetto delle finalità del precedente comma, per:
a) il riadattamento e la riqualificazione delle strutture esistenti nel limite del 40 per cento del valore dell'investimento complessivo ed entro il limite massimo di euro 50.000 di contributo in conto capitale;
b) l'acquisto di arredamento, attrezzature e strumenti didattici pari al 40 per cento del valore dell'investimento complessivo che non può superare il limite massimo di euro 10.000;
c) sostenere la formazione degli operatori che agiscono nell'ambito dell'oratorio e dei laboratori formativi e socio-educativi delle parrocchie e delle diocesi; nel limite del 50 per cento della spesa sostenuta per la formazione;
d) sostenere iniziative sperimentali e di ricerca di nuove metodologie d'intervento anche tramite progetti interdiocesani; nel limite del 50 per cento della spesa progettuale;
e) sostegno alla gestione delle attività ricreative e del tempo libero, educativo-formative ed esperienze di comunità; nel limite di euro 10.000.

 

Art. 4
Attribuzione e rendicontazione finanziamenti

1. I finanziamenti di cui all'articolo 3 sono erogati alla Conferenza episcopale sarda in base all'accordo di programma e alle esigenze in esso evidenziate ; tale contributo sarà ripartito tra le diocesi secondo il seguente criterio:
a) il 40 per cento sulla base della popolazione;
b) il 40 per cento sulla base del numero delle parrocchie;
c) il restante 20 per cento sarà utilizzato dalla Conferenza episcopale sarda o da altro ente indicato dalla stessa per attività o iniziative interdiocesane.

2. Ogni diocesi procederà all'assegnazione dei contributi alle singole parrocchie e comunità religiose che ne facciano domanda con la presentazione di un adeguato progetto che risponda alle finalità del protocollo d'intesa in base alle indicazioni della presente legge ed entro i limiti di cui all'articolo 3.

3. La Conferenza episcopale sarda presenta alla Regione una relazione annuale sulle attività svolte e sui benefici concreti ottenuti ed il relativo rendiconto delle spese, adeguatamente documentate.

 

Art. 5
Norma finanziaria

1. Le spese previste per l'attuazione della presente legge sono valutate in euro 2.500.000 annui.
2 Nel bilancio della Regione per gli anni 2004-2006 sono apportate le seguenti variazioni:

In aumento

12 - SANITA'

U.P.B S. 12.066 - Servizi socio assistenziali

2004 euro 2.500.000
2005 euro 2.500.000
2006 euro 2.500.000

In diminuzione

03 - BILANCIO

U.P.B S03.006 - FNOL - parte corrente

2004 euro 2.500.000
2005 euro 2.500.000
2006 euro 2.500.000

3. Le spese per l'attuazione della presente legge gravano sull' U.P.B S.12.066 del bilancio regionale per gli anni 2004-2006 e su quella corrispondente dei bilanci della Regione per gli anni successivi.